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mercoledì 3 maggio 2017

L’Iva aumenterà anche se non lo dicono. E’ scritto nella manovra

L’aumento dell’IVA deciso per il 2018 sarà solo meno robusto di quanto previsto

Da governo e maggioranza si affannano a rassicurarci sul fatto che non ci sarà alcun aumento dell’Iva, previsto nelle clausole di salvaguardia inserite nelle precedenti leggi di bilancio. Eppure l’aumento ci sarà, ed è scritto proprio nella ‘manovrina’ aggiuntiva richiestaci da Bruxelles. Solo sarà meno corposo di quanto previsto. Vediamo come e perché.

LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA – Si tratta di aumenti automatici di IVA e accise messe a garanzia delle leggi di bilancio. Gli ultimi Governi hanno approvato manovre finanziarie con coperture economiche incerte. Così per essere certi di centrare l’obiettivo di riduzione del rapporto deficit/PIL le leggi di bilancio sono state corredate dalle clausole di salvaguardia. Se qualcosa va storto e non si raggiungono gli obiettivi di finanza pubblica prefissati, entrano in funzione, in modo automatico, le clausole di salvaguardia che aumentano l’IVA e le accise recuperando i soldi mancanti. Al momento pesano sul primo gennaio 2018 qualcosa come 19,5 miliardi di clausole di salvaguardia.
 
LA MANOVRINA – L’articolo 9 della ‘manovrina’ tratta dell’”avvio della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia concernenti le aliquote dell’IVA e delle accise”. L’articolo modifica la legge 190 del 2014, ovvero la legge di bilancio per il 2015 approvata dal Governo Renzi che introduceva l’aumento IVA a partire dal primo gennaio 2018.

A partire dal primo gennaio 2018 l’aliquota IVA al 10% aumenterà all’11,5% – invece che al 13% come deciso da Renzi – e salirà ancora al 12% nel 2019 e al 13% nel 2020. L’aliquota ordinaria al 22%, nel 2018 sale al 25%, poi nel 2019 sale ancora al 25,4% (anziché al 25,9% come previsto da Renzi); scende al 24,9% nel 2020 e torna al 25% nel 2021.

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