Intervenendo telefonicamente alla convention dei circoli di Generazine Italia, il presidente della Camera non usa giri di parole. "Quando si pone la questione morale non si può essere considerati provocatori ed essere minacciati di espulsione". "Il Pdl è la nostra casa: per rafforzarlo servono meccanismi concordati e discussi"
NAPOLI - "La difesa della legalità deve essere una bandiera dell'azione politica del Pdl. In questo senso occorre distinguere la giusta tutela del garantismo, perché si è innocenti fino al terzo grado, dall'opportunità, in certi casi, di continuare a mantenere incarichi politici quando si è indagati". Così Gianfranco Fini, in collegamento telefonico con la convention campana dei circoli di Generazione Italia. Le parole di Fini giungono un po' disturbate. E' Italo Bocchino, allora, a spiegare che, parlando dell'inopportunità di mantenere incarichi quando si è indagati, il presidente della Camera ha detto di "non aver compreso" la scelta di Nicola Cosentino, dimessosi da sottosegretario ma non da coordinatore campano del Pdl. Dopo questo passaggio disturbato, Fini si concede anche una battuta: "Evidentemente sulla legalità ci sono delle interferenze...".
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