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martedì 28 aprile 2020

Coronavirus, il Financial Times: «A Bergamo il record internazionale di aumento dei decessi»

Il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito calcola un aumento del 464%, oltre il doppio di New York che è seconda. E in generale, confrontando 14 Paesi: «Il bilancio delle vittime potrebbe essere superiore del 60%»

Il bilancio reale delle vittime del coronavirus potrebbe essere di quasi il 60% superiore a quello riportato nei conteggi ufficiali (con decessi che hanno appena superato quota 200 mila). È il risultato di uno studio fatto dal Financial Times, il principale giornale economico-finanziario britannico, sui decessi in 14 Paesi a partire dallo scoppio della pandemia. L’analisi riguarda il confronto tra marzo-aprile di quest’anno rispetto agli stessi mesi dei cinque anni precedenti
Nelle statistiche sulla mortalità si rilevano 122.000 morti in più rispetto ai livelli normali registrati in questi paesi, un valore non compensato dai 77 mila decessi ufficiali per Covid-19 attribuiti dalle autorità in questi stessi paesi. Un calcolo per difetto che — se riportato alla contabilità ufficiale a livello globale — porterebbe il bilancio delle vittime globale della pandemia di coronavirus dall’attuale totale ufficiale di 201 mila morti a un massimo di 318 mila decessi.
Questa analisi mostra come in Lombardia, il centro del focolaio in Europa più devastante, i dati complessivi mostrerebbero un eccesso di oltre 13.000 morti per i quasi 1.700 comuni per i quali sono disponibili i dati, pari a un aumento del 155% rispetto alla media storica con un dato di gran lunga superiore ai 4.348 decessi Covid nella regione. In particolare, Bergamo ha registrato il peggior aumento a livello internazionale di decessi, con un aumento del 464% delle morti rispetto alla media, seguita da New York City con un aumento del 200% e Madrid, Spagna, con un aumento del 161%.

Coronavirus, il triste record del sindaco di Soresina: «Sette tamponi, sono ancora positivo»

Diego Vairani, primo cittadino del paese in provincia di Cremona, ha avuto soltanto sintomi lievi e oggi si sente bene, ma si trova in isolamento dal 9 marzo: «Non mi sono mai illuso, il prossimo sarà il 30 aprile

Dietro ogni numero c’è sempre una storia, ma stavolta conviene partire dalle cifre: 8.900 abitanti, 212 contagiati da inizio emergenza, 30 decessi. E un sindaco positivo al tampone per sette volte: così Soresina si è presa un triste record. Il primo cittadino Diego Vairani oggi si sente bene, ma dall’incubo coronavirus non è ancora uscito. «Di questi tempi — ricorda — l’anno scorso ero in campagna elettorale (Vairani è stato riconfermato il 26 maggio 2019, ndr). Preferirei la fatica di quei momenti moltiplicata per dieci, piuttosto che questa situazione. Sono in isolamento da 49 giorni, dal 9 marzo, a casa con mia moglie e mia figlia. Io sono risultato positivo a sette tamponi, mia moglie addirittura a otto, mia figlia si è negativizzata da due settimane. Tutto è partito l’11 marzo. E pensare che, con la procedura attuale che non prevede più tamponi per sospetti contatti, non l’avrei scoperto».
Non si è mai sentito male?
«Avevo avuto una bronchite a inizio febbraio, ma sono guarito, poi solo un po’ di tosse. Il primo tampone dell’11 marzo mi è stato fatto perché ero entrato in contatto con un collega dell’Associazione Allevatori della Lombardia di Crema, che purtroppo è deceduto a Varese. Anche il mio vicesindaco e il mio assessore, infermiera a Soresina, sono risultati positivi. A fine marzo ho accusato sintomi lievi: per 3-4 giorni un forte mal di testa, la perdita di gusto e olfatto e dissenteria. Essendo allergico al polline, inoltre, continuo a starnutire quando devo areare la stanza, ma non mi lamento. Piuttosto, è durissima psicologicamente».
L’ultimo residente di Soresina ad andarsene è stato un 63enne, zio di un amico del sindaco. «Sentire queste persone in lacrime tramite un telefono è straziante. Stiamo perdendo la memoria storica del paese e non possiamo nemmeno dire grazie con un funerale. È disumano. Sono rimasto in contatto con i parenti di tutti i malati, fino al tragico epilogo per molti. La scia di devastazione è quella di una guerra».

lunedì 27 aprile 2020

Aperta un’inchiesta sull’anziana morta nella casa di riposo Castello di Stazzano

L’ex marito aveva denunciato: “Tempi lunghi per l’esito del tampone”. La salma a disposizione del magistrato che potrebbe decidere l’autopsia

La salma di Franca Bisio, 74 anni, ospite della casa di riposo Castello di Stazzano, è nell’obitorio dell’ospedale di Novi Ligure a disposizione del magistrato che potrebbe decidere l’autopsia. La donna era deceduta venerdì pomeriggio nella struttura per anziani. L’ex marito, Luciano Arcaini, commerciante in pensione che abita a Basaluzzo, aveva protestato per i tempi lunghi dell’esito del tampone, eseguito il 2 aprile sugli ospiti della struttura e della comunità per disabili. Per quasi tutti l’esito era arrivato ma non per Franca Bisio e pochissimi altri. Su 76 ospiti, 40 sono risultati positivi, insieme a 23 operatori.

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Fatta a pezzi a Marassi, la figlia continua a negare l’omicidio: attesa per la perizia psichiatricanza di vita ridotta di 17 mesi


Genova - Ha ripetuto di non avere ucciso la madre, la 37enne Giulia Stanganini, l'operaia disoccupata arrestata venerdì dopo avere confessato di averne fatto a pezzi il corpo.
La donna ha spiegato di avere trovato la mamma, la 63enne Loredana Stupazzoni, impiccata in cucina e di averne smembrato il corpo dopo alcuni giorni: «Non so perché l'ho fatto - avrebbe detto nel corso dell'interrogatorio davanti al giudice, Riccardo Ghio - Ho avuto paura, non ho capito più nulla. Poi, quando mi sono ripresa, sono andata dalla polizia».
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Ora in Italia il grande malato è il Piemonte: record di contagi rispetto alla popolazione

Con 356 positivi ogni 100 mila abitanti superata anche la Lombardia (342). E ora la riapertura preoccupa

TORINO. Due giorni fa il Piemonte ha superato l'Emilia Romagna e ora è la seconda regione italiana per casi di coronavirus: 24.910. Ci è arrivato in capo a una preoccupante rincorsa cominciata a inizio aprile, così tumultuosa da colmare in pochi giorni il divario dal Veneto ed Emilia. Secondo, il Piemonte, lo era già – e da diversi giorni – per i casi attualmente positivi, che scontano quindi le vittime e i guariti. Ma c'è un dato che più di tutti ne fa il malato d'Italia in questo momento: il rapporto tra la popolazione e le persone che attualmente lottano contro il virus. In Piemonte ci sono 356 abitanti ogni 100 mila alle prese con il Covid; in Lombardia 342. Il sorpasso è avvenuto martedì scorso. Dal primo aprile l’indice di positivi su 100 mila abitanti è cresciuto in Italia del 31,4%, in Piemonte dell’83,1%, in Lombardia del 33,8, in Veneto del 14,7 e in Emilia del 7,4.

Nella regione che più di tutti fatica a ridurre la curva del contagio – basti pensare che qui i nuovi casi aumentano in media del 2,5% al giorno, la Lombardia è intorno al 2%, l'Emilia viaggia stabilmente sull'1% - ci sono poi almeno due casi allarmanti. Il primo riguarda Torino: pochi giorni fa era la quarta provincia per casi accertati; mercoledì ha superato Bergamo, ora tallona Brescia, 300 contagiati di differenza e un sorpasso che potrebbe avvenire già oggi. E poi c'è Alessandria: 755 casi ogni 100 mila abitanti, il doppio della media regionale, e 533 vittime su 2.859 in regione, avendo però appena il 9% della popolazione.

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Coronavirus – Financial Times: “In Uk forse 41mila morti, più del doppio delle cifre ufficiali”. Onu: “Rischio carestia di proporzioni bibliche”. Spagna, ok del Parlamento al lockdown fino al 9 maggio

Il quotidiano finanziario fa una stima delle morti extra ospedaliere, che finora non rientrano nei conteggi ufficiali. Negli Usa oltre 45mila vittime. Missouri il primo Stato che fa causa alla Cina: "Ha mentito sul pericolo e sulla natura di Covid". Giappone, due italiani positivi sulla nave Costa Atlantica. Un rapporto del Programma alimentare mondiale (Pam) stima che il numero di persone che soffrono la fame potrebbe passare da 135 milioni a oltre 250 milioni


Settimane no stop di lockdownlavoratori – informali e non – che perdono il lavoro e inoltrano valanghe di richieste di sussidi di disoccupazione (oltre 22 milioni solo negli Stati Uniti). La crisi coronavirus, dopo l’emergenza sanitaria, oggi è anche economica: secondo l’Onu il mondo rischia carestie diffuse “di proporzioni bibliche” ed è necessaria un’azione urgente per evitare una “catastrofe umanitaria”. Un rapporto del Programma alimentare mondiale (Pam) stima che il numero di persone che soffrono la fame potrebbe passare da 135 milioni a oltre 250 milioni. Quelli più a rischio sono in 10 Paesi colpiti da conflitti, crisi economiche e cambiamenti climatici.
Intanto in Europa le vittime della pandemia sono oltre 110mila. Guardando al Regno Unito, il Financial Times ipotizza che il reale conteggio delle vittime sia più del doppio rispetto ai numeri ufficiali: per il quotidiano finanziario i decessi reali potrebbero essere fino a 41mila, più del doppio di quelli conteggiati sinora ufficialmente nei soli ospedali (17.337 alla data di ieri). L’inclusione delle vittime nelle case di riposo, nelle strutture socio-sanitarie e nelle abitazioni private ha fatto aumentare i numeri reali dell’epidemia in tanti Paesi, primi su tutti Belgio e Spagna. In Francia, invece, le vittime sono state 544 nelle ultime 24 ore e hanno superato quota 21mila.

Meteo: CLIMA STRAVOLTO, POLO NORD ROVENTE. Ecco lo STRANO EVENTO e le possibili CONSEGUENZE

Il clima sembra stravolto con connotati estremi in questi giorni. Uno strano evento meteo, per certi versi anomalo, sta infatti scuotendo il Polo Nord. Il Circolo Polare Artico sta sperimentando temperature roventi su diverse aree come mai si era visto prima.
Facciamo il punto della situazione cercando di capire cosa sta succedendo e soprattutto quali potrebbero essere le conseguenze.
Una poderosa ondata di caldo è in atto sulla Siberia con temperature fino a +20°C (ed oltre) rispetto alle medie climatiche di riferimento di queste zone, come mostrano le mappe del Centro Meteo americano GFS. Il tutto è dovuto ad una vasta area di alta pressione che dal cuore dell'Asia si è spinta fino alle zone artiche. Una sorta di "autostrada" in grado di convogliare masse d'aria molto calda fin sul Polo Nord.
Tra le conseguenze più importanti nei prossimi giorni ci aspettiamo un'accelerata nel tasso di fusione dei ghiacci artici che, come possiamo vedere dal grafico del National Snow and Ice Data Center (centro di informazione e di riferimento degli Stati Uniti a sostegno della ricerca polare e criosferica) sono già al di sotto della media.
Questo è uno dei principali segni del tanto temuto cambiamento climatico con effetti dirompenti anche, e soprattutto, a queste latitudini.
Ma di che è la colpa di questo riscaldamento? La comunità scientifica è concorde nell'affermare che l'aumento delle temperature è dovuto principalmente alle attività dell'uomo, specie quelle legate alla combustione dei combustibile fossili, che rilasciano in atmosfera CO2 e altri particolati (polveri sottili) che vanno ad incrementare il così detto "effetto serra".
Se il trend dovesse essere confermato si rischia dunque addirittura di veder sparire la calotta artica durante la stagione estiva. Ciò potrebbe avere delle ripercussioni molto gravi dal punto di vista naturalistico e ambientale essendo il Circolo Polare Artico l'habitat di molte specie animali, tra cui l'orso bianco e le foche.

domenica 26 aprile 2020

L'intelligenza artificiale al tempo del Social Distancing

Ecco i software dell’Istituto Italiano di Tecnologia che misurano la temperatura e distanza

di Alessio Jacona*
L’inizio della “fase due” segnerà la fine del “lockdown” deciso dal governo Conte per contenere l’epidemia di Covid19: gli italiani torneranno progressivamente a frequentare il loro posto di lavoro affollando uffici e aziende che ora richiedono misure di sicurezza nuove, come ad esempio il monitoraggio all’entrata della temperatura di centinaia di migliaia di individui, per individuare tempestivamente nuovi possibili casi.
Un compito arduo per gli esseri umani, ma perfettamente alla portata dell'intelligenza artificiale che ora, grazie al lavoro di un team dell’Istituto Italiano di Tecnologia della linea di ricerca PAVIS – Pattern Analysis & Computer Vision, coordinato da Alessio Del Bue, può rendere “smart” termocamere e videocamere abilitandole a riconoscere comportamenti a rischio di contagio.
I software sono due: il primo si chiama Ai-Thermometer ed è a disposizione di tutte le aziende e dei tecnici che oggi operano in emergenza per monitorare lo stato di salute dei propri lavoratori e della popolazione in generale. Il secondo, chiamato Social Distancing utilizza le normali telecamere di sorveglianza a colori per mappare un’area e verificare che le persone presenti restino ad almeno un metro tra loro, segnalando eventuali comportamenti pericolosi e assembramenti. Entrambi sono open source e a disposizione di chiunque voglia scaricarli ed implementarli sui propri sistemi.
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Coronavirus: Piemonte prima regione per positivi

Fornaro, prudenza con fase 2. Dubbi anche per il M5S

(ANSA) - TORINO, 26 APR - Il Piemonte è la prima regione per positivi al coronavirus in rapporto al numero di abitanti. Si tratta di 355,9 casi ogni 100mila abitanti, più del doppio della media Italia di 175,4. Al secondo c'è la Lombardia, con 342,7, seguita dall'Emilia Romagna (276,9), dalla Liguria (221,5) e dal Veneto (192,3). Lo rende noto il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, che definisce "assai preoccupante il trend di crescita nell'ultimo mese".
    "Dal primo di aprile, infatti, l'indice di positivi su 100.000 abitanti è cresciuto in Italia del 31,4%, mentre in Piemonte l'incremento è stato dell'83,1%, in Lombardia del 33,8%, in Liguria del 29,8%, in Veneto del 14,7% e in Emilia Romagna del 7,4% - osserva Fornaro -. Dati che devono, quindi, indurre alla massima prudenza rispetto alla fase 2, in particolare in regioni come il Piemonte ancora in piena emergenza sanitaria, nonostante la pressione sugli ospedali (ricoveri e terapia intensiva) sia diminuita negli ultimi giorni. I dati dicono che virus è ancora presente in maniera significativa sui territori".

Coronavirus, decine di americani seguono il consiglio di Trump e si iniettano il disinfettante: tutti in ospedale

Il presidente Trump aveva detto che per combattare il coronavirus ci si sarebbe dovuti iniettare del disinfettante e gli americani lo avrebbero fatto. Il New York City’s Poison Control Center sostiene di aver ricevuto 30 chiamate nelle 18 ore successive alle osservazioni del Presidente USA. Ovvero decine di persone si sono intossicate per aver seguito consigli che non avevano alcun fondamento scientifico, anzi erano stati subito smentiti dagli esperti. 

Trump aveva suggerito  di fare iniezioni di disinfettante e candeggina come possibile trattamento per il coronavirus, ma alcuni suoi concittadini lo hanno preso alla lettera. Una situazione difficile, soprattutto in questa fase in cui si teme il contagio e che ha spinto i produttori di disinfettanti a rilasciare comunicati con i quali avvertono i propri clienti di non ingerire o iniettare i loro prodotti per la pulizia.

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Coronavirus cremazioni, Calderoli si indigna ma non dice che è un comune leghista a chiedere i soldi

Una delle immagini che rimarrà impressa nella nostra mente, anche quando tutto questo sarà un ricordo del passato, è la fila di auto carri militari che trasportano le bare dei morti da coronavirus. Le vittime sono state così tante da dover richiedere che le salme venissero cremate in altri comuni, lasciando i familiari pieni di dolore e dubbi. E senza un funerale. Ma chi paga per il “servizio”, se così vogliamo definirlo? Beh, il conto delle cremazioni è stato recapitato proprio ai familiari delle vittime da coronavirus. Per questo sono nate tante polemiche, ed è giusto. Non è giusto però che a polemizzare siano persone come il senatore leghista Roberto Calderoli, che prontamente ha puntato il dito contro lo Stato, dimenticandosi che il comune che ha richiesto il rimborso è… amministrato dalla Lega.

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Anao: “Piemonte non pronto per la fase due, c’è rischio coincida con picco due”

PIEMONTE – Secondo il sindacato medico Anao Assomed il Piemonte non è ancora pronto per ripartire e iniziare la fase due. Il timore è che con quella fase possa arrivare anche “il picco 2 che potrebbe essere peggiore del picco 1.”
In Piemonte i contagi stanno scendendo, lentamente. Questo lo si vede dalla riduzione della pressione sui ricoveri in ospedale. Il numero dei decessi rimane alto, ma incidono i casi nelle RSA che sono focolai numericamente importanti ma circoscritti. Il numero dei contagi non scende, ma si stanno facendo più tamponi. Il che comunque evidenzia che la diffusione del virus all’inizio dell’epidemia è stata molto, molto più grave di quella stimata. Insomma, il contagio pare attenuato e gli sforzi della popolazione, da settimane in lockdown, non sono stati vani.”
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Cominciate le sanificazioni dell'esercito nelle Rsa in Piemonte


sabato 25 aprile 2020

Svastiche su lapidi simbolo della Liberazione

Genova, imbrattate targhe ai martiri del Turchino e ai partigiani


Vilipendio in Liguria ed Emilia Romagna ad alcuni simboli della Lotta di Liberazione. In Liguria, sono state imbrattate con svastiche le lapidi dedicate ai Martiri del Turchino, a Mele, e quella dedicata ai Combattenti partigiani di Ceranesi. 

Arrestata la figlia della donna fatta a pezzi

Per distruzione di cadavere, indagata per omicidio volontario

È stata arrestata per distruzione di cadavere Giulia Stanganini, la donna di 37 anni che avrebbe fatto a pezzi la madre Loredana Stupazzonii. Gli investigatori hanno chiesto la misura al gip che l'ha firmata in serata. La donna è indagata a piede libero per omicidio volontario: un atto dovuto per consentire alla donna di nominare un avvocato e un consulente per l'autopsia e gli altri rilievi tecnici.
 
La donnasi era presentata alla polizia e aveva raccontato alla polizia di aver trovato la madre morta in casa in avanzato stato di decomposizione, di aver fatto a pezzi il cadavere e di aver messo i resti in dei sacchi lasciati nel bagno. Secondo Stanganini, la madre, Loredana Stupazzini, 63 anni, si sarebbe suicidata impiccandosi. Nell'appartamento hanno compiuto un sopralluogo gli agenti delle volanti e gli uomini della squadra mobile. La polizia sta verificando la veridicità del racconto o se possa essersi trattato di un omicidio. La figlia dovrà anche spiegare perché ha fatto a pezzi il corpo della madre. 

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«Chi è guarito dal coronavirus non è detto che poi sia immune»

Lo sostiene l'Oms in un recente rapporto secondo cui mancano le prove

GINEVRA - Non ci sono ancora prove scientifiche che le persone che sono guarite dal Covid-19 abbiano anticorpi che proteggono da una seconda infezione. Lo ricorda l'Oms in un documento appena pubblicato.
Nel documento si precisa che «a questo punto della pandemia non ci sono abbastanza evidenze sull'efficacia dell'immunità data dagli anticorpi per garantire l'accuratezza di un 'passaporto di immunità' o un 'certificato di libertà dal rischio'».

Alcuni governi, spiega l'Organizzazione, hanno suggerito che trovare gli anticorpi al Sars-CoV-2 possa servire come base per un 'passaporto di immunità' che può permettere agli individui di viaggiare o di tornare al lavoro con l'assunzione che siano protetti da una reinfezione.

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I casi di coronavirus hanno superato la soglia dei 2,8 milioni

venerdì 24 aprile 2020

Covid-19. In Italia i contagi scendono, in Piemonte no, 731 più di ieri

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che sono 24.050 le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 3.151 in provincia di Alessandria, 1.358 in provincia di Asti, 903 in provincia di Biella, 2.291 in provincia di Cuneo, 2.175 in provincia di Novara, 11.765 in provincia di Torino, 1.070 in provincia di Vercelli, 971 nel Verbano-Cusio-Ossola, 222 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 144 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 253 (-8 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.922. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.262. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 127.108, di cui 66.429 risultati negativi.
Il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 3.762 (333 in più di ieri): 333 (+16) in provincia di Alessandria, 138 (+13) in provincia di Asti, 173 (+17) in provincia di Biella, 403 (+26) in provincia di Cuneo, 305 (+23) in provincia di Novara, 1.919 (+187) in provincia di Torino, 203 (+13) in provincia di Vercelli, 239 (+36) nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 provenienti da altre regioni (+2).
Altri 2.114 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
Sono 69 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19”, di cui 20 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

CORONAVIRUS: BIANCA, la modella di BOLOGNA, perché è ANCORA POSITIVA dopo 57 giorni e 6 tamponi?

Bianca Dobroiu, modella di 23 anni di origine rumena che vive a Bologna, è stata la PAZIENTE 1 ricoverata con vertigini e febbre il 28 Febbraio scorso all’Ospedale Sant’Orsola nel capoluogo emiliano; Dopo qualche giorno, il 5 Marzo viene dimessa.
Ora la brutta notizia. Dopo ben 57 giorni e 6 tamponi Bianca risulta ancora positiva al Covid, tanto che su Facebook si sfoga così: “sono passati 57 giorni, ecco il nuovo risultato. Beh, nuovo non è perché non è mai cambiato: e questo ormai da quasi due mesi. Ma ci ho sempre dato poco peso aspettando che cambiasse qualcosa. Non sta cambiando proprio nulla e la cosa a oggi mi spaventa un pochetto. Non è normale tutto questo, e ancor di più se io dal 10 di marzo non ho più alcun sintomo” .
Poi in relazione ai tamponi, tutti ancora positivi dopo quasi due mesi, Bianca aggiunge affranta: “Soltanto uno, il quarto fatto un mese fa, era inizialmente incerto, ma poi anche il quinto e il sesto, hanno dato sempre lo stesso esito”. E circa il suo stato attuale Bianca aggiunge: “Fisicamente è come se non avessi nulla, proprio zero assoluto. Certo sono debole a volte, ma dopo due mesi chiusa in camera penso sia anche una cosa normale... non e che come cosa faccia poi tanto bene fisicamente. Ma non ho più male, non ho più febbre; nonostante ciò però continuo a non riprendermi, continuo a risultare positiva. Ma tutto questo è normale? 
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Documenti, tutte le scadenze prorogate dal Coronavirus

Documenti, tutte le scadenze prorogate dal Coronavirus
Dalla patente alla carta d'identità, fino a permesso di soggiorno e assicurazione auto: dalla Polizia di Stato tutte le proroghe autorizzate dall'emergenza Covid-19

Documenti, tutte le scadenze prorogate dal Coronavirus

L'emergenza Coronavirus, i DPCM e il non poter uscire di casa hanno inciso anche sulle scadenze di atti amministrativi e autorizzazioni. In molti si domandano come fare con documenti scaduti, dalla patente di guida alla carta d'identità, in questo tempo di emergenza sanitaria. Ma il Decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 ha autorizzato alcune proroghe che è importante conoscere.
Come riportato anche sul sito ufficiale della Polizia di Stato, ecco di seguito le norme entrate in vigore in merito a documenti scaduti o prossimi alla scadenza.
Revisione veicolo
Con la revisione del veicolo scaduta al 17 marzo 2020 o in scadenza entro il 31 luglio 2020, è consentita la circolazione fino al 31 ottobre 2020 senza aver effettuato la visita di revisione



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Coronavirus: oltre 190mila morti nel mondo, Usa vicini a 50mila decessi

I morti provocati dal coronavirus a livello mondiale hanno superato quota 190.000, mentre il numero complessivo dei casi ha passato la soglia dei 2,7 milioni: è quanto emerge dal conteggio aggiornato della Johns Hopkins University.
    Nel mondo si registrano adesso 190.861 decessi a fronte di 2.709.408 casi mentre le persone guarite sono 738.490.
 Gli Stati Uniti si avvicinano al primato dei 50.000 morti per coronavirus.
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«Piacenza è la provincia italiana con il più alto tasso di mortalità da Covid-19»

«Piacenza è la provincia italiana con il più alto tasso di mortalità da Covid-19»



L’odissea di un alessandrino: “Isolato da marzo, tra dati persi dall’Asl e tamponi in ritardo”

ALESSANDRIA – “Una situazione assurda”. Federico, un nostro lettore residente ad Alessandria, ha scritto alla redazione di Radio Gold per raccontare la sua storia, tra timori, attese e speranze deluse, in particolare a causa di un “palese disservizio fornito dall’Asl di Alessandria rispetto all’emergenza coronavirus.
Agli inizi di marzo scorso mio padre ha iniziato il periodo di isolamento domiciliare, in quanto siamo stati informati che un nostro amico di famiglia era risultato positivo al tampone, e mio padre 72enne era stato a suo stretto contatto la settimana prima. Posto così in isolamento, mio padre ha sviluppato velocemente i sintomi influenzali, e anche io ho iniziato ad accusare alcuni malesseri, tra cui mal di gola e febbre, che hanno comportato anche per me la necessità di isolamento.
Intanto, dall’Asl venivamo rassicurati che sarebbero venuti a effettuare il tampone a entrambi entro 48 ore (in quanto mio padre anziano e io immunodepresso). Da lì sono iniziati i problemi: dalla richiesta di tampone effettuata ai primi di marzo non abbiamo avuto più notizie per svariati giorni; abbiamo chiamato medici e 118 per chiedere se potevano venire a visitare almeno mio padre, essendo anziano, ma ci hanno detto che non si poteva. Abbiamo allora chiamato l’Asl per avere notizie, scoprendo amaramente che avevano perso i nostri dati e di conseguenza la richiesta di tampone non era stata attivata. Ripresero così nuovamente i nostri dati per l’effettuazione del tampone.
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Negativo al tampone ma ricoverato in un reparto covid: “Mio padre non c’è più e non mi do pace”

“È l’epidemia della A21”: così il virus si è spostato lungo l’autostrada da Brescia a Torino

La diffusione del coronavirus nelle province del Nord Italia avrebbe seguito una traiettoria precisa, da Bergamo e Brescia, a Lodi e Piacenza, fino ad Alessandria e Torino. Un percorso che che ricalca il tracciato dall’autostrada A21. A rilevarlo è uno studio sui tassi di mortalità dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “L’epidemia non guarda ai confini amministrativi ma piuttosto alle grandi vie di comunicazione e scambio”, ha spiegato Carlo Signorelli, il primo autore della ricerca.


Si potrebbe definire “l’epidemia della A21”. La diffusione del coronavirus nel nord Italia avrebbe una traiettoria precisa, ed è quella che va da Bergamo e Brescia, a Lodi e Piacenza, fino ad Alessandria e Torino. Un percorso che a ricalca quello dell'autostrada che unisce il capoluogo piemontese all'est della Lombardia. A rilevarlo è uno studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che si è concentrato sulla rilevazione dei tassi di mortalità per Covid-19 dall’inizio dell’epidemia fino al 17 aprile scorso.

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I dati sul Coronavirus in Italia spiegati: il boom di guariti avvicina la fine della pandemia