I cittadini devono dichiarare di essere a conoscenza anche di eventuali ordinanze delle Regioni in cui si spostano. Il Capo della Polizia Gabrielli: "Controlliamo in modo rigoroso ma con umanità. Le denunce non cadranno nel nulla"
Sono passati appena tre giorni dall'ultimo modulo di autocertificazione, ma con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la scorsa notte, di altre disposizioni, il testo per certificare gli spostamenti muta ancora.
giovedì 26 marzo 2020
Bollette meno care da aprile: -18,3% per la luce e -13,5% per il gas. Sale a 1,5 miliardi il conto Covid
Grazie soprattutto al calo dei prezzi delle materie prime, si riduce la spesa energetica per le famiglie tipo in tutela: 184 euro annui di risparmi
Calano le bollette di luce e gas per gli utenti serviti in maggior tutela. Secondo il consueto aggiornamento fornito dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), nel secondo trimestre dell’anno la riduzione sarà di -18,3% per l’elettricità e del -13,5% per il gas per la famiglia tipo in tutela. La contrazione è dovuta, da un lato, alle basse quotazioni delle materie prime nei mercati all’ingrosso, anche per via di una netta riduzione dei consumi provocata dall’emergenza coronavirus, e, dall’altro, da una sostanziale stabilità nel fabbisogno degli oneri generali di sistema.
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Coronavirus, in casa anche i criminali. A marzo reati diminuiti del 75 per cento
Primo report della Direzione centrale della polizia criminale. Nel mirino dei rapinatori restano però le farmacie. Diminuiscono, ma a un ritmo più lento, anche i maltrattamenti in famiglia.
Il Coronavirus blocca in casa anche i criminali. Dal primo report pubblicato oggi sul sito del Viminale, viene fuori che le limitazioni agli spostamenti hanno fatto crollare i delitti del 75 per cento.
Preso in esame il periodo dall'1 al 22 marzo, sono stati 52.596 i delitti consumati a fronte dei 146.762 dello stesso periodo dell'anno scorso.
Il report - elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza - prende in esame diverse tipologie di reati. Calano del 69 per cento le violenze sessuali, del 67,4 i furti in genere, del 72,5 quelli in abitazione. Percentuali analoghe ( -73,7 per cento) per le rapine agli uffici postali e -77 per cento per lo sfruttamento della prostituzione. Dimezzate invece le rapine ( -54,4 per cento) anche se in queste settimane nel mirino restano le farmacie, dove furti e rapine fanno registrare un decremento molto lieve, solo -13,8 e -24,6 per cento.
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Il Coronavirus blocca in casa anche i criminali. Dal primo report pubblicato oggi sul sito del Viminale, viene fuori che le limitazioni agli spostamenti hanno fatto crollare i delitti del 75 per cento.
Preso in esame il periodo dall'1 al 22 marzo, sono stati 52.596 i delitti consumati a fronte dei 146.762 dello stesso periodo dell'anno scorso.
Il report - elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza - prende in esame diverse tipologie di reati. Calano del 69 per cento le violenze sessuali, del 67,4 i furti in genere, del 72,5 quelli in abitazione. Percentuali analoghe ( -73,7 per cento) per le rapine agli uffici postali e -77 per cento per lo sfruttamento della prostituzione. Dimezzate invece le rapine ( -54,4 per cento) anche se in queste settimane nel mirino restano le farmacie, dove furti e rapine fanno registrare un decremento molto lieve, solo -13,8 e -24,6 per cento.
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Ricerca, 'il coronavirus era in Lombardia dal primo gennaio'
Nature, 'non rilevato per settimane'. È la preistoria dell'epidemia
Il coronavirus ha cominciato a circolare in Lombardia dal primo gennaio e ha continuato a farlo in modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno, avvenuta il 20 febbraio. È quanto emerge dall'analisi pubblicata sul sito ArXiv e condotta da 14 centri di ricerca, con il coordinamento del Direttorato generale della Sanità della Regione Lombardia. "L'epidemia in Italia è rimasta sconosciuta per settimane", scrive oggi la rivista Nature, commentando la ricerca sul suo sito.
"L'epidemia in Italia è cominciata molto prima del 20 febbraio 2020. Al momento dell'identificazione del primo caso di Covid-19 si era già diffusa in molti comuni della Lombardia meridionale", si legge nell'articolo. "È un lavoro estremamente interessante che ricostruisce la preistoria del coronavirus in Italia", ha commentato il fisico Giorgio Parisi, dell'Università Sapienza di Roma. Dalla ricerca, ha proseguito, emerge inoltre che all' inizio i casi sintomatici erano l'80%, contro il 5% di asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi così leggeri da non dare la sicurezza dell'infezione.
Gli autori della ricerca hanno ricostruito l'origine dell'epidemia analizzando i dati relativi a 5.830 casi confermati nei laboratori della Lombardia, per i quali erano stati riportati anche i dati relativi alla comparsa dei sintomi. Quindi si è proceduto a ritroso, ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo. Sono stati individuati così i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio. Due giorni più tardi, il 20 marzo, l'epidemia è uscita allo scoperto, con l'identificazione del paziente 1 a Codogno.
"L'epidemia in Italia è cominciata molto prima del 20 febbraio 2020. Al momento dell'identificazione del primo caso di Covid-19 si era già diffusa in molti comuni della Lombardia meridionale", si legge nell'articolo. "È un lavoro estremamente interessante che ricostruisce la preistoria del coronavirus in Italia", ha commentato il fisico Giorgio Parisi, dell'Università Sapienza di Roma. Dalla ricerca, ha proseguito, emerge inoltre che all' inizio i casi sintomatici erano l'80%, contro il 5% di asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi così leggeri da non dare la sicurezza dell'infezione.
Gli autori della ricerca hanno ricostruito l'origine dell'epidemia analizzando i dati relativi a 5.830 casi confermati nei laboratori della Lombardia, per i quali erano stati riportati anche i dati relativi alla comparsa dei sintomi. Quindi si è proceduto a ritroso, ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo. Sono stati individuati così i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio. Due giorni più tardi, il 20 marzo, l'epidemia è uscita allo scoperto, con l'identificazione del paziente 1 a Codogno.
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Coronavirus: commissario Croce Rossa di Serravalle con sintomi. Sospesi i servizi
SERRAVALLE SCRIVIA – Il commissario della Croce Rossa di Serravalle Scrivia, Antonino Pavoli, si trova attualmente in quarantena domiciliare. Lo spiega la stessa Cri locale con una nota parlando di “sospetto contagio da Covid-19“. Il decorso clinico di Pavoli sarebbe in linea con le sintomatologie tipiche del coronavirus.
“Comunichiamo che sono state poste in essere tutte le misure di contenimento previste dai protocolli“, spiega la Croce Rossa che è anche stata costretta a mettere in quarantena anche tutti quei volontari che sono entrati in contatto con il commissario Pavoli. Da qui la decisione di interrompere tutti i servizi, compresa la consegna della spesa e dei farmaci, per due giorni “al fine di consentire la sanificazione profonda e accurata di tutti i locali e i mezzi“. Antonino Pavoli potrebbe aver contratto il coronavirus la settimana scorsa nel corso di un trasporto in ambulanza di una coppia di Carbonara Scrivia risultata positiva al test del Covid-19.
Fonte: Radio Gold
“Comunichiamo che sono state poste in essere tutte le misure di contenimento previste dai protocolli“, spiega la Croce Rossa che è anche stata costretta a mettere in quarantena anche tutti quei volontari che sono entrati in contatto con il commissario Pavoli. Da qui la decisione di interrompere tutti i servizi, compresa la consegna della spesa e dei farmaci, per due giorni “al fine di consentire la sanificazione profonda e accurata di tutti i locali e i mezzi“. Antonino Pavoli potrebbe aver contratto il coronavirus la settimana scorsa nel corso di un trasporto in ambulanza di una coppia di Carbonara Scrivia risultata positiva al test del Covid-19.
Fonte: Radio Gold
Sintomi da coronavirus per il presidente della Croce rossa di Serravalle Scrivia: “Ma non mi fanno il tampone”
A Tortona:
Chiusa la Polizia Municipale, molti agenti in malattia
Coronavirus: Jole Santelli visita il nuovo reparto di terapia intensiva con collaboratori e medici. Ma tutti dimenticano il “distanziamento sociale”
Lunedì la presidente della Regione Calabria Jole Santelli ha visitato il nuovo reparto Covid di terapia intensiva dell’ospedale “Mater Domini” di Catanzaro. Un cantiere aperto, fino a pochi giorni fa, nel quale si è lavorato giorno e notte per far sì che fosse realizzato nel più breve tempo possibile. Ad accompagnarla alcuni collaboratori, ma anche medici e infermieri. Nelle immagini pubblicate come una sorta di spot sulla pagina Facebook della Regione, però, le misure di sicurezza imposte dal governo non sembrano rispettate. La presidente, infatti, pur avendo indossato i guanti, non usa in maniera corretta la mascherina: le copre la bocca, ma non il naso. Non solo. La Santelli e i suoi collaboratori si muovono con le scarpe con cui sono arrivati in ospedale senza indossare gli obbligatori calzari e le cuffie. Tra i corridoi del nuovo reparto, inoltre, sono diverse le persone che non rispettano la distanza di sicurezza di un metro richiesta per evitare la diffusione della pandemia. A fare da Ciceroni i medici e gli infermieri che, però, non indossano né guanti, né mascherine, né nessun’altra protezione per sé stessi e per i visitatori del reparto.
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Il virus uccide una ragazza di 21 anni in Inghilterra, la mamma: "Non sottovalutatelo"
LONDRA. Una ragazza di 21 anni senza patologie pregresse è morta a causa del coronavirus: il suo nome era Chloe Middleton, è finora la vittima più giovane del Regno Unito. Sua madre Diane Middleton ha pubblicato un post straziante. Scrivendo su Facebook, la signora Middleton, che vive nel Buckinghamshire, ha dichiarato: "A tutte le persone là fuori che pensano che sia solo un virus, per favore ripensateci. Parlo per esperienza personale, questo cosiddetto virus ha tolto la vita a mia figlia di 21 anni".
Fonte
Bologna: 50enne deceduto in casa a causa del coronavirus
Fonte
Bologna: 50enne deceduto in casa a causa del coronavirus
La grammatica dell’epidemia.
Si muore “per” e non “con” il virus
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mercoledì 25 marzo 2020
Covid19 Cina, dubbi sul numero di morti: sparite 21 milioni di utenze telefoniche
Morti Cina coronavirus – L’Italia sta vivendo una delle più grandi tragedie dal dopoguerra contro un nemico invisibile che sta mietendo vittime e timore. Una situazione paradossale con l’Italia intera ferma e sigillata in casa, un paese che ad oggi già piange ben 7.503 morti. Un dato aggiornato al 25 marzo e reso ancora più atroce dal fatto che in Cina, paese del focolaio da cui è partita la pandemia, si contano al momento circa 3300 morti.
Morti Cina coronavirus: dubbi sui numeri
Un numero quello dei morti in Cina che desta ancora numerosi dubbi ed interrogativi vista la differenza abnorme con l’Italia. Ricordiamo che la Cina conta circa 1 miliardo e mezzo di persone, contro i circa 60 milioni di italiani. Questo significa che nel nostro paese si contano 100 decessi per milione di abitanti, contro i 2.2 milioni di morti per milione in Cina. Considerando le morti che, purtroppo, aumenteranno nei prossimi giorni in Italia la forbice statistica aumenterà in modo ancora più drammatico e significativo.
Le spiegazioni che si stanno dando in questi giorni su questa differenza sono tante e disparate, ma nessuna sembra convincere a pieno. Dall’Italia che è il paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, alle misure straordinarie prese dalla Cina per contenere la diffusione. Tutte motivazioni che, però, non spiegano in modo così forte questa disparità considerando inoltre, che in Cina il Covid19 è in circolo dal mese di novembre. Una forbice statistica che troverebbe una spiegazione anche nel fatto che in Cina si sono considerati solo i morti “per” coronavirus, mentre in Italia anche quelli “con” coronavirus.
Dubbi sulle 21 milioni di utenze telefoniche cinesi sparite
Una riflessione interessante sui dati cinesi arriva da un articolo di Lettera43 che fa riferimento a The Epoch Times, circa l’improvvisa scomparsa in Cina di 21 milioni di utenze telefoniche. Il Paese nel quale i cellulari sono indispensabili più che in qualsiasi altra parte del pianeta d’improvviso calano di 21 milioni? Nel momento in cui l’utilizzo è in forte aumento viste le restrizioni e considerando che, in Cina il telefono è fondamentale per ogni tipologia di servizio dalla sanità alla pensione.
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«Polmoniti “anomale” da gennaio, il virus era già in circolazione»
I virologi confermano i sospetti dei medici lodigiani
Cristina Vercellone
Il coronavirus era in circolazione da tempo, almeno da gennaio. A dirlo, in questi giorni, sono i virologi che hanno confrontato i dati clinici e la genetica. Il concetto è stato ribadito ieri, nella conferenza stampa in Regione e lo confermano i medici della Bassa che hanno sotto controllo la situazione. I tempi di incubazione e il numero massiccio di contagi che si è registrato in questi giorni, 182 nel Lodigiano, portano in quella direzione. Prima del 38enne c’erano già altre persone positive in circolazione.
«Avevo diagnosticato già a gennaio delle polmoniti anomale - commenta il presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani -, l’avevo detto durante un’intervista sul “Cittadino”. Ricordo, per esempio, una ragazza di 29 anni che ha avuto una polmonite che si è trascinata appresso per un mese e mezzo, tra lastre, tac e domande come “Sei stata a Wuhan”, “Vieni dalla Cina?”. Lei non si era mossa da Cavenago. Poi avevo visitato anche una signora, sempre di Cavenago, di 50 anni. Entrambe le forme poi si sono risolte, ma la seconda, dopo una parziale risoluzione iniziale, aveva avuto una ricaduta a distanza di 10 giorni. L’ho visitata proprio la settimana scorsa, quando è esplosa l’epidemia. E poi c’erano state anche altre polmoniti simili che si erano risolte. Il virus era in giro. Non mi sento certo di puntare il dito contro l’ospedale di Codogno per quanto riguarda i contagi. Anzi, come ordine, abbiamo mandato i ringraziamenti a tutti gli operatori della sanità, hanno un’abnegazione enorme, odontoiatri compresi». Della stessa idea il medico di Castiglione, Bertonico e Casale Paolo Leotta, in isolamento fino all’inizio della prossima settimana, nella Bassa.
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Coronavirus, uno studio rivela: sulla Diamond Princess il Covid-19 è sopravvissuto 17 giorni nelle cabine
Il report ha dimostrato anche che metà dei passeggeri risultati positivi eraIl report ha dimostrato anche che metà dei passeggeri risultati positivi era asintomatica asintomatica
Il virus «è stato identificato su una varietà di superfici in cabine di passeggeri infetti sia sintomatici che asintomatici fino a 17 giorni dopo che le cabine erano state lasciate libere sulla Diamond Princess ma prima che fossero condotte le procedure di disinfezione», hanno scritto i ricercatori. Questo però non significa che la trasmissione sia avvenuta tramite superfici esterne.
Il Coronavirus è in grado di sopravvivere per un tempo relativamente lungo in ambienti esterni, stando a uno studio dei ricercatori americani dei Centers for Disease Control and Prevention, diffuso lunedì 23 marzo. Il lavoro ha dimostrato che il virus ha resistito per un massimo di 17 giorni a bordo per esempio della nave da crociera Diamond Princess, all’interno delle cabine.
Il report ha esaminato le misure di contenimento prese dal governo giapponese e statunitense per contenere i contagi da Covid-19 sulla nave Diamond Princess e sulla nave Grand Princess in California. I passeggeri e l’equipaggio di entrambe le navi sono stati messi in quarantena a bordo dopo che gli ospiti precedenti, che non avevano avuto alcun sintomo a bordo di ciascuna delle navi, sono risultati positivi dopo l’attracco.
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Coronavirus, donna positiva parte da Pavia e prende due aerei per tornare a casa in Sicilia. Il sindaco di Modica: «Caso gravissimo»
Una donna, positiva e con sintomi di febbre, è partita da Pavia, ha preso due aerei e un taxi per tornare a casa a Modica, in Sicilia. Un caso definito «gravissimo» dal sindaco Ignazio Abbate, destinato a suscitare polemiche. La donna si trovava in quarantena, ma questo non l'ha fermata dalla volontà di rientrare in terra siciliana. La denuncia è giunta attraverso un videomessaggio del sindaco sulla proprio pagina Facebook.
Leggi anche > Coronavirus, 744 vittime e 3.612 nuovi contagi: in Italia 6.820 morti
«La donna stava già male - dice in un video messaggio su Facebook - perchè aveva la febbre. Ha preso due aerei da Milano a Roma e poi a Catania ha preso un taxi che l'ha portata sino a Modica. Nessuno l'ha controllata, nessuno si è accorto che aveva la febbre. Eppure la donna era positiva e malata. Ora è ricoverata in ospedale nell'ospedale 'Maggiorè di Modica».
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Leggi anche > Coronavirus, 744 vittime e 3.612 nuovi contagi: in Italia 6.820 morti
«La donna stava già male - dice in un video messaggio su Facebook - perchè aveva la febbre. Ha preso due aerei da Milano a Roma e poi a Catania ha preso un taxi che l'ha portata sino a Modica. Nessuno l'ha controllata, nessuno si è accorto che aveva la febbre. Eppure la donna era positiva e malata. Ora è ricoverata in ospedale nell'ospedale 'Maggiorè di Modica».
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Borrelli ha la febbre, niente conferenza stampa sull'emergenza coronavirus
Il capo del dipartimento ha accusato sintomi febbrili questa mattina. Le notizie sull'andamento della curva epidemica saranno diffuse attraverso un comunicato stampa
Questa mattina il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha accusato sintomi febbrili e, a scopo precauzionale, ha lasciato la sede del dipartimento. A causa di questa lieve indisposizione, fanno sapere da via Vitorchiano, a partire da oggi, fino a data da destinarsi, la quotidiana conferenza stampa sull'emergenza coronavirus delle ore 18 è sospesa. Il dipartimento della Protezione Civile, continuerà a garantire la massima operatività le notizie saranno diffuse attraverso un comunicato stampa, niente diretta televisiva, almeno per oggi.
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Questa mattina il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha accusato sintomi febbrili e, a scopo precauzionale, ha lasciato la sede del dipartimento. A causa di questa lieve indisposizione, fanno sapere da via Vitorchiano, a partire da oggi, fino a data da destinarsi, la quotidiana conferenza stampa sull'emergenza coronavirus delle ore 18 è sospesa. Il dipartimento della Protezione Civile, continuerà a garantire la massima operatività le notizie saranno diffuse attraverso un comunicato stampa, niente diretta televisiva, almeno per oggi.
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Coronavirus. Il racconto del poliziotto infettato: «Io intubato qui e i miei genitori a 700 km»
MALTEMPO in azione su mezza Italia: anche NEVE e FREDDO su alcune regioni
Il vortice depressionario presente nell'area mediterranea ha prodotto la formazione di un vasto corpo nuvoloso che impegnerà soprattutto il centro e il sud. Al nord affluirà ancora a breve dell'aria più fredda ma qui i fenomeni risulteranno limitati a poche aree. Giovedì ancora maltempo al centro e al sud, spruzzate di neve su Emilia-Romagna, poi Appennino ligure e Cuneese. Venerdì fenomeni in localizzazione al sud.
SITUAZIONE: nell'Italia aggredita da un nemico invisibile che rende incerto il nostro futuro, il maltempo in atto e il freddo tardivo sopraggiunto su molte zone sembrano passare in secondo piano, eppure non è cosi frequente sperimentare condizioni invernali a fine marzo. Ecco la situazione di stamane da PRATI di TIVO, nella zona del Gran Sasso, Abruzzo:
Un vortice freddo in quota è presente sul medio Adriatico e muove verso il settentrione, dove andrà a concentrarsi tutto il freddo residuo raccolto dall'est europeo, come testimonia questa carta termica a 1500m del modello europeo prevista per la prossima notte (valori sino a -7°C al nord):
Si nota inoltre il vortice al suolo che si sta scavando sul meridione, che raggiungerà i 995hPa, generando una circolazione ciclonica dei venti intorno a se stesso e soprattutto attivando una corrente mite sciroccale lungo l'Adriatico che finirà per mangiarsi rapidamente tutta la massa d'aria fredda affluita nelle ultime 48 ore, alzando repentinamente il limite delle nevicate partendo dalla Puglia e dalla Lucania.
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Coronavirus, la “trincea” degli oltre 50mila volontari delle ambulanze: “I dispositivi di protezione sono carenti, per questo ora l’uso è più oculato”. I servizi alla persona? Chiamate aumentate del 1.400%
Tre le associazioni principali che si sono subito attivate allestendo sale operative speciali coordinandosi con la Protezione civile, Anpas, Croce Rossa Italiana e Misericordie. Tanti i soccorritori e le soccorritrici in isolamento dopo essere entrati in contatto con un paziente Covid: "La paura? C'è, ma la forza sta nello spirito associativo". Impatto emotivo? Attivati gli psicologi in emergenza
Dall’inizio dell’emergenza coronavirus a oggi sono scese in campo oltre 50mila persone. Vengono da esperienze di vita diverse, c’è chi lavora in fabbrica, chi in ufficio, chi ancora studia, ma anche chi un lavoro non ce l’ha. È l’enorme famiglia del volontariato in ambulanza. Soccorritori e soccorritrici che rappresentano “la vera trincea” del Covid-19 e che, fin dalle prime battute dell’epidemia, hanno prestato aiuto. Tre le associazioni principali, che già nel quotidiano operano in continuità con il Sistema sanitario nazionale, e che si sono subito attivate allestendo sale operative speciali coordinandosi con la protezione civile, Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), Croce Rossa Italiana e Misericordie. Anche per loro la prima battaglia da affrontare è stata quella per reperire i dispositivi individuali di protezione, tanto da dover arrivare a “rimodularne” l’utilizzo. Ogni “spreco” è fatale, così, spiega a Ilfattoquotidiano.it, Michele Bonizzi, dipendente dell’Area salute della Cri, “le mascherine Ffp3, le più protettive, si usano solo per un paziente Covid quasi certo, o se in un intervento di 118 si agisce sulle vie aeree del paziente”, altrimenti si usano le Ffp2, o le chirurgiche, con un rischio ovviamente maggiore per l’operatore. “Neanche reperire i materiali ordinari per l’ambulanza è semplice”, sottolinea il virologo e presidente di Anpas Fabrizio Pregliasco, che ricorda l’impegno anche dei piccoli comitati, spesso costretti a lanciare da soli raccolte fondi locali per sopperire alla mancanza del sistema. Nessun corso, comunque, prepara a un’emergenza simile. Per questo tutte e tre le associazioni hanno attivato un team di psicologi, alcuni specializzati in “psicologia in emergenza”, proprio per supportare i volontari, molti dei quali sono oggi in isolamento dopo essere entrati in contatto con persone positive al Covid.
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Dall’inizio dell’emergenza coronavirus a oggi sono scese in campo oltre 50mila persone. Vengono da esperienze di vita diverse, c’è chi lavora in fabbrica, chi in ufficio, chi ancora studia, ma anche chi un lavoro non ce l’ha. È l’enorme famiglia del volontariato in ambulanza. Soccorritori e soccorritrici che rappresentano “la vera trincea” del Covid-19 e che, fin dalle prime battute dell’epidemia, hanno prestato aiuto. Tre le associazioni principali, che già nel quotidiano operano in continuità con il Sistema sanitario nazionale, e che si sono subito attivate allestendo sale operative speciali coordinandosi con la protezione civile, Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), Croce Rossa Italiana e Misericordie. Anche per loro la prima battaglia da affrontare è stata quella per reperire i dispositivi individuali di protezione, tanto da dover arrivare a “rimodularne” l’utilizzo. Ogni “spreco” è fatale, così, spiega a Ilfattoquotidiano.it, Michele Bonizzi, dipendente dell’Area salute della Cri, “le mascherine Ffp3, le più protettive, si usano solo per un paziente Covid quasi certo, o se in un intervento di 118 si agisce sulle vie aeree del paziente”, altrimenti si usano le Ffp2, o le chirurgiche, con un rischio ovviamente maggiore per l’operatore. “Neanche reperire i materiali ordinari per l’ambulanza è semplice”, sottolinea il virologo e presidente di Anpas Fabrizio Pregliasco, che ricorda l’impegno anche dei piccoli comitati, spesso costretti a lanciare da soli raccolte fondi locali per sopperire alla mancanza del sistema. Nessun corso, comunque, prepara a un’emergenza simile. Per questo tutte e tre le associazioni hanno attivato un team di psicologi, alcuni specializzati in “psicologia in emergenza”, proprio per supportare i volontari, molti dei quali sono oggi in isolamento dopo essere entrati in contatto con persone positive al Covid.
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Coronavirus, la Croce Rossa cinese: “Misure non abbastanza severe, va chiuso tutto. Non c’è seconda scelta di fronte alla vita”
MEGLIO INFORMARSI CHE POLEMIZZARE CON CHI SEMBRA COSÌ FUORI DALLA STORIA DI OGGI
Non riesco proprio a polemizzare con quelli che polemizzano. Sovranisti e loro amici mi sembrano così fuori dalla storia di oggi, una storia tragica per il nostro Paese, per il nostro Pianeta . Preferisco informarmi, leggere e lavorare. Si, anche da casa si possono preparare interrogazioni, cofirmare emendamenti, parlare e chattare con colleghi e amici. Spero tanto che sindacati e governo trovino oggi la quadra. Il tema sollevato dai rappresentanti dei lavoratori è cruciale. Quali sono le produzioni necessarie in questa fase? Nell’elenco presentato dal governo ce ne sono alcune che potrebbero restar ferme. Sono quindici giorni che stiamo chiusi in casa. E la domanda che ci poniamo tutti è fino a quando? La notizia positiva arriva dalla Cina. Dopo due mesi a Wuhan è finito l’isolamento. Si torna in strada liberamente dall’8 aprile.
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Coronavirus, medici di famiglia: “A Bergamo almeno 1.800 trentenni con polmonite”
"La polmonite da Coronavirus evidentemente non colpisce solo in età più avanzata", spiega Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia, "qui a Bergamo siamo 600 medici di famiglia e ognuno di noi ha in osservazione almeno 3 trentenni malati"
Nella città tra le più colpite dall’emergenza esplosa con l’epidemia di Covid non c’è sola l’emergenza negli ospedali – con il Papa Giovanni XXIII arrivato allo stremo – e i cittadini che muoiono in casa e nelle residenze sanitarie, c’è anche l’allarme che lancia la Federazione medici di famiglia (Fimmg) Lombardia. Sono almeno 1.800 a Bergamo i pazienti trentenni con polmonite da Covid-19. “La polmonite da Coronavirus evidentemente non colpisce solo in età più avanzata”, spiega Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia, “qui a Bergamo siamo 600 medici di famiglia e ognuno di noi ha in osservazione almeno 3 trentenni malati di polmonite da Covid”. Come aveva spiegato il professor Marco Rizzi, primario del reparto di Malattie infettive del Papa Giovanni XXIII, che sono molti i malati in casa e che c’è chi non riesce neanche arrivare in ospedale.
Proprio i medici di base nella provincia hanno pagato un prezzo altissimo per stare vicino ai pazienti, nella maggio parte delle volte senza protezione. Erano 118, appunto su 600, i medici ammalati o in quarantena della Bergamasca. Senza contare le vittime tra loro. Del resto questa malattia insidiosa può avere un decorso fulmineo.
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Nella città tra le più colpite dall’emergenza esplosa con l’epidemia di Covid non c’è sola l’emergenza negli ospedali – con il Papa Giovanni XXIII arrivato allo stremo – e i cittadini che muoiono in casa e nelle residenze sanitarie, c’è anche l’allarme che lancia la Federazione medici di famiglia (Fimmg) Lombardia. Sono almeno 1.800 a Bergamo i pazienti trentenni con polmonite da Covid-19. “La polmonite da Coronavirus evidentemente non colpisce solo in età più avanzata”, spiega Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia, “qui a Bergamo siamo 600 medici di famiglia e ognuno di noi ha in osservazione almeno 3 trentenni malati di polmonite da Covid”. Come aveva spiegato il professor Marco Rizzi, primario del reparto di Malattie infettive del Papa Giovanni XXIII, che sono molti i malati in casa e che c’è chi non riesce neanche arrivare in ospedale.
Proprio i medici di base nella provincia hanno pagato un prezzo altissimo per stare vicino ai pazienti, nella maggio parte delle volte senza protezione. Erano 118, appunto su 600, i medici ammalati o in quarantena della Bergamasca. Senza contare le vittime tra loro. Del resto questa malattia insidiosa può avere un decorso fulmineo.
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martedì 24 marzo 2020
Coronavirus, positiva Greta Thunberg: l'annuncio dell'attivista svedese
LA GIOVANE AMBIENTALISTA CONTAGIATA, PROBABILMENTE ANCHE IL PADRE
Anche l’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg è risultata positiva al COVID-19: ad annunciarlo è lei stessa in un post sui social. Greta racconta che anche suo padre Svante, che ha viaggiato con lei in Europa, potrebbe essere stato contagiato, avendo presentato tutti i sintomi legati al coronavirus.
Coronavirus, il messaggio di Greta
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Anche l’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg è risultata positiva al COVID-19: ad annunciarlo è lei stessa in un post sui social. Greta racconta che anche suo padre Svante, che ha viaggiato con lei in Europa, potrebbe essere stato contagiato, avendo presentato tutti i sintomi legati al coronavirus.
Coronavirus, il messaggio di Greta
"Circa dieci giorni fa ho cominciato a sentire alcuni sintomi, esattamente nello stesso momento di mio padre", spiega Greta Thunberg. "Mi sentivo stanca, avevo i brividi, mal di gola e tossivo. Mio padre ha avuto gli stessi sintomi, ma molto più intensi e con la febbre. In Svezia non puoi avere il test del Covid-19 a meno che tu non abbia bisogno di cure mediche urgenti. A tutti i malati viene detto di restare a casa e di isolarsi".
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Coronavirus, nuovo decreto legge in arrivo
AGGIORNAMENTO ORE 18.45 - Il premier Conte ha voluto smentire le notizie riportate questa mattina e legate alla data del 31 luglio. Le misure non saranno automaticamente prorogate al 31, ha precisato Conte, che ha spiegato di come il 31 luglio rappresenti solo la data ultima dello stato di emergenza nazionale, non per forza chiamato a coincidere con le misure attualmente in vigore.
Quella che sta combattendo l'Italia sarà una lunga guerra: i dati dei bollettini della Protezione Civile di ieri, in lieve calo rispetto ai giorni precedenti, hanno infuso fiducia nel paese, che se da un lato guarda con ottimismo a quello che può essere un primo, decisivo passo nella lotta al coronavirus, dall'altro deve fare i conti con la realtà: debellare una pandemia non sarà una cosa semplice.
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Coronavirus: da domani stop benzinai
Lo annunciano insieme Faib, Fegica, Figisc/Anisa
"Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria".
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"Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria".
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Coronavirus, l'Austria richiama 3000 ex soldati di leva e scoppia il caso del paesino di Hiscgl
BOLZANO - Per la prima volta dal dopoguerra, l'Austria richiama 3.000 ex soldati di leva che saranno impegnati nell'emergenza coronavirus. Si tratta circa del 10% della milizia austriaca. L'annuncio è stato fatto dal ministrero della Difesa. I soldati prenderanno servizio dal 4 maggio dopo un corso di due settimane. Nel frattempo è stata prolungata la durata del servizio degli attuali soldati di leva.
IL CASO
Tutto inizia il 29 febbraio scorso: un aereo islandese proveniente da Monaco di Baviera atterra a Reykjavik: a bordo 200 giovani turisti di ritorno dalla settimana bianca trascorsa a Ischgl, piccola località di 1.500 abitanti in Tirolo (Austria). L’Islanda si trovava già in emergenza per il coronavirus, per cui sottopone al test tutti i viaggiatori: molti di loro risultano positivi.
Il governo islandese dichiara immediatamente il Tirolo area a rischio. Una dopo l’altra, le notizie di persone contagiate dal Covid-19 dopo essere state in vacanza a Ischgl cominciano a diffondersi in tutto il Nord-Europa. Le autorità tirolesi, però, insistono negando ogni evidenza: la stagione sciistica a Ischgl doveva continuare, nonostante l’allarme dei virologi e la chiusura delle frontiere al Brennero con l'Italia.
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IL CASO
Tutto inizia il 29 febbraio scorso: un aereo islandese proveniente da Monaco di Baviera atterra a Reykjavik: a bordo 200 giovani turisti di ritorno dalla settimana bianca trascorsa a Ischgl, piccola località di 1.500 abitanti in Tirolo (Austria). L’Islanda si trovava già in emergenza per il coronavirus, per cui sottopone al test tutti i viaggiatori: molti di loro risultano positivi.
Il governo islandese dichiara immediatamente il Tirolo area a rischio. Una dopo l’altra, le notizie di persone contagiate dal Covid-19 dopo essere state in vacanza a Ischgl cominciano a diffondersi in tutto il Nord-Europa. Le autorità tirolesi, però, insistono negando ogni evidenza: la stagione sciistica a Ischgl doveva continuare, nonostante l’allarme dei virologi e la chiusura delle frontiere al Brennero con l'Italia.
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Coronavirus, 52 morti nella casa di riposo di Mediglia. Le famiglie: "Pronti a denunciare"
I parenti degli ospiti: "Vogliamo la verità". La direzione della Rsa: "Fatto il possibile per fronteggiare l'emergenza"
Mediglia (Milano), 22 marzo 2020 - Continua la strage silenziosa degli anziani ospitati nella casa di cura di Mombretto, frazione di Mediglia. Il bilancio è salito a 52 morti. Nella casa di riposo contagiata dal coronavirus tutto pare avvolto dal silenzio. Spessi tendoni coprono le finestre e proteggono la struttura dagli sguardi. All’interno, si sta consumando la lenta tragedia mentre i famigliari, in bilico fra l’angoscia e la rabbia, accusano la struttura di avere nascosto troppo a lungo la gravità di quanto stesse accadendo. "Mio suocero è in fin di vita con il coronavirus, una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare" denuncia Leonardo La Rocca, residente a Peschiera Borromeo.
All’interno della struttura ha ancora un’anziana parente, al momento asintomatica, ma ha visto infettarsi il suocero, 72enne genero della signora ricoverata, che ora versa in condizioni disperate presso il Policlinico di San Donato. "Quando mio suocero, dopo essere tornato da una visita alla nonna ha mostrato i primi sintomi – rivela – non abbiamo potuto dare informazioni corrette al Triage perché non sapevamo che fosse stato a contatto con persone contagiate. L’autoambulanza è uscita solo dopo nove giorni e resta il dubbio che soccorsi più tempestivi avrebbero potuto fare la differenza".
CORONAVIRUS: ecco il famoso GRAFICO di PREVISIONE dei CONTAGI del Decreto del Governo!
Nell’ultimo decreto del governo è presente un grafico che mostra la curva dei contagi e la previsione di aumento nei prossimi giorni. Inizialmente sembrava che il picco potesse essere raggiunto dopo il 18 Marzo, ma gli ultimi dati avevano spostato in avanti di qualche giorno. Con i dati di oggi sembra chiaro che il picco sia stato raggiunto il 21 e che ora siamo in fase calante. Se le misure adottate dovessero funzionare, ne usciamo entro Pasqua!
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Borrelli: "I numeri sono altri. L'epidemia va più veloce della nostra burocrazia"
Intervista al capo della Protezione civile: "I contagiati ufficiali a ieri sera erano 63 mila. Ma il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile"
ROMA - Due mesi sul fronte del virus. Angelo Borrelli apre il suo ufficio al primo piano del dipartimento di Via Vitorchiano. Appare stanco. La comunità Protezione civile ha appena conosciuto il Covid in casa: "Dodici dei miei sono stati contagiati", dice. "Io, vivaddio, sono negativo". I vostri dati dicono che la crescita dei contagi rallenta, per il secondo giorno.
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I numeri forniti quotidianamente dalla Protezione Civile aiutano a monitorare l’evolversi dell’emergenza. Ma rischiano di essere parziali, a causa degli asintomatici non sottoposti a tampone e delle cifre relative ai decessi, che non considerano chi muore in casa
ROMA - Due mesi sul fronte del virus. Angelo Borrelli apre il suo ufficio al primo piano del dipartimento di Via Vitorchiano. Appare stanco. La comunità Protezione civile ha appena conosciuto il Covid in casa: "Dodici dei miei sono stati contagiati", dice. "Io, vivaddio, sono negativo". I vostri dati dicono che la crescita dei contagi rallenta, per il secondo giorno.
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Coronavirus, Borrelli: "Credibile stima di 10 casi non censiti per ogni malato ufficiale"
I numeri forniti quotidianamente dalla Protezione Civile aiutano a monitorare l’evolversi dell’emergenza. Ma rischiano di essere parziali, a causa degli asintomatici non sottoposti a tampone e delle cifre relative ai decessi, che non considerano chi muore in casa
Coronavirus, cambia l'autocertificazione. Scarica il modulo del 23 marzo in pdf
Una circolare inviata ai prefetti dal capo della polizia Gabrielli alla luce del nuovo decreto. In vista un inasprimento delle sanzioni
Roma, 23 marzo 2020 - Nella lotta al coronavirus, cambia ancora il modulo da compilare per i cittadini che intendono - o sono costretti - a fare spostamenti. Si tratta del terzo modulo prodotto finora dal ministero dell'Interno che qui sotto potete scaricare.
Roma, 23 marzo 2020 - Nella lotta al coronavirus, cambia ancora il modulo da compilare per i cittadini che intendono - o sono costretti - a fare spostamenti. Si tratta del terzo modulo prodotto finora dal ministero dell'Interno che qui sotto potete scaricare.
Il nuovo cambio è previsto da una circolare inviata ai prefetti dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale e contenente ulteriori misure contro la diffusione del Coronavirus.
E il Consiglio dei ministri già domani potrebbe approvare un decreto per un inasprimento della sanzioni per chi viola i divieti. Con una sanzione amministrativa attorno ai 2mila euro e, eventualmente, anche la confisca del mezzo.
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lunedì 23 marzo 2020
Meteo e CORONAVIRUS: trovata CORRELAZIONE tra CLIMA, AMBIENTE e DIFFUSIONE EPIDEMIA Virus COVID-19
Quel filo invisibile che collega l'Italia a Wuhan
ll Coronavirus sta tenendo in scacco il Mondo: partito dalla Cina, si è rapidamente diffuso in gran parte del Pianeta, costringendo intere nazioni a prendere provvedimenti drastici per limitarne la diffusione. Tra i Paesi più colpiti c'è sicuramente l'Italia, con quasi 25 mila contagiati, mentre soltanto adesso Spagna e Francia iniziano a prendere misure più stringenti. Tra le nazioni più colpite vi sono inoltre la Corea del Sud e l'Iran, con la città di Qom che ha dovuto pagare un tributo davvero alto in termini di vite umane(più di 500 vittime in pochi giorni)
Secondo un gruppo di ricercatori tuttavia vi sarebbe una correlazione tra CLIMA, AMBIENTE e DIFFUSIONE dell'EPIDEMIA: un filo invisibile, che collegherebbe direttamente l'Italia con Wuhan, epicentro del contagio planetario.
Partendo da modelli matematici, test di laboratorio e studi epidemiologici su sopravvivenze e trasmissioni dei virus, si cerca di capire perché il Covid-19 si sia diffuso in determinate zone e, soprattutto, come potrebbe evolversi.
Come si può notare facilmente osservando l'immagine in apertura di articolo, elaborata dai ricercatori dell’università del Maryland con colleghi di due atenei iraniani, tra i punti in comune tra le varie località più interessate dal virus c’è la latitudine: tutte le località più colpite dal coronavirus si trovano nella fascia compresa tra 30 e 50 gradi a Nord.
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ll Coronavirus sta tenendo in scacco il Mondo: partito dalla Cina, si è rapidamente diffuso in gran parte del Pianeta, costringendo intere nazioni a prendere provvedimenti drastici per limitarne la diffusione. Tra i Paesi più colpiti c'è sicuramente l'Italia, con quasi 25 mila contagiati, mentre soltanto adesso Spagna e Francia iniziano a prendere misure più stringenti. Tra le nazioni più colpite vi sono inoltre la Corea del Sud e l'Iran, con la città di Qom che ha dovuto pagare un tributo davvero alto in termini di vite umane(più di 500 vittime in pochi giorni)
Secondo un gruppo di ricercatori tuttavia vi sarebbe una correlazione tra CLIMA, AMBIENTE e DIFFUSIONE dell'EPIDEMIA: un filo invisibile, che collegherebbe direttamente l'Italia con Wuhan, epicentro del contagio planetario.
Partendo da modelli matematici, test di laboratorio e studi epidemiologici su sopravvivenze e trasmissioni dei virus, si cerca di capire perché il Covid-19 si sia diffuso in determinate zone e, soprattutto, come potrebbe evolversi.
Come si può notare facilmente osservando l'immagine in apertura di articolo, elaborata dai ricercatori dell’università del Maryland con colleghi di due atenei iraniani, tra i punti in comune tra le varie località più interessate dal virus c’è la latitudine: tutte le località più colpite dal coronavirus si trovano nella fascia compresa tra 30 e 50 gradi a Nord.
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