L’ingegnere Lisini deposita il brevetto del sistema che consente ricariche ultraventennali. Ecco le possibili applicazioni
di Roberto Lodigiani
VOGHERA (PV). La durata eterna delle cose è uno
dei traguardi che intriga e affascina da sempre l’uomo. Gianni Lisini,
ingegnere elettronico vogherese, ci è andato vicino con la messa a punto
di un sistema, già brevettato, che consente di ricaricare le batterie
delle pile fino a 15-20 anni, con la prospettiva di ulteriori
miglioramenti tecnici e di un’applicazione sempre più larga. Il 40enne
ricercatore dello Iuss (la Scuola universitaria superiore di Pavia) ha
presentato la sua invenzione al «Jotto Fair» di Pisa, momento di
confronto con il mondo dell’imprenditoria, suscitando l’interesse di una
decina di ditte di svariati settori, tra le quali un’azienda che si
occupa di mobilità elettrica e di una che realizza apparecchiature
elettroniche nucleari.
Il brevetto (il primo dell’ancora breve ma
promettente carriera da inventore di Lisini) riguarda un sistema di
gestione di un accumulatore ibrido formato da una batteria chimica e da
un set di “supercapacitori”: si tratta di condensatori in grado di
immagazzinare cariche per migliaia di farad (unità di misura della
capacità elettrica), sostenendo così un numero elevatissimo, quasi
infinito, di cicli di ricarica. I vantaggi appaiono ovvii: aumento
drastico della durata media delle pile, riduzione della sostituzione
periodica delle batterie e degli interventi di manutenzione, fino alla
possibilità di realizzare apparati autoalimentati per decenni, con un
sensibile risparmio delle spese, in un contesto di eco-sostenibilità. A
tale proposito, va sottolineato che utilizzando la tecnica del
brevettoLisini sarebbe possibile sostituire gran parte delle batterie al
cadmio industriali che tuttora comportano notevoli problematiche di
smaltimento e di costi da affrontare.
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