Gianni Giacomino
inviato a Sant’Ambrogio
«Io per la Sacra sono disposto a morire». I bagliori gli
illuminano il volto mentre guarda lassù, sul tetto che brucia come il
monastero descritto da Umberto Eco del Nome della Rosa. Padre Giuseppe
Bagatini, 82 anni, rettore del monastero, indossa un cappotto blu per
coprire la vestaglia, sulla testa e un berretto di lana scura. «Vivo qui
da quindici anni. Avevamo appena finito di cenare quando abbiamo visto
il fumo». Ha lasciato il monastero insieme agli altri due padri
rosminiani che abitano l’Abbazia, Joseph Vinod e Camillo Modesto. «Ero
andato a preparare le cose per la messa di domani e mi sarei andato a
dormire - racconta - Avevo acceso il computer che a un tratto si è
spento. Era saltata la corrente. Ho guardato fuori dalla finestra e ho
visto che eravamo avvolti da una nebbia. Quando ho capito che invece era
fumo, abbiamo subito dato l’allarme». Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento