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lunedì 6 dicembre 2010

"Occhio per occhio, via gli immigrati" cartelli razzisti ma Brembate si divide

E il sindaco avverte: "Qui non ci saranno né cacce all'uomo né show". Spiega un maghrebino: "La gente del posto lo sa, noi lavoriamo. E' sempre stato un paese tranquillo, noi non diamo problemi". La rabbia su Facebook: "Lasciate a noi quel marocchino, vengono solo a rubare e a violentarci le donne"

dal nostro inviato PIERO COLAPRICO


BREMBATE - Solo i volontari sembrano aspettare senza angoscia la luce del mattino: "Per cercarla  -  giurano  -  come se Yara fosse viva". E attendono l'alba come se Yara "fosse in attesa di essere liberata". Gli altri? "Doveva toccare alla figlia di un giudice o di un politico, non di uno di noi. Così quelli che si occupano della legge capiranno una buona volta che cos'è che bisogna fare..." La frase spietata esce dalla bocca di un anziano, con un caschetto di capelli bianchi, che sta accanto a un coetaneo della protezione civile. Forse sta in questa frase la sintesi più cruda per raccontare senza diplomazie "come ci si sente" oggi a Brembate, dove il freddo di questo dicembre di neve e nebbia è niente rispetto al gelo che scende in via Rampinelli, davanti al cancello della famiglia Gambirasio, quando arriva, scuro e teso in volto, dopo una notte d'interrogatori, il colonnello provinciale dei carabinieri.

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