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sabato 20 novembre 2010

Michele conferma: Sabrina è l'assassina "Feci fare il segno della croce a Sarah"

Dopo l'incidente probatorio emerge il nuovo particolare: l'uomo, usando le mani della vittima, già morta, fece il segno della croce e poi gettò il cadavere nel pozzo

Si è concluso dopo 11 ore a Taranto l'incidente probatorio di Michele Misseri: il contadino di Avetrana ha raccontato la sua versione definitiva sul delitto della nipote Sarah. Tutto ciò che ha detto non potrà più essere modificato in vista del processo. Ad ascoltare il padre c'era anche Sabrina, a debita distanza dall'uomo. linkLegali Scazzi: "Michele nasconde ancora qualcosa"fotoL'interrogatorio in disegni

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Maxi evasione nel mondo dei rally Arrestato Errani: frode da 19 milioni

Il pilota e team manager residente a Montecarlo fermato nell'autodromo di Monza: un giro di 34 milioni e risultava nullatenente. La Finanza sequestra l'intera scuderia e conti correnti in Italia e all'estero.

ROMA - Il pilota di rally e team manager Riccardo Errani è stato arrestato per una maxi frode fiscale. Avrebbe evaso imposte per ben 19 milioni di euro attraverso un'associazione specialiazzata in sponsorizzazioni sportive. Il blitz della Finanza durante le prove del rally shoe in corso all'autodromo di Monza: per Errani, residente a Montecarlo, l'accusa di evasione fiscale internazionale.

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Mafia, la Corte su Dell'Utri "Mediatore tra boss e Berlusconi"

Depositate le motivazioni con cui i giudici di Palermo hanno condannato a 7 anni il senatore Pdl per concorso esterno in associazione mafiosa. Era uno "specifico canale di collegamento" tra Cosa nostra e il premier. "Ma non è stato provato il patto di scambio". E la notizia non compare nei titoli di TG1 e Tg5



PALERMO
- Il senatore Marcello Dell'Utri avrebbe svolto una attività di "mediazione" e si sarebbe posto quindi come "specifico canale di collegamento" tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi. Lo scrivono i giudici della Corte d'Appello di Palermo nelle motivazioni, depositate oggi, della sentenza con la quale Dell'Utri è stato condannato il 29 giugno scorso a sette anni 1 di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Nelle 641 pagine depositate in cancelleria i giudici di Palermo spiegano il perché della condanna, legata ai fatti avvenuti fino al 1992, mentre il senatore è stato assolto per quelli successivi. Il collegio presieduto da Claudio Dall'Acqua, a latere Sergio La Commare e il relatore Salvatore Barresi, gli hanno ridotto la pena dai nove anni comminati in primo grado a sette anni.


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venerdì 19 novembre 2010

Il Giornale contro Saviano: perfetto esempio della macchina del fango




Roberto Saviano può essere contento: neanche a due settimane dalla prima puntata di Vieni via con me, dove lo scrittore antimafia descriveva i meccanismi della cosiddetta “macchina del fango”, ecco che l’illustrissimo Feltri - per il quale continuiamo a chiederci: ma non era sospeso? - gli offre subito un esempio perfetto.
Lo scrittore l’aveva previsto, quando in trasmissione aveva chiosato:
Se attacchi questo governo ti ritrovi sotto il fuoco della macchina del fango.

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Maroni accetta l'invito: lunedì a Vieni via con me

Il direttore di Raitre Paolo Ruffini: "Se il ministro non intende fare una precisazione, ma leggere un elenco, una sua lista in veste di ministro degli Interni sarà il benvenuto". Maroni accetta l'invito. Il dg Rai Masi: "Grazie ministro, bene il lavoro di Ruffini"

Roma - Roberto Maroni lunedì interverrà nel programma Vieni via con me, in onda in prima serata su Raitre. Si chiude così, almeno per ora, la polemica scoppiata tra Roberto Saviano e la Lega, dopo l'ultima puntata della trasmissione. Maroni "è soddisfatto della risposta del direttore di Raitre, Paolo Ruffini, che ha accolto la sua richiesta di intervenire alla prossima puntata del programma di Fazio e Saviano". Il ministro, quindi, lunedì 22 novembre 2010, sarà in studio per partecipare alla trasmissione. Lo dichiara in una nota la portavoce, Isabella Votino. 


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Carfagna si dimette «Per incapacità vertici Pdl»

Il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, apprende l'ANSA, è sul punto di dimettersi dal governo e dal Pdl. La Carfagna starebbe valutando l'ipotesi di lasciare l'esecutivo ed il partito, all'indomani della votazione di fiducia al governo prevista per il 14 dicembre, a causa di insanabili contrasti con i vertici campani del partito e per «l'incapacità» dei coordinatori nazionali del Pdl di affrontare i problemi interni al partito in Campania. A quanto si apprende, alla base della scelta anche «gli attacchi volgari e maligni» di esponenti del partito come Giancarlo Lehner, Alessandra Mussolini e Mario Pepe.

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Carfagna-Bocchino-Gelmini: il giallo della foto

Gomorra diventerà anche una serie tv

In preparazione 12 puntate da best seller, con Saviano supervisore


Gomorra

di Alessandra Magliaro

ROMA, 18 NOV - Gomorra di Roberto Saviano diventa serie televisiva. Lo stesso scrittore - in questi giorni al centro di polemica con il Ministro degli Interni Roberto Maroni per il suo monologo a Vieni via con me sulle infiltrazioni economiche della 'ndrangheta nel Nord Italia - sta collaborando alla preparazione di quello che sara' il nuovo importante progetto produttivo di Sky Cinema con Cattleya, dopo il successo di Romanzo Criminale la cui seconda stagione e' attesa proprio da stasera in tv.

Saranno 12 puntate attualmente in sviluppo con Fandango, la societa' di Domenico Procacci che ha realizzato il film di Matteo Garrone. ''Come per Romanzo Criminale anche qui c'e' la stessa unicita': un libro best seller, un film e poi una serie tv - racconta all'ANSA Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya - Avevamo cominciato a lavorare su un altro soggetto di Saviano, sempre per una serie lunga, poi c'e' stato l'incontro con Domenico Procacci che con la Fandango aveva coltivato l'idea di realizzare una serie tv da Gomorra di cui detiene i diritti cinematografici e televisivi. Saviano sta collaborando al progetto, sara' un supervisore, come e' stato Giancarlo De Cataldo per Romanzo Criminale, oltre che una fonte di idee: Roberto e' il benvenuto in ogni fase del progetto''.

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Fini: il momento è grave premier rispetti impegni

Napolitano: no a eccessi contrapposizione Bossi: preferisco andare a votare

di Yasmin Inangiray
ROMA - Gianfranco Fini chiama tutti ''al senso di responsabilita'', Silvio Berlusconi in testa. Un messaggio di pochi minuti in cui il presidente della Camera sceglie toni soft, non attacca il governo anzi, chiede a chi ha ''l'onore e l'onere di governare'' di rispettare ''quell'impegno attraverso una agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni quello che accadra'...'', dice. Parole che vengono interpretate nel Pdl come una sorta di marcia indietro che potrebbe prefigurare qualche apertura anche ad un 'governo-bis'. Quindi una debolezza evidente da parte dei futuristi certificata oggi anche dal Cavaliere. Mentre Umberto Bossi e' sempre piu' convinto della necessita' di andare ad elezioni subito.

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Renato Zero: legale, estraneo a evasione

Bruno Assumma risponde ad indiscrezioni su accuse al cantante

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - L'avvocato di Renato Zero respinge le indiscrezioni pubblicate dal 'Fatto quotidiano', su accuse di frode fiscale nei confronti del cantante. 'Confidiamo - afferma Bruno Assumma - di dimostrare l'assoluta estraneita' e buonafede di Renato che ha sempre dimostrato totale trasparenza nelle sue attivita' e rispetto integrale delle norme di legge'. Secondo il quotidiano, Zero sarebbe indagato per evasione e frode fiscale che ammonterebbe a piu' di due milioni di euro.

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Concorso vigili,nessuno supera test

Foggia, 1.564 i bocciati all'esame

Oltre duemila domande, 1.564 candidati alla prova preselettiva, zero ammessi alla selezione per i venti posti da vigile urbano di Manfredonia. Dopo aver visionato i test di cultura generale (60 domande a risposta multipla), la commissione non è riuscita a promuovere neanche un candidato: nessuno ha superato il punteggio minimo (21 su 30). I questionari erano stati predisposti da un'azienda leader del settore e rientravano nella media. 

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Il bluff dei concorsi inutili 100mila vincitori senza posto

In un anno 7mila gare. Speranze deluse, denaro sperperato: per le commissioni lo Stato spende 3 miliardi l'anno, ma le porve sono una beffa ai candidati che riescono a superarle. Il compenso di esaminatore può arrivare a 7.500 euro. Ma per Brunetta ci sono 300mila esuberi  di ANTONIO FRASCHILLA

Il bluff dei concorsi inutili 100mila vincitori senza posto Simona Polselli da cinque anni attende che arrivi la raccomandata che potrebbe  -  e che anzi avrebbe dovuto  -  cambiarle la vita. Era certa di riceverla, tanto che con mamma, papà e fidanzato ha già festeggiato. Mittente atteso, il Comune di Roma. Una bella lettera di assunzione come vincitrice di concorso per educatrice di asili nido. Ogni giorno Simona guarda la casella della posta, ma dal Comune riceve solo multe. Un caso isolato? Non proprio. In Italia altre 100 mila persone sono nel limbo di Simona: hanno vinto un concorso e festeggiato un'assunzione mai arrivata. Un'attesa infinita. Spesso l'ente locale ha preferito nel frattempo rivolgersi a precari (per chiamata diretta). Oppure il ministero di turno ha puntato sulle consulenze esterne. E poi ogni anno, puntuale come un orologio, nelle leggi finanziarie è arrivato il blocco del turnover con il taglio delle piante organiche. L'ultima finanziaria, per esempio, ha stoppato le assunzioni fino al 2013. Peccato però che la macchina dei concorsi e delle illusioni continui ad andare avanti imperterrita. Perché? Per produrre cosa? Con quali speranze per i concorrenti? E infine: quanto costa alla collettività questo continuo promuovere ed eseguire concorsi che alla fine non creano occupazione? 

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giovedì 18 novembre 2010

'Giornale' promuove firme contro Saviano, Art.21 pro scrittore

Campagne di firme pro e contro lo scrittore

 ROMA- Dopo la raccolta di firme per le dimissioni di Claudio Scajola e di Gianfranco Fini, il Giornale parte con una nuova campagna, questa volta contro Roberto Saviano "che dà del mafioso al Nord", come recita il titolo di apertura del quotidiano. "L'autore di Gomorra - scrive nell'editoriale Vittorio Feltri - con toni ispirati da guru, fra un sospiro e un pianto dice che la criminalità terrona ha sfondato la linea del Po e prossimamente sfonderà anche quella del Piave". "Prepariamoci - ironizza - a pagare il pizzo e a sostituire nelle comunicazioni gli sms con i pizzini", a "convivere con il picciotto e il mammasanitssima, con l'ominicchio e il quaquaraquà". Stando a Saviano, prosegue Feltri, la profezia di Sciascia (Milano sarà sicilianizzata) sembra "avverata. Ma il ministro Maroni non ci crede e nel suo piccolo s'incazza: come, questo governo quanto nessun altro prima, si è distinto nele botte alla mafia" e "un giovanotto campano letterariamente fortunato salta su a dire che la Lega fa affari con la cupola? Ma ci faccia il piacere...". Visti gli ascolti di 'Vieni via con me', "la mafia evidentemente tira, non solo di coca" ed è "un argomento che oltre a far girare le rotative della Mondadori, nella presente circostanza fa girare anche le balle a quelli del Nord, leghisti in particolare, accusati di ospitare in Padania il fior fiore delle cosche". "Si calmi signor Gomorra - conclude il direttore editoriale del Giornale - Sondrio non è Casoria. Como non è Torre Annunziata. Brescia non è Corleone. Il Nord ha le sue grane e se le gratta. Lei si gratti le sue e non si illuda di potersi sentire meglio dicendo male di chi paga il conto per tutti, anche per i mafiosi e per quelli che li tollerano, rendendosi di fatto loro complici".

CONTROMOSSA DI ART.21 "Grazie a Saviano e a tanti altri giornalisti che coraggiosamente, e spesso silenziosamente indagano sulla criminalità, sui rapporti tra mafia, economia e politica se si sia aperto uno squarcio, uno dei tanti muri di omertà di questo Paese, e se si è arrivati agli arresti di capi clan come Antonio Iovine": comincia così la raccolta di firme lanciata da Articolo21 a favore di Roberto Saviano, in risposta a quella del 'Giornale'.
"Siamo con Saviano - dice Stefano Corradino, direttore di Articolo 21 - e con tutti i Saviano che ogni giorno dalle redazioni più grandi a quelle più sperdute ingaggiano una battaglia difficile e rischiosa contro la criminalità e i suoi intrecci perversi. Giornali e tv, giustamente, hanno fatto gli elenchi dei criminali di mafia, camorra e 'ndrangheta compiuti sotto questo governo. Ci piacerebbe altresi' che stilassero anche una lista di tutti i cronisti che da nord a sud rischiano la propria pelle per raccontare la verità. Se poi hanno ancora spazio - conclude Corradino - potrebbero ricordare quanti e quali sono i deputati, i senatori, gli assessori, e i consiglieri su cui pendono pesanti accuse di mafia". Tra le prime adesioni, oltre al portavoce dell'associazione Giuseppe Giulietti, il deputato Fli Fabio Granata, vicepresidente della Commissione Antimafia.

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Saviano, uomo solo nel mirino del potere

Repubblica domani

La riunione di redazione del mattino: come nasce il giornale che leggerete. Gli interventi dei responsabili dei settori, i fatti del giorno, gli inviati. Le nostre telecamere dentro Repubblica

Il video

Germania, stop al nucleare: scrittrice offre sesso al presidente

Potrebbe costare cara, alla scrittrice Charlotte Roche, la sua offerta di una notte di sesso con il presidente tedesco Christian Wulff in cambio del veto alla legge che prolunga la vita degli impianti nucleari in Germania: un penalista di Passavia (sudest) l'ha denunciata alla Procura di Colonia per tentata corruzione. Till Zimmermann, questo è il nome dell'avvocato, è titolare della cattedra di diritto e processo penale dell'Università di Passavia. Tuttavia, la sua iniziativa - scrive  il quotidiano Passauer Neuen Presse - è stata criticata da molti esperti del settore, secondo i quali il penalista sta solo cercando di farsi pubblicità. La Roche, 32 anni, autrice del bestseller "Zone umide", ha lanciato la sua proposta a Wulff dalle pagine del settimanale Der Spiegel: "Offro di andare a letto con lui se non firma", ha scritto riferendosi alla legge sugli impianti nucleari. E poi: "Mio marito è d'accordo. Adesso sta alla First Lady dare il suo ok. Io sono tatuata". Ma secondo Zimmermann questa è corruzione, un reato punibile penalmente

Le foto

Pronti per un'altra secchiata d'acqua?

Transito di un nuovo fronte con piogge e rovesci a partire da ovest. Venerdì ultimi rovesci sul nord-est, altrove variabilità con alcune belle schiarite. Sabato graduale peggioramento sul nord-ovest e le regioni centrali tirreniche. Domenica piogge su tutto il centro-nord e la Campania, attenuazione dei fenomeni al settentrione dal pomeriggio. Lunedì maltempo al centro-sud. Nel corso della prossima settimana moderato raffreddamento, specie da giovedì. 

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Imprenditore antiracket: «Lo Stato mi ha abbandonato, vendo gli organi su eBay»

Fece arrestare otto estorsori 

 

Subì la vendetta delle cosche che lo hanno costretto a chiudere. «Ora vendo il mio corpo per ricominciare»



Ignazio Cutrò
Ignazio Cutrò
AGRIGENTO - Aveva denunciato i suoi estorsori e, per questo motivo, era stato preso ancor più di mira dal racket che gli ha reso la vita impossibile. Dopo l'arresto di otto dei suoi aguzzini per il costruttore di Bivona (Agrigento), Ignazio Cutrò, 44 anni, la vita si è fatta maledettamente difficile. Un inferno. Soprattutto se lo Stato - come lui stesso denuncia - gli ha voltato le spalle, costringendolo a combattere da solo contro la mafia della Bassa Quisquina. Così gli attentati non sono cessati e le sue attività sono finite rapidamente a rotoli. Tanto che ora Cutrò, dopo tanti appelli inutili, si vede costretto a un gesto clamoroso per richiamare di nuovo l'attenzione sulla sua storia: mette in vendita su eBay i suoi organi. «Mi trattano come un lebbroso - racconta l'imprenditore edile che ha visto tanti suoi mezzi distrutti e sabotati dal racket - eppure ci siamo mossi per aiutare gli altri». Cutrò ricorda infatti che è stato tra i fondatori dell'associazione antiracket "Libera Terra" che più si è battuta per far crescere tra commercianti e imprenditori dell'agrigentino una cultura e una sensibilità antimafia. Ma è servito a poco. Assediato dalle cosche, Ignazio ha visto sfumare il sogno di una vita: l'impresa che dava lavoro a una ventina di addetti ha cessato l'attività e ora, per cominciare, l'imprenditore-coraggioso sui vede costretto al gesto plateale sulla casa d'asta on line: mettere in vendita il suo corpo. 


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Traffico di rifiuti a Pavia, sette arresti sigilli all'impianto Riso Scotti Energia

Ai domiciliari c'è anche il presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda, Giorgio Radice
Nella struttura, secondo gli inquirenti, venivano bruciate anche materiali pericolosi per l'ambiente



Si chiama 'Dirty energy', cioè energia sporca, l'operazione che ha portato a Pavia al sequestro dell'impianto della Riso Scotti Energia spa, un'azienda del gruppo Riso Scotti costituita per produrre energia pulita dagli scarti di produzione del riso e da fonti rinnovabili. Ma dove in realtà venivano bruciati anche rifiuti come legno, plastiche, imballaggi e pure fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali con livelli troppo alti di concentrazione di metalli pesanti, fra cui cadmio, piombo, mercurio e nichel. Sono in tutto 12 le persone indagate, sette (incluso il presidente dell'azienda Giorgio Radice) quelle finite agli arresti domiciliari, 60 le perquisizioni effettuate e 46 i mezzi sequestrati. Le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, falso ideologico, frode nelle forniture pubbliche e truffa ai danni dello Stato, perché l'energia prodotta da fonti pulite viene pagata di più. In questo caso la stima è di 30 milioni di euro di profitto ingiusto dal 2007 al 2009.

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Cortei in 70 città e paesi "Ci riprendiamo il futuro"

Nella giornata del diritto allo studio, 200mila giovani in piazza in tutta Italia. Colpisce la partecipazione del Sud.  Contro la riforma Gelmini, ma anche contro la precarietà. Il ministro: "I soliti vecchi slogan"

di CORRADO ZUNINO

ROMA - Alle dieci e trenta della mattina è partito il primo corteo: da Piazza Barberini, centro di Roma. Nel pomeriggio inoltrato l'ultimo, da piazza Caricamento, nella Genova che s'affaccia sul porto. In tutta Italia settanta tra città e paesi, perché la protesta anti-Gelmini è penetrata in profondità anche in provincia, si sono messi in moto sotto lo stesso titolo: "Ci riprendiamo il nostro futuro". Giornata del diritto allo studio, l'hanno chiamata. Rimanda la memoria degli studenti agli eccidi dei 17 novembre del Novecento: i nove ragazzi uccisi a Praga dai nazisti nel 1939, i carri armati dei colonnelli greci al Politecnico di Atene nel 1973, la rivolta - ancora a Praga - nel 1989. 


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L'Ulivo sorpassa Pdl e Lega E il terzo polo è a quota 16%

Per la prima volta dopo molto tempo si profila un ribaltamento dei rapporti di forza tra destra e sinistra. In caso di crisi, il 49% vuole nuove elezioni. Berlusconi, fiducia giù. Vendola vola di ROBERTO BIORCIO e FABIO BORDIGNON 

QUASI sei elettori su dieci, oggi, scommettono su una caduta del governo Berlusconi. Se ciò acuisce i sentimenti di insoddisfazione e disorientamento, il fermento che caratterizza il paesaggio partitico disegna scenari inediti: per quanto riguarda l'epilogo della legislatura, ma anche in chiave elettorale.

GUARDA LE TABELLE 1

 

mercoledì 17 novembre 2010

La Dia: mafia in Lombardia Maroni: querelo Saviano

Il boss della camorra e capo storico del clan dei Casalesi Antonio Iovine è stato arrestato oggi dalla Polizia. Iovine era latitante da oltre 14 anni.
L’arresto di Antonio Iovine è avvenuto a Casal di Principe, storica roccaforte del clan dei Casalesi. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Napoli. Su Gomorra, libro di Roberto Saviano, si legge: «Antonio Iovine, detto “’o ninno” ossia il poppante, perché raggiunse i vertici del clan ancora ragazzino».
Antonio Iovine, capo del clan dei Casalesi era nella lista del Viminale dei 30 latitanti più pericolosi, assieme - tra gli altri - a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra; Michele Zagaria, dei Casalesi; gli `ndranghetisti Sebastiano Pelle e Domenico Condello; il bandito Attilio Cubeddu, coinvolto nel sequestro Soffiantini e fuggito nel 1997 dal carcere dove era detenuto.
Alfano: l’antimafia giocata batte quella parlata
«Firmerò subito la richiesta di 41 bis». Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, parlando con i giornalisti a Montecitorio dell’arresto del camorrista Antonio Iovine. «Una ulteriore conferma - aggiunge - che la squadra Stato vince e l’antimafia giocata batte quella parlata».
Maroni: oggi è una bellissima giornata
«Oggi è una bellissima giornata per la lotta alla mafia, tra pochi minuti vedrete...». È quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a Montecitorio appena pochi minuti prima che arrivasse l’annuncio dell’arresto del boss Antonio Iovine, latitante da oltre 14 anni.
La Dia: mafia in aziende lombarde
Nel nord Italia e soprattutto in Lombardia c’è una «costante e progressiva evoluzione» della `Ndrangheta che, ormai radicata da tempo su quei territori, «interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi». È quanto sottolinea l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia consegnata al Parlamento e relativa al primo semestre del 2010.
Sempre secondo la Dia, la «consolidata presenza» in alcune aree lombarde di «sodali di storiche famiglie di `ndrangheta» ha «influenzato la vita economica, sociale e politica di quei luoghi».

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Mille morti di colera, rabbia ad Haiti Onu sotto accusa: "Avete portato il contagio"

Rivolta contro i caschi blu nepalesi. Spari sulla folla, due uccisi. Quasi 17mila malati. Il medico Zannini: "Bisogna agire subito"

di DANIELE MASTROGIACOMO

"Ad Haiti rischiamo il collasso", conferma Stefano Zannini, con una flemma che trattiene a fatica la tensione di queste ore. "Le organizzazioni coinvolte nelle risposta all'emergenza colera non possono farcele da sole. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. La situazione sta degenerando". Riuscite a contenere l'epidemia? Il capo missione di Médicins sans frontières (Msf) resta in silenzio. Calibra le parole; come sempre è sincero. Un medico non è allarmista per sua natura. È razionale. "Le previsioni a breve e lungo termine indicano che la situazione peggiorerà ancora prima di migliorare".

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Ecco le 50 donne più potenti Marcegaglia nella lista del Ft

La classifica delle topmanager stilata ogni anno dal quotidiano finanziario inglese nota l'ascesa di indiane e cinesi, insieme alle americane. In Europa Italia e Germania tra le più avare di posti al vertice: la presidente di Confindustria è l'unica italiana. Tre le ad emergenti: Riccardi (Diesel), Mondardini (Espresso) e Grieco (Olivetti)

 

LONDRA - Indra Nooyi, amministratore delegato della Pepsico, si conferma la donna più potente nel mondo nel mondo degli affari, seguita da Andrea Jung del gruppo di cosmetici Avon Products, da Guler Sabanci del Sabanci Group e da Irene Rosenfeld della Kraft Foods. Nella top list stilata ogni anno dal Financial Times, l'Asia e gli Stati Uniti si confermano le aree di eccellenza per l'ascesa delle businesswomen. L'unica italiana presente nella lista delle prime 50 è Emma Marcegaglia, numero uno del gruppo Marcegaglia e presidente della Confindustria italiana, piazzata al 29esimo posto. Altre tre italiane compaiono nella lista "alternativa", quella delle donne manager strategiche di grandi gruppi ma che non ne ricoprono l'incarico di vertice. Sono Daniela Riccardi, nuovo amministratore delegato di Diesel, Monica Mondardini, ad del gruppo editoriale L'Espresso, e Patrizia Grieco, ad di Olivetti. L'Italia, nota il Financial Times, è dopo la Germania il paese che offre meno spazio alle donne topmanager.

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Stefano Cucchi, l'ultima registrazione "Scusate, non riesco a parlare bene"

E' un sospiro di sofferenza, la voce del 31enne romano morto al Pertini sei giorni dopo l'arresto per spaccio, nell'audio dell'udienza  di convalida del fermo. Stava già male. Gli agenti penitenziari risponderanno dell'accusa di lesioni, non di omicidio

di PAOLO GALLORI

ROMA - "Ah...buongiorno, sono Cucchi Stefano, nato a Roma il primo ottobre 1978...mi scusi, non riesco a parla' tanto bene...". E' un sospiro, la voce di Stefano Cucchi, quella che si ascolta per un minuto al Tg3 delle 19 (versione integrale sul sito A Buon Diritto 1). Un minuto che basta per capire come il calvario del 31enne ragioniere romano, morto il 22 ottobre del 2009 nel reparto detentivo dell'ospedale Pertini, fosse iniziato subito dopo l'arresto per spaccio, avvenuto il 15 ottobre.

AUDIO 2La voce di Cucchi durante l'interrogatorio

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Camera e Senato, fiducia il 14 dicembre Bossi: "Governo fino a 27 marzo"

Napolitano riceve Schifani e Fini. Si delinea il calendario della possibile crisi: Il 13 Berlusconi alle Camere, il giorno dopo si vota. Bersani: "Il governo si è preso 15 giorni di troppo, traccheggiando ancora". Il leader del Carroccio: "Avanti fino al 27 marzo, per approvare norme federalismo". Casini: "No a elezioni anticipate"

Camera e Senato, fiducia il 14 dicembre Bossi: "Governo fino a 27 marzo"  

I presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani con il presidente della Repubblica Napolitano ROMA - Si delinea il percorso della verifica di governo che potrebbe portare all'apertura della crisi. Al termine dell'incontro di un'ora al Quirinale tra il presidente della Repubblica e Fini e Schifani, il Colle fa sapere che c'è accordo da parte di tutti sull'approvazione della finanziaria prima di tutto. Sui tempi, il capo dello Stato dice di "auspicare un accordo" tra le Camere sulla verifica della maggioranza. Ma dall'incontro emerge una calendario preciso: il 10 dicembre sarà concluso l'esame della manovra, mentre il 13 dicembre il premier sarà la mattina in Senato, e il pomeriggio andrà alla Camera. Il voto sul governo è dunque previsto per il 14 dicembre. Prima arriverà quello di Palazzo Madama, poi quello di Montecitorio.

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martedì 16 novembre 2010

Se il governo cade un parlamentare su tre resterà senza pensione



Quando si dice politici di lungo corso: in Italia un parlamentare su tre siede in parlamento da più di due legislature. Addirittura venti hanno ricevuto più di sette mandati, con i record di Mirko Tremaglia (Fli, undici mandati), Beppe Pisanu (Pdl, dieci mandati) e Giorgio La Malfa (Misto, dieci mandati).

E’ il ritratto del parlamento italiano fatto dal Sole 24 Ore, che sottolinea come i giovani, alla loro prima esperienza, siano poco meno di un terzo del totale.

Tutti sono rigorosamente desiderosi di restare almeno cinque anni: quelli necessari per ottenere il vitalizio. E in caso di caduta del governo Berlusconi, sarebbero ben 341 a non vedersi riconosciuto alcunché.