No alla sfiducia, primo tempo al premier Casini lo gela: "Vada avanti da solo"
Data per scontata la vittoria al Senato, il voto di Montecitorio mette in difficoltà Fini e regala a Berlusconi il tramonto dell'ipotesi "governo tecnico". Per l'esecutivo 314 voti, per la caduta 311 deputati. Decisivi tre finiani "di ritorno" e i "responsabili" di Calearo. Liti, bandiere e urla in Aula. E ora il futuro della legislatura resta tutto da decifrare
Casini si confronta con Fini in aula ROMA - Berlusconi vince questo round. E Fini si ritrova in grande difficoltà, con un partito spaccato. Eppure, alla fine della giornata più lunga per il governo, restano più dubbi che certezze. La sfiducia tanto attesa da Fli, Udc, Idv e Pd non passa, ma l'esito del voto sulla mozione contro il governo Berlusconi non significa la fine delle fibrillazioni del quadro politico. Anzi. Quando sulla seduta di Montecitorio cala il sipario, dopo un'altalena di emozioni e previsioni smentite, il pallottoliere segna 314 "no" alla sfiducia, 311 "sì" e le due astensioni dei deputati della Svp. A palazzo Madama, poco prima, era finita con margini più ampi per la maggioranza: 162 voti a sostegno dell'esecutivo, 135 contrati e gli 11 senatori di Fli astenuti nel tentativo di un disperato tentativo di mediazione con il Cavaliere.
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