L'addetto dell'ufficio di
Vasto aveva sottratto il denaro dalla cassaforte di cui aveva le chiavi.
Incastrato dalle intercettazioni e sospeso, venne licenziato solo dopo
la sentenza di primo grado, ma ora ha vinto il ricorso: il tribunale del
lavoro 'punisce' l'ente perché avrebbe dovuto cacciarlo subito
di PAOLO G. BRERAL'impiegato infedele, condannato e licenziato per aver rubato 15mila euro dalla cassaforte dell'ufficio postale di Vasto, dovrà essere reintegrato con tante scuse: il giudice del Lavoro ha annullato il licenziamento ordinando a Poste Spa di versargli un anno di stipendi arretrati e pagare le spese legali.
E se la sentenza comminata dal giudice del Lavoro del tribunale di Chieti, Ilaria Pozzo, suona paradossale, aspettate di sentire la motivazione: anziché trasferirlo, sospenderlo e attendere prudentemente la fine del processo di primo grado, a norma di legge l'ufficio in cui era impiegato avrebbe dovuto licenziarlo in tronco.
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