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martedì 31 marzo 2020

In Ungheria Viktor Orbán usa l’epidemia per avere pieni poteri

Una pandemia come quella che stiamo vivendo ha un impatto devastante non solo sulla quotidianità dei cittadini, ma anche sui loro diritti democratici. Inevitabilmente c’è chi ne approfitta, nascondendosi dietro il coronavirus per rafforzare il proprio potere in modo inquietante. È il caso dell’Ungheria, dove il primo ministro Viktor Orbán si è attribuito il 30 marzo pieni poteri, ufficialmente per combattere meglio l’epidemia.
È evidente che il coronavirus rende necessarie misure eccezionali e limitazioni della libertà come il confinamento, la quarantena, la sospensione del parlamento o il divieto di circolare. Oggi accettiamo queste imposizioni perché pensiamo (sappiamo) che sono solo temporanee, anche se qualcuno le osserva con preoccupazione.
In Francia lo “stato d’urgenza” votato la settimana scorsa dal parlamento avrà una durata limitata a due mesi. Nel Regno Unito i poteri eccezionali concessi al governo avranno una valenza massima di due anni, e in più dovranno essere rinnovati dalla camera dei comuni ogni sei mesi.
Un colpo di stato
In Ungheria, invece, Viktor Orbán si è fatto attribuire pieni poteri dal parlamento (che controlla) senza specificare alcun limite temporale. Orbán potrà governare per decreti fino a quando vorrà, e potrebbe addirittura abrogare leggi votate dal parlamento. Il primo ministro sarà l’unico a poter stabilire quando queste prerogative non saranno più necessarie.
Orbán giustifica questa azione con il pretesto della lotta contro l’epidemia, come accade in altri stati europei. Ma i poteri di cui godrà sono talmente vasti che l’opposizione, minoritaria, grida al “colpo di stato” volgendo lo sguardo verso l’Europa.

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