Se all'inizio dell'estate sembrava inevitabile l'approdo ad una pur contestatissima 'tassa sui prelievi Bancomat', il Consiglio dei ministri dello scorso 4 aprile dedicato al Fisco ha sostanzialmente cambiato le carte in tavola: lavoratori autonomi e titolari di reddito di impresa potrannono sempre essere sottoposti ad indagini finanziarie, e saranno valutati come maggiori compensi o ricavi i prelevamenti di cui non viene indicato il beneficiario, così come i prelevamenti non contabilizzati (In assenza di giustificazione, si ritiene che la somma prelevata sia stata utilizzata per acquisti in nero, che hanno consentito di produrre beni o servizi venduti a loro volta in nero). La versione dello schema di decreto di riforma delle sanzioni amministrative tributarie - ora in attesa di un secondo parere delle commissioni parlamentari - conferma la presunzione legale che attribuisce ai prelevamenti non giustificati dei titolari di reddito di impresa il valore di ricavi non dichiarati. Viene invece cancellata la sanzione dal 10% al 50% dell'importo del prelevamento prevista in caso di omessa o inesatta indicazione del beneficiario dei prelevamenti non transitati nelle scritture contabili, che era invece prevista nella prima versione del decreto attuativo della delega fiscale.
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