"Scontata, malata e senza controlli così si truffa sulla carne di cavallo"
Capi non destinati all'alimentazione che, passando per l'estero,
diventano ripieno per ravioli. La rabbia del titolare titolare del più
grande macello del Nord: "Sapevo di questa storia del pastone e speravo
venisse fuori. Quei pirati un danno per tutti"
di JENNER MELETTI
CORREGGIO - Si girano tutti assieme, nella lunga
stalla. La testa fuori dalle gabbie di ferro, a guardare chi arriva.
Sono curiosi, i cavalli. Fra 24 ore non ci saranno più il bardigiano o
l'appenninico, l'andaluso o il maremmano, ma soltanto mezzene, quarti
anteriori e posteriori, teste, cuori... Meglio far vivere bene le loro
ultime ore: il fieno è buono, la stalla è pulita. "Il mio primo impegno -
dice Andrea Zerbini, del macello Zerbini & Ragazzi snc di Fosdondo -
è fare uscire da qui una carne sana e buona, e che faccia bene. Compro
animali in mezza Europa, faccio mille controlli. Credo che la nostra
professionalità dimostri un rispetto vero per i cavalli. Quelli che
invece fanno il "pastone" sono degli avventurieri. Per loro i cavalli
sono solo proteine da aggiungere a qualche miscuglio".
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