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venerdì 18 gennaio 2019

“Io, ex M5S, vi dico che se il kit segreto di Casalino è finito in mano ai media è stato per dare un chiaro messaggio interno”

Il commento di Lorenzo Tosa, ex responsabile comunicazione dei Cinque Stelle in Liguria

La cosa sconvolgente del “kit” 5 Stelle per l’indottrinamento degli eletti non è il fatto che qualcuno della comunicazione l’abbia scritto, né che sia stato “rinvenuto” (diciamo così) su un divano di Montecitorio. No, la cosa inquietante – e ve lo dico per conoscenza diretta – è che nella stragrande maggioranza dei casi quelle sei misere paginette settimanali (note all’interno del M5S come “schede comunicazione”) sono l’unica ed esclusiva fonte di informazione alla quale si abbeverano centinaia di parlamentari e alcuni pochi fortunati consiglieri regionali del cerchio magico.
I vertici della comunicazione lo considerano da sempre materiale infiammabile e da maneggiare con cura. Raramente viene divulgato, quasi mai fuori dal Parlamento, e sempre tra pochi, selezionati, fedelissimi, spesso su esplicita richiesta dell’interessato.
Per questo, se quel kit è arrivato nelle mani dei giornalisti non è né un caso, né un incidente, né una fatale dimenticanza, ma un messaggio chiaro e preciso. E pesa, negli equilibri interni, più di qualsiasi rivelazione o soffiata anonima.
Non solo perché rivela nel dettaglio le reali strategie comunicative dei 5 Stelle e l’insofferenza verso l’alleato leghista, ma perché racconta, più e meglio di qualunque sofistica analisi socio-politica, il background culturale di un partito che ha basato tutto il proprio consenso su slogan da baci Perugina. Lo sapevate, lo sapevamo tutti. Ora è scritto lì, nero su bianco, quasi fosse una confessione.
Ogni volta che sentite parlare in tv un grillino, quello che dice arriva al 90 per cento da quelle schede, lette e mandate a memoria come preghiere, in una sorta di versione aggiornata degli auricolari di Ambra Angolini.
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