Pagine

giovedì 5 dicembre 2019

Ilva, il piano di ArcelorMittal: “4700 esuberi in 3 anni, 2900 già nel 2020. Sì al forno elettrico”. I sindacati: “Irricevibile, martedì sciopero”

Condizioni pesantissime della multinazionale per restare: forza lavoro ridotta del 40 per cento nel 2023. Come "contropartita" la trasformazione di una parte della produzione - circa un quinto - con forno elettrico. Chiesta anche "ricontrattazione" dell'accordo di secondo livello. I sindacati: "Non ci sono le condizioni per aprire confronto". Patuanelli: "Passi indietro, il governo presenterà un suo piano industriale ecosostenibile. Lo Stato è disposto a investire"

Un totale di 4.700 esuberi nei prossimi 3 anni, circa 3mila già dai prossimi mesi. È questa la condizione posta da ArcelorMittal per restare a Taranto. Dal 2020 la multinazionale dell’acciaio intende licenziare 2900 persone per portare avanti il nuovo piano industriale e un’altra tornata di esuberi – circa 1.800 lavoratori – è prevista nel 2023, quando verrà spento l’altoforno 2 e attivato un forno elettrico in grado di garantire 1,2 milioni di tonnellate di acciaio “pulito”.
Il “no” di sindacati: “Martedì sciopero” – Dopo aver rallentato la propria fuga, il colosso franco-indiano mette sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, davanti ai sindacati, le proprie richieste per garantire la presenza in Italia. “Non ci sono le condizioni per aprire confronto per un’intesa. Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018″, è stata la prima reazione di FiomUilm e Fim alle slide mostrate dall’amministratore delegato Lucia Morselli. I rappresentanti dei lavoratori hanno quindi annunciato uno sciopero con manifestazione unitaria a Roma il 10 dicembre.
Continua qui

Nessun commento:

Posta un commento