Il premier ostenta tranquillità ma teme i pm e il Copasir. Letta e Frattini chiamano D'Alema per evitare l'audizione chiesta dai finiani
di FRANCESCO BEIROMA - Clima d'emergenza nel governo per le rivelazioni col contagocce di WikiLeaks. Il Cavaliere - che stando ai suoi collaboratori si sarebbe fatto "una risata" a leggere i report scritti sul suo conto - si rifugia ad Arcore, mentre a Roma, fino a notte fonda, lavora a pieno ritmo la task-force di Palazzo Chigi. Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, in collegamento con il premier, tengono d'occhio le agenzie internazionali e riferiscono minuto per minuto.
Le prime notizie colpiscono per la loro crudezza "ma in fondo - commenta una fonte di palazzo Chigi in contatto con Arcore - si tratta solo di giudizi politici di un'incaricata d'affari dell'ambasciata. Giudizi che sembrano ricavati dalla lettura dei giornali italiani. Rispetto a quello che sta venendo fuori su altri paesi non è niente". Molto del lavoro è stato portato avanti nei giorni scorsi, quando già s'intravedevano le prime avvisaglie del ciclone. Berlusconi ne ha discusso a lungo con Letta e Frattini, entrambi "molto preoccupati" per l'impatto delle rivelazioni sulla tenuta del governo.
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