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giovedì 27 settembre 2018

«Poste, manca il personale: servizi a rischio»

Alessandria - I sindacati del settore postale l’avevano detto subito: «Le ricadute di questo piano non saranno solo per i cittadini ma anche per il personale». Erano i primi mesi di quest’anno, poco prima che la rivoluzione del sistema di recapito da parte di Poste introducesse anche in provincia una serie di novità sostanziali: la suddivisione dei Comuni maggiori in zone «di base» e «business», con la consegna diversificata della corrispondenza, spalmata su tutto l’arco della giornata, e il recapito a giorni alterni «secco», un giorno sì e uno no, nei centri più piccoli e con minore volume d’affari.
Il piano, di portata nazionale, nell’Alessandrino è entrato a regime il 21 maggio. Ma a distanza di soli quattro mesi, per le organizzazioni sindacali i problemi sono già venuti al pettine. E mentre Poste, interpellata, per ora non rilascia dichiarazioni, Slc Cgil, Slp Cisl, Uil Poste e Confsal Com di Alessandria disegnano una situazione «drammatica» quanto a carenza di personale, aggravata dal fatto che tra esodi andati in porto e pensionamenti in vista, entro la fine dell’anno l’azienda, in provincia, vedrà uscire di scena circa 50 dipendenti.

Il primo sos riguarda i postini: «L’implementazione del modello di recapito è terminata ma sul nostro territorio mancano ancora 30 portalettere titolari, nonostante il nuovo piano preveda che la copertura delle zone venga assicurata al 110%, ossia con un 10% di postini “di scorta”. Nell’Alessandrino, al momento, siamo al 98%». Questo significa che le zone «scoperte» vengono servite con salti mortali dei colleghi di quelle vicine e con l’uso di personale assunto a tempo determinato.
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