Le imprese avrebbero preso il controllo delle camere mortuarie dell’ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. In questo modo avrebbero imposto, senza alcuna concorrenza, i loro servizi alle famiglie dei deceduti. Sequestrati 13 milioni di euro
Erano riusciti a mettere su un sistema per controllare le camere mortuarie dei due principali ospedali bolognesi. In questo modo riuscivano a imporre, senza alcuna concorrenza, alle famiglie dei pazienti deceduti i loro servizi per l’organizzazione dei funerali. Due cartelli di imprese di pompe funebri sono stati smantellati dai carabinieri di Bologna. Sono 30 gli arrestati e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari che hanno sequestrato un patrimonio di 13 milioni di euro.
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giovedì 17 gennaio 2019
Brexit nel caos, May sopravvive a sfiducia: “È il momento di unirsi e lasciare l'Europa”
La premier resta in sella ma la situazione politica resta confusa. Corbyn ha accusato la premier di essere “incapace di accettare” la realtà della sconfitta. Intanto incombe ancora lo spettro del “no deal”
La premier britannica Theresa May è sopravvissuta alla mozione di sfiducia presentata dall'opposizione laburista dopo la sconfitta del suo accordo per la Brexit. "È il momento di unirsi e realizzare quanto deciso nel referendum”, ha detto la premier alla fine del suo messaggio al Paese dopo il voto. Oltremanica il caos politico è totale. E il tempo stringe: perché ormai mancano appena 72 giorni alla data prevista per l'uscita, il 29 marzo. La premier lavora a una nuova ipotesi di accordo e lunedì tornerà alla Camera. L'Ue apre a una proroga, che secondo fonti di stampa potrebbe arrivare al 2020. Ma incombe ancora lo spettro del “no deal”.
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La premier britannica Theresa May è sopravvissuta alla mozione di sfiducia presentata dall'opposizione laburista dopo la sconfitta del suo accordo per la Brexit. "È il momento di unirsi e realizzare quanto deciso nel referendum”, ha detto la premier alla fine del suo messaggio al Paese dopo il voto. Oltremanica il caos politico è totale. E il tempo stringe: perché ormai mancano appena 72 giorni alla data prevista per l'uscita, il 29 marzo. La premier lavora a una nuova ipotesi di accordo e lunedì tornerà alla Camera. L'Ue apre a una proroga, che secondo fonti di stampa potrebbe arrivare al 2020. Ma incombe ancora lo spettro del “no deal”.
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Stefanel, sindacati: pronti 244 esuberi. L'azienda: cifra da definire
Il gruppo ha smentito: "È stata comunicata la sola intenzione di chiedere una cassa integrazione a rotazione". Il provvedimento riguarderebbe dipendenti della sede centrale e dei negozi italiani. Nei primi 9 mesi del 2018 le perdite sono state di quasi 21 milioni
Nel gruppo Stefanel ci saranno degli esuberi, ma i dettagli non sono ancora stati definiti. I sindacati avevano fatto sapere di aver ricevuto una comunicazione in cui l'azienda parlava di 244 esuberi su una base occupazionale di 253 dipendenti, ma il gruppo in una nota ha smentito, precisando che il numero “circolato in queste ore non corrisponde al vero in quanto questo dipenderà dal piano oggi allo studio da parte del consiglio d'amministrazione della società". Nei prossimi giorni, in ogni caso, le associazioni di categoria dovranno incontrare i vertici dell'azienda per la formalizzazione dello stato di crisi, condizione necessaria per accedere alla Cassa integrazione straordinaria.
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Nel gruppo Stefanel ci saranno degli esuberi, ma i dettagli non sono ancora stati definiti. I sindacati avevano fatto sapere di aver ricevuto una comunicazione in cui l'azienda parlava di 244 esuberi su una base occupazionale di 253 dipendenti, ma il gruppo in una nota ha smentito, precisando che il numero “circolato in queste ore non corrisponde al vero in quanto questo dipenderà dal piano oggi allo studio da parte del consiglio d'amministrazione della società". Nei prossimi giorni, in ogni caso, le associazioni di categoria dovranno incontrare i vertici dell'azienda per la formalizzazione dello stato di crisi, condizione necessaria per accedere alla Cassa integrazione straordinaria.
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mercoledì 16 gennaio 2019
Rischi da telefonino, il Tar ordina ai ministeri una campagna informativa entro 6 mesi
Roma - Entro sei mesi i ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione dovranno adottare una campagna informativa sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’uso improprio dei telefonini. Lo ha deciso il Tar del Lazio, accogliendo parzialmente un ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog.
Per i giudici - è scritto nella sentenza - dagli atti depositati in giudizio, risulta che già il 16 gennaio 2012 il Ministero della Salute aveva evidenziato che il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all’uso del cellulare fosse alla costante attenzione del Ministero stesso, evidenziando come il Consiglio Superiore di Sanità, in un parere del 15 novembre 2011, aveva rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare, e comunque raccomandato di mantenere vivo l’interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema.
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Cadavere trovato murato nel Milanese
Scoperto durante lavori di restauro, indagano i carabinieri
Un cadavere è stato trovato murato in una parete interna di un'abitazione di Senago, in provincia di Milano, durante dei lavori di restauro. A quanto emerso si tratterebbe dei resti di un uomo, di età compresa tra i 35 e i 45 anni. Sul posto sono al lavoro i carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e della compagnia di Desio.
I resti saranno esaminati dagli esperti del Labanof e dal medico legale. Le ossa sono state scoperte da alcuni operai in una dependance di un'abitazione privata.
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Quindici bimbi siriani morti di freddo nei campi profughi: il più piccolo aveva un’ora di vita
Nei campi profughi in Libano e Siria, in solo un mese almeno 15 bambini sono morti per il freddo e la mancanza di cure mediche. La maggior parte delle vittime aveva meno di un anno. Il più piccolo era nato solo da un’ora. A causa della tormenta che sta colpendo l’intera regione – denunciano le organizzazioni umanitarie – la situazione per migliaia di sfollati siriani è catastrofica.
Morire di freddo in un campo profughi. E’ la tragica fine di almeno 15 bambini stremati dal gelo che da giorni sta colpendo il Libano e la Siria. La maggior parte delle vittime aveva meno un anno. Il più piccolo era nato solo da un’ora. “Durante la notte fa tanto freddo e siamo costretti a dormire per terra. Quando sono cominciate le piogge abbiamo spostato le nostre tende sui terreni più in alto e abbiamo acceso il fuoco ma poi tutto si è allagato”, è la testimonianza di Maher, 10 anni. Secondo quanto denuncia Unicef, ad uccidere è anche la mancanza di cure mediche, come per i bimbi in fuga dai combattimenti ad Hajin nell'area di Deir-Ez-Zor, a est della Siria.
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Morire di freddo in un campo profughi. E’ la tragica fine di almeno 15 bambini stremati dal gelo che da giorni sta colpendo il Libano e la Siria. La maggior parte delle vittime aveva meno un anno. Il più piccolo era nato solo da un’ora. “Durante la notte fa tanto freddo e siamo costretti a dormire per terra. Quando sono cominciate le piogge abbiamo spostato le nostre tende sui terreni più in alto e abbiamo acceso il fuoco ma poi tutto si è allagato”, è la testimonianza di Maher, 10 anni. Secondo quanto denuncia Unicef, ad uccidere è anche la mancanza di cure mediche, come per i bimbi in fuga dai combattimenti ad Hajin nell'area di Deir-Ez-Zor, a est della Siria.
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La vera storia dei 20 miliardi di costo per la TAV
La TAV costa venti miliardi per risparmiare 20 minuti tra Torino e Lione? Ieri il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha attaccato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per la frase detta a Otto e Mezzo; lui gli ha risposto ribadendo il concetto, già sollevato in dichiarazioni pubbliche da Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. E quando tre grillini ripetono a pappagallo la stessa cosa viene sempre, segnala oggi Marco Imarisio sul Corriere, la sensazione che ormai tutto, anche la realtà, possa essere piegato a piacimento per le proprie esigenze di sopravvivenza politica. Tuttavia, mentre è una sciocchezza che si guadagnino solo 20 minuti tra Torino e Lione, la cifra di 20 miliardi di euro non è una bufala a patto di considerare il costo totale, per italiani, francesi e UE, dell’opera:
Continua quiDunque, i numeri, per quel poco che ancora valgono. Quelli della Tav sono scritti nell’accordo internazionale approvato nel 2016 dai 4 rami dei 2 rispettivi Parlamenti, Camera e Senato di Francia e Italia. Il nostro Paese spenderà sull’intera opera 4,6 miliardi di euro, 2,9 dei quali per la sezione transfrontaliera, il buco nella montagna insomma, e altri 1,7 miliardi per la tratta nazionale, ovvero da Avigliana al nodo ferroviario di Torino.Se la quota di finanziamento dell’Unione europea dovesse salire al 50 per cento, oggi è al 40%, come annunciato lo scorso dicembre, il costo totale per noi scenderà a 4,2 miliardi. Ma ce li abbiamo questi soldi? In parte sì. La quota italiana del tunnel è quasi completamente coperta con lo stanziamento deciso dalla Finanziaria del 2012.
Il commissario per la Tav: "Fermare il tunnel costa più che finirlo"
Il reddito di cittadinanza da 780 scenderà a 390 euro e la platea diminuisce
Emerge da uno studioSvimez, in cui - in base alla platea di beneficiari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di Bilancio - emerge un dato diverso rispetto alle stime del governo.
Si rischia un taglio fino a 390 euro, in pratica la metà dei 780 annunciati, per gli assegni del reddito di cittadinanza, con molti nodi ancora da sciogliere per una delle misure chiave della manovra 2019, fra cui quello di quasi 1 milione e 300 mila working poor, il 60% al centro-nord. Sono alcuni degli elementi che emergono da uno studioSvimez, anticipato da 'Repubblica', in cui - in base alla platea di beneficiari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di Bilancio - emerge un dato assai diverso rispetto alle stime del governo.
Si rischia un taglio fino a 390 euro, in pratica la metà dei 780 annunciati, per gli assegni del reddito di cittadinanza, con molti nodi ancora da sciogliere per una delle misure chiave della manovra 2019, fra cui quello di quasi 1 milione e 300 mila working poor, il 60% al centro-nord. Sono alcuni degli elementi che emergono da uno studioSvimez, anticipato da 'Repubblica', in cui - in base alla platea di beneficiari indicata dal governo e agli stanziamenti varati in legge di Bilancio - emerge un dato assai diverso rispetto alle stime del governo.
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Federico, la morte per meningite e la madre che non l’ha fatto vaccinare
Il 15enne Federico è morto la scorsa settimana all’Umberto I per meningite. Una sepsi meningococcica le cui cause, ma soprattutto il cui tipo, è ora allo studio degli specialisti dell’Istituto Spallanzani che stanno concludendo le colture del virus per risalire al ceppo specifico di meningite. Il ragazzo,che venerdì avrebbe compiuto 16 anni, era stato vaccinato ancora piccolo per la meningite di tipo “B” ma non era stato sottoposto da adolescente all’immunizzazione di altri ceppi della meningite, come il “C” o il “135”, la cui vaccinazione – il tetravalente coniugato anti-meningococco A,C,Y,W – nella Regione Lazio è consigliata ma non obbligatoria. La madre Valeria ha rilasciato oggi un’intervista al Messaggero in cui
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«Federico lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B, adesso che era adolescente non ci avevamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate ma sulla base degli esami che verranno fuori, spero che la sua morte non sia vana, che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie».
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Vibo Valentia, medici e infermieri fanno la spesa in orario di lavoro: venti denunce per assenteismo. Il video che li incastra
Si allontanavano durante l’orario di lavoro per andare a casa o per fare la spesa senza timbrare il cartellino, e, in qualche caso, anche durante le ore di straordinario. Venti tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno sono stati denunciati dai carabinieri per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. L’indagine ha riguarda il periodo che va da gennaio fino ad inizio maggio 2018.
L’indagine è partita nel dicembre del 2017. In particolare è emerso l’allontanamento volontario da parte degli indagati dal presidio pubblico durante l’orario di lavoro per pranzare o per recarsi a fare la spesa ai supermarket locali che timbrassero il cartellino in loro possesso. In un caso è stata registrata anche un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.
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Come il video-gogna di Bonafede su Battisti ha fatto saltare la copertura di un agente di Polizia
«Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!» con questa presentazione il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di dare in pasto al pubblico di Facebook un video di tre minuti e cinquanta secondi che “racconta” l’arrivo in Italia del terrorista Cesare Battisti. Il filmato, accompagnato da un’odiosa musichetta trionfante ma al tempo stesso “intimista”, mostra la giornata dell’arrivo di Battisti in Italia, l’atterraggio a Ciampino, le procedure per il trasferimento nel carcere di Oristano dove il terrorista dei PAC sconterà la sua pena.
Lo show di Bonafede che mette a repentaglio gli agenti di Polizia
L’esposizione del corpo di Battisti, come un trofeo, si attaglia ben poco al concetto di giustizia in uso nel mondo Occidentale nei paesi democratici. Ma evidentemente il ministro aveva bisogno di celebrare qualche successo personale. Motivo per cui – alla moda di Salvini – si è fatto fotografare con addosso la giacca della Polizia Penitenziaria e ha imbastito il grande show dell’arrivo di Battisti dalla Bolivia. Ma nella foga dei festeggiamenti, e davvero mancava solo uno scatto di Bonafede col pugnetto alzato come il collega Toninelli al Senato qualche tempo fa o una bottiglia di spumante stappata in favore di telecamere, Bonafede ha scritto una pagina vergognosa nella storia della propaganda di regime e commesso più di una violazione dei diritti di un condannato.
Toscana, sequestrato e chiuso un viadotto dell’E45: “Rischia di crollare”
Il provvedimento, richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi, nasce dall'inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45, avvenuto l'11 febbraio 2018. L'ipotesi della procura è "omissione di lavori". La segnalazione a fine novembre di un ex poliziotto che aveva notato la 'scarnificazione' dei piloni: "Ferri a vista arrugginiti". Per i tecnici incaricati dai magistrati la criticità è "estrema"
Il viadotto Puleto dell’E45, nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo, è stato chiuso e sequestrato dalla magistratura. Il provvedimento, richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi e disposto dal gip Piergiorgio Ponticelli, nasce dall’inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45, avvenuto l’11 febbraio 2018.
Ad avviso di una commissione di tecnici incaricata dal pm, che indaga contro ignoti per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, il viadotto sarebbe a rischio crollo. Nella relazione si parla di una “criticità estrema” e di“rischio di collassamento”, a causa del perdurare dell’esposizione all’usura del traffico veicolare. Il sequestro è stato notificato stamani dai carabinieri è in corso di esecuzione con un centinaio di uomini Anas.
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Il viadotto Puleto dell’E45, nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo, è stato chiuso e sequestrato dalla magistratura. Il provvedimento, richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi e disposto dal gip Piergiorgio Ponticelli, nasce dall’inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45, avvenuto l’11 febbraio 2018.
Ad avviso di una commissione di tecnici incaricata dal pm, che indaga contro ignoti per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, il viadotto sarebbe a rischio crollo. Nella relazione si parla di una “criticità estrema” e di“rischio di collassamento”, a causa del perdurare dell’esposizione all’usura del traffico veicolare. Il sequestro è stato notificato stamani dai carabinieri è in corso di esecuzione con un centinaio di uomini Anas.
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Pisa, malato di Sla senza cibo: la Asl ha finito le sacche alimentari. “Digiuno di 4 giorni evitato grazie a solidarietà privati”
Gino Votta, ex imprenditore di Ponte a Egola, frazione del comune toscano di San Miniato, che da anni combatte con la Sla, ha bisogno di tre sacche alimentari che vengono fornite dalla Asl11 di Empoli. La denuncia della moglie: "Finite il 10 gennaio, mi hanno detto che non ne avevano più. Non c'è stato uno sforzo per risolvere". Situazione superata solo grazie ai privati. Poi oggi l'azienda sanitaria: "Ci scusiamo, inconveniente risolto nel minor tempo possibile"
“Ѐ solo grazie alla solidarietà delle persone che mio marito ha potuto nutrirsi negli ultimi cinque giorni. Fosse stato per la direzione della farmacia territoriale, non so come avremmo potuto andare avanti”. Marzia Eleonori è la moglie di Gino Votta, ex imprenditore di Ponte a Egola, frazione del comune toscano di San Miniato, che da anni combatte con la Sla(Ilfattoquotidiano.it aveva raccontato la sua storia nel 2015). Per nutrirsi, Votta ha bisogno di tre sacche alimentari da 500 calorie l’una che vengono fornite dalla Asl11 di Empoli. Quando la moglie, rimasta con poche confezioni a disposizione, il 10 gennaiosi è recata alla farmacia territoriale di Empoli per ritirare la sua fornitura, i responsabili della struttura le hanno detto che il materiale non era disponibile, che erano dispiaciuti ma che non potevano farci niente.
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“Ѐ solo grazie alla solidarietà delle persone che mio marito ha potuto nutrirsi negli ultimi cinque giorni. Fosse stato per la direzione della farmacia territoriale, non so come avremmo potuto andare avanti”. Marzia Eleonori è la moglie di Gino Votta, ex imprenditore di Ponte a Egola, frazione del comune toscano di San Miniato, che da anni combatte con la Sla(Ilfattoquotidiano.it aveva raccontato la sua storia nel 2015). Per nutrirsi, Votta ha bisogno di tre sacche alimentari da 500 calorie l’una che vengono fornite dalla Asl11 di Empoli. Quando la moglie, rimasta con poche confezioni a disposizione, il 10 gennaiosi è recata alla farmacia territoriale di Empoli per ritirare la sua fornitura, i responsabili della struttura le hanno detto che il materiale non era disponibile, che erano dispiaciuti ma che non potevano farci niente.
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A 102 anni vagava di notte al freddo in piazza, anziano soccorso dagli agenti della questura
Il racconto dei poliziotti della Volante, l’uomo “riconsegnato” al figlio ottantenne
SILVANA MOSSANO
ALESSANDRIA
Dove voleva andare non si è capito, ma, quale che fosse la meta, si era vestito bene: la «vestimenta» grigia sulla camicia bianca, giaccone, sciarpa e coppola che, d’inverno, fa freddo. E di notti d’inverno ne deve aver viste anche di più gelide, illuminate dalla luna o dalle bombe. Solo che, allora, era un giovanotto un po’ più giovane. Invece, a 102 anni, nella piazza della Libertà, assediata dalle luci artificiali dei lampioni e delle insegne, non si è raccapezzato più. Si è rannicchiato contro la vetrina di una banca, sperso, infreddolito e tremante.
Era mezzanotte e non sapeva né dove andare né dove tornare. Alcuni ragazzi l’hanno notato, hanno allertato la questura ed è arrivata la volante: l’assistente capo Lorenzo Savoriti e l’agente Giuseppe Platania. «Era pieno di freddo e di paura, gli abbiamo chiesto chi era, che cosa faceva lì». Lui balbettava, ma le parole, in dialetto piemontese (è originario di Cassine), uscivano a intermittenza dalle labbra tremanti. «Io e il collega siamo siciliani, non capivamo nulla» racconta Savoriti.
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Giulia, sergente pilota: «Io vittima di nonnismo, frustata dai compagni»
Veneziana, ha 20 anni. Indaga la Procura militare di Roma. Nel mirino il «battesimo del volo», rito di fine corso. Giulia Schiff, prima al tirocinio, è stata poi espulsa dall’Accademia «per insufficente attitudine militare».
Frustate, botte, testate. E sarà pure un rito iniziatico ma il sedere del sergente ne è uscito segnato. Anche perché il soggetto in questione non è esattamente Mike Tyson: si chiama Giulia e per quanto disponga di una volontà di ferro e di un fisico atletico, visto che oltretutto è stata mezzofondista nazionale, un trattamento simile non era pronta ad affrontarlo.
La denuncia
Risultato: curate le ferite, riflettuto a lungo sulla cosa, il sergente Giulia Jasmine Schiff ha deciso di fare un passo decisivo. Si è presentata alla Procura militare di Roma e ha denunciato il fatto con tanto di video e fotografie. Non solo. Partendo dal fattaccio in questione, noto come «battesimo del volo», Giulia ha raccontato una sorprendente storia di formazione militare, sulla quale la pm Antonella Masala ha aperto un fascicolo che vede già diversi indagati e rischia di ingigantirsi. Dietro alla vicenda specifica ci sono infatti questioni delicate: il senso di certe «tradizioni», i limiti del rigore, il rapporto uomo-donna e il nonnismo, un vecchio arnese che spesso torna alla ribalta.
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Chi sono e dove si trovano i latitanti fuggiti all’estero e che non torneranno in Italia
Terremoto LʼAquila, la beffa per i parenti delle vittime: lo Stato chiede indietro i soldi dei danni
Maria Grazia Piccinini, mamma di una dei morti nel sisma, a Tgcom24: “Ho scritto a Conte, nessuna risposta”
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A dieci anni dal terremoto de L’Aquila non c’è pace per i familiari delle vittime. Contro di loro, infatti, c’è una causa aperta dalla Presidenza del Consiglio. Il governo ha portato in tribunale i parenti delle persone decedute nel sisma del 2009. Obiettivo: riavere una somma di denaro data alle famiglie dopo la condanna in primo grado dei membri della commissione Grandi Rischi. Sentenza, poi, ribaltata in Appello.
L’assoluzione dei sei esponenti della commissione in secondo grado comporterebbe, secondo l’avvocatura dello Stato, l’onere per i familiari delle vittime di restituire la provvisionale ricevuta a causa della morte dei loro cari. I parenti però non ci stanno. Lunedì 14 gennaio si è tenuta una nuova udienza. L’avvocato Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria Rambaldi, deceduta nel sisma, è intervenuta a Tgcom24.
“Parlo per conto dei familiari delle vittime. Per quanto riguarda le ricostruzioni, queste, in parte, sono state fatte, in parte sono in corso. Non è ancora tutto finito, ma le cose si stanno sistemando. Quello che non si sta sistemando sono i morti. In tutti i decreti legge emanati a favore del sisma del 2009 niente e nessuno ha mai considerato le vittime. Per di più la causa contro la commissione Grandi Rischi è stata fraintesa in molti sensi”.
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Record di No in Parlamento: bocciata la Brexit di May. Ma lei resiste: “Non lascio”
Mai così tanti voti contrari, più vicina l’uscita dall’Ue senza un accordo. Laburisti all’attacco: nuove elezioni. Oggi si vota la sfiducia alla premier
ALBERTO SIMONI
INVIATO A LONDRA
La Camera dei Comuni ha bocciato l’accordo fra Theresa May e l’Ue del 26 novembre scorso. Una sconfitta sonora, uno schiaffo secco come mai un premier in carica aveva subito.
A dire no alle 585 pagine dell’intesa e all’allegato politico (sul futuro dei rapporti fra Regno Unito e Ue) sono stati 432 deputati, con il governo se ne sono schierati appena 202: uno scarto di 230 che ne fa il margine più ampio di sempre. Non è servito corteggiare uno a uno i deputati ribelli - May ne ha incontrati una ottantina fra domenica e lunedì - e nemmeno sventolare il «tradimento» verso gli elettori o la paura del «no deal» per convincere i compagni di partito a ratificare l’intesa. Tutti sono rimasti fermi sulle proprie posizioni.
Ma l’ultima pagina di questo psicodramma moderno scritto e letto sulle spalle di oltre 60 milioni di britannici non è ancora stata scritta. Quando lo speaker del Parlamento John Bercow ratifica il risultato, la premier prende la parola. È tutt’altro che sorpresa e rilancia. Nessuna retromarcia sulla bontà del suo accordo, «l’unico possibile che tutela l’uscita dalla Ue e i cittadini», ma ammette che il messaggio dei deputati le è arrivato forte e chiaro.
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martedì 15 gennaio 2019
Migranti, naufragio nel mar Egeo: morta bimba di 4 anni in seguito a un respingimento del guardacoste greco
Il gommone in difficoltà era diretto in Grecia. Salvate 46 persone
Il corpo di una bimba di 4 anni è stato recuperato dalla guardia costiera turca nel corso di un'operazione di salvataggio compiuta all'alba nel mar Egeo nei confronti di un gommone in difficoltà carico di migranti. Il mezzo era diretto alle isole greche ed è stato intercettato 5 miglia al largo della località costiera di Kusadasi, nel sud-ovest turco, dopo il lancio di un segnale di Sos. Secondo una prima ricostruzione il natante ha iniziato a imbarcare acqua mentre si dirigeva verso le isole della Grecia e i confini dell’area Schengen. Gli altri 46 migranti a bordo (le cui nazionalità non sono note) sono stati salvati nel corso di un’operazione della stessa guardia costiera turca, condotta con tre mezzi navali e un elicottero.
L’operazione di respingimento
«C’erano onde forti. Pensavamo che fossero venuti a salvarci. Ci hanno detto di spegnere il motore. Poi hanno legato la nostra barca alla loro, iniziando a farci girare in cerchio. Hanno provato a ucciderci. Sono riuscito a salvare due miei figli, ma non l’altra», ha raccontato il padre della bimba morta nel naufragio, Mohammed Fadil, citato dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Fadil, di nazionalità irachena, è tra le 46 persone tratte in salvo dai guardacoste di Ankara. A detta dell’uomo la morte della piccola sarebbe seguita a un’operazione di respingimento della guardia costiera greca.
I bambini morti in Siria
I bambini stanno pagando in questi giorni un prezzo altissimo alla tragedia della guerra e dell’immigrazione: 15 di loro sono morti in Siria nelle ultime settimane a causa del freddo e della mancanza di cure mediche, 13 di loro avevano meno di un anno. La denuncia arriva dall’Unicef. In particolare, le gelide temperature e le dure condizioni di vita a Rukban, al confine sud-occidentale della Siria con la Giordania, stanno sempre più mettendo a rischio le vite dei bambini e in un solo un mese, afferma l’Unicef, «almeno 8 bambini - la maggior parte con meno di 4 mesi e il più piccolo nato da solo un’ora - sono morti».
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Pil e recessione: a rischio quota 100, reddito di cittadinanza e investimenti
Oxford Economics ritiene che l'Italia è già entrata in recessione nella seconda metà del 2018
“I dati recenti continuano ad essere deludenti e ci aspettiamo che l’Italia sia entrata in recessione nella seconda parte del 2018.[…] La recessione potrebbe trascinarsi nella prima parte di quest’anno, soprattutto se la crescita della zona euro continuasse a deludere. Per il 2019, vediamo una crescita del PIL di solo lo 0,3% dopo lo 0,9% del 2018″. Così Oxford Economics, uno dei più importanti ed autorevoli centri studi internazionali in fatto di previsioni economiche e analisi quantitative, certifica uno scenario che prevede una crescita quasi piatta l’anno prossimo, lo 0,3% appunto. Scenario peraltro già anticipato nei giorni scorsi da altre analisi.
Il nodo clausole
“L’incertezza riguardo la politica di bilancio – si legge sempere nell’analisi di Oxford Economics – è stata attenuata ma i problemi di fondo sono stati solo rinviati, soprattutto in autunno, quando dovrà essere concordato il bilancio per il 2020. Gli obiettivi di disavanzo pubblico dell’1,8% del PIL per il 2020 e dell’1,5% per il 2021 presuppongono aumenti dell’IVA pari rispettivamente all’1,2% del PIL e all’1,5% del PIL. Il nostro modello di simulazione suggerisce che l’aumento dell’IVA nel 2020 comporterebbe da solo una riduzione della crescita del PIL di 0,5 punti percentuali sia nel 2020 che nel 2021. Questo dato si confronta con la previsione di crescita del PIL del governo di circa l’1% annuo per il 2020 e il 2021 (sostanzialmente la stessa del 2019). Poiché queste includono l’impatto dell’aumento dell’IVA, le previsioni ufficiali ci sembrano estremamente ottimistiche. A nostro avviso, questo bilancio rappresenta una mossa elettorale dei due partiti della coalizione, in vista delle elezioni europee di maggio. Inoltre, non affronta i perenni problemi italiani di bassa crescita della produttività e di elevato debito pubblico”.
“L’incertezza riguardo la politica di bilancio – si legge sempere nell’analisi di Oxford Economics – è stata attenuata ma i problemi di fondo sono stati solo rinviati, soprattutto in autunno, quando dovrà essere concordato il bilancio per il 2020. Gli obiettivi di disavanzo pubblico dell’1,8% del PIL per il 2020 e dell’1,5% per il 2021 presuppongono aumenti dell’IVA pari rispettivamente all’1,2% del PIL e all’1,5% del PIL. Il nostro modello di simulazione suggerisce che l’aumento dell’IVA nel 2020 comporterebbe da solo una riduzione della crescita del PIL di 0,5 punti percentuali sia nel 2020 che nel 2021. Questo dato si confronta con la previsione di crescita del PIL del governo di circa l’1% annuo per il 2020 e il 2021 (sostanzialmente la stessa del 2019). Poiché queste includono l’impatto dell’aumento dell’IVA, le previsioni ufficiali ci sembrano estremamente ottimistiche. A nostro avviso, questo bilancio rappresenta una mossa elettorale dei due partiti della coalizione, in vista delle elezioni europee di maggio. Inoltre, non affronta i perenni problemi italiani di bassa crescita della produttività e di elevato debito pubblico”.
Riforme a rischio
In questo quadro è evidente come siano a rischio le prospettive reali di reddito di cittadinanza, riforma delle pensioni e rilancio degli investimenti. Cioè dei tre pilastri della manovra del governo Conte. Nel calendario della legge di bilancio, il 2019 è solo un prologo, reso tale dall’accordo con Bruxelles sul deficit al 2 per cento. Lo sviluppo pieno di queste misure, e della loro spesa, arriva al 2020. Quando verrebbe finanziato da maxi-aumenti dell’Iva da 51,8 miliardi e da una crescita stabile all’1 per cento. Ma anche per l’effetto recessivo dell’Iva, il palcoscenico dell’economia rischia di essere troppo piccolo per ospitare sia l’Iva sia l’aumento del Pil.
In questo quadro è evidente come siano a rischio le prospettive reali di reddito di cittadinanza, riforma delle pensioni e rilancio degli investimenti. Cioè dei tre pilastri della manovra del governo Conte. Nel calendario della legge di bilancio, il 2019 è solo un prologo, reso tale dall’accordo con Bruxelles sul deficit al 2 per cento. Lo sviluppo pieno di queste misure, e della loro spesa, arriva al 2020. Quando verrebbe finanziato da maxi-aumenti dell’Iva da 51,8 miliardi e da una crescita stabile all’1 per cento. Ma anche per l’effetto recessivo dell’Iva, il palcoscenico dell’economia rischia di essere troppo piccolo per ospitare sia l’Iva sia l’aumento del Pil.
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Alessandria, i piatti biodegradabili della mensa scolastica si sciolgono con la polenta. Sequestrate 4mila stoviglie
La denuncia è partita dalla mamma di una ragazza di 12 anni, che le ha raccontato l'episodio. Dai primi accertamenti, sembra che manchino i bollini che autorizzano all'uso alimentare del materiale, tra cui forchette, cucchiai e coltelli utilizzati nella mensa
Il piatto si scioglieva con la polenta bollente, diventando un tutt’uno che finiva nello stomaco dei ragazzi. È successo in una scuola in provincia di Alessandria, dalle parti di Casale Monferrato. I Nas hanno così sequestrato 4mila piatti biodegradabili usati nella mensa scolastica per servire i pasti agli alunni. Come riporta La Repubblica, pare che non si tratti di un caso isolato, tanto è vero che il materiale sequestrato raccolto dai carabinieri, guidati da Biagio Fabrizio Carillo, è stato inviato all’Arpa (l’agenzia regionale per l’ambiente), per accertamenti. Si verificherà, in particolare, a quale temperatura le posate biodegradabili comincino a sciogliersi.
La denuncia ai carabinieri è partita da una mamma, dopo che la figlia dodicenne le aveva raccontato di aver assistito al totale scioglimento del piatto subito dopo che le era stata versata la polenta molto calda. Dai primi accertamenti, sembra che manchino i bollini che autorizzano all’uso alimentare del materiale su piatti, forchette, cucchiai e coltelli.
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Fiona May: "Una volta mi dissero 'hai 4 difetti: sei donna, sei intelligente, sei bella e sei nera'"
La campionessa mondiale di atletica parla del clima di razzismo che si respira in Italia: "Il razzismo è figlio dell'ignoranza e della paura: chi è al potere vuole alimentarle"
Fiona May è uno dei volti simbolo della'atletica italiana ed internazionale: due volte campionessa mondiale di salto in lungo, tuttora record italiano e due argenti alle Olimpiadi di Atlanta e Sidney 2 medaglie d'oro nel 1995 a Goteborg e nel 2001 a Edmonton, oltre a medaglia di bronzo nel 1997 ad Atene. La May, oltre al mondo sportivo, ha avuto anche esperienza in quello dello spettacolo, cimentandosi come attrice e poi nel ballo.
Insomma, una donna eclettica che si è raccontata in una video-intervista a La Stampa, parlando del nuovo spettacolo teatrale di cui è protagonista ("Maratona di New York") e riflettendo anche sul tema razzismo.
Una volta mi dissero, Fiona tu hai quattro difetti: sei donna, sei intelligente, sei bella e sei nera. Io ho ringraziato, me lo sono stampato in testa e ho detto: "Vai avanti".
Fiona May ha le idee ben chiare su quale sia la causa scatenante del razzismo.
Io non voglio perdere energie a discutere con chi è ignorante o non vuole capire. Penso che alla base di tutto ci sia la paura. Il razzismo è figlio della paura. Paura di percepire qualcosa che non conosci, paura di accettare. Ed è colpa di qualcuno che ha fatto passare l'idea che chi arriva in questo Paese lo faccia per rubare qualcosa agli italiani.
Io non voglio perdere energie a discutere con chi è ignorante o non vuole capire. Penso che alla base di tutto ci sia la paura. Il razzismo è figlio della paura. Paura di percepire qualcosa che non conosci, paura di accettare. Ed è colpa di qualcuno che ha fatto passare l'idea che chi arriva in questo Paese lo faccia per rubare qualcosa agli italiani.
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Sanremo 2019, tutti i cantanti che si sono schierati con Baglioni
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