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lunedì 22 ottobre 2018

Uliveto, quella pubblicità della nazionale di volley non è razzista ma…

L'”acqua dello sport” travolta dalle polemiche per una pagina celebrativa che oscura Paola Egonu e non calcola proprio Miriam Sylla: forse non c’era intento deliberato ma il razzismo è solo quello alla luce del sole?


Ieri Uliveto è stata travolta dalle polemiche per aver pubblicato una (bruttissima) pagina di celebrazione della squadra italiana di pallavolo femminile, arrivata seconda ai Mondiali giapponesi. Si tratta ovviamente anche di una pagina pubblicitaria dove non poteva mancare, in massima evidenza, la bottiglia d’acqua del brand del gruppo Cogedi. Peccato che l’oggetto sia stato piazzato sopra la fotografia del team azzurro oscurando due giocatriciSerena Ortolani e Paola Egonu.
Per chi non avesse presente, quest’ultima – nata a Cittadella da genitori nigeriani 19 anni fa – è stata una delle protagoniste del torneo. Far fuori quella “macchina da punti” da una pagina in cui lo sponsor della nazionale ringrazia le ragazze per la favolosa cavalcata nipponica è un po’ come se Jeep pubblicasse una pagina di ringraziamento alla Juventus piazzando una Renegade in faccia a Cristiano Ronaldo. Come se non bastasse, avendo utilizzato uno scatto d’archivio della scorsa estate e non una foto della finale di sabato perché serviva un’immagine “in cui ci fosse anche il tricolore” (lo ha spiegato Patrizio Catalano Gonzaga, direttore marketing del gruppo Uliveto-Rocchetta) dalla compagine mancava anche un’altra protagonista: Miriam Sylla. Anche lei nata in Italia, a Palermo, da genitori ivoriani 23 anni fa.
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