Il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito calcola un aumento del 464%, oltre il doppio di New York che è seconda. E in generale, confrontando 14 Paesi: «Il bilancio delle vittime potrebbe essere superiore del 60%»
Il bilancio reale delle vittime del coronavirus potrebbe essere di quasi il 60% superiore a quello riportato nei conteggi ufficiali (con decessi che hanno appena superato quota 200 mila). È il risultato di uno studio fatto dal Financial Times, il principale giornale economico-finanziario britannico, sui decessi in 14 Paesi a partire dallo scoppio della pandemia. L’analisi riguarda il confronto tra marzo-aprile di quest’anno rispetto agli stessi mesi dei cinque anni precedenti
Nelle statistiche sulla mortalità si rilevano 122.000 morti in più rispetto ai livelli normali registrati in questi paesi, un valore non compensato dai 77 mila decessi ufficiali per Covid-19 attribuiti dalle autorità in questi stessi paesi. Un calcolo per difetto che — se riportato alla contabilità ufficiale a livello globale — porterebbe il bilancio delle vittime globale della pandemia di coronavirus dall’attuale totale ufficiale di 201 mila morti a un massimo di 318 mila decessi.
Questa analisi mostra come in Lombardia, il centro del focolaio in Europa più devastante, i dati complessivi mostrerebbero un eccesso di oltre 13.000 morti per i quasi 1.700 comuni per i quali sono disponibili i dati, pari a un aumento del 155% rispetto alla media storica con un dato di gran lunga superiore ai 4.348 decessi Covid nella regione. In particolare, Bergamo ha registrato il peggior aumento a livello internazionale di decessi, con un aumento del 464% delle morti rispetto alla media, seguita da New York City con un aumento del 200% e Madrid, Spagna, con un aumento del 161%.