A realizzare in 12 mesi l'opera (dopo dopo la demolizione) sarà Salini Impregilo insieme a Fincantieri e Italferr sulla base del progetto di Renzo Piano. Costerà 202 milioni di euro. Ha prevalso la "linea" caldeggiata dal M5s fin dai giorni successivi al disastro. Cimolai, la principale concorrente, si asterrà dai ricorsi per "spirito di servizio al Paese" così da non ostacolare la ricostruzione del viadotto. In mattinata il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha ribadito a Radio Anch'io che "a fine 2019 sarà già in piedi"
“Confidiamo di avere il ponte per la fine del prossimo anno: non sarà accessibile, ma tutti lo potranno vedere. Serviranno 9 mesi di costruzione e 3 di collaudo. L’importo assegnato per l’opera è di 202 milioni di euro, al netto dell’iva”. Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto Morandi, ha dato l’annuncio in conferenza stampa. Con un non detto: il ponte sarà funzionante nel 2020, quindi in ritardo rispetto alle promesse del governo. Toccherà a Salini Impregilo, insieme a Fincantieri e Italferr, ricostruirlo sulla base del progetto di Renzo Piano. Alla fine Bucci ha seguito la linea fortemente caldeggiata dall’esecutivo – in particolare dal M5s – già pochi giorni il crollo del viadotto Polcevera a Genova, nel quale morirono 43 persone. Il progetto avrà un costo attorno ai 220-230 milioni di euro (compresi di iva) e per portarlo a termine – secondo quanto risulta all’AdnKronos – serviranno 12 mesi dalle fine dei lavori di demolizione. Se queste previsioni fossero confermate, l’auspicio di ‘vedere’ il ponte a fine 2019 sarebbe tutte da verificare. L’altro progetto, presentato dal gruppo Cimolai, secondo quando riferiscono altre fonti interpellate dalla stessa agenzia di stampa, prevedeva costi per un importo totale di 175 milioni (14 per la demolizione) e 11 mesi di tempo complessivi per la demolizione e ricostruzione (9 mesi).
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