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venerdì 11 gennaio 2019

“Facevo il poliziotto a Roma ma non arrivavo a fine mese. Così a 46 anni ho ricominciato da zero in Norvegia”

Stefano Messina se n'è andato dall'Italia nel 2012, nonostante il posto fisso. E in un'isola del nord Europa, Flekkeroi, ora è felice e ha avuto il secondo figlio. "Lavoro in una ditta di ittica. Guadagno 3000 euro al mese e vivo bene. Qui ci sono efficienza e agevolazioni per chi ha famiglia. Quando me ne sono andato dall'Italia credevo che ci sarei stato male. E invece ero sollevato"


“L’Italia non mi manca perché sono arrabbiato con lei. Non dovevo essere costretto ad andarmene”. Tutto comincia nel 2012 quando Stefano Messina ha 46 anni, una figlia appena arrivata e il posto fisso. “Ero in polizia da 25 anni. Mai avrei pensato di espatriare. Ma dopo la nascita di Amina non riuscivo più a vedere un futuro per lei. Era mortificante non riuscire ad arrivare a fine mese”.
Così comincia a guardarsi intorno: Canada, Stati Uniti, infine i paesi del Nord Europa. “In Norvegia c’erano incentivi per i giovani, ma anche per mettere al mondo figli e farli studiare”. Dopo aver mandato diversi curriculum, Stefano parte a marzo 2013. “Avevo in tutto 900 euro per il viaggio in roulotte e da mangiare. Non è stato semplice”, racconta. “Quando la ditta mi chiamò per un lavoro stagionale, il cuore mi batté forte e dissi subito di sì”. La partenza era carica di responsabilità. “Non potevo fallire, sapevo di dover trovare qualcosa di meglio”. Così Stefano si mette in aspettativa e parte. Guida per chilometri, da Roma, dove viveva, fino a Flekkeroy. “Sono andato prima da solo, poi dopo pochi mesi mi ha raggiunto la mia compagna con la bambina. Per tre mesi abbiamo vissuto nella roulotte, poi ci siamo trovati una casa”. Passare dal lavoro occasionale a un impiego fisso non è stato facile, soprattutto per via della lingua. “Avevo i titoli ma non sapevo il norvegese. Sono stati mesi difficili, la mia fidanzata era preoccupata. Uscivo la mattina e andavo a portare curriculum”, racconta. Alla fine, però, la stabilità arriva. “Si sono affacciate due ditte, la prima di trasporti, la seconda di ittica. Qui si possono avere senza problemi due lavori contemporaneamente – spiega Stefano -. Avevo preso in tempi non sospetti tutte le patenti. Mi sono state molto utili”. E così inizia la nuova vita in Norvegia: durante la settimana Stefano lavora in una ditta che vende il pescato del giorno, il sabato e la domenica invece viaggia con il camion.
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Il governo paralizzato dalle liti. Reddito e pensioni, decreti rinviati

Dopo il caso Sea Watch. Slittano al Cdm della prossima settimana. "Nessuna crisi". Ma dalla Tav a Roma è scontro totale

Il decreto su reddito di cittadinanza e quota cento, già atteso per dicembre, non sarà discusso nel cdm previsto per oggi. Forse la settimana prossima, viene detto. La Ragioneria dello Stato avrebbe bisogno di altri approfondimenti. Gli animi soprattutto devono rasserenarsi. Non hanno fatto in tempo a chiudere con un vertice in piena notte la battaglia sui 15 migranti da riportare in Italia da Malta, che tra Conte, Salvini e Di Maio al mattino seguente si infiammano altre cento...

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In Edicola sul Fatto del 11 Gennaio: Sondaggi calanti e tensioni, Salvini soffre Conte


Morto il pregiudicato ferito in un agguato davanti a un asilo a Roma

Alla Magliana, alla periferia della Capitale. L'uomo, 34 anni, è deceduto in ospedale. Era stato colpito alla testa


E' morto Andrea Gioacchini, il pregiudicato ferito a colpi di pistola davanti a un asilo in zona Magliana a Roma. L'uomo, colpito alla testa, era stato trasportato in gravissime condizioni all'ospedale San Camillo.
Gioacchini, il 34enne aveva appena lasciato i figli all'asilo. Erano intorno alle 8.50 in via Castiglion Fibocchi.
L'uomo era stato colpito alla testa ed i medici hanno tentato di bloccare l'emorragia. Dimessa dal S.Camillo la sua compagna, rimasta lievemente ferita all'inguine. 
L'uomo era appena risalito in macchina quando è stato affiancato da uno scooter e una persona a volto coperto ha sparato alcuni colpi centrandolo alla testa.  
"Quando ho saputo cos'era successo ho avuto paura per il mio bambino, che avevo lasciato all'asilo alle 8.15 pochi minuti prima dell'agguato" ha raccontato una mamma, andata a prendere il figlio all'asilo di via Castiglion Fibocchi, alla Magliana. "Dall'asilo non ci hanno chiamato - ha aggiunto la donna -. Poi però sono stata tranquillizzata dalla chat dei genitori. Le altre mamme infatti scrivevano che i bambini non si sono accorti di nulla ed erano regolarmente in classe".
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Claudio Baglioni e le fake news: "La donazione di 700mila euro è avvenuta un anno fa"

Dopo il successo del Festival di Sanremo targato Claudio Baglioni è diventata virale la notizia della donazione di 700mila euro da parte del cantautore alle zone terremotate. La notizia è vera come è vero che non è legata al compenso ricevuto per la direzione artistica della kermesse canora, ma i fatti risalgono a un anno fa.

Quella che sta circolando nelle ultime ore su Facebook, generando decine di migliaia di interazioni e condivisioni, è una fake news nata sull'onda della popolarità dell'artista. Sono stati in molti a cadere nell'inganno e l'informazione è diventata in poco tempo virale al punto da richiedere un intervento dello stesso Baglioni.

In una nota ha precisato: "In relazione a quanto riportato da alcuni organi di informazione, con riferimento alla donazione di 700mila euro da parte di Claudio Baglioni alla popolazione delle zone terremotate del Centro Italia, si precisa che tale donazione è stata effettuata grazie al concerto-evento 'Avrai', tenutosi a dicembre 2016 presso l’Aula Paolo VI in Vaticano, e avvenuta nel 2017". 

giovedì 10 gennaio 2019

La “lezione” del liceo Classico: «Dagli avi impariamo il valore dell’accoglienza»

Genova - «L’italiano medio è un miscuglio di varie culture. Se Greci e Latini si fossero chiusi agli altri popoli, si sarebbero chiusi nell’ignoranza»: Eleonora Sclifò, maturanda del Colombo, vede oltre i muri della sua classe, la VB in via Bellucci, un mondo senza dogane alcune. «La Classicità è un punto di riferimento per la questione dei migranti. Nell’antica Grecia, - sottolinea Marco Monteverde rappresentante d’istituto al D’Oria - “xenos” era voce media, indicava lo straniero ma soprattutto l’ospite». Mentre in Italia si infuoca il tema delle migrazioni, sono gli studenti ad invitare alla lungimiranza. Si spande, la loro voce, alla vigilia della Notte dei Licei Classici , l’evento che domani in oltre 400 istituti nazionali, celebra lo studio di antiche civiltà e apre le scuole per essere donate, una sera all’anno, ai ragazzi: questi, nell’ampio respiro di Latini e Greci, danzeranno, suoneranno e canteranno, leggeranno poesie e mostreranno ai “grandi” di che talento siano fatti “quelli del Classico”.

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M5S come gli altri: soldi alle banche

Chi di banca ferisce, di banca perisce, verrebbe da dire il giorno dopo il piano di salvataggio di Carige messo a punto dal governo. Con tanto di giallo sui presunti conflitti di interesse del premier, Giuseppe Conte, per i suoi legami con alcuni consiglieri dell'istituto genovese, smentiti categoricamente da Palazzo Chigi. Ma che, nel frattempo, hanno già generato la levata di scudi del Pd e qualche mal di pancia nelle fila dei grillini. Tanto da spingere il vicepremier, Luigi Di Maio, a rigettare via «social» tutte le critiche. A partire da chi ha visto nella vicenda Carige una rivincita della ditta Renzi-Boschi che, proprio su Banca Etruria e dintorni si è giocata una buona parte della campagna elettorale. Al di là dello scontro politico, Banca Carige andava salvata. Nell'interesse dei correntisti, che rischiavano di perdere i risparmi senza colpa. Ma anche dell'intero sistema del credito, che avrebbe pagato un prezzo altissimo, perdendo credibilità e fiducia, con il rischio di un effetto a catena. Insomma, il governo non aveva altra scelta. È vero che, come dice Di Maio, per ora l'esecutivo non ha tirato fuori un euro, prestando solo una garanzia e impegnandosi a ricapitalizzare la banca. Sarà. Ma, in ogni caso, nei bilanci dello Stato andranno individuati e «vincolati» i 5 miliardi previsti dal decreto Carige. Da questo punto di vista, il piano di salvataggio del governo non è molto diverso da quello firmato dall'ex premier Renzi. C'è di più. Le garanzie statali, per essere approvate dalla Commissione europea, devono automaticamente essere applicate anche agli altri istituti che si trovano nelle stesse condizioni (un caso per tutti, la Popolare di Bari), con l'inevitabile lievitazione dei costi a carico dei contribuenti.

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Anche Grillo firma il patto di Burioni Rivolta no-vax contro il comico

Ci sono anche Beppe Grillo e Matteo Renzi fra i firmatari di un «patto per la scienza» proposto dall'immunologo Roberto Burioni per sostenere la ricerca e contrastare la pseudomedicina. Lo ha annunciato lo stesso Burioni sul proprio sito spiegando che «ci si può dividere su tutto, ma una base comune deve esserci».



Grillo, ospitando l'appello di Burioni sul suo blog, scrive: «Nella scienza non si crede: o si capisce oppure non si capisce. È una modalità di comprensione delle cose del mondo che deve essere capace di prescindere da qualsiasi pregiudizio (quindi anche relativamente ad un certo vaccino o modalità di vaccinazione della popolazione). La scienza procede, senza timori attraverso il dubbio. Ma che anche la scienza ha bisogno di sopravvivere, come qualunque altra cosa. Per questo condivido con voi il Patto Trasversale per la Scienza, perché il progresso della scienza deve essere riconosciuto come un valore universale dell'umanità e non può essere negato o distorto per fini politici e/o elettorali».

NO VAX CONTRO GRILLO. Bufera di critiche e insulti su Facebook contro Beppe Grillo, appena un’ora dopo la sua firma, assieme a Matteo Renzi, del «patto per la scienza» proposto dall’immunologo Roberto Burioni. Un testo che sostiene la ricerca scientifica, contrasta la pseudomedicina e di fatto sconfessa la battaglia no-vax. E proprio per questa ragione oltre 400 follower di Grillo si sono scatenati, nei commenti, al post, pubblicato sul blog beppegrillo.it. I giudizi sono pressoché unanimi e durissimi: «Traditore», «mai più il mio voto dopo questo voltafaccia», «ci avevate promesso di abolire i vaccini e invece adesso ce li volete iniettare con forza. Bel voltagabbana».

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Burioni: “Da Grillo a Renzi, sostegno trasversale al manifesto per la scienza e contro la pseudomedicina”

Legittima difesa, Anm: “C’è il pericolo di legittimare l’omicidio. E il testo è a rischio incostituzionalità”

Il presidente del sindacato delle toghe Minisci ha parlato in audizione alla commissione Giustizia della Camera. Il testo "comporta pericoli", ha detto, citando il nuovo comma 4 dell'art. 52 del codice penale che "si presta a usi distorti". La replica di Salvini: "Definisce pericoloso un diritto sacrosanto"

Ci sono norme nella riforma della legittima difesa che rischiano di “legittimare condotte illecite gravi, anche l’omicidio“. E alcuni aspetti del testo presentano il rischio di “profili di illegittimità costituzionale“. La valutazione sul provvedimento, cavallo di battaglia della Lega e indicato da Matteo Salvini come una delle priorità di inizio anno, è del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci, che ha parlato in audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera che sta esaminando la proposta di legge già approvata dal Senato. La stessa commissione ha deciso poi lo slittamento alle ore 16 di venerdì del termine per la presentazione degli emendamenti: saranno esaminati a partire da mercoledì.

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Roma, Salvini a muso duro contro la Raggi: “Faccia il suo mestiere. Copra le buche e pulisca le strade”

Attacco via Facebook del ministro dell’Interno e leader leghistaMatteo Salvini al sindaco di Roma ed esponente M5s Virginia Raggi. “Caro sindaco Raggi: il ministro dell’Interno lavora per i cittadini di Roma e di tutte le città d’Italia; ma ognuno faccia il suo mestiere e i sindaci si preoccupino di coprire le buche nelle strade, perché non si possono fare i rally in motorino in giro per Roma; di avere autobus puntuali; di togliere l’immondizia dalle strade e dai cassonetti, perché ci sono dei gabbiani in giro per Roma che sembrano degli pterodattili e fanno quasi paura”.
Salvini è intervenuto dalla Magliana, dove in mattinata si è registrato un grave fatto di cronaca (una sparatoria di fronte ad un asilo) a cui la sindaca Raggi aveva reagito con un tweet:  “Indignata per gli spari fuori dall’asilo alla Magliana. Roma ha bisogno di più poliziotti come annunciato dal ministro Matteo Salvini. Non è più possibile aspettare, serve un numero di forze dell’ordine congruo per la Capitale d’Italia”.
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Sorpresa a Buckingham Palace: la guardia reale suona "Bohemian Rhapsody"

I visitatori nei pressi di Buckingham Palace hanno assistito a un'esibizione inaspettata. La guardia reale ha infatti sorpreso tutti suonando la propria versione di Bohemian Rhapsody, un omaggio alla recente vittoria dell'omonimo film ai Golden Globes 2019. La pellicola infatti, si è aggiudicata il premio per miglior film e miglior attore. 

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Di Maio non ha capito una cosa: quello del M5s è proprio il modello contro cui si battono i gilet gialli


La guerra contro la Francia di Emmanuel Macron e a favore dei gilet gialli, dichiarata da Luigi Di Maio (vicepremier, bis-ministro e capo del M5s), offre molti spunti di riflessione. Prima di tutto, il leader grillino non ha capito con chi ha a che fare: i francesi, al contrario degli italiani (per ragioni storiche che qui non è il caso di rivangare), si sentono Nazione sul serio. Magari si ghigliottinano a vicenda, ma guai se uno straniero osa mettere il naso nei loro affari interni. In virtù della presunzione – e grazie all’ignoranza (nel senso che ignora, tanto più sul fronte internazionale) – il giovane vicepremier ha trascurato quest’ultimo aspetto. Insomma, offrendo ai gilet gialli la sua “competenza”, nonché la “democrazia” farlocca basata sulla piattaforma Rousseau (è il colmo voler vendere un filosofo svizzero-francese ai francesi…), Di Maio “a marché dans une merde, come amano dire a Parigi e dintorni; o come, diremmo noi, ha pestato una cacca. Perché ha sottovalutato l’ipotesi di ricevere una pernacchia anche da coloro che vorrebbe sedurre.

Una proposta inattesasconveniente”: è stata infatti la reazionedell’ala moderata dei gilet gialli, che vorrebbe diventare un partito in vista delle elezioni europee. Non solo: “Quella del vostro vicepremier è un’ingerenza negli affari interni del nostro Paese”, ha detto Jacline Mouraud, focosa signora che lavora al progetto del partito, “Les Emergents“. “Davvero mi domando come sia possibile che un ministro italiano abbia bisogno di schierarsi contro un presidente di un Paese vicino”. Più favorevole a un dialogo con Di Maio è il camionista Eric Drouet, uno dei leader dell’ala dura. Intanto l’Eliseo, che ha ricevuto il sostegno della Commissione europea, ha fatto sapere che, se proprio Macron vorrà parlare con qualche italiano, lo farà con il premier Giuseppe Conte, mica con un vice che ricorre a “slogan a fini elettorali interni”.

(...)Insomma, il vicepremier, prima di riprovare a sedurre i francesi incavolati, deve studiare un po’ di più e deve capire con quale delle tante anime (alcune gratuitamente vandaliche) vuole parlare. Però non può fare a meno di ritentare. Il motivo? Le elezioni europeesono alle porte e il M5s – già in calo in Italia, a favore della Lega di Salvini – nel futuro Parlamento dell’Ue rischia essere schiacciato dai leghisti e dai loro alleati europei di estrema destra. L’obiettivo del partito – tuttora controllato, più o meno a distanza, da Grillo e Casaleggio – è quello di mostrarsi (a Bruxelles e non solo) distinto dai sovranisti alla Salvini, il cui abbraccio lo sta soffocando. Quindi i pentastellati hanno bisogno di avere qualcuno, all’estero, che faccia da spalla.
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Pizzeria di Tortona chiusa perché aveva tre lavoratori in nero. Al titolare multa di 15 mila euro

Nei giorni scorsi l’Ispettorato del Lavoro di Asti-Alessandria ha effettuato controlli nei pubblici esercizi nel centro di Tortona nell’ambito dell’attività istituzionale di contrasto al fenomeno del lavoro nero ed irregolare.
In particolare, gli Ispettori del lavoro della sede di Alessandria hanno individuato presso un pub/pizzeria 6 lavoratori, dei quali 3 “in nero”, senza contratto e senza copertura previdenziale ed assicurativa.
All’ora di cena, con i primi clienti già seduti ai tavoli, i funzionari hanno sorpreso i tre lavoratori, tutti di nazionalità italiana, impiegati irregolarmente nella cucina del locale, procedendo, quindi, alla sospensione dell’attività imprenditoriale, successivamente revocata a seguito dell’assunzione dei lavoratori irregolari e al pagamento di sanzioni pari a € 2.000.
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Riforma tariffe: aumenti significativi in bolletta da gennaio 2018

L'Autorità avverte: a gennaio 2018 la bolletta della luce per i piccoli consumatori potrebbe avere un significativo aumento per via della riforma della tariffa e della cosiddetta "norma energivori".


La bolletta luce sarà più alta a gennaio?

Con il nuovo anno scatta l'ultimo step della riforma delle tariffe della luce, avviata già nel 2016 e che riguarda tutti i clienti domestici.
L'Autorità per l'energia ed il gas avvisa il Governo che con questo cambiamento previsto contemporaneamente alla norma energivori, i piccoli consumatori domestici potrebbero vedere aumentare il conto delle loro bollette in modo significativo.
L'ipotesi della stessa Autorità è quella di rinviare la riforma di un anno modificando il percorso stabilito originariamente.
Vediamo quali clienti vengono coinvolti dalla riforma e di quanto potrebbe aumentare la bolletta dell'energia elettrica per ciascuna tipologia di utenza.

Cosa cambia dal 2018 con la riforma della tariffa della luce?

La riforma delle tariffe punta ad eliminare la progressività delle bollette. Il costo unitario del chilowattora progressivo è più elevato all'aumentare dei consumi del cliente.
Lo scopo è quello di promuovere tecnologie elettriche più efficienti, come le pompe di calore per il riscaldamento, piani cottura ad induzione per la cucina e le auto elettriche. Il processo è stato avviato già nel 2016 e prevede 3 step intermedi per un cambiamento graduale della tariffa.


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mercoledì 9 gennaio 2019

Allarme del 118, sui treni manca il sistema di soccorso

'Ogni giorno viaggiano 5 milioni di persone, subito il piano di emergenza'

Lettera del presidente del Sis 118 Mario Balzanelli al presidente di Ferrovie Gianluigi Vittorio Castelli per chiedere subito un sistema di soccorso sui treni italiani. "Ogni giorno 5 milioni di persone prendono il treno, chiedo di assicurare ai cittadini, con carattere uniforme su tutto il territorio nazionale, di standard adeguati di cardioprotezione con la collocazione sui treni, di defibrillatori semiautomatici (DAE) e di personale formato". Il presidente del 118 spiega l'importanza sui convogli di personale addestrato alle competenze della rianimazione cardiorespiratoria di base (certificazione BLSD): "In caso di arresto cardiaco improvviso, evento che può colpire chiunque anche senza la comparsa di sintomi premonitori, in qualsiasi fascia d'età, tra i milioni di persone che ogni giorno viaggiano sui treni, il soccorso immediato entro e non oltre i primi 3 minuti fa la differenza tra la vita e la morte". 

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Padre vittima Rigopiano violò sigilli per portare fiori, condannato

Alessio Feniello, padre di Stefano, una dei 29 morti del disastro dell'hotel

Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime del disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), è stato condannato dal gip del tribunale di Pescara a pagare una multa di 4.550 euro, per avere violato, il 21 maggio scorso, i sigilli giudiziari apposti per delimitare l'area nella quale si verificò la tragedia. La sentenza di condanna emessa dal giudice Elio Bongrazio, su richiesta del pm Salvatore Campochiaro, trae origine dal fatto che Feniello si sarebbe introdotto "abusivamente", nonostante "le ripetute diffide ed inviti ad uscirne rivoltigli dalle forze dell'ordine addette alla vigilanza del sito". 

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Ces: Italia 25ma al mondo in innovazione, fuori dal Gotha

Estonia guida classifica Cta 2019, poi Svizzera e Finlandia

Italia fuori dal vertice mondiale dell'innovazione, ma comunque un 'leader' nel settore con la sua 25ma posizione sui 61 Paesi osservati. Sono i risultati, annunciati al Ces di Las Vegas, delsondaggio condotto dall'associazione di categoria Consumer Technology Association (Cta), che mettono per il 2019 l'Estonia sul gradino più alto del podio a livello mondiale, seguita da Svizzera e Finlandia.
Subito sotto, Usa, Singapore e Regno Unito. Sono in tutto 16 i Paesi indicati dal Cta come i leader al mondo nel creare le migliori condizioni per l'innovazione, con criteri (e voti dalla A alla F) che vanno dalla libertà alla diversità di etnie presenti, dalla banda larga al capitale umano, dal 'fisco amico' fino agli investimenti in ricerca e sviluppo. I nuovi ingressi nella top 16 del 2019 sono Germania e Israele.
L'Italia, classificata appunto fra gli 'Innovation leader', paga "la mancanza di diversità etnica", un fisco sempre meno amico e, soprattutto, la mancanza di "unicorni" (le startup che hanno superato il miliardo di dollari di valore) e il bassissimo livello di ridesharing, "limitato a poche città a causa di rigide norme municipali". Il nostro Paese incassa una 'A' per i veicoli a guida autonoma e una 'A+' per l'ambiente: se la qualità dell'aria è sotto gli standard dell'Oms, il 100% della popolazione ha accesso a fonti di acqua pulita e protetta.
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Sea Watch: Ok a intesa Ue, migranti sbarcati a Malta. Ira di Salvini: 'Chiarimento nel governo'

L'annuncio del premier Muscat. Il vicepremier: 'Non autorizzo arrivi di migranti'. La gioia dei migranti nell'apprendere la notizia - VIDEO


Si avvia verso una soluzione la vicenda dei migranti della Sea Watch e della Sea Eye ma il caso manda in fibrillazione la maggioranza con Matteo Salvini che chiede un chiarimento di governo. Stasera si terrà un vertice di maggioranza per chiarire la vicenda:  Quella sui migranti, ha detto il vicepremier leghista, "è una partita di civiltà. Finchè aiutiamo scafisti e ong a portare illegalmente migranti in Europa gli scafisti continueranno ad arricchirsi. E' una questione di principio: in Europa si arriva in aereo e con i documenti e stasera dirò a Conte di aspettare che i Paesi europei prendano quelli che avevano promesso di accogliere. Non si capisce perche' altri se ne fregano e noi dobbiamo accogliere".

Economist: l’Italia cede 12 posti in Indice di democrazia

Gli analisti dell’Economist hanno bocciato il Governo italiano che, secondo i suoi analisti, ha fatto scendere nel 2018 l'Italia dal 21/o alla 33/o posto nella classifica globale del 'Democracy Index' (Indice della Democrazia). In ribasso anche il voto complessivo, da 7,98 a 7,71 punti: voto complessivo che vede in testa la Norvegia (9,87 punti). Seguono l'Islanda (9,58) e la Svezia (9,39), mentre la Nuova Zelanda (9,26) soffia la quarta posizione alla Danimarca (9,22), che diventa quinta. Si conferma sesto il Canada (9,15), a pari merito con l'Irlanda (9,15), seguita da Finlandia (9,14) e Australia (9,09).

Fanalino di coda la Turchia
Gli Usa (7,96) sono venticinquesimi e la Corea del Nord ultima (167/a a 1,08 punti). In Europa Occidentale l'Italia scende dal 15/o al 18/o posto, superata da Malta (13/a), Spagna (14/a), Portogallo (15/o) Francia (16/a) e Belgio (17/o). Fino alla Spagna - secondo l'analisi dell'Economist - la democrazia è 'compiuta', dal Portogallo alla Grecia (20/a) è 'imperfetta', mentre la Turchia, fanalino di coda in Europa, è un 'regime ibrido'.


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Lama Mocogno. Chiude l’albergo centenario: «Colpa della fattura elettronica»


Rosanna Adani di Lama Mocogno abbassa le serrande dell’attività che fungeva anche da bottega. «Ancora mi alzo al mattino e vado ad aprire come se il tempo si fosse 
LAMA MOCOGNO. (MO) Il nuovo anno ha portato una perdita storica nel borgo di Barigazzo, gruppetto di case a quota mille metri ostinatamente aggrappate alla via Giardini e memori della grande storia passata, quando questa era l’unica grande arteria della montagna dove passava un flusso turistico continuo. Rosanna Adani, la storica titolare dell’albergo Posta, ristorante, drogheria, tabaccheria ed edicola (secondo le licenze accorpate di un tempo) nonostante a 89 anni si sentisse ancora le forze per continuare l’attività, si è dovuta arrendere alla fatturazione elettronica e a malincuore ha chiuso.
Una pesante perdita per il centro, per cui la bottega era un riferimento costante: lì si poteva trovare di tutto (dai giochi a frutta, verdura, tabacchi, giornali, pasta, zucchero, farina, surgelati e merceria) a pochi passi da casa. Che non è cosa da poco in una comunità formata in gran parte da anziani.
«Mi è dispiaciuto tanto davvero - ammette Rosanna - ma le nuove regole mi hanno messo in ginocchio: era troppo difficile adattarsi al sistema della fatturazione elettronica, un baraccone dove non si capisce niente. E oltre al problema tecnico ce n’era uno economico, perché per il piccolissimo giro d’affari che avevo (c’erano giornate in cui passavano 2-3 persone) non conveniva attivare il sistema. È stata una sofferenza: non ci ho voluto pensare fino agli ultimissimi giorni».
Per lei infatti l’attività era luogo di vita e memoria. Ad aprirla, più di un secolo fa, la nonna Margherita Cavadini, che creò all’ombra del campanile simbolo del paese un ricovero dove c’era la fermata dei cavalli, la “posta” di una volta. Da qui il nome di quello che diventò poi un albergo con ristorante e bottega, con una gestione che passò al padre Pietro Enrico Adani e poi dall’età di 14 anni a lei, che l’ha portata avanti con i fratelli tenendone le redini fino all’ultimo, con sveglie alle 6 del mattino per andare a prendere i giornali e un lavoro che finiva alla sera dopo aver servito la cena.
Del resto, l’abitare al piano di sopra rendeva tutto in qualche modo naturale, alimentando quello spirito di famiglia che ha sempre contraddistinto l’attività. Che ha avuto anche i suoi momenti di gran lustro: dall’albergo Posta sono passati per il risotto con i funghi e altre prelibatezze personaggi come Celina Seghi e Zeno Colò, nonché Enzo Ferrari col pilota Kriss Ammon, poi Lauda, Regazzoni e anche Schumacher, tutti lasciando i loro autografi.
«Ancora non ci riesco a credere - chiosa amara Rosanna - Ancora mi alzo e faccio per andare ad aprire come se fosse tutto come prima, poi mi rendo conto che no, non è più così. È una tristezza pensare che una storia del genere sia finita non per mia volontà, ma perché in qualche modo costretta. Ma ormai è andata così».
Fonte




Carige, il governo stanzia un fondo da 1,3 miliardi di euro per ‘salvare’ la banca | Gli ultimi aggiornamenti

Il governo del Movimento Cinque Stelle, quello che ha sempre protestato contro il salvataggio delle banche, ha deciso di concedere la garanzia pubblica a Banca Carige. Il consiglio dei ministri, riunito d’urgenza, ha approvato un decreto in favore dell’Istituto di Genova, aprendo alla possibilità di nazionalizzazione.
Qui alcuni pezzi utili per sapere cosa sta succedendo tra Carige e il governo:
L’8 gennaio il governo ha messo a punto i paracadute per il salvataggio di Carige. Il decreto è stato trasmesso alle Camere e prevede un fondo da 1,3 miliardi di euro per ‘salvare’ la banca. Il testo non è altro che una fotocopia del Dl 237/2016, che il governo Gentiloni pubblicò per salvare Monte dei Paschi e le venete. Il decreto prevede fondi per un miliardo al massimo di ricapitalizzazione e 300 milioni di garanzie sull’emissione di passività da parte della banca fino a un massimo di 3 miliardi.

Terremoto Etna, nuova forte scossa sul vulcano: magnitudo 4.1 nella notte, gente in strada a Zafferana, Linguaglossa e Piedimonte. Paura da Catania a Messina

Terremoto, forte scossa di magnitudo 4.1 nella notte sull'Etna: paura in Sicilia da Catania a Messina, si temono nuovi danni nei paesi vulcanici

Una nuova forte scossa di terremoto ha colpito l’Etna nella notte. La scossa è stata di magnitudo 4.1 e si è verificata alle 00:50 ad appena 2.2km di profondità sul versante nord/orientale del vulcano, a monte di Linguaglossa e Piedimonte Etneo. La scossa è stata distintamente avvertita in tutta la Sicilia centro/orientale, a Catania e Messina e in modo particolare a Giarre, Randazzo, Zafferana Etnea, Mascali, Maletto, Bronte, Belpasso e Santa Venerina, Fiumefreddo di Sicilia, Castiglione di Sicilia, Gaggi, Aci Catena, Acireale oltre che sui Nebrodi e sulla costa tirrenica messinese.
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martedì 8 gennaio 2019

Reddito di cittadinanza, in media 138 euro a persona. Platea di 1,7 milioni di famiglie

La platea del reddito di cittadinanza sarà di quasi 5 milioni di persone, 1,7 milioni di famiglie. Nell'ultima bozza della relazione di accompagnamento al decreto atteso ormai in settimana, il governo torna ad indicare il numero di beneficiari da sempre designato dai padri pentastellati della misura, ridotto di qualche centinaio di migliaio nelle prime bozze del provvedimento, ma subito corretto nella versione più aggiornata. La platea dunque aumenta, ma gli stanziamenti restano quelli noti: 6,1 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza nei nove mesi di applicazione del 2019, da aprile a dicembre.

IN MEDIA 391 EURO A FAMIGLIA, 138 EURO A PERSONA
Dividendo a spanne l'ammontare del fondo previsto in manovra per il numero stimato dei beneficiari e per gli interi potenziali nove mesi di percezione del sostegno si ottengono poco meno di 400 euro medi a famiglia e poco meno di 140 persona. In base al testo del decreto finora circolato, il beneficio economico andrà comunque da un minimo di 40 a un massimo di 780 euro mensili. Il reddito sarà scomposto in una componente massima di 500 euro a famiglia a cui aggiungere eventuali 280 euro per l'affitto. La pensione di cittadinanza ammonterà invece ad un massimo di 630 euro a cui aggiungere eventuali 150 euro al mese per l'affitto. Un'integrazione di 150 euro è prevista anche per il mutuo.


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Gilet gialli, Ue: "Commenti Italia? Sosteniamo Macron"

"Non facciamo commenti ad altri commenti", ma sulla questione dei gilet gialli "la Commissione Ue sostiene Emmanuel Macron e le autorità francesi, che hanno tutta la nostra fiducia per mettere in opera il programma per cui il presidente è stato eletto". Lo ha affermato il portavoce del presidente della Commission Ue Jean-Claude Juncker, in merito al sostegno espresso da esponenti del governo italiano ai gilet gialli.

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Tenta di rapinarla, ma è una lottatrice professionista: l'aggressore messo ko dalla ragazza

L'apparenza inganna: lo ha imparato, a sue spese, un uomo che ha tentato di rapinare una ragazza di 26 anni, senza sapere che si trattava di una lottatrice UFC, esperta di arti marziali miste, e che è stato messo letteralmente ko. Polyana Viana, atleta professionista brasiliana, era stata avvicinata con una scusa e racconta così l'episodio: «Si è seduto accanto a me e mi ha chiesto l'ora, ma poi è rimasto lì e non si è allontanato. Mi ha detto che era armato e mi ha intimato di consegnargli il telefono: era così vicino che potevo anticiparlo e impedirgli di tirare fuori la pistola».

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