Dove voleva andare non si è capito, ma, quale che fosse la meta, si era vestito bene: la «vestimenta» grigia sulla camicia bianca, giaccone, sciarpa e coppola che, d’inverno, fa freddo. E di notti d’inverno ne deve aver viste anche di più gelide, illuminate dalla luna o dalle bombe. Solo che, allora, era un giovanotto un po’ più giovane. Invece, a 102 anni, nella piazza della Libertà, assediata dalle luci artificiali dei lampioni e delle insegne, non si è raccapezzato più. Si è rannicchiato contro la vetrina di una banca, sperso, infreddolito e tremante.
Era mezzanotte e non sapeva né dove andare né dove tornare. Alcuni ragazzi l’hanno notato, hanno allertato la questura ed è arrivata la volante: l’assistente capo Lorenzo Savoriti e l’agente Giuseppe Platania. «Era pieno di freddo e di paura, gli abbiamo chiesto chi era, che cosa faceva lì». Lui balbettava, ma le parole, in dialetto piemontese (è originario di Cassine), uscivano a intermittenza dalle labbra tremanti. «Io e il collega siamo siciliani, non capivamo nulla» racconta Savoriti.
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