domenica 5 aprile 2015
Tutte le ultime novità sul tempo di PASQUETTA in Italia
Il tempo dovrebbe migliorare al nord-ovest e lungo il Tirreno, nubi al nord-est (specie nel pomeriggio) e ancora instabile in Abruzzo e al meridione.
Eccoci arrivati alla giornata solitamente dedicata alle gite fuori porta e alle escursioni: Pasquetta. La cartina che vedete inquadra la situazione attesa in Italia per le ore centrali della giornata in parola.
Al nord possiamo confermare un miglioramento, specie al nord-ovest, dove saranno possibili annuvolamenti a ridosso delle Alpi occidentali, senza precipitazioni.
Sul nord-est interverranno alcune nevicate sui settori di confine dell'Alto Adige, specie nell'area dolomitica, mentre dal pomeriggio un rientro di nubi da est interesserà Friuli, Veneto orientale e Romagna, ma senza la minaccia di pioggia.
Al centro tempo in netto miglioramento sulla Sardegna e lungo il versante tirrenico fino all'Umbria, dove si avrà prevalenza di sole, anche se con un clima abbastanza freddo. Tra Marche e Abruzzo tempo ancora instabile specie al mattino, con rischio di rovesci, nevosi sopra i 600-700 metri. Una certa attenuazione dei fenomeni interverrà su queste zone nel pomeriggio.
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Al nord possiamo confermare un miglioramento, specie al nord-ovest, dove saranno possibili annuvolamenti a ridosso delle Alpi occidentali, senza precipitazioni.
Sul nord-est interverranno alcune nevicate sui settori di confine dell'Alto Adige, specie nell'area dolomitica, mentre dal pomeriggio un rientro di nubi da est interesserà Friuli, Veneto orientale e Romagna, ma senza la minaccia di pioggia.
Al centro tempo in netto miglioramento sulla Sardegna e lungo il versante tirrenico fino all'Umbria, dove si avrà prevalenza di sole, anche se con un clima abbastanza freddo. Tra Marche e Abruzzo tempo ancora instabile specie al mattino, con rischio di rovesci, nevosi sopra i 600-700 metri. Una certa attenuazione dei fenomeni interverrà su queste zone nel pomeriggio.
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Turchia: spari contro il pullman del Fenerbahce, ferito il conducente
L'attacco è avvenuto dopo la partita della squadra di Istanbul a Riza,
non distante da Trabzon, sul Mar Nero. Nessun giocatore colpito. Ipotesi
di agguato di ultrà rivali. Il vicepresidente: "Volevano ucciderci
tutti"
ANKARA - Un assalto armato contro il Fenerbahce. Il pullman che trasportava la squadra di calcio turca è stato colpito da più colpi di arma da fuoco, ferito al volto l'autista, subito trasportato in ospedale. Nessun calciatore è stato colpito.
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ANKARA - Un assalto armato contro il Fenerbahce. Il pullman che trasportava la squadra di calcio turca è stato colpito da più colpi di arma da fuoco, ferito al volto l'autista, subito trasportato in ospedale. Nessun calciatore è stato colpito.
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sabato 4 aprile 2015
L'Aquila, l'ultima beffa: i terremotati devono restituire il risarcimento
Dopo l'assoluzione in secondo grado della Commissione Grandi Rischi, la
Protezione Civile chiede la restituzione delle somme a chi come Tonino,
ha perso due figlie, la casa e il lavoro e dopo sei anni ancora non è
riuscito a ricostruire la sua vita
La richiesta è arrivata a casa della madre. E’ un “atto di messa in mora” con un “intimazione di pagamento” dei soldi ricevuti, è stato inviato a tutti i parenti delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile del 2009 a L’Aquila. Nel caso di Tonino l’ordine è di restituire 30mila euro più gli interessi, la somma che il tribunale aveva considerato giusta per ricompensarlo della perdita di due figlie. La compagna probabilmente non è stata calcolata nel risarcimento: non essendo sposati era come se non esistesse. La casa è stata esclusa perché Tonino aveva un reddito alto, poteva pensarci da solo a ricostruirsi un tetto. E nemmeno il lavoro è stato preso in considerazione, sei anni e mezzo fa era il titolare di una delle principali ditte di autotrasporto del capoluogo. Aveva 30 dipendenti, clienti e merci da tutt’Italia: poteva ricominciare come se nulla fosse successo, dovevano aver pensato i giudici del tribunale.
Dopo il terremoto, dopo aver riconosciuto quel che restava delle figlie, e dopo averle viste calare in una fossa a 12 e 15 anni, in effetti Tonino aveva ricominciato a fare qualcosa. “Il primo anno c’era tanta gente tra vigili del fuoco, volontari, tecnici. Si lavorava comunque. Dopo è arrivato il momento peggiore, quando i riflettori si sono spenti e noi siamo rimasti soli con le macerie”, racconta. Da quel momento in poi lavoro non ce n’era davvero più. I clienti di Tonino continuavano a ritirare la merce ma non pagavano più. Uno di loro è arrivato ad accumulare 200mila euro di debiti con lui.
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La richiesta è arrivata a casa della madre. E’ un “atto di messa in mora” con un “intimazione di pagamento” dei soldi ricevuti, è stato inviato a tutti i parenti delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile del 2009 a L’Aquila. Nel caso di Tonino l’ordine è di restituire 30mila euro più gli interessi, la somma che il tribunale aveva considerato giusta per ricompensarlo della perdita di due figlie. La compagna probabilmente non è stata calcolata nel risarcimento: non essendo sposati era come se non esistesse. La casa è stata esclusa perché Tonino aveva un reddito alto, poteva pensarci da solo a ricostruirsi un tetto. E nemmeno il lavoro è stato preso in considerazione, sei anni e mezzo fa era il titolare di una delle principali ditte di autotrasporto del capoluogo. Aveva 30 dipendenti, clienti e merci da tutt’Italia: poteva ricominciare come se nulla fosse successo, dovevano aver pensato i giudici del tribunale.
Dopo il terremoto, dopo aver riconosciuto quel che restava delle figlie, e dopo averle viste calare in una fossa a 12 e 15 anni, in effetti Tonino aveva ricominciato a fare qualcosa. “Il primo anno c’era tanta gente tra vigili del fuoco, volontari, tecnici. Si lavorava comunque. Dopo è arrivato il momento peggiore, quando i riflettori si sono spenti e noi siamo rimasti soli con le macerie”, racconta. Da quel momento in poi lavoro non ce n’era davvero più. I clienti di Tonino continuavano a ritirare la merce ma non pagavano più. Uno di loro è arrivato ad accumulare 200mila euro di debiti con lui.
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Usa: ritrovato uomo disperso in mare da oltre due mesi
37enne americano salvato con la sua barca al largo del Nord Carolina
Un trentasettenne del Sud Carolina la cui famiglia ne aveva denunciato la scomparsa in mare più di due mesi fa è stato ritrovato al largo della costa del Nord Carolina. Ne dà notizia la Guardia costiera americana. Le autorità di Portsmouth spiegano di aver ricevuto la segnalazione da una nave battente bandiera tedesca dell'avvistamento di un uomo e la sua barca a vela a circa 200 km a est di Cape Hatteras. Louis Jordan è stato prelevato da un elicottero e portato in un ospedale della Virginia. Secondo la famiglia, l'uomo era uscito il 23 gennaio con la sua barca dal porto turistico di Conway e non era più rientrato.
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Tragedia a Casale: ragazza di 20 anni si getta dalla finestra
CASALE MONFERRATO (AL)- Aveva compiuto da poco 20 anni la ragazza di Casale Monferrato (R.Z.) che questo sabato mattina, alle 6.35, ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal balcone della sua abitazione. Un volo dal sesto piano della palazzina in via Bellini che ha tolto ogni speranza di salvezza. Un gesto estremo dietro cui ci sarebbero ragioni sentimentali. La notizia del suicidio della giovane ha lasciato sgomenta la città di Casale.
Fonte
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Pantani e il maratoneta, quel giorno a Carpi: "Ehi, stai andando a venti chilometri l'ora..."
Viene da pensare ad un fotomontaggio, ma non è così. Nel 1996 Fabian Roncero Dominguez stava correndo verso la vittoria quando fu affiancato dal Pirata, che in bici stava recuperando dal gravissimo infortunio alla gamba. Solo pochi istanti, ma intensi in quanto accomunati dal sacrificio e dalla sofferenza
Quando la vedi, pensi ad un fotomontaggio. Oggi si direbbe un photoshop, ma quelli erano ancora gli anni della pellicola, delle diapositive, della stampa. Una foto che emerge dall'oblio del tempo per approdare in qualche angolo dei social network. Mai vista, se non di sfuggita. Tempo neanche troppo lontano, che però sembra un'altra era geologica. Nell'istantanea due atleti affiancati: un podista evidentemente nella fase di massimo sforzo, con il pettorale della gara sulla maglia. E un ciclista in tenuta tecnica sponsorizzata, ma con lo sguardo più rilassato del runner, quasi fosse lì per una gita. Due campioni che le strane traiettorie della vita hanno fatto incontrare in quella strada, per pochi momenti. Due uomini estranei ma in qualche modo affini. Come le scie di due stelle cadenti che si incrociano nello splendore di una notte d'estate.
Ma estate non era: 13 ottobre 1996, l'obiettivo del fotografo inquadra Fabian Roncero Dominguez che è al trentacinquesimo chilometro della Maratona d'Italia. Di lì a poco il runner spagnolo taglierà il traguardo di Carpi da vincitore con un tempo di 2h 09:43, primo tassello di una bella carriera che lo porterà, un paio di anni dopo, a pochi secondi dal primato mondiale della distanza. Il clic della macchina fotografica lo fissa mentre viene affiancato da un uomo in bicicletta da corsa. E' lo stesso Fabian a raccontare l'incontro: "Mi sono ritrovato vicino un ciclista. Lo guardo e mi accorgo che è il grande Marco Pantani. Gli chiedo cosa stia facendo lì e lui mi dice solo poche parole, facendomi notare che sto andando a venti chilometri all'ora... poi se ne va"
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Pensioni, Inps: “Il 96% dei ferrovieri prende più di quello che ha versato”
Chi è stato liquidato tra il 2000 e il 2014 incassa importi superiori di almeno il 20% a quello che avrebbero avuto con il sistema contributivo
Pensioni maggiori rispetto ai contributi versati. Dopo l’operazione trasparenza fatta sui trattamenti dei dirigenti dell’industria e la cassa integrazione dei piloti, l’Inps passa al setaccio le pensioni dei ferrovieri e scopre che il 96% di quelle liquidate tra il 2000 e il 2014 e ancora in pagamento nel 2015 – secondo le tabelle pubblicate venerdì 3 aprile nella sezione “Porte aperte” del sito dell’Istituto – è superiore all’importo che si avrebbe avuto calcolando l’assegno con il metodo contributivo. Il 27% degli assegni inoltre – sottolinea l’Inps – è superiore all’assegno calcolato con il contributivo di oltre il 30 per cento.
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Manovra da 10 miliardi. Tagli alle agevolazioni fiscali e nuova spending review
Pronti il Def e il Piano nazionale delle riforme. Venerdì il varo
Municipalizzate nel mirino.“Revisione”degli incentivi alle imprese
ROMA - Dieci miliardi, tra spending review e riduzione delle agevolazioni fiscali. Ferve il lavoro tra Palazzo Chigi e Via venti Settembre per mettere a punto il Documento di economia e finanza, che sarà varato venerdì prossimo ed oggetto di un giro di tavolo nella riunione di governo di martedì, subito dopo Pasqua. L'obiettivo primario è quello di non aumentare le tasse, di scongiurare la clausola di salvaguardia che, al netto dei 6 miliardi già realizzati quest'anno, vale circa 10 miliardi di aumento dell'Iva e delle accise dal primo gennaio del prossimo anno (dunque 16 a regime).
Ma anche di non strozzare l'economia e di fare, come ha detto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan in Parlamento, una manovra "il più espansiva possibile". Le intenzioni del governo, ancora oggetto di dibattito, già emergono dal corposo Piano nazionale di riforme che dovrà essere presentato a Bruxelles, insieme al Def, e che ne ricalca sostanzialmente i contenuti. La bozza del piano, che Palazzo Chigi avverte di non considerare definitiva, e che la Repubblica è in grado di anticipare, contiene la griglia degli interventi del governo e in pratica ci dice cosa ci aspetterà il prossimo anno.
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ROMA - Dieci miliardi, tra spending review e riduzione delle agevolazioni fiscali. Ferve il lavoro tra Palazzo Chigi e Via venti Settembre per mettere a punto il Documento di economia e finanza, che sarà varato venerdì prossimo ed oggetto di un giro di tavolo nella riunione di governo di martedì, subito dopo Pasqua. L'obiettivo primario è quello di non aumentare le tasse, di scongiurare la clausola di salvaguardia che, al netto dei 6 miliardi già realizzati quest'anno, vale circa 10 miliardi di aumento dell'Iva e delle accise dal primo gennaio del prossimo anno (dunque 16 a regime).
Ma anche di non strozzare l'economia e di fare, come ha detto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan in Parlamento, una manovra "il più espansiva possibile". Le intenzioni del governo, ancora oggetto di dibattito, già emergono dal corposo Piano nazionale di riforme che dovrà essere presentato a Bruxelles, insieme al Def, e che ne ricalca sostanzialmente i contenuti. La bozza del piano, che Palazzo Chigi avverte di non considerare definitiva, e che la Repubblica è in grado di anticipare, contiene la griglia degli interventi del governo e in pratica ci dice cosa ci aspetterà il prossimo anno.
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Spending, aggregando acquisti di Stato ed enti locali risparmi fino a 3,2 miliardi
Pasquetta con sorpresa, chiusa l'area attrezzata di Bosco Piano
Borghetto di Borbera (AL)
Tutti quelli che si recheranno in prossimità del torrente Borbera, pensando di trascorrere una giornata tra grigliate e relax, avranno un’amara sorpresa: l’area attrezzata è chiusa dal 1° aprile. Lo ha stabilito un’ordinanza del sindaco di Borghetto Enrico Bussalino a causa della situazione di incuria e degrado
Trascorrere la Pasquetta all’aperto è una tradizione. Chi sceglie il mare, chi apprezza la campagna, chi sceglie faticosi percorsi di montagna. Dalle nostre parti, poi, molti preferiscono ritrovarsi con la famiglia e gli amici e andare al fiume. Uno dei luoghi più frequentati sono sicuramente le Strette di Pertuso, con l’area attrezzata di Bosco Piano.
Tutti quelli che si recheranno quest’anno in prossimità del torrente Borbera, pensando di trascorrere una giornata tra grigliate e relax, avranno però un’amara sorpresa: l’area attrezzata è chiusa dal 1° aprile. Lo ha stabilito un’ordinanza del sindaco di Borghetto Enrico Bussalino a causa della situazione di incuria e degrado.
Situazione che era già stata segnalata lo scorso agosto, quando un sopralluogo da parte di un tecnico del Comune di Borghetto e un agente di Polizia Municipale avevano evidenziato "situazioni di incuria e degrado dovute principalmente ai danneggiamenti cagionati nel tempo da ignoti; situazioni di pericolo per i potenziali fruitori dell’area conseguenti al deterioramento del parapetto che delimita la scala di accesso al torrente Borbera".
L’iter che ha portato alla chiusura di Bosco Piano è andato per le lunghe: prima è arrivata comunicazione alla Comunità montana “Terre del Giarolo”, in qualità di ente gestore dell’area, che ha fatto sapere solo lo scorso 1° aprile di non avere risorse economiche per sistemare, chiedendo quindi al sindaco di intervenire. Dopo il sopralluogo dell’ispettore della Municipale Roberto Bagnasco che ha evidenziato le stesse criticità dell’agosto 2014, il primo cittadino ha emesso l’ordinanza.
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Tutti quelli che si recheranno in prossimità del torrente Borbera, pensando di trascorrere una giornata tra grigliate e relax, avranno un’amara sorpresa: l’area attrezzata è chiusa dal 1° aprile. Lo ha stabilito un’ordinanza del sindaco di Borghetto Enrico Bussalino a causa della situazione di incuria e degrado
Trascorrere la Pasquetta all’aperto è una tradizione. Chi sceglie il mare, chi apprezza la campagna, chi sceglie faticosi percorsi di montagna. Dalle nostre parti, poi, molti preferiscono ritrovarsi con la famiglia e gli amici e andare al fiume. Uno dei luoghi più frequentati sono sicuramente le Strette di Pertuso, con l’area attrezzata di Bosco Piano.
Tutti quelli che si recheranno quest’anno in prossimità del torrente Borbera, pensando di trascorrere una giornata tra grigliate e relax, avranno però un’amara sorpresa: l’area attrezzata è chiusa dal 1° aprile. Lo ha stabilito un’ordinanza del sindaco di Borghetto Enrico Bussalino a causa della situazione di incuria e degrado.
Situazione che era già stata segnalata lo scorso agosto, quando un sopralluogo da parte di un tecnico del Comune di Borghetto e un agente di Polizia Municipale avevano evidenziato "situazioni di incuria e degrado dovute principalmente ai danneggiamenti cagionati nel tempo da ignoti; situazioni di pericolo per i potenziali fruitori dell’area conseguenti al deterioramento del parapetto che delimita la scala di accesso al torrente Borbera".
L’iter che ha portato alla chiusura di Bosco Piano è andato per le lunghe: prima è arrivata comunicazione alla Comunità montana “Terre del Giarolo”, in qualità di ente gestore dell’area, che ha fatto sapere solo lo scorso 1° aprile di non avere risorse economiche per sistemare, chiedendo quindi al sindaco di intervenire. Dopo il sopralluogo dell’ispettore della Municipale Roberto Bagnasco che ha evidenziato le stesse criticità dell’agosto 2014, il primo cittadino ha emesso l’ordinanza.
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venerdì 3 aprile 2015
Brebemi, pochi veicoli e tanti debiti in bilancio: nel 2014 buco di 35,4 milioni
Nella relazione di bilancio della società, tra i cui soci ci sono Intesa
Sanpaolo e gruppo Gavio, si legge che i conti in rosso sono
“conseguenza della fase di avvio". Un dato “drammatico”, per il
responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia Dario Balotta:
“Significa che non solo non
paga il debito con le banche, ma nemmeno il
costo di gestione: tenerla aperta costa più che tenerla chiusa”
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Bullismo in gita, 14 sospesi. Le mamme: scuola esagerata, il castigo è eccessivo
A Cuneo il caso in un liceo: ragazzo denudato, deriso e “addobbato con
delle caramelle. I genitori: perderanno l’anno. La preside replica: “Non
era uno scherzo, l’episodio è grave”
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Lorenzo Boratto, Gianni Martini
Cuneo
Gita scolastica a Roma. È notte. Quindici studenti si danno
appuntamento in una delle stanze d’albergo all’insaputa dei professori.
Ci sono maschi e femmine, hanno 15 e 16 anni. Giocano, discutono,
ridono. Uno di loro viene preso di mira: battute, vestiti che volano e,
quando è nudo, la rasatura dei peli. Spuntano le caramelle, i
marshmallow, utilizzati come addobbo indecoroso sul ragazzo che è
sdraiato sul letto. Lui è stanco, forse hanno bevuto, vuole essere
lasciato in pace. Uno dei compagni utilizza il cellulare della vittima e
inizia a filmare. La scena non dura molto ma, al ritorno a Cuneo, la
ripresa inizia a circolare in tante classi del liceo, finisce tra le
mani di un professore e dei genitori del ragazzo. Continua qui
Civitanova Marche, affonda peschereccio per onda anomala: due morti e due dispersi
e vittime sono un pugliese e un romeno. Romeni anche i due marittimi di
cui non si hanno notizie. Due i superstiti: "Questa notte avevamo fatto
un carico di 60-80 quintali di cozze quando si è rovesciata
l'imbarcazione. Prima dell'arrivo dei soccorsi siamo rimasti in mare per
un'ora e mezzo"
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giovedì 2 aprile 2015
Fisco, il 46% degli italiani dichiara meno di 15mila euro l'anno
Lo rivela il ministero dell'Economia. Nel 2013 gli italiani hanno dichiarato in media 20.070 euro. Solo lo 0,1% della popolazione supera quota 300mila
Il reddito totale dichiarato nel 2013 è di circa 811 miliardi, per un valore medio di 20.070 euro. Lo comunica il Mef, sottolineando che nella fascia di contribuenti fino a 15mila euro si colloca il 46% degli italiani, che dichiara solo il 5% dell'Irpef. Tra i 15mila e i 50mila euro si posiziona il 49% (il 58% dell'Irpef), mentre solo il 5% dichiara più di 50mila euro (37% dell'Irpef). I paperoni, sopra 300mila euro, sono 30mila (lo 0,1% dei contribuenti).
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Comune per Comune, ecco la mappa navigabile dei redditi dichiarati in Italia
Germawings, trovata seconda scatola nera. Lubitz, ricerche web su suicidi e porte di cabina
Nelle ricerche tra i rottami dell'Airbus precipitato sulle Alpi francesi
è stato ritrovato il contenitore dei dati di volo. Recuperati anche
alcuni telefoni cellulari, se ne studia il contenuto. Secondo la Procura
nel pc del copilota le indicazioni di un'azione premeditata
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Kenya, massacro di studenti in un college. 147 morti in attacco rivendicato da al-Shebaab
Un commando armato con esplosivi ha fatto irruzione nel campus di
Garissa in cui studiano soprattutto allievi cristiani. Raid all'alba,
poi 16 ore di sparatorie ed esplosioni nella battaglia con le forze di
sicurezza che assediavano l'istituto per cercare di liberare gli
ostaggi. L'azione rivendicata dai qaedisti somali, ma il capo sarebbe
l'ex direttore keniano di una scuola teologica.
NAIROBI - Torna il terrore in Kenya. All'alba un commando armato ha attaccato un college universitario nella città di Garissa, nella parte nord-orientale del Paese, a circa 150 chilometri dal confine con la Somalia. Ci sono state diverse esplosioni. Secondo il ministro dell'Interno kenyano il bilancio finale è di 147 morti, quasi tutti studenti ai quali si aggiungono due poliziotti, un soldato e due guardiani della scuola. I quattro terroristi che componevano il commando, secondo fonti delle forze di sicurezza, avevano esplosivi legati su tutto il corpo e "sono esplosi" quando i soldati hanno cominciato a sparargli addosso. L'attacco è cominciato all'alba. I jihadisti hanno preso d'assalto il campus intorno alle 4,30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, prima di asserragliarsi in uno dei dormitori degli studenti.
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NAIROBI - Torna il terrore in Kenya. All'alba un commando armato ha attaccato un college universitario nella città di Garissa, nella parte nord-orientale del Paese, a circa 150 chilometri dal confine con la Somalia. Ci sono state diverse esplosioni. Secondo il ministro dell'Interno kenyano il bilancio finale è di 147 morti, quasi tutti studenti ai quali si aggiungono due poliziotti, un soldato e due guardiani della scuola. I quattro terroristi che componevano il commando, secondo fonti delle forze di sicurezza, avevano esplosivi legati su tutto il corpo e "sono esplosi" quando i soldati hanno cominciato a sparargli addosso. L'attacco è cominciato all'alba. I jihadisti hanno preso d'assalto il campus intorno alle 4,30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, prima di asserragliarsi in uno dei dormitori degli studenti.
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Il lapsus di Toti, Novi Ligure è in Liguria
Il neo-candidato alla prossime regionali in Liguria per Forza Italia e Lega è ospite della trasmissione Agorà,
su RaiTre. Nella foga della diretta, il conduttore Gerardo Greco
sottolinea erroneamente che Bondi e Repetti - i due senatori forzisti
appena passati al Gruppo Misto - vivono proprio in Liguria. E Giovanni
Toti mormora mentre lo ascolta: "A Novi Ligure, sì". Che invece si trova
in Piemonte, provincia di Alessandria
Fonte
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Anticorruzione, dopo 2 anni il Senato approva ddl. Contrari M5S e Forza Italia
Il disegno di legge ottiene il primo via libera a Palazzo Madama con 165
voti a favore. Era stato presentato nel 2013. Renzi: "E' la volta
buona". Grasso: "Ancora molto da fare". I 5 Stelle nonostante abbiano
votato a favore di quasi tutti gli articoli e abbiano partecipato alla
stesura del provvedimento, hanno seguito la richiesta degli iscritti e
hanno detto "no". Anm: "Un passo avanti significativo"
Dopo 734 giorni di discussioni e di polemiche, dopo 13 giorni di dibattito in Aula, il disegno di legge Anticorruzione ha ottenuto il primo via libera del Senato con 165 voti favorevoli, 74 contrari e 13 astenuti. “E’ la volta buona”, ha scritto su Twitter Matteo Renzi. Ci sono in realtà voluti due anni prima che per l’Aula e per il governo fosse la “volta buona” e il provvedimento è solo al primo dei suoi passaggi: ora il disegno di legge che contiene norme contro la corruzione, il voto di scambio, il falso in bilancio e riciclaggio passa alla Camera. “Finalmente vedo alcune mie proposte approvate”, ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso. “Un passo avanti significativo, anche se resta molto da fare”. Soddisfatta anche l’Associazione nazionale magistrati: “E’ sicuramente un passo che aspettavamo da tempo. Finalmente torna una fattispecie che era stata sostanzialmente depenalizzata, il falso in bilancio. Ora chiediamo più coraggio, a cominciare dal tema della prescrizione”. Hanno detto sì il Partito democratico, Area popolare e Sel, mentre lo hanno bocciato il Movimento 5 stelle, Forza Italia e Gal. I grillini in un primo momento avevano votato a favore dei singoli articoli del provvedimento (che loro stessi hanno contribuito a scrivere), ma il sondaggio online tra gli iscritti ha chiesto che i parlamentari esprimessero il loro “no”.
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Dopo 734 giorni di discussioni e di polemiche, dopo 13 giorni di dibattito in Aula, il disegno di legge Anticorruzione ha ottenuto il primo via libera del Senato con 165 voti favorevoli, 74 contrari e 13 astenuti. “E’ la volta buona”, ha scritto su Twitter Matteo Renzi. Ci sono in realtà voluti due anni prima che per l’Aula e per il governo fosse la “volta buona” e il provvedimento è solo al primo dei suoi passaggi: ora il disegno di legge che contiene norme contro la corruzione, il voto di scambio, il falso in bilancio e riciclaggio passa alla Camera. “Finalmente vedo alcune mie proposte approvate”, ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso. “Un passo avanti significativo, anche se resta molto da fare”. Soddisfatta anche l’Associazione nazionale magistrati: “E’ sicuramente un passo che aspettavamo da tempo. Finalmente torna una fattispecie che era stata sostanzialmente depenalizzata, il falso in bilancio. Ora chiediamo più coraggio, a cominciare dal tema della prescrizione”. Hanno detto sì il Partito democratico, Area popolare e Sel, mentre lo hanno bocciato il Movimento 5 stelle, Forza Italia e Gal. I grillini in un primo momento avevano votato a favore dei singoli articoli del provvedimento (che loro stessi hanno contribuito a scrivere), ma il sondaggio online tra gli iscritti ha chiesto che i parlamentari esprimessero il loro “no”.
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Russia, affonda peschereccio in Kamchatka: oltre 50 morti
A bordo 132 persone. Quindici i dispersi. E' affondato in 15 minuti nel mare di Okhotsk senza lanciare sos
Un motopeschereccio russo è affondato nel mare di Okhotsk al largo della penisola di Kamchatka. A bordo si trovavano 132 persone, ha riferito Ria Novosti, ma almeno 54 sono morte annegate. Nell'area sono al lavoro ventisei imbarcazioni, impegnate nelle operazioni di salvataggio. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo finora 63 marinai ma, secondo quanto afferma la Tass, almeno 15 sono i dispersi. Il Dalniy Vostok e' affondato, per cause ancora da chiarire, al largo della penisola di Kamchatka, 250 km a sud di Magadan, la principale città nella regione dell'Estremo oriente russo. A bordo dell'imbarcazione c'erano 78 russi, 40 marinai di Myanmar e altri di diverse nazionalità.
Il naufragio sarebbe avvenuto verso le 22:40 di ieri ora italiana. Il peschereccio non avrebbe inviato alcun sos prima dell'incidente.
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Un motopeschereccio russo è affondato nel mare di Okhotsk al largo della penisola di Kamchatka. A bordo si trovavano 132 persone, ha riferito Ria Novosti, ma almeno 54 sono morte annegate. Nell'area sono al lavoro ventisei imbarcazioni, impegnate nelle operazioni di salvataggio. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo finora 63 marinai ma, secondo quanto afferma la Tass, almeno 15 sono i dispersi. Il Dalniy Vostok e' affondato, per cause ancora da chiarire, al largo della penisola di Kamchatka, 250 km a sud di Magadan, la principale città nella regione dell'Estremo oriente russo. A bordo dell'imbarcazione c'erano 78 russi, 40 marinai di Myanmar e altri di diverse nazionalità.
Il naufragio sarebbe avvenuto verso le 22:40 di ieri ora italiana. Il peschereccio non avrebbe inviato alcun sos prima dell'incidente.
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mercoledì 1 aprile 2015
Raffica di attacchi a Istanbul, assaltata la sede della polizia: uccisa una donna kamikaze
In mattinata blitz alla sede del partito di Erdogan, un arresto. 22
attivisti di estrema sinistra arrestato per i sequestro e la morte del
magistrato di Gezi Park
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Marta Ottaviani
Istanbul
La Turchia sembra essere stata cacciata in un incubo senza fine.
Quella di oggi doveva essere la giornata del dolore, della riflessione,
ma anche di un nuovo inizio. Si è trasformata in ore al cardio palma,
aggravata da un senso di vulnerabilità che sta crescendo nel Paese,
soprattutto a Istanbul, dove cellule terroristiche o pazzi isolati
potrebbero colpire ancora in qualsiasi momento. Continua qui
METEO A 7 GIORNI: confermata l'instabilità nel periodo pasquale
Si conferma l'arrivo di correnti più fredde sull'Italia ad iniziare da venerdì sera, che agiranno per gran parte del periodo pasquale. Non mancheranno comunque belle schiarite. Tutte le ultime novità...
Ancora 36-48 ore di relativa calma e mitezza sulla nostra Penisola, poi avrà ufficialmente inizio il "tormentone instabile pasquale".
Da giorni gli addetti ai lavori inseguono ogni piccolo cambiamento su carte e modelli, per poter comprendere meglio l'assetto meteorologico che accompagnerà una delle feste più amate dagli italiani.
Nella giornata di ieri le elaborazioni avevano un po' alleggerito il carico instabile per le nostre regioni, tant'è vero che la Pasqua si pensava fosse soleggiata su molte aree italiane.
Oggi gli stessi modelli ci hanno ripensato, optando per una maggiore ingerenza di nubi e piogge sul nostro Paese, seppure sotto condizioni di generale variabilità.
I primi segni del cambiamento si avranno nella serata di venerdì al nord, ma sarà tra sabato e domenica che la situazione si presenterà più instabile sui nostri lidi.
La cartina poco sopra ritrae uno spaccato del tempo di Pasqua e risulta incentrata per il primo pomeriggio della giornata in parola. Speravamo di dare notizie più confortanti nella giornata odierna, ma le bizze dei modelli hanno optato per questa situazione non particolarmente felice.
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Da giorni gli addetti ai lavori inseguono ogni piccolo cambiamento su carte e modelli, per poter comprendere meglio l'assetto meteorologico che accompagnerà una delle feste più amate dagli italiani.
Nella giornata di ieri le elaborazioni avevano un po' alleggerito il carico instabile per le nostre regioni, tant'è vero che la Pasqua si pensava fosse soleggiata su molte aree italiane.
Oggi gli stessi modelli ci hanno ripensato, optando per una maggiore ingerenza di nubi e piogge sul nostro Paese, seppure sotto condizioni di generale variabilità.
I primi segni del cambiamento si avranno nella serata di venerdì al nord, ma sarà tra sabato e domenica che la situazione si presenterà più instabile sui nostri lidi.
La cartina poco sopra ritrae uno spaccato del tempo di Pasqua e risulta incentrata per il primo pomeriggio della giornata in parola. Speravamo di dare notizie più confortanti nella giornata odierna, ma le bizze dei modelli hanno optato per questa situazione non particolarmente felice.
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Sorpresa nell'uovo di Pasqua: aumenta e si estende la pioggia al nord?
Meteo a 15 giorni: correnti FREDDE da nord-est sull'Italia con temporali in vista?
Manca un mese all’avvio dell’Expo, in ritardo tre cantieri su quattro
Il commissario Sala: “Sono fiducioso”. Ma nessuno sa che cosa sarà
pronto il 30 aprile Pronti percorsi guidati per nascondere ai turisti le
parti non finite. Ma sarà sufficiente?
Manca un mese. E l’orologio di Expo 2015 corre veloce. Pure troppo stando al cruscotto dei lavori sul sito grande come 170 campi da calcio. Dei 34 lotti di competenza italiana - non vanno contati i 53 padiglioni esteri selfbuilding - il 74% è ancora in lavorazione, il 9% in fase di collaudo, altrettanti sono già finiti, il 6% sono sottoposti a verifica amministrativa e l’1% sono sospesi. Nel cantiere che non dorme mai dove quasi 6 mila operai fanno turni di 24 ore e dove si lavora contemporaneamente per completare gli edifici e finire gli allestimenti interni, più di uno dorme sonni poco tranquilli. Il commissario unico Giuseppe Sala spande ottimismo a piene mani: «Sono fiducioso su quello che saremo in grado di completare e che il visitatore vedrà all’apertura di Expo 2015 il primo maggio».
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Manca un mese. E l’orologio di Expo 2015 corre veloce. Pure troppo stando al cruscotto dei lavori sul sito grande come 170 campi da calcio. Dei 34 lotti di competenza italiana - non vanno contati i 53 padiglioni esteri selfbuilding - il 74% è ancora in lavorazione, il 9% in fase di collaudo, altrettanti sono già finiti, il 6% sono sottoposti a verifica amministrativa e l’1% sono sospesi. Nel cantiere che non dorme mai dove quasi 6 mila operai fanno turni di 24 ore e dove si lavora contemporaneamente per completare gli edifici e finire gli allestimenti interni, più di uno dorme sonni poco tranquilli. Il commissario unico Giuseppe Sala spande ottimismo a piene mani: «Sono fiducioso su quello che saremo in grado di completare e che il visitatore vedrà all’apertura di Expo 2015 il primo maggio».
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Guidatore di autobus salva bambina
La madre si distrae e lei scende disinvolta dal mezzo pubblico, finendo
in mezzo alla strada. Il pronto intervento dell'autista ha evitato una
possibile tragedia!
Il video
Il video
LAVORO: ECCO IL FLOP ACT
E allora chiamiamolo Flop Act: dopo i dati pubblicati oggi dall’Istat
molto dell’ottimismo nato nei mesi scorsi si è sgonfiato. La
disoccupazione è risalita al 12,7%, e in particolare ad essere
penalizzate sono state le donne (42 mila posti in meno) e i giovani (il
42,6% è a casa).
Il ministro del lavoro Poletti si difende dicendo che non c’è nulla di preoccupante, perché in coda alla crisi i dati non sono stabilizzati. In realtà è stato preso in contropiede, perché sabato a Venezia aveva annunciato milioni di nuovi posti di lavoro in arrivo. Ora cerca di nascondere una realtà completamente diversa e cioè che il Jobs Act non funziona per la semplice ragione che il lavoro non si crea cambiando le regole ma con la crescita economica. Un Paese che, forse, salirà dello 0,7% dopo sette anni in cui ha perso il 10%, non crea posti di lavoro. Casomai continua a perderne. E allora come spiegare i 79 mila contratti a tempo indeterminato in più a febbraio di cui il governo va tanto fiero? Molto semplice: è stato solo il frutto della trasformazione di altri tipi di rapporti di lavoro (co.co.pro, tempo determinato e altro ancora) sfruttando la totale decontribuzione prevista per tre anni dalla Legge di Stabilità. Le aziende hanno fatto un semplice calcolo di convenienza: se confermavano i lavoratori con i vecchi contratti dovevano pagare, mediamente, il 30% di contributi previdenziali. Assumendoli con il contratto a tempo indeterminato invece avrebbero potuto godere dello sgravio di ottomila euro l’anno per ogni dipendente. Complessivamente un vantaggio di ventiquattromila euro in tre anni. E se alla scadenza la congiuntura di mercato non sarà più propizia nessun problema: pagando una piccola penale ci sarà il via libera al licenziamento per motivi economici.
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Il ministro del lavoro Poletti si difende dicendo che non c’è nulla di preoccupante, perché in coda alla crisi i dati non sono stabilizzati. In realtà è stato preso in contropiede, perché sabato a Venezia aveva annunciato milioni di nuovi posti di lavoro in arrivo. Ora cerca di nascondere una realtà completamente diversa e cioè che il Jobs Act non funziona per la semplice ragione che il lavoro non si crea cambiando le regole ma con la crescita economica. Un Paese che, forse, salirà dello 0,7% dopo sette anni in cui ha perso il 10%, non crea posti di lavoro. Casomai continua a perderne. E allora come spiegare i 79 mila contratti a tempo indeterminato in più a febbraio di cui il governo va tanto fiero? Molto semplice: è stato solo il frutto della trasformazione di altri tipi di rapporti di lavoro (co.co.pro, tempo determinato e altro ancora) sfruttando la totale decontribuzione prevista per tre anni dalla Legge di Stabilità. Le aziende hanno fatto un semplice calcolo di convenienza: se confermavano i lavoratori con i vecchi contratti dovevano pagare, mediamente, il 30% di contributi previdenziali. Assumendoli con il contratto a tempo indeterminato invece avrebbero potuto godere dello sgravio di ottomila euro l’anno per ogni dipendente. Complessivamente un vantaggio di ventiquattromila euro in tre anni. E se alla scadenza la congiuntura di mercato non sarà più propizia nessun problema: pagando una piccola penale ci sarà il via libera al licenziamento per motivi economici.
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Istanbul, morto il procuratore sequestrato. Nel blitz delle forze speciali 2 rapitori uccisi
Mehmet Selim Kiraz, il Procuratore turco rapito dal Fronte
rivoluzionario per la liberazione, è morto poco fa. Lo annuncia il
ministro degli Esteri turco. Kiraz era rimasto ferito durante il blitz
della polizia ed era stato immediatamente sottoposto ad intervento
chirurgico.
È finito così, nel sangue, dopo otto ore di angoscia, fra raffiche di mitra e esplosioni in un blitz delle teste di cuoio turche il sequestro al Palazzo di Giustizia di Istanbul del pm Kiraz, preso in ostaggio da due “brigatisti” del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C che chiedevano “giustizia” sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo simbolo delle grandi proteste di Gezi Park.
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È finito così, nel sangue, dopo otto ore di angoscia, fra raffiche di mitra e esplosioni in un blitz delle teste di cuoio turche il sequestro al Palazzo di Giustizia di Istanbul del pm Kiraz, preso in ostaggio da due “brigatisti” del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C che chiedevano “giustizia” sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo simbolo delle grandi proteste di Gezi Park.
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