L'hotel Rigopiano nel Pescarese, prima e dopo la valanga (ansa) |
La tragedia sul versante
pescarese del Gran Sasso. Il capo della Protezione civile: "Si scaverà
anche di notte". Amico di un sopravvissuto: "Aspettavano lo spazzaneve.
Ho dato l'allarme ma non mi credevano". I soccorritori: "Chiamiamo ma
nessuno risponde". Incerto il numero dei dispersi: nella struttura si
trovavano tra le 24 e le 34 persone, di cui quattro bambini
dal nostro inviato CORRADO ZUNINO e di AGNESE ANANASSO e PAOLO GALLORIIn uno scenario apocalittico, un paradiso naturale trasfigurato in un gelido inferno bianco, uomini e macchine scavano da ore tra neve e macerie nella speranza di trovare altri superstiti della valanga che ha investito ieri l'hotel Rigopiano, nel comune di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso.
Nonostante il silenzio si ostini a rispondere alle loro invocazioni, per i soccorritori ci sono i margini per salvare delle vite. Lo ribadisce il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dopo aver fatto il punto della situazione. "E' la speranza il motore dei soccorsi. Senza la speranza i soccorritori non lancerebbero il cuore oltre l'ostacolo". E non continuerebbero a scavare "per tutta la notte", come garantisce Curcio. Perché bisogna tener viva quella speranza, anche se l'area della catastrofe ha sin qui restituito solo corpi senza vita. Tre estratti questa mattina, un quarto localizzato, mentre Titti Postiglione, capo dell'ufficio emergenze del dipartimento della protezione civile, nel corso di un aggiornamento, invita a considerare "due le vittime accertate".
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