Sindacati mobilitati anche a Novi Ligure per protestare contro il piano
di tagli che coinvolgerà il gruppo Ilva. Nella fabbrica di strada
Boscomarengo previsti 54 esuberi. E chi rimane sarà licenziato e
riassunto, perdendo anzianità e tutele. Lunedì sciopero e picchetto
davanti allo stabilimento
NOVI LIGURE (AL) – Sindacati mobilitati anche a Novi Ligure per
protestare contro il piano di tagli che coinvolgerà il gruppo Ilva, con
4.200 esuberi in tutta Italia. A subire la sorte peggiore sarà
lo stabilimento di Genova Cornigliano, in cui la forza lavoro sarà
ridotta del 40 per cento; a Taranto i dipendenti saranno il 28 per cento
in meno. Anche gli impianti novesi di strada Boscomarengo
saranno toccati: annunciati 54 esuberi, che potrebbero riguardare sia
gli operai che il personale impiegatizio.
Pochi i 54 posti che si perderanno a Novi se confrontati con gli oltre 4
mila a livello nazionale? Anche a pensarla così non ci sarebbe proprio
nulla da festeggiare. Anzi. Il documento di otto pagine spedito alle
sigle sindacali e firmato dai vertici di Am InvestCo – la cordata
formata dal gruppo indiano Arcelor Mittal e dalla società italiana
Marcegaglia – prevede che tutti i dipendenti dell’Ilva, anche quelli non in esubero, saranno licenziati per poi essere riassunti
con la nuova normativa del Jobs Act. Perderanno quindi le tutele
previste dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, l’anzianità di
servizio e i vantaggi garantiti dal contratto integrativo.
I lavoratori riassunti dovranno inoltre firmare «verbali di conciliazione» rinunciando espressamente «a ogni pretesa connessa a qualsiasi titolo ai precedenti rapporti di lavoro intrattenuti con la società».
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