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domenica 5 aprile 2020

Sui decessi da Coronavirus i conti non tornano

Le differenze tra i dati ufficiali e quelli reali. Nei centri zona, tra il 2019 e il 2020, incremento impressionante


I camion militari portano le bare verso le case funerarie. La colonna ferma al casello di Serravalle




ALESSANDRIA - A Tortona + 365%, a Valenza + 105%, ad Alessandria + 58%. Impressiona l'incremento dei decessi nel capoluogo e nei centri zona, con aumenti significativi se si prende in considerazione lo stesso periodo del 2019. Capire l’emergenza coronavirus è anche una questione di numeri: come questi vengono interpretati, comunicati, aggregati, spiegati... Un problema ulteriore, però, è rappresentato dal fatto che molti casi non vengono certificati. In assenza di positività del tampone il medico non può scrivere Covid-19 come causa del decesso. Può capitare quindi che scriva «polmonite interstiziale», o «complicanze polmonari o respiratorie», ma i sintomi sono chiari e riconducono all’epidemia. Succede spesso, dunque, che i numeri ufficiali non corrispondano effettivamente a quelli reali e ad Acqui, in questo senso, c'è un esempio significativo. I conti non tornano, purtroppo. 

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sabato 4 aprile 2020

Con l’acquisto di un uovo di cioccolato Bodrato si raccolgono fondi per l’ospedale di Novi Ligure

Nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)

NOVI LIGURE. Anche le uova di Pasqua a sostegno del San Giacomo di Novi Ligure. Da domani sabato 4 aprile, acquistando un uovo di cioccolato prodotto dalla ditta Bodrato nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)  si contribuirà a raccogliere fondi per l’ospedale cittadino, fra quelli in prima linea nella lotta al coronavirus.
Per ogni uovo di Pasqua acquistato infatti, il 20% della somma sarà devoluta all’ospedale di Novi
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Coronavirus, Crisanti: «Mascherine anche in casa. Riaperture? Ultima la Lombardia, prima la Sardegna»

Il virologo dei tamponi diffusi in Veneto firma uno studio con Neil Ferguson, il matematico inglese che ha fatto cambiare idea a Boris Johnson: «I dati dimostrano l’efficacia della restrizione. I contagiati in hotel, per non diffondere il virus in famiglia»

«Sarà meglio usare mascherina e guanti anche in casa. E, soprattutto, limitare all’indispensabile l’utilizzo degli ambienti domestici condivisi. Mi rendo conto del sacrificio ma i risultati del nostro studio sulle probabilità di essere infettati dimostrano chiaramente l’assoluta efficacia della restrizione».
Anche a costo dell’impopolarità, il professor Andrea Crisanti procede con un nuovo fronte di lotta al virus. Dopo l’idea dei tamponi diffusi, che in Veneto sembra abbia funzionato, ecco una proposta che farà sospirare le famiglie: mascherine pure fra le mura di casa.
Crisanti la fa dopo aver analizzato a fondo i dati dell’epidemia con una quarantina fra ricercatori e tecnici divisi in due gruppi di lavoro, uno italiano dell’azienda ospedaliera e dell’Università di Padova, dove lui dirige il Dipartimento di Medicina molecolare, e uno britannico coordinato dal Neil Ferguson dell’Imperial College di Londra, il matematico che ha fatto cambiare idea al premier Boris Johnson convertendolo a una strategia più aggressiva.

Lo studio, nato dall’indagine su Vo’ Euganeo, sarà presto a diposizione della comunità scientifica internazionale. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni: se c’è un positivo in famiglia, il rischio di essere infettati è 84 volte superiore rispetto alla norma; identificando e isolando tutti gli infetti la capacità di riproduzione del virus scende subito da 2 a 0,2; con l’isolamento si elimina la trasmissione anche senza imporre misure drastiche di contenimento al resto della popolazione; dopo aver ricostruito tutte le catene di contagio, dalle quali i bambini risultano esclusi, si stima che i primi casi infetti di Vo’, focolaio del primo decesso in Italia, risalgano alla seconda settimana di gennaio.

Coronavirus: il drammatico primato della provincia di Alessandria in Piemonte


PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nell’analisi elaborata da un nostro lettore in base ai dati dell’Unità di Crisi Regionale sui decessi in rapporto con quelli Istat sulla popolazione è purtroppo evidente che la provincia di Alessandria è quella che in Piemonte sta pagando il tributo più alto al coronavirus, in termini di morti. 
La serie storica dei deceduti di Alessandria e Torino mette in luce che, pur avendo la metà del numero assoluto di deceduti rispetto a quella di Torino, in rapporto agli abitanti la provincia Alessandria ha circa 2.5 volte il tasso della provincia del capoluogo regionale” ha sottolineato il nostro lettore.
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venerdì 3 aprile 2020

Nelle prime tre settimane di marzo il 150% di decessi in più rispetto al 2019

Nel mese di marzo (fino al giorno 20) nel comune di Cremona c’è stato un aumento del 151% di mortalità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: un dato sconcertante, che dà l’idea, una volta di più, di quanto il virus abbia colpito in questa zona della bassa. Il dato, che merita un approfondimento locale  è stato diffuso dall’Istat, insieme a quello di altri capoluoghi. Spicca Bergamo, con  +294,1%, mentre Brescia, altra provincia con un gran numero di contagi ha avuto un aumento del 109,7%. Il bilancio nella vicina Piacenza è ancora peggiore di quello di Cremona: +272%.

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Coronavirus, testimone: "A Nembro famiglie cancellate"

Papa Francesco: tramite il vescovo di Bergamo dona 60mila euro all’Ospedale Papa Giovanni

“Papa Francesco, per tramite del vescovo di Bergamo, ha donato 60.000 euro all’Ospedale Papa Giovanni come segno della sua premura e della sua carità”. Lo rende noto la diocesi di Bergamo, che evidenzia: “Si tratta di un nuovo segno della sua vicinanza che si aggiunge alla telefonata al vescovo, mons. Francesco Beschi, di qualche giorno fa in cui manifestava i suoi sentimenti di condivisione del dolore per i numerosi sacerdoti e fedeli defunti a causa del Coronavirus e di prossimità ai malati, a coloro che li curano, alle famiglie, alle parrocchie e a tutta la comunità bergamasca”.

“L’espressione della sua paternità, come è comprensibile, raggiunge tutte le diocesi colpite dalla violenza del contagio, ma nello stesso tempo desidera manifestarsi particolarmente a quelle comunità che ne sono maggiormente colpite. L’Ospedale di Bergamo, portando il nome del Santo Papa bergamasco, rappresenta un ulteriore motivo con particolare valore simbolico di questo gesto di prossimità di Papa Francesco”, prosegue la nota della diocesi di Bergamo.
Il vescovo ha espresso all’elemosiniere pontificio e al Capitolo di San Pietro “i sentimenti di profonda gratitudine” a nome suo e dell’intera diocesi, da presentare a Papa Francesco, “accompagnandoli con la promessa della nostra preghiera”.


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Coronavirus Covid-19: Protezione civile, attualmente 85.388 persone positive e 19.758 guariti. 766 decessi in più di ieri. Eseguiti in totale quasi 620mila tamponi

Coronavirus, il numero reale dei decessi In Bergamasca 4.500 in un mese

È questo il risultato dell’analisi svolta da L’Eco di Bergamo e InTwig sui dati dei Comuni bergamaschi. Più del doppio rispetto ai 2.060 morti ufficiali. 

Quello che i numeri ufficiali non dicono. Non dicono che a marzo 2020 in provincia di Bergamo sono morte oltre 5.400 persone, di cui circa 4.500 riconducibili al coronavirus. Sei volte rispetto a un anno fa. Di sole 2.060, i decessi “ufficiali” certificati «Covid-19» avvenuti negli ospedali bergamaschi (dato aggiornato a ieri), conosciamo tutto: età, sesso, malattie pregresse . Nulla sappiamo degli altri 2.500. Molti sono anziani, morti nel letto di casa propria o nelle residenze sanitarie assistite. Nonostante i sintomi inequivocabili, come riportano le testimonianze di medici e famigliari, non sono stati sottoposti a tampone per accertare la positività alla malattia. Sul certificato di morte si legge solo «polmonite interstiziale».

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Coronavirus in Italia: contagi, morti e tutte le news sulla situazione


Divieti, a Ospedaletti spuntano piemontesi e lombardi che fanno le passeggiate. Blitz dei vigili

Se non hanno registrato la loro presenza rischiano multe fino a 1500 euro


Ospedaletti (IM), blitz della polizia municipale: nel viale dei Pepi sono state controllate diverse persone risultate in arrivo dal Piemonte e dalla  Lombardia (come risultato dal controllo dei documenti da parte degli agenti). Gli occupanti delle seconde case, alla domanda relativa al rispetto delle misure di prevenzione con la registrazione della loro presenza in Comune, hanno risposto agli agenti di averlo fatto in Regione. Le verifiche della Municipale accerteranno se queste persone hanno rispettato le normative. Se così non sarà, rischiano multe fino a 1500 euro. 
Dal momento che la pista ciclabile è stata chiusa dal sindaco, qualcuno che vuole fare una passeggiata, ovviamente vietata, ha trovato nel viale dei Pepi un sentiero un po’ defilato e piacevole da percorrere, con una vista magnifica sul mare. Questo mentre invece bisogna rimanere a casa per contenere il contagio in questo momento ancora molto delicato. 

giovedì 2 aprile 2020

Coronavirus: Conte firma il nuovo dpcm, proroga blocchi fino al 13 aprile

Conferenza stampa del premier: 'Se allentiamo ora sforzi vani'

Il premier Giuseppe Conte ha firmato il dpcm proroga blocchi fino al 13 aprile. I morti sono "una ferita che mai potremo sanare: non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti", ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio.
"C'è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l'irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti".  
"Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure".  
"Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall'emergenza, della ricostruzione, del rilancio".

"La fase due sarà di convivenza con il virus. Poi, la fase tre, sarà di uscita dall'emergenza e di ripristino della normalità lavorative, sociali, della ricostruzione e del rilancio". 

mercoledì 1 aprile 2020

Coronavirus, a Rimini orge in strada e offese alla polizia: "Ecco la nostra quarantena". Denunciato trio hard

Sesso ovunque e video diffusi in rete: la polizia scopre gli autori, un uomo e due donne tutti italiani

BOLOGNA - Le loro provocazioni erotiche stavano già facendo il giro del web e dei social in Romagna da qualche giorno. E alla fine la polizia non ha dovuto faticare molto per beccarli e denunciarli. Un uomo e due donne si divertivano ad aggirare i divieti per il contenimento del coronavirus (e a quanto pare non solo quello) facendo sesso a tre in luoghi pubblici all'aperto per poi pubblicare on line le loro avventure.

Si firmavano Dollscult Satanic Family e dietro la sigla c'erano un 38enne cesenate residente a Rimini, una 32enne della provincia di Frosinone e una 31enne palermitana, entrambe domiciliata nell'abitazione dell'uomo.

Si prendono gioco di polizia e quarantena: sesso a 3 in strada davanti al comando
Sulla loro pagina web c'erano circa 90 video hard amatoriali, conditi da commenti irripetibili. 

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Altre 313 persone denunciate in provincia di Alessandria perché fuori casa senza un giustificato motivo

I dati della prefettura relativi al controllo di 6824 cittadini dal 25 al 31 marzo

ALESSANDRIA. Sono 313 le persone denunciate in provincia dal 25 marzo a ieri, martedì 31, in occasione dei controlli delle forze dell’ordine sul rispetto del decreto Conte: erano in giro senza un giustificato motivo. Due persone sono inoltre state denunciate per false dichiarazioni. I dati sono stati diffusi dalla prefettura.
Le persone controllate sono state 6824. Controlli inoltre in 3756 esercizi commerciali o attività con sanzioni a quattro titolari e la chiusura provvisoria di due esercizi.
Il prefetto “ringrazia i cittadini per la forte collaborazione sia nel rispettare le misure di contenimento dell’epidemia sua nel segnalare situazioni di assembramento”.


Il delitto di Lorena, “Mi ha trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”. Ma i tamponi sono negativi

La confessione dell'infermiere arrestato smentita dagli accertamenti. Ancora giallo sul femminicidio di Furci Siculo

“Mi aveva trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”. Questo ha detto durante l’interrogatorio Antonio De Pace, l’uomo che ieri ha strangolato la sua compagna, Lorena Quaranta, a Furci Siculo (Messina). Ma chi indaga le ritiene parole deliranti. E questa mattina è arrivata la conferma, dai tamponi fatti: “Sono negativi”, conferma il procuratore di Messina Maurizio de Lucia.

E' ancora giallo sulla drammatica notte che ha portato all'uccisione della giovane ventisettenne iscritta all'ultimo anno di Medicina. Con Antonio De Pace, infermiere originario di Vibo Valentia, era fidanzata da tre anni. In apparenza, una storia tranquilla, felice, come testimoniano le fotografie pubblicate dalla coppia su Facebook. Un vero rompicapo per chi indaga, oggi i carabinieri della Compagnia di Taormina stanno proseguendo le audizioni di amici e parenti della vittima. Al vaglio degli investigatori ci sono anche i telefonini di Antonio De Pace e Lorena Quaranta.

Domani è prevista la convalida del fermo davanti al giudice delle indagini preliminari, e dunque una nuova audizione di Antonio De Pace, che è assistito dagli avvocati Bruno Ganino e Ilaria Intelisano.

Intanto, i genitori di Lorena, originari della provincia di Agrigento, sono arrivati a Messina. Dopo essere stati fermati più volte lungo il percorso, per le restrizioni dell'emergenza Coronavirus. Il sindaco di Favara, Anna Alba, ha chiesto all'arcivescovo che venga celebrato comunque un funerale, nonostante i divieti del momento imposti dalle autorità: "Anche solo con la presenza degli stretti familiari. Non potere salutare Lorena per l'ultima volta, sarebbe un secondo enorme dramma".


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Coronavirus, passeggiate con i bambini e jogging. Dove e cosa si può fare?

Le polemiche dopo la circolare interpretativa del Viminale a norme già in vigore hanno alzato un polverone che aumenta la confusione nei cittadini. Facciamo chiarezza tra norme nazionali e locali

Coronavirus: in un giorno 6.700 denunciati, 39 per violata quarantena

Viminale, controllate 230mila persone e 94mila negozi

Ieri le Forze di polizia hanno controllato 230.951 persone e 94.006 esercizi commerciali e attività. Le persone sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti, indica il Viminale, sono state ieri 6.608; quelle denunciate per false attestazioni nell'autodichiarazione sono state 93 e quelle denunciate per violazione della quarantena 39. Negli ultimi sei giorni sono stati 311 complessivamente a violare la quarantena. In base al nuovo decreto rischiano il carcere da 1 a 4 anni per aver attentato alla salute degli altri cittadini. I titolari di esercizi commerciali sanzionati sono stati 103 e 44 i provvedimenti di chiusura delle attività. Dall'11 al 31 marzo 2020 sono state controllate complessivamente 3.680.242 persone e 1.660.967 esercizi commerciali.

CORONAVIRUS, IN BELGIO LA VITTIMA PIÙ GIOVANE D’EUROPA: 12 ANNI

Il covid-19, lo stiamo imparando sulla nostra pelle, così come non conosce confini né genere, ultimamente ci ha messo con le spalle al muro non risparmiando neppure i meno giovani e, negli ultimi giorni, neanche i minorenni.
La morte di una 12enne sconvolge oggi il Belgio, la vittima più giovane d’Europa della pandemia coronavirus. La terza, in ordine di età, dopo il decesso del 14enne in Portogallo ed una 16enne francese.
‘Si tratta di un evento molto raro ma che ci sconvolge molto’, ha commentato il virologo Emmanuel Andrè, portavoce interfederale della lotta contro l’epidemia.
Non si conoscono altri dettagli sulla giovanissima vittima né se avesse delle patologie pregresse. Il suo decesso  si va ad aggiungere agli altri 704 in Belgio, per un  totale di 705, 98 solo nelle ultime 24 ore, mentre i casi confermati ammontano a quasi 13mila.
‘Stiamo per arrivare al punto di saturazione nei nostri ospedali’, ha ribadito il su citato virologo, mentre il picco della diffusione è atteso nei prossimi giorni.
Anche il Belgio, com’è successo un po’ ovunque, ha inizialmente sottovalutato la pericolosità della diffusione e ha varato in ritardo le misure anti-contagio.

Coronavirus, il partito di Giorgia Meloni chiede all’Ue uno stop al Green deal

Morassut: «Ancora una volta la destra italiana dimostra tutta la sua miopia»

Legambiente: «Non ci siamo proprio, ne abbiamo più che mai bisogno per uscire dalla crisi»


Facendo leva sulla pandemia da coronavirus in corso, il partito guidato da Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia – attraverso i suoi parlamentari ha chiesto ufficialmente alla Commissione europea di «rinviare il Green deal fino al termine della crisi» e presentare al contempo una nuova proposta di bilancio europeo per il periodo 2021-2027: in gioco c’è un piano di investimenti da 1000 miliardi di euro in 10 anni che rappresenta al momento la migliore chance per lo sviluppo sostenibile del Vecchio continente.
«Con l’esplodere dell’emergenza sanitaria e della crisi economica a causa del coronavirus, è di tutta evidenza – scrivono gli europarlamentari di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Nicola Procaccini e Raffaele Stancanelli – che anche le priorità di bilancio dell’Unione europea vadano ripensate immediatamente. Di fronte al rischio di una completa desertificazione del tessuto produttivo, con ricadute sociali devastanti in tutti gli Stati membri, continuare a perseguire ricette utopistiche in nome di un ambientalismo ideologico sarebbe folle e irresponsabile. Prima di preoccuparci della sostenibilità ambientale delle imprese dobbiamo garantirne la sopravvivenza e la liquidità, senza gravarle di ulteriori vincoli e costi».
Una prospettiva bocciata in toto dagli ambientalisti italiani: «Non ci siamo proprio Giorgia Meloni – commenta su Twitter Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Ora più che mai abbiamo bisogno di un Green deal per uscire dalla crisi del coronavirus. Altro che dirottare tutte le risorse». Una posizione ribadita anche dall’ecologista Francesco Ferrante, che alle posizioni della destra sovranista contrappone la necessità di «puntare su green economy e coesione sociale» per uscire dalla crisi in corso.

Coronavirus, la surreale inaugurazione del nuovo ospedale di Milano piena di gente

Nella mattinata odierna si è svolta l’inaugurazione del nuovo ospedale in Fiera a Milano, una struttura realizzata a tempo di record per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, con la capacità di ulteriori 200 posti per la terapia intensiva.
Un traguardo importante che è frutto di solidarietà, lavoro e tanto impegno. L’ospedale della Fiera “sarà il simbolo della battaglia vinta contro il coronavirus e il simbolo della ripresa della nostra regione”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Ma, ha precisato Fontana, “con una condizione: non abbiamo ancora vinto niente per cui non diffondiamo troppo entusiasmo. La gente deve stare a casa perché solo così potremo vincere”.
C’è però un aspetto, non irrilevante, che stona con tutto questo. Ci riferiamo alla decisione di svolgere una conferenza stampa di inaugurazione dell’ospedale con numerose persone. Decisione che ha sollevato nelle ultime ore non poche polemiche sul web.
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martedì 31 marzo 2020

Situazione critica nell'alessandrino: il dramma di Tortona

Non sapendo più dove mettere i morti, è stato noleggiato un container frigo per metterci le bare. Due settimane di attesa per le cremazioni

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Gallera: 'Contagio non è nato negli ospedali, ma nei bar e nelle balere'

Coronavirus, Burioni cita il report dell’Imperial College di Londra: “In Italia i contagi reali sono quasi 6 milioni”

Sono 5,9 milioni “contagi reali” di Coronavirus stimati in Italia da un report dell’Imperial College di Londra al 28 marzo: il virus Covid-19 avrebbe colpito quindi il 9,8 per cento della popolazione, un numero ben più alto rispetto ai contagi certificati dalla Protezione civile di cui abbiamo notizia grazie ai tamponi. A divulgare questa informazione è il medico Roberto Burioni.
“L’ICL stima le infezioni di COVID-19 in Italia al 28/3: 9,8% della popolazione, 5,9 milioni di casi”, ha scritto il virologo su Twitter. “Capite perché i numeri che sentite in tv alle 18 non hanno molto significato? Capite perchè l’Italia ha tanti morti in più rispetto alla Germania?”. Burioni aggiunge: “Questa stima non è mia, ma dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, tra i migliori studiosi di epidemiologia al mondo”.

La percentuale di persone già infettate dal virus sarebbe invece del 2,7 per cento nel Regno Unito, solo dello 0,41 per cento in Germania e del 3 per cento in Francia. I ricercatori dell’Imperial College erano stati i primi a dire che i dati diffusi a inizio gennaio dalla Cina erano sottostimati. Secondo il team dell’Imperial College di Londra, guidato da Neil Ferguson e Samir Bhatt, le misure anti-contagio adottate in Europa . Italia inclusa – potrebbero aver già evitato fino a 120mila decessi.

Sindaco del Casertano positivo al Coronavirus, assessore a TPI: “Ha partecipato a una festa con 56 invitati anche se aveva la febbre”

È successo a Francolise, un comune di poco meno di 5mila abitanti in provincia di Caserta. Il primo cittadino - medico anestesista - è risultato positivo insieme ad alcuni familiari


Siamo a Francolise, un comune di poco meno di 5mila abitanti in provincia di Caserta. Qui, per il momento, si contano sette contagiati da Coronavirus, di cui uno guarito. Tra i positivi, il sindaco Gaetano Tessitore – medico anestesista presso l’ospedale di Sessa Aurunca – sua moglie ed il figlio. Sotto accusa c’è una festa a cui il sindaco ha preso parte, la promessa di matrimonio del figlio, svolta il 7 marzo, dove si contavano circa 56 invitati, ora tutti in quarantena obbligatoria. Pochi giorni dopo, in effetti, Tessitore è risultato affetto da Covid-19 e, con lui, parte della sua famiglia. Ma ciò che ha portato gli abitanti del posto a pensare alla cerimonia come detonatore del contagio è soprattutto il fatto che, a questa, ha partecipato anche il fotografo, già sottoposto al test, positivo e quindi verosimilmente contagiato in quella occasione.

In Ungheria Viktor Orbán usa l’epidemia per avere pieni poteri

Una pandemia come quella che stiamo vivendo ha un impatto devastante non solo sulla quotidianità dei cittadini, ma anche sui loro diritti democratici. Inevitabilmente c’è chi ne approfitta, nascondendosi dietro il coronavirus per rafforzare il proprio potere in modo inquietante. È il caso dell’Ungheria, dove il primo ministro Viktor Orbán si è attribuito il 30 marzo pieni poteri, ufficialmente per combattere meglio l’epidemia.
È evidente che il coronavirus rende necessarie misure eccezionali e limitazioni della libertà come il confinamento, la quarantena, la sospensione del parlamento o il divieto di circolare. Oggi accettiamo queste imposizioni perché pensiamo (sappiamo) che sono solo temporanee, anche se qualcuno le osserva con preoccupazione.
In Francia lo “stato d’urgenza” votato la settimana scorsa dal parlamento avrà una durata limitata a due mesi. Nel Regno Unito i poteri eccezionali concessi al governo avranno una valenza massima di due anni, e in più dovranno essere rinnovati dalla camera dei comuni ogni sei mesi.
Un colpo di stato
In Ungheria, invece, Viktor Orbán si è fatto attribuire pieni poteri dal parlamento (che controlla) senza specificare alcun limite temporale. Orbán potrà governare per decreti fino a quando vorrà, e potrebbe addirittura abrogare leggi votate dal parlamento. Il primo ministro sarà l’unico a poter stabilire quando queste prerogative non saranno più necessarie.
Orbán giustifica questa azione con il pretesto della lotta contro l’epidemia, come accade in altri stati europei. Ma i poteri di cui godrà sono talmente vasti che l’opposizione, minoritaria, grida al “colpo di stato” volgendo lo sguardo verso l’Europa.

Bandiere a mezz'asta in segno di lutto, alle 12 l'Italia si ferma

Per rendere omaggio a tutte le vittime del Coronavirus, in segno di vicinanza ai familiari e di partecipazione nazionale al cordoglio delle comunità più colpite dalla pandemia


Oggi alle 12 l'Italia si ferma per rendere omaggio a tutte le vittime del Coronavirus, in segno di vicinanza ai familiari e di partecipazione nazionale al cordoglio delle comunità più colpite dalla pandemia.
L'iniziativa, partita dai sindaci italiani, si è allargata ad altre istituzioni: la banidera italiana a mezz'asta sarà esposta su tutti gli edifici pubblici. I primi cittadini della Penisola infatti, con indosso la fascia tricolore, saranno davanti ai propri municipi in silenzio e con le bandiere esposte a mezz'asta "in segno di lutto" e in "segno di solidarietà con tutte le per comunità che stanno pagando il prezzo più alto".
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Coronavirus: Speranza: 'Misure estese fino a Pasqua'. Bonus per gli autonomi, ecco le istruzioni



lunedì 30 marzo 2020

Ancora tanti in giro nel weekend, 11.700 denunciati: 78 violano quarantena, rischiano carcere

Sanzioni nuove, abitudini vecchie. C’è una ristretta minoranza di italiani che non vuole proprio rassegnarsi a restare a casa – soprattutto in un soleggiato weekend primaverile – ed osservare il distanziamento sociale prescritto dalle autorità per contrastare la diffusione del Coronavirus. Succede così che, tra sabato e domenica, ben 11.700 persone siano state denunciate dalle forze dell’ordine per non aver rispettato il divieto di spostamento. Numeri in aumento rispetto a giovedì e venerdì, quando i denunciati erano stati rispettivamente 1.700 e 2.900. Complessivamente, dall’inizio delle misure restrittive, lo scorso 11 marzo, in 136mila sono finiti nei taccuini degli agenti. Nel periodo sono stati controllati 3,2 milioni di persone e quasi un milione mezzo di esercizi commerciali. La stragrande maggioranza dei denunciati è incappata nella nuova sanzione amministrativa che impone il pagamento di una cifra compresa tra 400 e 3.000 euro per chi viola le misure di contenimento: per chi, in sostanza, si trova a spasso senza averne necessità. Ci sono poi quelli che dovrebbero stare in quarantena perchè positivi al Covid o perchè sono stati comunque a contatto con contagiati, ma sono stati beccati in strada dalle forze di polizia: in 78 tra sabato e domenica.

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