Niccolò Zancan
inviato a Saint Vincent
Come scommettere sempre sul numero perdente. Ecco quello che è
stata la gestione del Casinò di Saint-Vincent, per la procura regionale
della Corte dei Conti. «Un’ingiustificata dissipazione di provviste
erariali di enorme consistenza». «Una macroscopica violazione delle
norme».«Un’indulgente operazione di foraggiamento finanziario». Soldi buttati. Ancora e ancora. Spesi con ostinazione, pur sapendo che erano a fondo perduto. Insomma, la Regione Valle d’Aosta, dal 2012 al 2015, avrebbe finanziato con 140 milioni di euro un’impresa che non aveva alcuna speranza di funzionare. Perché?
Questa, sui motivi, è la risposta più difficile. E riguarda il futuro delle indagini, affidate alla guardia di finanza. Ma intanto, per la prima volta, la leggenda che ti raccontavano tutti appena mettevi piede in Val d’Aosta trova conferma in un atto giudiziario di 95 pagine: «Invito a fornire deduzioni». Ventidue amministratori pubblici, fra cui l’ex governatore Augusto Rollandin, dovranno spiegare le ragioni di questo danno erariale. Mentre anche il procuratore Giancarlo Avenati Bassi ha già aperto un fascicolo per falso in bilancio e truffa aggravata, notificando sette avvisi di garanzia. Una duplice inchiesta, dunque, su quello che molti sospettavano da tempo. Perché la leggenda diceva pressapoco così: «In Val d’Aosta tutto passa dal Casinò. Quel posto è una mangiatoia».
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