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martedì 28 aprile 2020

Coronavirus, il triste record del sindaco di Soresina: «Sette tamponi, sono ancora positivo»

Diego Vairani, primo cittadino del paese in provincia di Cremona, ha avuto soltanto sintomi lievi e oggi si sente bene, ma si trova in isolamento dal 9 marzo: «Non mi sono mai illuso, il prossimo sarà il 30 aprile

Dietro ogni numero c’è sempre una storia, ma stavolta conviene partire dalle cifre: 8.900 abitanti, 212 contagiati da inizio emergenza, 30 decessi. E un sindaco positivo al tampone per sette volte: così Soresina si è presa un triste record. Il primo cittadino Diego Vairani oggi si sente bene, ma dall’incubo coronavirus non è ancora uscito. «Di questi tempi — ricorda — l’anno scorso ero in campagna elettorale (Vairani è stato riconfermato il 26 maggio 2019, ndr). Preferirei la fatica di quei momenti moltiplicata per dieci, piuttosto che questa situazione. Sono in isolamento da 49 giorni, dal 9 marzo, a casa con mia moglie e mia figlia. Io sono risultato positivo a sette tamponi, mia moglie addirittura a otto, mia figlia si è negativizzata da due settimane. Tutto è partito l’11 marzo. E pensare che, con la procedura attuale che non prevede più tamponi per sospetti contatti, non l’avrei scoperto».
Non si è mai sentito male?
«Avevo avuto una bronchite a inizio febbraio, ma sono guarito, poi solo un po’ di tosse. Il primo tampone dell’11 marzo mi è stato fatto perché ero entrato in contatto con un collega dell’Associazione Allevatori della Lombardia di Crema, che purtroppo è deceduto a Varese. Anche il mio vicesindaco e il mio assessore, infermiera a Soresina, sono risultati positivi. A fine marzo ho accusato sintomi lievi: per 3-4 giorni un forte mal di testa, la perdita di gusto e olfatto e dissenteria. Essendo allergico al polline, inoltre, continuo a starnutire quando devo areare la stanza, ma non mi lamento. Piuttosto, è durissima psicologicamente».
L’ultimo residente di Soresina ad andarsene è stato un 63enne, zio di un amico del sindaco. «Sentire queste persone in lacrime tramite un telefono è straziante. Stiamo perdendo la memoria storica del paese e non possiamo nemmeno dire grazie con un funerale. È disumano. Sono rimasto in contatto con i parenti di tutti i malati, fino al tragico epilogo per molti. La scia di devastazione è quella di una guerra».

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