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giovedì 9 aprile 2020

Truffa sulle mascherine, arrestato Antonello Ieffi: aveva preso dallo Stato 15 milioni per il coronavirus

Appalto da 15 milioni di euro per la fornitura di 24 milioni di mascherine: in venti giorni la Procura di Roma ha sventato la truffa. L’intervento della Guardia di Finanza

Approfittare dell’emergenza coronavirus per truffare lo Stato e aggiudicarsi un appalto da oltre 15 milioni di euro per la fornitura di 24 milioni di mascherine è costato il carcere al disinvolto imprenditore Antonello Ieffi, 42 anni (leggi il ritratto), arrestato giovedì mattina dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. L’indagine svolta in tempi celerissimi dalla Procura della capitale ha smascherato, in venti giorni, l’operazione messa in piedi per aggirare le norme e partecipare alla gara attraverso una ditta-schermo del tutto incapace di assicurarsi la merce e consegnarla agli ospedali nei tempi richiesto. Senza nemmeno i soldi per pagarla. Di qui le accuse di turbativa d’asta e inadempimento di contratto pubblico per l’indagato che, una volta perso l’appalto dopo la denunciato di Consip, si stava organizzando con un’altra società-fantasma per aggiudicarsi un’altra gara pubblica: oltre 64 milioni per altro materiale sanitario.
Gioco d’azzardo sulla salute pubblica
A fronte di una pandemia che ha già provocato quasi 140.000 infezioni e oltre 17.000 morti, lo Stato è dovuto ricorrere a procedure speciali per le forniture mediche, giocando soprattutto su due fattori per decidere a chi affidare gli appalti in fretta e garantendo i servizi: il tempo e la capacità di consegna. «Due tavoli – accusa il giudice dell’indagine preliminare Valerio Savio nell’ordine di arresto – sui quali l’indagato appare aver giocato d’azzardo… Una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine». Il 12 marzo scorso la società Biocrea (di cui Ieffi era titolare fino al 19 febbraio, quando ha ceduto le quote alla quarantenne Stefania Verduci, indagata per gli stessi reati, attraverso una vendita che l’accusa ritiene fittizia) ha vinto la gara per la fornitura di oltre 24 milioni di mascherine, per l’importo complessivo di 15 milioni e 800.000 euro, avanzando l’offerta più vantaggiosa. Con l’obbligo di fornire i primi 3 milioni di esemplari entro 3 giorni dall’ordine, e cioè il 16 marzo.

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Matteo Salvini re della lottizzazione lombarda: così il leghista sceglie i dirigenti degli ospedali

I carabinieri hanno sequestrato la mappa della spartizione della sanità regionale, con le pagelle di fedeltà dei vari manager. Ecco chi ha "piazzato" più fedelissimi nei posti di potere. E il segretario del Carroccio pesa più del governatore Roberto Maroni

Un dirigente sanitario di fede leghista si è fatto sequestrare le liste dei raccomandati di partito collocati ai vertici dei grandi ospedali lombardi. I documenti, scoperti durante una perquisizione collegata all’inchiesta sull’Expo di Milano, contengono l’elenco dei 45 direttori generali della sanità lombarda. In teoria dovrebbero essere tecnici impermeabili alle pressioni politiche, selezionati fra i professionisti più capaci e meritevoli. Accanto a ogni nome, invece, su queste liste c’è la sigla del partito di riferimento. E dei protettori politici di quei super funzionari.

Per i magistrati di Milano le carte sequestrate sono sconfortanti. Vent’anni dopo Tangentopoli, gli ospedali della regione più ricca d’Italia continuano a essere governati con il vecchio sistema della lottizzazione: la spartizione selvaggia delle cariche pubbliche tra i partiti e i capi-corrente. L’unica differenza rispetto agli scandali del passato è che nella Lombardia di oggi a farla da padrona sembra essere la Lega, che secondo questi atti controlla da sola quasi metà di quelle poltrone da 15 mila euro al mese.

I documenti sulla lottizzazione delle nomine sono stati trovati per caso dalla polizia giudiziaria della Procura di Milano durante le indagini che, partendo dal misterioso suicidio di un funzionario della sanità milanese indagato per ’ndrangheta, sono poi arrivate a scoperchiare anche le tangenti sugli appalti dell’Expo 2015. Un troncone di questa maxi-inchiesta è tuttora aperto e riguarda proprio gli affari dei grandi ospedali lombardi, inquinati da reciproci favoritismi tra imprese private, politici e dirigenti pubblici. E così, in mezzo a migliaia di atti ormai depositati nei processi, ora spuntano un paio di carte che i pubblici ministeri continuano a utilizzare, negli interrogatori di questi mesi, come “documenti-cornice”, in grado di mettere in evidenza il quadro generale.

PROTETTI E PROMOSSI
Si tratta, in particolare, di due liste riservate, scritte e annotate a penna nei primi mesi del 2013, nello stesso periodo delle elezioni che hanno consegnato la presidenza della Regione Lombardia alla Lega di Roberto Maroni. Numerosi direttori di Asl e ospedali vengono però etichettati (anche o soltanto) come «fedelissimi» dell’attuale leader Matteo Salvini, che già allora, sull’onda delle inchieste sulle ruberie dei tesorieri della Lega nell’era di Umberto Bossi, era diventato il numero due del partito in Lombardia.

L’elenco dei presunti lottizzati riguarda anche Forza Italia e le altre componenti del centrodestra. E sembra fotografare la mappa del potere e sottopotere lombardo nei mesi cruciali della crisi di Forza Italia, che qui è coincisa con la fine dei quasi vent’anni di dominio dell’ex governatore ciellino Roberto Formigoni, oggi senatore, finito sotto processo per corruzione proprio con l’accusa di tangenti multi-milionarie sulla sanità.


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A Riace la giunta leghista si aumenta lo stipendio ma taglia la luce agli indigenti

In piena emergenza coronavirus il comune in dissesto guidato da Antonio Trifoli decide di alzare le indennità. Ma nello stesso giorno revoca l'energia elettrica a una famiglia in una casa popolare. Che si ritrova al buio per 18 giorni.  «Posso dire solo che adesso mi sento abbandonata, prima con Lucano non era così»



Un aumento di stipendio per sé e la disdetta del contratto dell’elettricità per una famiglia di indigenti. A pochi giorni dal primo decreto di lockdown con cui il governo Conte ha chiuso gli italiani dentro casa, così ha deciso la Giunta di Riace, guidata dal sindaco Antonio Trifoli, che nel maggio scorso ha portato in dote alla Lega l’ormai ex paese dell’accoglienza, un tempo guidato da Mimmo Lucano.

In piena emergenza coronavirus, mentre le famiglie arrancano e le attività soffocano, la Giunta di Riace ha deciso di intervenire. Anche per aiutare se stessa. Con una delibera approvata l’11 marzo scorso, l’esecutivo comunale guidato da Trifoli ha approvato all’unanimità «di rideterminare con decorrenza dall'anno 2020 l'indennità di funzione mensile spettante al Sindaco nella misura dell'85% dell'indennità spettante ai Sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero in 1.659,38 euro». Di conseguenza – come previsto dalla legge – sono lievitati anche gli stipendi del vicesindaco Francesco Salerno –da 250,56 a 331,88 euro, con un aumento del 20% – e dell’assessore Teresa Gervasi –da 187,92 euro a 248,90, con aumento pari al 15%.

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CORONAVIRUS. A SCUOLA SI TORNA A SETTEMBRE, DICONO GLI ESPERTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Non ci voleva la sfera di cristallo per capire che le aule scolastiche non riapriranno. Almeno per quest’anno. E che quella data, il 18 maggio, fissata come ultima possibilità di un ipotetico ritorno fra i banchi era una pia illusione.
Nella cosiddetta fase 2, nella quale si toglieranno i sigilli, si spera, a diverse aziende e uffici pubblici  per tornare gradualmente alla normalità, non c’è spazio per la scuola. Il comitato tecnico-scientifico della Salute è stato categorico: le scuole non riapriranno. Né entro il 18 maggio né entro giugno. Nessuna scuola è in grado di assicurare la distanza sociale e le norme igienico-sanitarie che dovranno essere mantenute a lungo. Anche quando l’emergenza non sarà più tale.
Troppo rischioso.
La popolazione scolastica conta oltre dieci milioni di persone tra  studenti  insegnanti e personale scolastico. Senza contare le famiglie coinvolte. Una recrudescenza del contagio è da scongiurare con ogni mezzo.
 La scuola, per la sua peculiarità, potrebbe essere propria l’ultima a riaprire i battenti. Tramontato il piano A, si procede col piano B: niente esame di terza media (sostituito con una valutazione finale da parte del Consiglio di classe, anche attraverso un elaborato dello studente) e maturità ridotta al solo colloquio orale in via telematica.
Ammessi tutti gli altri all’anno successivo, anche con debiti.
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Emergenza Covid 19. Obbligo mascherine per gli acquisti

Il Sindaco di Serravalle Scrivia (AL) ha emesso apposita Ordinanza con cui istituisce, sul territorio comunale, l’obbligo di fare uso della mascherina, o in subordine qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca, per effettuare gli acquisti presso gli esercizi commerciali.

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mercoledì 8 aprile 2020

Coronavirus, porta il nipotino al parco nel Torinese: supermulta alla nonna

E’ accaduto a San Francesco al Campo. La signora non ha ottemperato ai divieti ministeriali. L’area giochi era stata chiusa al pubblico


SAN FRANCESCO AL CAMPO (TORINO). È andata parecchio male a una giovane nonna di San Francesco al Campo che ha deciso di non ottemperare ai divieti ministeriali e ha portato il nipotino a giocare al parco giochi.
La donna è stata ripresa dalle telecamere e sanzionata con un'ammenda complessiva di 1500 euro. L'episodio è avvenuto qualche giorno fa nell'area pubblica di via San Giovanni che, tra l'altro, è stata chiusa al pubblico proprio per scongiurare i contagi da covid-19.

Da quello che sono riusciti a ricostruire gli agenti della polizia municipale di San Francesco al Campo, la signora, poco più che 40enne, avrebbe scavalcato la recinzione insieme al nipotino e poi, come risulta dall'occhio elettronico, è stata ripresa mentre spinge il minore sull'altalena. La casalinga è stata quindi rintracciata e sanzionata con 400 euro di multa. Ma non solo. Gli investigatori hanno pure accertato che aveva raggiunto il parco giochi a bordo di una macchina intestata ad una persona defunta. E qui è scattata la seconda sanzione amministativa da 1100 euro.
Coronavirus: se esco cosa rischio? Le misure restrittive spiegate dall'avvocato (video)

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Coronavirus, lanciano la bandiera dell'Europa dalla sede ossolana dei bersaglieri: denunciati (video)


«Io non credo nella medicina ufficiale e sono stufo di stare con mia moglie»

Pasqua, crollano del 50% le vendite dei prodotti artigianali

A tavola vince il "fai da te". La colomba resta il dolce preferito


ROMA - Tavola di Pasqua all'insegna delle preparazioni 'fai da te' e dei dolci industriali con un crollo dei prodotti artigianali che precipitano da un anno all'altro di oltre il 50%. Complessivamente si prevede un calo delle vendite rispetto al 2019 calcolato nell'ordine perlomeno del 20%. Ipotizzato un trend in discesa del 30% per la vendita di uova di Pasqua con la la produzione artigianale "praticamente azzerata". Per la festività si prevede che su sei tavole italiane ogni dieci verrà portata una colomba, restando il dolce preferito. A rilevarlo è un' indagine congiunta di Cna Agroalimentare (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) e Cna Commercio tra i propri iscritti.
La tendenza di acquisto negativa per le produzioni artigianali è spiegata dalle restrizioni imposte a pasticcerie, cioccolaterie e gelaterie costrette alla chiusura per l'emergenza coronavirus e per uno spazio di tempo a disposizione molto ristretto per poter organizzare con sistematicità la consegna a domicilio. In generale il calo delle vendite è legato - spiegano gli analisti - dall'esplosione del 'fai da te' e dalle difficoltà nel fare la spesa, tra orari ridotti, file allungate e controlli di ordine pubblico.
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Crolla il ponte tra Santo Stefano Magra e Albiano

La Spezia – Il crollo è avvenuto intorno alle 10.30: il ponte che collega l'abitato di Santo Stefano Magra con Albiano (che si trova in provincia di Massa-Carrara) ha ceduto improvvisamente.


Sul posto i vigili del fuoco.
Aggiornamenti in tempo reale
Due furgoni coinvolti
Dalle prime informazioni risulta che due veicoli in transito sono rimasti coinvolti dal crollo. Si tratta di due furgoni, tra cui uno del corriere Bartoini, precipitati sul letto del fiume e rimasti sopra la carreggiata collassata.
Un uomo che era a bordo di uno dei due mezzi si è salvatoUn altro è stato soccorso: secondo le prime informazioni, sarebbe cosciente, ma per sicurezza è stato trasportato all’ospedale di Pisa con un elicottero.
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martedì 7 aprile 2020

Altri sette medici morti, il totale sale a 94. Tra le vittime 26 infermieri e 6.549 contagiati

Altri sette decessi tra i medici sono stati registrati da ieri. Il totale dei camici bianchi rimasti vittima del coronavirus sale così a 94. Lo rende noto la federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), che da settimane sul suo portale, listato a lutto, riporta l'elenco dei colleghi morti. Tra i nuovi decessi, una cardiologa in pensione, un medico del lavoro e un odontoiatra. In totale, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità aggiornati a ieri sera, sono 12.681 gli operatori sanitari contagiati in Italia.  

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Pio Albergo Trivulzio, 30 morti da inizio aprile. Bare anche in chiesa. E arriva l'ispezione del governo

Nella casa di cura milanese solo a marzo, in piena emergenza coronavirus, sono deceduti 70 anziani. E ne continuano a morire

MILANO - Il governo invia una squadra di ispettori al Pio Albergo Trivulzio. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il suo vice Pierpaolo Sileri hanno deciso di approfondire la situazione di emergenza nel polo geriatrico più importante del Paese, sulla cui condotta la procura di Milano ha già aperto un'inchiesta con l'ipotesi di diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. Il sospetto sul quale anche Roma, ora, vuole vederci chiaro riguarda l'ipotesi che alla "Baggina", come da sempre i milanesi chiamano la storica struttura cui tutta la città è affezionata, siano stati nascosti casi di Covid-19 mettendo a rischio ospiti e operatori.

Nella struttura, compresa sia la Rsa sia la riabilitazione, sono morti solo a marzo, in piena emergenza coronavirus, 70 anziani. Ma gli ospiti qui continuano a morire: solo nella prima settimana di aprile se ne sono aggiunti altri 30, 26 nella casa di riposo e 4 temporaneamente nella struttura riabilitativa. Dove però i ricoveri sono stati bloccati a metà marzo, per via del rischio contagio, quindi i pazienti presenti sono "solo" 242 rispetto ai 350 di capienza normale.

Se si considera solo l'ospizio, dunque, dall'inizio dell'anno a ieri in tutto il complesso (via Trivulzio, Merate e Principessa Jolanda) sono mancati 147 ospiti, 44 in più rispetto ai 103 del 2019. L'obitorio del Pat è una stanza di sofferenza piena di lenzuoli bianchi arrotolati, sdraiati uno accanto all'altro. Altre sale sono state adibite a ricovero provvisorio di bare. Ognuna con un foglio di carta sopra, un nome, una storia. Nessuno, qui, ha fatto il tampone: che siano vittime del virus è, però, per la maggioranza quasi una certezza.

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Coronavirus, via libera del Governo al decreto liquidità: 400 miliardi subito per le imprese

Il premier: «Liberati 750 miliardi, quasi la metà del nostro Pil». Garanzie statali attraverso Sace sui prestiti fino al 100% (ma stop ai dividendi). Rafforzato il golden power

Garanzie sui prestiti alle imprese alle prese con la situazione di emergenza economica scaturita dalla pandemia del coronavirus con una liquidità immediata di 400 miliardi di euro. Ma anche pagamenti della Pa più veloci, sospensione dei termini per chi è in debito con il Fisco, estensione del “golden power”.
Sono alcune delle misure previste dal decreto liquidità, che ha ottenuto il via libera lunedì 6 aprile dopo un lungo Consiglio dei ministri.
«Dal decreto - scrive il premier Giuseppe Conte su Twitter - arrivano 400 miliardi di liquidità per le imprese, con il #CuraItalia ne avevamo liberati 350. Parliamo di 750 miliardi, quasi la metà del nostro Pil. Lo Stato c’è e mette subito la sua potenza di fuoco nel motore dell’economia. Quando si rialza l’Italia corre».
Nella mattinata di lunedì l’esecutivo aveva dato il via libera anche a un decreto legge per “salvare” l’anno scolastico nel caso in cui le scuole restino chiuse anche dopo il 18 maggio. La riunione era stata sospesa all’ora di pranzo per riprendere nel tardo pomeriggio e concludersi solo dopo le 20.

lunedì 6 aprile 2020

A Voghera 282 morti in un mese: il Coronavirus ha falcidiato una generazione

La camera mortuaria non basta più, arrivano le celle frigorifere. I decessi a marzo si sono triplicati rispetto alla media. Al dato dei residenti si aggiunge quello dei ricoverati in ospedale e degli ospiti delle residenze per anziani

VOGHERA. A Voghera il silenzio davanti alla camera mortuaria di via Barenghi è interrotto solo dal ritmo incessante degli addetti che scaricano le bare. «È così ogni giorno, dalle 8 del mattino fino a sera», dice un operatore in camice verde, guanti e mascherina. Sono le bare, in fila, a svelare una verità che neppure i manifesti funebri raccontano più, perché non vengono nemmeno affissi sui tabelloni vicino a piazza Duomo: Voghera è tra i centri più colpiti della provincia di Pavia. Lo dicono i numeri, impietosi. Numeri che sfuggono alle classifiche ufficiali sui morti da Covid e che dicono che i decessi a marzo sono quasi triplicati rispetto alla media.

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L’emendamento di Salvini che scaricava sui medici le responsabilità penali e civili del Coronavirus

Si contano 80 medici morti e 11.252 operatori contagiati che hanno salvato migliaia di vite salvate anche in condizioni non sicure. Eppure un emendamento presentato dalla Lega, con Matteo Salvini come primo firmatario, prevedeva di scaricare sugli operatori sanitari le responsabilità penali e civili nell'emergenza Coronavirus. L'emendamento è stato successivamente ritirato dal Carroccio dopo le denunce dei sindacati.

E mentre Fontana obbliga i lombardi ad avere una mascherina anche se non c'erano mascherine sufficienti neppure per i medici e mentre il suo ospedale propagandistico non ha alcun medico, Salvini cerca di procacciarsi voti dicendo che lui esige chiese aperte dato che lui ha messo da parte i riti celtici ed ora gioca a fare il "cristiano" che vuole andate alla messa di Pasqua per poter starnutire in faccia alle vecchiette quasi come se per lui un voto ottenuto attraverso l'abuso del sentimento valesse più di una vita stroncata dalla sua irresponsabilità. Ed è ormai da settimane che i populisti cercano di mettere a frutto i morti mentre insultano e umiliano quei medici e quegli infermieri che risultano stremati dal contrasto alla pandemia.

Nell'emendamento di Salvini si leggeva:

(Responsabilità datori di lavoro operatori sanitari e sociosanitari) – Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell’ambito o a causa dell’emergenza Covid-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessita’ di garantire, sia pure con mezzi e modalita’ non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell’assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare. 2. Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall’insufficienza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali.

Lo schifo, come sempre. E lo scopo sarebbe stato quello di mettere nei guai i lavoratori per salvare il sedere ai vertici ospedalieri che hanno mal gestito l'emergenza e che, guarda caso, sono quasi tutti leghisti o di centro-destra:


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Coronavirus, nei primi 20 giorni di marzo la mortalità al Nord è aumentata del 60%

Coronavirus: 20mila multe nel weekend, ancora troppi in strada

Fra le persone sanzionate 35 avevano l'obbligo di quarantena mentre 101 falsa autocertificazione

Non bastano i richiami delle autorità e la minaccia delle sanzioni: sono ancora tante le persone che violano le norme di distanziamento sociale, il lockdown. Con gli 11mila di ieri salgono ad oltre 20mila le persone denunciate nel weekend dalle forze dell'ordine per il mancato rispetto delle misure di contenimento del Coronavirus.
Ieri sono stati 186.741 i controllati: 11.022 sono stati sanzionati per i divieti di spostamento, 47 per false dichiarazioni e 25 per violazione della quarantena. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 66.538: 115 titolari sono stati sanzionati, per 24 è stata decisa la chiusura dell'attività. Sabato i denunciati erano stati circa 9.500; i trasgressori aumentano, dunque.
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Ambiente: Scoppia un incendio vicino la centrale di Chernobyl, picco di radiazioni

Un incendio nei boschi vicino alla centrale sarebbe la causa di un picco di radiazioni nella zona.

E' delle ultime ore la notizia che un vasto incendio di origini sconosciute è divampato nella zona della ex centrale nucleare di Chernobyl interessando circa 100 ettari di bosco. Le fiamme stanno divampando in quella che è più comunemente conosciuta come "zona di alienazione", un anello intorno alla centrale della larghezza di circa 30 chilometri istituito dopo il disastro del 1986 di cui tra pochi giorni, il 26 aprile, ricorrerà il 24° anniversario. Si tratta di una zona dove non è possibile risiedere ne entrare per alcun motivo, lasciata ai soli animali e alla vegetazione.

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Alzano e Nembro, sei giorni di rinvii. L’inchiesta sull’ecatombe da coronavirus nella Bergamasca

I primi pazienti «anomali», i mancati interventi, il via vai di persone in ospedale mai interrotto. Nelle mail e nei verbali delle riunioni il rimpallo di responsabilità tra governo e Regione. Il Comitato tecnico-scientifico propose la «zona rossa» ma non fu ascoltato

Francesco Zambonelli ha visto il paziente uno, ma anche il numero 2, e il tre. «Eravamo tutti insieme, nello stesso reparto di medicina, al terzo piano. E con i rispettivi familiari facevamo due chiacchiere nell’atrio d’ingresso». Sua madre, la signora Angiolina, viene ricoverata il 12 febbraio nell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Ha avuto uno scompenso cardiaco, ma non è in cattive condizioni. Una decina di giorni sotto osservazione, qualche flebo, e poi sarebbe tornata a casa, come sempre. Invece dopo una settimana arriva una febbre a 39, e poi la polmonite, le crisi respiratorie, la sensazione di avere un peso che schiaccia sul petto. Muore alle due della notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio.

Coronavirus: in provincia di Alessandria quasi 4 contagi ogni mille abitanti. Più che nel Milanese

ALESSANDRIA – È allarmante il dato che emerge dallo studio elaborato a titolo personale e diffuso in giornata da Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital di Milano. Il medico ha incrociato i dati della Protezione Civile sull’epidemia del coronavirus con quelli della popolazione italiana. Ne è emersa così una mappa con l’incidenza dei contagi regione per regione e provincia per provincia.
Su base regionale la più colpita risulta essere la Valle d’Aosta con 5.95 contagi Covid-19 ogni mille abitanti. Al secondo posto c’è la Lombardia con 4,88 contagiati ogni mille abitanti mentre in terza posizione si trova l’Emilia Romagna con 3,71. Seguono le Marche 2,85, la Liguria 2,71, il Piemonte 2,69 e il Veneto 2,21.
A livello provinciale, invece, è Cremona quella più colpita con 11,5 contagi ogni mille abitanti. Seguono Lodi 9,72, Bergamo 8,6 e Brescia 7,25. La provincia di Alessandria conta 3,78 contagi, più della città metropolitana di Milano che ne ha 3,33. 
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domenica 5 aprile 2020

Meteo: il CORONAVIRUS odia il CALDO e ama il FREDDO. Una SCOPERTA italiana ci dà SPERANZA per la PROSSIMA STAGIONE

E' quanto emerso da un recente lavoro che porta la firma di Francesco Ficetola e Diego Rubolini, ricercatori del Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell'Università Statale di Milano


Negli ultimi tempi si parla spesso di una possibile correlazione tra condizioni meteorologiche e il Coronavirus; ebbene, da uno studio recente sembra che il COVID-19 si diffonda maggiormente con il freddo (specie se secco).
Cerchiamo dunque di fare il punto, spiegando nel dettaglio quella che potrebbe essere un'importante scoperta (tutta italiana), che darebbe speranza in vista della prossima estate.
In tutti gli aspetti, da quelli legati alla nostra vita quotidiana, alle più complesse dinamiche ambientali, il tempo atmosferico influisce in maniera determinante. Da una ricerca condotta di recente è emerso che anche i virus hanno il loro clima preferito. In particolare, sembra che l'epidemia cresca più rapidamente in un clima freddo, con temperature medie di circa 5°C e con un'umidità medio/bassa. E' quanto emerso da un recente lavoro che porta la firma di Francesco Ficetola e Diego Rubolini, ricercatori del Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell'Università Statale di Milano.
Al momento sembra infatti che in climi molto caldi e umidi, caratteristici di alcune zone tropicali, l'epidemia si diffonda molto più lentamente che in altri settori del Pianeta.
Una speranza dunque in vista della prossima estate?
Forse sì. Soprattutto in considerazione del fatto che gli ultimi aggiornamenti delle mappe stagionali lasciano propendere per una stagione estiva piuttosto calda, con temperature spesso oltre le medie, già dal mese di giugno. 

L'impatto del coronavirus anche sulle previsioni meteo, cala l'attendibilità: ecco perchè

La pandemia del nuovo coronavirus Covid-19 potrebbe avere ripercussioni anche sull'attendibilità delle previsioni meteo, in particolar modo su quelle a medio termine (4-6 giorni di distanza). Lo confermano il WMO (Organizzazione Mondiale della Meteorologia) e il centro meteorologico europeo di Reading (EMCWF), attualmente uno dei più prestigiosi e affidabili al mondo.
Che correlazione c'è tra il coronavirus e le previsioni meteo? 
Ad influire sull'attendibilità delle previsioni meteo è il repentino calo del traffico aereo, indotto dalle pesanti restrizioni volte a fronteggiare l'epidemia mondiale. Con meno aerei in circolazione in Europa e nel mondo, diminuiscono anche i dati AMDAR (Aircraft Meteorological Data Relay) che vengono raccolti proprio dai velivoli durante le loro rotte.
dati AMDAR sono raccolti da sensori montati appositamente sugli aerei: si tratta di informazioni molto accurate che tengono conto di variabili come temperatura, umidità e vento a diversi livelli dell'atmosfera, dalla superficie all'alta troposfera. Questi dati vengono poi inviati ai centri meteorologici (ECMWF e anche molti altri centri di calcolo mondiali) e inseriti all'interno dei calcolatori, contribuendo a definire con più accuratezza una previsione meteorologica.
In particolare i dati AMDAR hanno un notevole impatto sul calcolo delle condizioni meteo a 11-12 km di altitudine soprattutto per il calcolo di temperature e venti. Con calcoli meno performanti in quel tratto d'atmosfera rischia di venir fuori una previsione meteo meno accurata.
Un'altra motivazione che potrebbe influire sul calo della predicibilità delle previsioni meteo, da confermare, potrebbe essere l'improvvisa variazione di alcune dinamiche nell'emisfero boreale dopo un lungo periodo di stasi. Ci riferiamo al passaggio della NAO (Northern Atlantic Oscillation) in territorio negativo dopo una lunga fase positiva durata quasi tutto l'inverno. La NAO negativa sta ad indicare semplicemente l'espansione delle alte pressioni sul nord Atlantico e in Islanda, con conseguente ritorno delle perturbazioni sull'Europa centro-meridionale.
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Prossima settimana in compagnia del BEL TEMPO, con limitati e temporanei DISTURBI

Sui decessi da Coronavirus i conti non tornano

Le differenze tra i dati ufficiali e quelli reali. Nei centri zona, tra il 2019 e il 2020, incremento impressionante


I camion militari portano le bare verso le case funerarie. La colonna ferma al casello di Serravalle




ALESSANDRIA - A Tortona + 365%, a Valenza + 105%, ad Alessandria + 58%. Impressiona l'incremento dei decessi nel capoluogo e nei centri zona, con aumenti significativi se si prende in considerazione lo stesso periodo del 2019. Capire l’emergenza coronavirus è anche una questione di numeri: come questi vengono interpretati, comunicati, aggregati, spiegati... Un problema ulteriore, però, è rappresentato dal fatto che molti casi non vengono certificati. In assenza di positività del tampone il medico non può scrivere Covid-19 come causa del decesso. Può capitare quindi che scriva «polmonite interstiziale», o «complicanze polmonari o respiratorie», ma i sintomi sono chiari e riconducono all’epidemia. Succede spesso, dunque, che i numeri ufficiali non corrispondano effettivamente a quelli reali e ad Acqui, in questo senso, c'è un esempio significativo. I conti non tornano, purtroppo. 

 Fonte

sabato 4 aprile 2020

Con l’acquisto di un uovo di cioccolato Bodrato si raccolgono fondi per l’ospedale di Novi Ligure

Nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)

NOVI LIGURE. Anche le uova di Pasqua a sostegno del San Giacomo di Novi Ligure. Da domani sabato 4 aprile, acquistando un uovo di cioccolato prodotto dalla ditta Bodrato nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)  si contribuirà a raccogliere fondi per l’ospedale cittadino, fra quelli in prima linea nella lotta al coronavirus.
Per ogni uovo di Pasqua acquistato infatti, il 20% della somma sarà devoluta all’ospedale di Novi
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Coronavirus, Crisanti: «Mascherine anche in casa. Riaperture? Ultima la Lombardia, prima la Sardegna»

Il virologo dei tamponi diffusi in Veneto firma uno studio con Neil Ferguson, il matematico inglese che ha fatto cambiare idea a Boris Johnson: «I dati dimostrano l’efficacia della restrizione. I contagiati in hotel, per non diffondere il virus in famiglia»

«Sarà meglio usare mascherina e guanti anche in casa. E, soprattutto, limitare all’indispensabile l’utilizzo degli ambienti domestici condivisi. Mi rendo conto del sacrificio ma i risultati del nostro studio sulle probabilità di essere infettati dimostrano chiaramente l’assoluta efficacia della restrizione».
Anche a costo dell’impopolarità, il professor Andrea Crisanti procede con un nuovo fronte di lotta al virus. Dopo l’idea dei tamponi diffusi, che in Veneto sembra abbia funzionato, ecco una proposta che farà sospirare le famiglie: mascherine pure fra le mura di casa.
Crisanti la fa dopo aver analizzato a fondo i dati dell’epidemia con una quarantina fra ricercatori e tecnici divisi in due gruppi di lavoro, uno italiano dell’azienda ospedaliera e dell’Università di Padova, dove lui dirige il Dipartimento di Medicina molecolare, e uno britannico coordinato dal Neil Ferguson dell’Imperial College di Londra, il matematico che ha fatto cambiare idea al premier Boris Johnson convertendolo a una strategia più aggressiva.

Lo studio, nato dall’indagine su Vo’ Euganeo, sarà presto a diposizione della comunità scientifica internazionale. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni: se c’è un positivo in famiglia, il rischio di essere infettati è 84 volte superiore rispetto alla norma; identificando e isolando tutti gli infetti la capacità di riproduzione del virus scende subito da 2 a 0,2; con l’isolamento si elimina la trasmissione anche senza imporre misure drastiche di contenimento al resto della popolazione; dopo aver ricostruito tutte le catene di contagio, dalle quali i bambini risultano esclusi, si stima che i primi casi infetti di Vo’, focolaio del primo decesso in Italia, risalgano alla seconda settimana di gennaio.

Coronavirus: il drammatico primato della provincia di Alessandria in Piemonte


PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nell’analisi elaborata da un nostro lettore in base ai dati dell’Unità di Crisi Regionale sui decessi in rapporto con quelli Istat sulla popolazione è purtroppo evidente che la provincia di Alessandria è quella che in Piemonte sta pagando il tributo più alto al coronavirus, in termini di morti. 
La serie storica dei deceduti di Alessandria e Torino mette in luce che, pur avendo la metà del numero assoluto di deceduti rispetto a quella di Torino, in rapporto agli abitanti la provincia Alessandria ha circa 2.5 volte il tasso della provincia del capoluogo regionale” ha sottolineato il nostro lettore.
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