Il terremoto secondo i geologi si sta spostando verso Nord e non è
prevedibile cosa potrebbe accadere in caso di nuove scosse, anche
superiori alla magnitudo 5.9 che ha colpito le Marche e la magnitudo 6.9
della scossa delle 7:40, perché si è attivata una faglia, ma ce ne sono
altre “silenziose”.
Questo allerta è stato lanciato da esperti e geologi. “C’è la
possibilità di avere aftershocks. Non sorprendiamoci se ci saranno altri
episodi di magnitudo 4 o 5”, spiega il sismologo dell’Istituto
nazionale di Goegisica e Vulcanologo, Alfredo Amato. “Tutto l’Appennino
centrale è un’area sottoposta a una stiramento crostale continuo che si
può misurare. Quest’aerea va dall’Adriatico al Tirreno e si stira a una
velocità di 5 millimetri l’anno, ciò significa che ogni 100 anni ci sono
50 centimetri di deformazione. Le faglie sono ferme a che resistono a
questo stiramento e poi si muovono a seconda del ciclo”.
Più le fratture sono estese, più la magnitudo è potete. “Il fatto che
quella deformazione venga rilasciata a pezzi, con fratture non lunghe, è
una fortuna. Vuol dire che si rompe un po’ alla volta. In genere sui
15-25 chilometri. Per fare un paragone, il terremoto in Irpinia avvenne
per una faglia di 50 Km”.
“In tutte le aree interessate dalla scossa la magnitudo massima
potrebbe arrivare tra 6 e 6,5. Mentre in Abruzzo si può arrivare fino a
7. Sempre che si rompa solamente una faglia. Ci sono molte variabili in
gioco, come la frequenza, la profondità e molto altro”, dice sempre
Amato.
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