Roma
Nel giorno in cui la terra è tornata a tremare con forza nelle
zone dell’Italia centrale, già fiaccate da uno sciame infinito, si viene
a scoprire che i 28 milioni di euro donati dagli italiani per i
terremotati di Marche, Lazio e Abruzzo sono ancora fermi nel conto
aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato. Il Movimento 5 Stelle
ha chiesto conto al governo di questi soldi raccolti attraverso sms e
bonifici bancari durante il question time alla Camera, in un botta e
risposta tra la deputata Laura Castelli e il neo-ministro dei Rapporti
con il Parlamento Anna Finocchiaro.
E così veniamo a sapere che, per una logica che appare puramente
burocratica, i soldi ci sono ma non si possono toccare: il «protocollo
d’intesa per l’attivazione e la diffusione dei numeri solidali», firmato
con le società di telefonia che raccolgono gli sms solidali, e
disponibile sul sito della Protezione civile, prevede un percorso
preciso che sembra non tener conto del freddo, della neve, delle
esigenze del territorio, dei bisogni della popolazione, del terrore
delle nuove scosse. Come ricorda Finocchiaro in aula, prima si deve
predisporre un’analisi dei danni nelle singole regioni e poi si
sottopone a un comitato di garanti, che deve verificare il rispetto
delle norme nell’utilizzo dei fondi.
Alla fine, i soldi dovrebbero arrivare. «Una procedura incredibilmente
lenta che stride rispetto all’emergenza - spiega Castelli – il paradosso
è che la solidarietà resta ostaggio della burocrazia». In effetti, la
particolare conformazione montuosa del territorio, la prevedibilità
della stagione rigida dalla quale non si scappa, avrebbe dovuto rendere
la macchina della solidarietà più flessibile per mettere a disposizione i
19 milioni di euro raccolti (in due tranche, al 30 novembre 2016) via
sms tramite il numero 45500, e i quasi 8 milioni arrivati con bonifico
bancario al 10 gennaio 2017. Il primo terremoto, di questa lunga serie
che ha sconvolto il cuore del Paese, è del 24 agosto. Se si tiene conto
solo di questo evento, quello più indietro nel tempo, e delle prime
donazioni via cellulare chiuse il 9 ottobre, si contano 15 milioni fermi
da oltre tre mesi.
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