sabato 4 aprile 2015
Pantani e il maratoneta, quel giorno a Carpi: "Ehi, stai andando a venti chilometri l'ora..."
Viene da pensare ad un fotomontaggio, ma non è così. Nel 1996 Fabian Roncero Dominguez stava correndo verso la vittoria quando fu affiancato dal Pirata, che in bici stava recuperando dal gravissimo infortunio alla gamba. Solo pochi istanti, ma intensi in quanto accomunati dal sacrificio e dalla sofferenza
Quando la vedi, pensi ad un fotomontaggio. Oggi si direbbe un photoshop, ma quelli erano ancora gli anni della pellicola, delle diapositive, della stampa. Una foto che emerge dall'oblio del tempo per approdare in qualche angolo dei social network. Mai vista, se non di sfuggita. Tempo neanche troppo lontano, che però sembra un'altra era geologica. Nell'istantanea due atleti affiancati: un podista evidentemente nella fase di massimo sforzo, con il pettorale della gara sulla maglia. E un ciclista in tenuta tecnica sponsorizzata, ma con lo sguardo più rilassato del runner, quasi fosse lì per una gita. Due campioni che le strane traiettorie della vita hanno fatto incontrare in quella strada, per pochi momenti. Due uomini estranei ma in qualche modo affini. Come le scie di due stelle cadenti che si incrociano nello splendore di una notte d'estate.
Ma estate non era: 13 ottobre 1996, l'obiettivo del fotografo inquadra Fabian Roncero Dominguez che è al trentacinquesimo chilometro della Maratona d'Italia. Di lì a poco il runner spagnolo taglierà il traguardo di Carpi da vincitore con un tempo di 2h 09:43, primo tassello di una bella carriera che lo porterà, un paio di anni dopo, a pochi secondi dal primato mondiale della distanza. Il clic della macchina fotografica lo fissa mentre viene affiancato da un uomo in bicicletta da corsa. E' lo stesso Fabian a raccontare l'incontro: "Mi sono ritrovato vicino un ciclista. Lo guardo e mi accorgo che è il grande Marco Pantani. Gli chiedo cosa stia facendo lì e lui mi dice solo poche parole, facendomi notare che sto andando a venti chilometri all'ora... poi se ne va"
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