Ai domiciliari c'è anche il presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda, Giorgio Radice
Nella struttura, secondo gli inquirenti, venivano bruciate anche materiali pericolosi per l'ambiente
Si chiama 'Dirty energy', cioè energia sporca, l'operazione che ha portato a Pavia al sequestro dell'impianto della Riso Scotti Energia spa, un'azienda del gruppo Riso Scotti costituita per produrre energia pulita dagli scarti di produzione del riso e da fonti rinnovabili. Ma dove in realtà venivano bruciati anche rifiuti come legno, plastiche, imballaggi e pure fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali con livelli troppo alti di concentrazione di metalli pesanti, fra cui cadmio, piombo, mercurio e nichel. Sono in tutto 12 le persone indagate, sette (incluso il presidente dell'azienda Giorgio Radice) quelle finite agli arresti domiciliari, 60 le perquisizioni effettuate e 46 i mezzi sequestrati. Le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, falso ideologico, frode nelle forniture pubbliche e truffa ai danni dello Stato, perché l'energia prodotta da fonti pulite viene pagata di più. In questo caso la stima è di 30 milioni di euro di profitto ingiusto dal 2007 al 2009.
Continua a leggere
Nessun commento:
Posta un commento