Città, paesi e frazioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria: i loro nomi sono il tessuto che compone idealmente la bandiera dell’Italia ferita dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre |
«Alle 7,40 di una settimana fa una nuova scossa di terremoto, la più forte degli ultimi 35 anni, modificava per sempre la geografia fisica e umana di un territorio che vi raccontiamo, tra macerie e voglia di riscatto».
La Stampa oggi in edicola ha una copertina speciale, una fake cover dedicata all’Italia ferita, che dalle macerie trova la forze di ripartire. È un elenco sterminato quello di città e paesi di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, colpiti dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Messi in fila quei nomi, alcuni già famosi e meta di turismo, altri conosciuti proprio a causa del sima, altri ancora di cui nessuno ha sentito nemmeno parlare, costituiscono la trama di un tessuto ideale per il tricolore che illustra questa prima pagina.
A dar voce alle tante storie di sofferenza, perdita e desiderio di ripartire, un inviato di guerra e uno scrittore. Domenico Quirico ha incontrato le persone di queste terre sconquassate: «La bella Italia e la bestia natura. Ecco un gioiello schiacciato una settimana fa da una scarpa elementare e massiccia, la terra stessa la montagna massacrata dalla furia del sisma. Come in molti altri luoghi tragici che ho attraversato l’uomo è diventato silenzio, e solo le rovine parlano. Pareva che tutto il mondo si stesse mutando». Antonio Scurati individua nella solidarietà popolare il fondamento di una rinascita nazionale: «La solidarietà non verticale, non quella di chi ha tanto a chi ha perso tutto, non tra privilegiati e sciagurati ma tra eguali, ugualmente minacciati nelle cose prime, ugualmente appassionati alla cura di esse».
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento