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venerdì 18 gennaio 2019

Bankitalia taglia le stime del Pil 2019 da 1% a 0,6%. Italia a rischio recessione

Nel 2020 0,9%, poi 1% ma rischi previsioni "al ribasso"


Doccia fredda di Bankitalia sulla crescita. La proiezione centrale del Pil - si legge nel bollettino economico - è pari allo 0,6% quest'anno, 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza. 
Le previsioni sono nel 2020 e nel 2021 rispettivamente dello 0,9 e dell'1%,  ma i rischi per la crescita sono al ribasso.
 "In Italia, dopo che la crescita si era interrotta nel terzo trimestre, gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l'attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto", dice ancora Via Nazionale. E se si verificasse, una simile possibilità equivarrebbe a una recessione tecnica.
Giù anche i conusumi delle famiglie: "Nel terzo trimestre, in graduale rallentamento dall'inizio dell'anno, sono scesi dello 0,1 per cento rispetto al periodo precedente". Banca d'Italia aggiunge che "gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono che negli ultimi tre mesi dell'anno l'andamento dei consumi si sarebbe confermato debole, in linea con le più recenti dinamiche del mercato del lavoro".
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La prossima settimana arriverà una TEMPESTA carica di NEVE e pioggia sull'Italia

Dopo un fine settimana un po' instabile al centro e al sud e freddo al nord, il tempo diverrà moderatamente perturbato sulle regioni centrali e meridionali, ma sarà da mercoledì che entrerà in azione un'autentica tempesta invernale con vento, neve e pioggia. Fiocchi non esclusi anche sulla Capitale.


SITUAZIONE: il fronte che ieri ha interessato il nostro Paese tende ad allontanarsi verso levante, ma lascia in eredità condizioni di instabilità su nord-est, centro e sud. L'inserimento di aria più fredda da nord-est comporterà in giornata un calo delle temperature sul settentrione. 

EVOLUZIONE: nel fine settimana resteranno attive condizioni di instabilità al centro e al sud, mentre al nord il tempo risulterà buono ma freddo. Sul finire del week-end un fronte raggiungerà da ovest il centro Italia, determinandovi precipitazioni. 

LUNEDI e MARTEDI: una circolazione depressionaria alimentata da aria moderatamente fredda coinvolgerà le nostre regioni centrali e meridionali, favorendo precipitazioni sparse, anche nevose in Appennino oltre i 500-800m. Anche l'Emilia-Romagna potrebbe esserne coinvolta con qualche spruzzata di neve sino in pianura.

TEMPESTA INVERNALE: tra mercoledì 23 e venerdì 25 sull'Italia arriverà una vera e propria tempesta invernale, associata a condizioni di maltempo anche intenso, orchestrato non solo da un possente vortice freddo in discesa dal nord-ovest del Continente, ma da una depressione al suolo che colpirà un po' tutto il Paese con vento, neve e pioggia. Al momento le precipitazioni nevose sembrano dover coinvolgere soprattutto il nord ma anche le regioni centrali, impegnando per qualche ora anche la Capitale, ma ovviamente una simile azione depressionaria ha bisogno di tempo per essere letta in maniera più precisa dai modelli matematici. 

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Modello europeo: il GRANDE FREDDO sbarcherà in Europa entro venerdì 25



Ci sarà una FORTE NEVICATA al nord e sull'Appennino centrale tra mercoledì 23 e venerdì 25 gennaio?

Rifiuti fuori cassonetto: 15 fototrappole per incastrare chi sbaglia

Entro giugno, inoltre, si stabilirà il nuovo sistema di raccolta rifiuti ad Alessandria. “Avrei voluto il porta a porta ma la maggioranza non era d'accordo” ha detto l'assessore Borasio.

ALESSANDRIA – Entro un mese saranno installate ad Alessandria quindici fototrappole, utili a individuare chi non conferisce i rifiuti nei cassonetti. Lo ha ricordato ieri l’amministratore unico di Amag Ambiente Fiorenzo Borlasta nell’ultima commissione consiliare. Già nel 2018 l‘azienda aveva raddoppiato le ore di controllo degli addetti, passate da 600 a 1200 al mese.
Proprio questo venerdì è in programma un sopralluogo dei tecnici per stabilirne la collocazione e a breve dovrà essere firmata una convenzione con la Polizia Municipale che si occuperà di multare chi non rispetterà le regole. “Non saranno una soluzione definitiva ma sono importanti contro una problematica diffusa, difficile da eliminare: su 3 mila cassonetti, in circa 2800 abbiamo riscontrato che vengono lasciati dei rifiuti fuori. In parallelo, quindi, occorrerà avviare una campagna sistematica di multe. A ottobre il 10% degli indifferenziati proveniva proprio dal fuori cassonetto. Lo scorso dicembre sono state ad esempio comminate multe da 600 euro a due aziende scoperte a scaricare materiale edile, imballaggi e scarti fuori dai cassonetti. Le fototrappole si aggiungeranno alle quattro telecamere già in funzione in città vicino ad alcune aree dove sono presenti i cassonetti. Si rinforzerà anche il servizio di vigilanza ambientale: gli ispettori passeranno da 1 a 3”.
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A Novi Ligure le 15 mila tonnellate di rifiuti ammassate illecitamente a Sale?


“Io, ex M5S, vi dico che se il kit segreto di Casalino è finito in mano ai media è stato per dare un chiaro messaggio interno”

Il commento di Lorenzo Tosa, ex responsabile comunicazione dei Cinque Stelle in Liguria

La cosa sconvolgente del “kit” 5 Stelle per l’indottrinamento degli eletti non è il fatto che qualcuno della comunicazione l’abbia scritto, né che sia stato “rinvenuto” (diciamo così) su un divano di Montecitorio. No, la cosa inquietante – e ve lo dico per conoscenza diretta – è che nella stragrande maggioranza dei casi quelle sei misere paginette settimanali (note all’interno del M5S come “schede comunicazione”) sono l’unica ed esclusiva fonte di informazione alla quale si abbeverano centinaia di parlamentari e alcuni pochi fortunati consiglieri regionali del cerchio magico.
I vertici della comunicazione lo considerano da sempre materiale infiammabile e da maneggiare con cura. Raramente viene divulgato, quasi mai fuori dal Parlamento, e sempre tra pochi, selezionati, fedelissimi, spesso su esplicita richiesta dell’interessato.
Per questo, se quel kit è arrivato nelle mani dei giornalisti non è né un caso, né un incidente, né una fatale dimenticanza, ma un messaggio chiaro e preciso. E pesa, negli equilibri interni, più di qualsiasi rivelazione o soffiata anonima.
Non solo perché rivela nel dettaglio le reali strategie comunicative dei 5 Stelle e l’insofferenza verso l’alleato leghista, ma perché racconta, più e meglio di qualunque sofistica analisi socio-politica, il background culturale di un partito che ha basato tutto il proprio consenso su slogan da baci Perugina. Lo sapevate, lo sapevamo tutti. Ora è scritto lì, nero su bianco, quasi fosse una confessione.
Ogni volta che sentite parlare in tv un grillino, quello che dice arriva al 90 per cento da quelle schede, lette e mandate a memoria come preghiere, in una sorta di versione aggiornata degli auricolari di Ambra Angolini.
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Il paradosso di Como, capitale dei divieti: record di ordinanze, ma solo una multa

Nella città lariana il Comune, con la scusa del decoro, prende di mira poveri, venditori ambulanti e suonatori di strada

In nome del decoro, la prima fu l’ordinanza del natale 2017 contro i poveri. «Vietato mendicare in forma dinamica. Vietato mendicare anche in forma statica, occupando spazi pubblici con l’utilizzo di cartoni, cartelli. È altresì fatto divieto di bivaccare…». Il Natale 2018, invece, è stato quello contro i venditori di cianfrusaglie e i suonatori di strada: «Riscontrato che le esibizioni vanno ad alterare e talvolta a vanificare i contenuti del piano di sicurezza…». Cosa sta succedendo a Como?

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Rigopiano, l'ultima sceneggiata: ecco gli imbarazzanti interrogatori degli indagati per depistaggio

Dal vice capo della Sala Soccorsi che dichiara che il 18 gennaio 2017 non sentì alcuna segnalazione su Rigopiano, alla funzionaria della prefettura che nega l'esistenza di brogliacci con le telefonate annotate (di cui lei stessa, in altro interrogatorio, aveva ammesso l'esistenza), al mistero dei brogliacci spariti

“Stop ai fondi Ue a chi viola lo Stato di diritto”. Ma Lega e Cinque Stelle non votano a favore

Via libera dell’Europarlamento alle norme anti-corruzione che potrebbero penalizzare Ungheria e Polonia. Contrario il partito di Salvini, astenuti gli eurodeputati M5S

INVIATO A BRUXELLES
Nel giorno in cui il Movimento Cinque Stelle lancia l’offensiva contro lo spreco di denaro Ue, puntando il dito verso gli stipendi dei commissari, c’è stato un voto molto significativo al Parlamento europeo. L’aula di Strasburgo ha infatti approvato un progetto di legge che prevede la sospensione o addirittura il taglio dei fondi europei per quei governi che non rispettano lo Stato di diritto e non combattono frode e corruzione. Una misura che ha un duplice obiettivo: rimettere in cima alla lista i valori Ue e al tempo stesso assicurare una corretta gestione dei fondi europei. I due partiti italiani di maggioranza, Lega e Cinque Stelle, non hanno votato a favore.
I Movimento ha deciso di astenersi, mentre gli eurodeputati leghisti hanno votato contro. Si sono opposti anche gli esponenti dei partiti che sono al governo in Ungheria, Polonia e Romania, che temono di essere il bersaglio di questa normativa. Contro la Polonia è stata infatti attivata la procedura prevista dall’articolo 7 per le violazioni dello Stato di diritto e proprio l’Europarlamento ha chiesto di fare lo stesso con l’Ungheria (ma i governi non si sono ancora espressi). La prossima della lista potrebbe essere la Romania, guidata da un governo che è finito sotto la lente di Bruxelles proprio per le recenti riforme della Giustizia che mettono a rischio lo Stato di diritto. I tre Paesi sono anche tra i maggiori beneficiari dei fondi europei, dunque una condizionalità legata allo Stato di diritto rischia di lasciarli a bocca asciutta.
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giovedì 17 gennaio 2019

Caporalato e sfruttamento, migranti in condizioni disumane a Latina

Arrestati un sindacalista e un ispettore del lavoro

Scoperta a Latina un'organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in "condizioni disumane": costretti a lavorare 12 ore al giorno, a fronte di una retribuzione al di sotto della metà di quella prevista dal contratto nazionale, e all'ubbidienza di regole senza la garanzia dei più elementari diritti. Sei gli arresti. La misura cautelare ha raggiunto, tra gli altri, un sindacalista ed un ispettore del lavoro. I braccianti inoltre erano costretti a iscriversi al sindacato
Tra i sei arrestati due donne che reclutavano e sfruttavano stranieri centrafricani e rumeni, tramite una società cooperativa con sede a Sezze (LT), distribuendo illecitamente la loro manodopera a centinaia di azienda agricole che avevano monopolizzato il settore nelle provincie di Latina, Roma, Frosinone e Viterbo.
L'obbligo di iscrizione al sindacato, dietro la minaccia del licenziamento, veniva fatta affinchè quest'ultimo "percepisse non solo le quote di iscrizione ma anche ulteriori introiti economici connessi alla trattazione delle pratiche finalizzate ad ottenere le indennità di disoccupazione".
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Trump pensa alle guerre stellari e armi nello spazio

Presidente Usa vorrebbe rafforzare anche lo scudo anti-missili



Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di uno spiegamento di armi nello spazio, inclusi laser e satelliti per intercettare missili nemici. Lo afferma un funzionario dell'amministrazione, secondo quanto riportato dai media americani.

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Bimbo nel pozzo, papà: 'Spero sia vivo'

Mobilitata anche impresa svedese che salvò i 33 minatori in Cile


"Con mia moglie siamo a pezzi, siamo morti. Ma abbiamo ancora la speranza che Julen sia vivo".
    Enormemente provato, José Rossello, il padre del bimbo di due anni caduto domenica in un pozzo vicino Malaga, ha lanciato un appello a continuare le operazioni di salvataggio, perché si è detto convinto che "rivedrò vivo mio figlio". In dichiarazioni ai media, ha ringraziato per l'appoggio che con la moglie Vicky stanno ricevendo da "tutte le persone che ci danno forza, le imprese che offrono aiuto, gli psicologi, la guardia civile e tutti quanti stanno lavorando giorno e notte senza tregua". "Abbiamo un angelo che ci aiuta a che Julen esca fuori vivo", ha detto José, riferendosi al primogenito morto all'età di 3 anni. Intanto, si è mobilitata anche l'impresa svedese Stockholm Precision Tools AB, che localizzò e trasse in salvo i 33 minatori imprigionati in una miniera in Cile nel 2010.

Bologna, agenzie facevano cartello sui funerali: 30 arresti

Le imprese avrebbero preso il controllo delle camere mortuarie dell’ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. In questo modo avrebbero imposto, senza alcuna concorrenza, i loro servizi alle famiglie dei deceduti. Sequestrati 13 milioni di euro

Erano riusciti a mettere su un sistema per controllare le camere mortuarie dei due principali ospedali bolognesi. In questo modo riuscivano a imporre, senza alcuna concorrenza, alle famiglie dei pazienti deceduti i loro servizi per l’organizzazione dei funerali. Due cartelli di imprese di pompe funebri sono stati smantellati dai carabinieri di Bologna. Sono 30 gli arrestati e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari che hanno sequestrato un patrimonio di 13 milioni di euro.

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Brexit nel caos, May sopravvive a sfiducia: “È il momento di unirsi e lasciare l'Europa”

La premier resta in sella ma la situazione politica resta confusa. Corbyn ha accusato la premier di essere “incapace di accettare” la realtà della sconfitta. Intanto incombe ancora lo spettro del “no deal”

La premier britannica Theresa May è sopravvissuta alla mozione di sfiducia presentata dall'opposizione laburista dopo la sconfitta del suo accordo per la Brexit. "È il momento di unirsi e realizzare quanto deciso nel referendum”, ha detto la premier alla fine del suo messaggio al Paese dopo il voto. Oltremanica il caos politico è totale. E il tempo stringe: perché ormai mancano appena 72 giorni alla data prevista per l'uscita, il 29 marzo. La premier lavora a una nuova ipotesi di accordo e lunedì tornerà alla Camera. L'Ue apre a una proroga, che secondo fonti di stampa potrebbe arrivare al 2020. Ma incombe ancora lo spettro del “no deal”.

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Stefanel, sindacati: pronti 244 esuberi. L'azienda: cifra da definire

Il gruppo ha smentito: "È stata comunicata la sola intenzione di chiedere una cassa integrazione a rotazione". Il provvedimento riguarderebbe dipendenti della sede centrale e dei negozi italiani. Nei primi 9 mesi del 2018 le perdite sono state di quasi 21 milioni

Nel gruppo Stefanel ci saranno degli esuberi, ma i dettagli non sono ancora stati definiti. I sindacati avevano fatto sapere di aver ricevuto una comunicazione in cui l'azienda parlava di 244 esuberi su una base occupazionale di 253 dipendenti, ma il gruppo in una nota ha smentito, precisando che il numero “circolato in queste ore non corrisponde al vero in quanto questo dipenderà dal piano oggi allo studio da parte del consiglio d'amministrazione della società". Nei prossimi giorni, in ogni caso, le associazioni di categoria dovranno incontrare i vertici dell'azienda per la formalizzazione dello stato di crisi, condizione necessaria per accedere alla Cassa integrazione straordinaria.

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mercoledì 16 gennaio 2019

Rischi da telefonino, il Tar ordina ai ministeri una campagna informativa entro 6 mesi

Roma - Entro sei mesi i ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione dovranno adottare una campagna informativa sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’uso improprio dei telefonini. Lo ha deciso il Tar del Lazio, accogliendo parzialmente un ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog.
Per i giudici - è scritto nella sentenza - dagli atti depositati in giudizio, risulta che già il 16 gennaio 2012 il Ministero della Salute aveva evidenziato che il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all’uso del cellulare fosse alla costante attenzione del Ministero stesso, evidenziando come il Consiglio Superiore di Sanità, in un parere del 15 novembre 2011, aveva rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare, e comunque raccomandato di mantenere vivo l’interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema.
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Cadavere trovato murato nel Milanese

Scoperto durante lavori di restauro, indagano i carabinieri

Un cadavere è stato trovato murato in una parete interna di un'abitazione di Senago, in provincia di Milano, durante dei lavori di restauro. A quanto emerso si tratterebbe dei resti di un uomo, di età compresa tra i 35 e i 45 anni. Sul posto sono al lavoro i carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e della compagnia di Desio.
I resti saranno esaminati dagli esperti del Labanof e dal medico legale. Le ossa sono state scoperte da alcuni operai in una dependance di un'abitazione privata. 
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Quindici bimbi siriani morti di freddo nei campi profughi: il più piccolo aveva un’ora di vita

Nei campi profughi in Libano e Siria, in solo un mese almeno 15 bambini sono morti per il freddo e la mancanza di cure mediche. La maggior parte delle vittime aveva meno di un anno. Il più piccolo era nato solo da un’ora. A causa della tormenta che sta colpendo l’intera regione – denunciano le organizzazioni umanitarie – la situazione per migliaia di sfollati siriani è catastrofica.

Morire di freddo in un campo profughi. E’ la tragica fine di almeno 15 bambini stremati dal gelo che da giorni sta colpendo il Libano e la Siria. La maggior parte delle vittime aveva meno un anno. Il più piccolo era nato solo da un’ora. “Durante la notte fa tanto freddo e siamo costretti a dormire per terra. Quando sono cominciate le piogge abbiamo spostato le nostre tende sui terreni più in alto e abbiamo acceso il fuoco ma poi tutto si è allagato”, è la testimonianza di Maher, 10 anni. Secondo quanto denuncia Unicef, ad uccidere è anche la mancanza di cure mediche, come per i bimbi in fuga dai combattimenti ad Hajin nell'area di Deir-Ez-Zor, a est della Siria.

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La vera storia dei 20 miliardi di costo per la TAV

La TAV costa venti miliardi per risparmiare 20 minuti tra Torino e Lione? Ieri il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha attaccato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per la frase detta a Otto e Mezzo; lui gli ha risposto ribadendo il concetto, già sollevato in dichiarazioni pubbliche da Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. E quando tre grillini ripetono a pappagallo la stessa cosa viene sempre, segnala oggi Marco Imarisio sul Corriere, la sensazione che ormai tutto, anche la realtà, possa essere piegato a piacimento per le proprie esigenze di sopravvivenza politica. Tuttavia, mentre è una sciocchezza che si guadagnino solo 20 minuti tra Torino e Lione, la cifra di 20 miliardi di euro non è una bufala a patto di considerare il costo totale, per italiani, francesi e UE, dell’opera:
Dunque, i numeri, per quel poco che ancora valgono. Quelli della Tav sono scritti nell’accordo internazionale approvato nel 2016 dai 4 rami dei 2 rispettivi Parlamenti, Camera e Senato di Francia e Italia. Il nostro Paese spenderà sull’intera opera 4,6 miliardi di euro, 2,9 dei quali per la sezione transfrontaliera, il buco nella montagna insomma, e altri 1,7 miliardi per la tratta nazionale, ovvero da Avigliana al nodo ferroviario di Torino.
Se la quota di finanziamento dell’Unione europea dovesse salire al 50 per cento, oggi è al 40%, come annunciato lo scorso dicembre, il costo totale per noi scenderà a 4,2 miliardi. Ma ce li abbiamo questi soldi? In parte sì. La quota italiana del tunnel è quasi completamente coperta con lo stanziamento deciso dalla Finanziaria del 2012.
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Il commissario per la Tav: "Fermare il tunnel costa più che finirlo"

Il reddito di cittadinanza da 780 scenderà a 390 euro e la platea diminuisce

Emerge da uno studioSvimez, in cui - in base alla platea di beneficiari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di Bilancio - emerge un dato diverso rispetto alle stime del governo.

Si rischia un taglio fino a 390 euro, in pratica la metà dei 780 annunciati, per gli assegni del reddito di cittadinanza, con molti nodi ancora da sciogliere per una delle misure chiave della manovra 2019, fra cui quello di quasi 1 milione e 300 mila working poor, il 60% al centro-nord. Sono alcuni degli elementi che emergono da uno studioSvimez, anticipato da 'Repubblica', in cui - in base alla platea di beneficiari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di Bilancio - emerge un dato assai diverso rispetto alle stime del governo.

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Federico, la morte per meningite e la madre che non l’ha fatto vaccinare

Il 15enne Federico è morto la scorsa settimana all’Umberto I per meningite.  Una sepsi meningococcica le cui cause, ma soprattutto il cui tipo, è ora allo studio degli specialisti dell’Istituto Spallanzani che stanno concludendo le colture del virus per risalire al ceppo specifico di meningite. Il ragazzo,che venerdì avrebbe compiuto 16 anni, era stato vaccinato ancora piccolo per la meningite di tipo “B” ma non era stato sottoposto da adolescente all’immunizzazione di altri ceppi della meningite, come il “C” o il “135”, la cui vaccinazione – il tetravalente coniugato anti-meningococco A,C,Y,W – nella Regione Lazio è consigliata ma non obbligatoria. La madre Valeria ha rilasciato oggi un’intervista al Messaggero in cui
«Federico lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B, adesso che era adolescente non ci avevamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate ma sulla base degli esami che verranno fuori, spero che la sua morte non sia vana, che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie».

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Vibo Valentia, medici e infermieri fanno la spesa in orario di lavoro: venti denunce per assenteismo. Il video che li incastra

Si allontanavano durante l’orario di lavoro per andare a casa o per fare la spesa senza timbrare il cartellino, e, in qualche caso, anche durante le ore di straordinario. Venti tra mediciinfermieriassistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno sono stati denunciati dai carabinieri per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. L’indagine ha riguarda il periodo che va da gennaio fino ad inizio maggio 2018.
L’indagine è partita nel dicembre del 2017. In particolare è emerso l’allontanamento volontario da parte degli indagati dal presidio pubblico durante l’orario di lavoro per pranzare o per recarsi a fare la spesa ai supermarket locali che timbrassero il cartellino in loro possesso. In un caso è stata registrata anche un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.
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Come il video-gogna di Bonafede su Battisti ha fatto saltare la copertura di un agente di Polizia

«Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!» con questa presentazione il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di dare in pasto al pubblico di Facebook un video di tre minuti e cinquanta secondi che “racconta” l’arrivo in Italia del terrorista Cesare Battisti. Il filmato, accompagnato da un’odiosa musichetta trionfante ma al tempo stesso “intimista”, mostra la giornata dell’arrivo di Battisti in Italia, l’atterraggio a Ciampino, le procedure per il trasferimento nel carcere di Oristano dove il terrorista dei PAC sconterà la sua pena.

Lo show di Bonafede che mette a repentaglio gli agenti di Polizia

L’esposizione del corpo di Battisti, come un trofeo, si attaglia ben poco al concetto di giustizia in uso nel mondo Occidentale nei paesi democratici. Ma evidentemente il ministro aveva bisogno di celebrare qualche successo personale. Motivo per cui –  alla moda di Salvini – si è fatto fotografare con addosso la giacca della Polizia Penitenziaria e ha imbastito il grande show dell’arrivo di Battisti dalla Bolivia. Ma nella foga dei festeggiamenti, e davvero mancava solo uno scatto di Bonafede col pugnetto alzato come il collega Toninelli al Senato qualche tempo fa o una bottiglia di spumante stappata in favore di telecamere, Bonafede ha scritto una pagina vergognosa nella storia della propaganda di regime e commesso più di una violazione dei diritti di un condannato.

Toscana, sequestrato e chiuso un viadotto dell’E45: “Rischia di crollare”

Il provvedimento, richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi, nasce dall'inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45, avvenuto l'11 febbraio 2018. L'ipotesi della procura è "omissione di lavori". La segnalazione a fine novembre di un ex poliziotto che aveva notato la 'scarnificazione' dei piloni: "Ferri a vista arrugginiti". Per i tecnici incaricati dai magistrati la criticità è "estrema"


Il viadotto Puleto dell’E45, nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo, è stato chiuso e sequestrato dalla magistratura. Il provvedimento, richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi e disposto dal gip Piergiorgio Ponticelli, nasce dall’inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45, avvenuto l’11 febbraio 2018.

Ad avviso di una commissione di tecnici incaricata dal pm, che indaga contro ignoti per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, il viadotto sarebbe a rischio crollo. Nella relazione si parla di una “criticità estrema” e di“rischio di collassamento”, a causa del perdurare dell’esposizione all’usura del traffico veicolare. Il sequestro è stato notificato stamani dai carabinieri è in corso di esecuzione con un centinaio di uomini Anas.

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Pisa, malato di Sla senza cibo: la Asl ha finito le sacche alimentari. “Digiuno di 4 giorni evitato grazie a solidarietà privati”

Gino Votta, ex imprenditore di Ponte a Egola, frazione del comune toscano di San Miniato, che da anni combatte con la Sla, ha bisogno di tre sacche alimentari che vengono fornite dalla Asl11 di Empoli. La denuncia della moglie: "Finite il 10 gennaio, mi hanno detto che non ne avevano più. Non c'è stato uno sforzo per risolvere". Situazione superata solo grazie ai privati. Poi oggi l'azienda sanitaria: "Ci scusiamo, inconveniente risolto nel minor tempo possibile"

“Ѐ solo grazie alla solidarietà delle persone che mio marito ha potuto nutrirsi negli ultimi cinque giorni. Fosse stato per la direzione della farmacia territoriale, non so come avremmo potuto andare avanti”. Marzia Eleonori è la moglie di Gino Votta, ex imprenditore di Ponte a Egola, frazione del comune toscano di San Miniato, che da anni combatte con la Sla(Ilfattoquotidiano.it aveva raccontato la sua storia nel 2015). Per nutrirsi, Votta ha bisogno di tre sacche alimentari da 500 calorie l’una che vengono fornite dalla Asl11 di Empoli. Quando la moglie, rimasta con poche confezioni a disposizione, il 10 gennaiosi è recata alla farmacia territoriale di Empoli per ritirare la sua fornitura, i responsabili della struttura le hanno detto che il materiale non era disponibile, che erano dispiaciuti ma che non potevano farci niente. 

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A 102 anni vagava di notte al freddo in piazza, anziano soccorso dagli agenti della questura

Il racconto dei poliziotti della Volante, l’uomo “riconsegnato” al figlio ottantenne

ALESSANDRIA
Dove voleva andare non si è capito, ma, quale che fosse la meta, si era vestito bene: la «vestimenta» grigia sulla camicia bianca, giaccone, sciarpa e coppola che, d’inverno, fa freddo. E di notti d’inverno ne deve aver viste anche di più gelide, illuminate dalla luna o dalle bombe. Solo che, allora, era un giovanotto un po’ più giovane. Invece, a 102 anni, nella piazza della Libertà, assediata dalle luci artificiali dei lampioni e delle insegne, non si è raccapezzato più. Si è rannicchiato contro la vetrina di una banca, sperso, infreddolito e tremante.
Era mezzanotte e non sapeva né dove andare né dove tornare. Alcuni ragazzi l’hanno notato, hanno allertato la questura ed è arrivata la volante: l’assistente capo Lorenzo Savoriti e l’agente Giuseppe Platania. «Era pieno di freddo e di paura, gli abbiamo chiesto chi era, che cosa faceva lì». Lui balbettava, ma le parole, in dialetto piemontese (è originario di Cassine), uscivano a intermittenza dalle labbra tremanti. «Io e il collega siamo siciliani, non capivamo nulla» racconta Savoriti.
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