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venerdì 24 aprile 2020

Coronavirus, Colombia choc: catene di legno e ore sotto il sole per chi vìola la quarantena. Bastonate in India

Non volete stare a casa in quarantena per l'epidemia? Non avete soldi per pagare le multe? Allora vi mettiamo alla berlina, in mezzo alla strada, così imparate. Seduti a terra, con i piedi incatenati in una trave di legno, una vera e propria gogna, come lo strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura, utilizzato prettamente durante il Medioevo. Solo che non vengono imprigionate mani e testa, ma solo i piedi. Questa incredibile, sicuramente arcaia forma di punizione, è in uso in questi giorni di quarantena a Tuchin, comune colombiano situato nella parte settentrionale del dipartimento di Cordova. La sua popolazione è indigena, discendente dell'etnia Zenú. La misura si applica a coloro che non rispettano l'isolamento per il coronavirus e transitano per le strade del piccolo comune, cuore del Paese per la produzione del cappello vueltiao, ovvero il particolare sombrero colombiano. I “colpevoli” vengono esposti al sole, la prima volta per 20 minuti, ma se la violazione della quarantena è ripetuta, il tempo della punizione aumenta progressivamente.

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Coronavirus, Trump: «Iniezioni di disinfettante per uccidere il virus». Gli esperti: «Dichiarazioni irresponsabili»

La luce solare, i raggi ultravioletti o il disinfettante iniettato nel corpo per uccidere il coronavirus. È il suggerimento che arriva da Donald Trump che indica che si potrebbero testare iniezioni di ultravioletti, di disinfettanti e di candeggina per vedere se uccidono il coronavirus. L'indicazione scatena subito una pioggia di polemiche con molti esperti che definiscono «irresponsabile e pericolo» il suggerimento di Trump perché potrebbe spingere qualcuno a provare a iniettarsi il disinfettante in casa per conto proprio. 

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Coronavirus, polmoni, olfatto e sapori: le conseguenze post contagio. Si resta infetti anche per due mesi

giovedì 23 aprile 2020

Ospedale di Lavagna, tampone negativo ma poi muore di Covid19: reparto infettato

Un quarantenne dimesso dal reparto coronavirus di Sestri Levante (GE): ha contagiato otto pazienti e quattro operatori



Un paziente chiavarese di 41 anni prima negativo, poi diventa positivo e contagia otto pazienti e quattro operatori sanitari del reparto di Medicina dell'ospedale di Lavagna.

L'uomo era stato trasferito a casa dal reparto Covid di Sestri Levante dopo essere risultato negativo ad un tampone; poi era entrato nell'ospedale di Lavagna, in un reparto no covid, dove è morto. Gli accertamenti compiuti dopo il decesso hanno accertato che era positivo. L'intero reparto di Medicina è stato sgomberato e sanificato da una ditta specializzata. 

Subito dopo la scoperta della positività, la Asl4 ha verificato che l'uomo morto, originario di Canosa in Puglia, era stato a contatto di medici, infermieri e pazienti nel reparto di Medicina senza accorgimenti. 
I parenti sono "sconcertati" da quanto accaduto, ha detto un operatore dell'azienda funebre che si è occupato dei preparativi per il funerale.
Solo l'insistenza del medico di famiglia, si è appreso, aveva consentito di ricoverare l'uomo a Lavagna, dopo le dimissioni da Sestri Levante. Il paziente aveva infatti difficoltà a respirare e il medico chiedeva esami che si potevano effettuare solo in ospedale.

Farmacista al lavoro, ma era in quarantena: indagato alla Spezia

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La spezia - Un medico spezzino è stato sorpreso al lavoro nella sua farmacia, nonostante fosse in quarantena. Il professionista era sottoposto a sorveglianza attiva perché positivo al coronavirus.
Il blitz della polizia locale è scattato questa mattina nel nord-est della città. Il titolare della rivendita stava aprendo al pubblico quando i vigili sono intervenuti per identificarlo, di fronte a numerosi clienti già in coda.
"Gli agenti del reparto Sicurezza - spiegano dal comando della polizia municipale spezzina - hanno effettuato l'ispezione all'interno del locale, utilizzando i dispositivi di protezione, e hanno confermato la positività del farmacista consultando un data base riservato in uso alla centrale operativa  contenente dati identificativi delle persone in ambito cittadino soggette a provvedimenti di sorveglianza attiva".
Il professionista è stato infine segnalato per violazione del testo unico delle leggi sanitarie che prevede l'arresto da 3 a 18 mesi e l'ammenda da 500 a 5000 euro.
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Varese Ligure, positivo medico di base. «Isolamento per tutti i pazienti»


Scoperto positivo dopo la morte in corsia. Allarme a Lavagna, chiuso reparto di ospedale


mercoledì 22 aprile 2020

Chi non ha fatto il tampone non esiste

In Lombardia i malati di COVID-19 senza tampone sono decine, forse centinaia di migliaia: non risultano da nessuna parte e non hanno obbligo di quarantena, ed è un grosso problema


«Sono guarita veramente?». Mariarosa Soldati, 71 anni, di Crema (provincia di Cremona), è stata una delle migliaia di persone in città ad essersi ammalate a causa del coronavirus. Soldati ha ricevuto la diagnosi tramite TAC, e non tramite tampone: per questo per lo Stato italiano, e per la regione Lombardia, non si è mai ammalata di COVID-19. Ha da poco finito l’isolamento di 14 giorni ma non ha la certezza di essere guarita, perché nessuno le ha fatto i due tamponi di controllo, e nessuno probabilmente glieli farà.
In Lombardia, la regione italiana più colpita dal coronavirus, decine di migliaia di persone si sono ammalate di COVID-19, ma come Mariarosa Soldati non sono mai state sottoposte a un tampone. Secondo tutte le stime, sono molte di più di quelle che hanno avuto una diagnosi positiva attraverso un tampone: sono la parte non emersa dell’iceberg.
Molte non hanno fatto nemmeno una TAC e hanno ricevuto una diagnosi per telefono. Per la legge italiana non sono obbligate alla quarantena, perché manca una diagnosi accertata: almeno sulla carta, se non hanno la febbre alta possono fare tutto quello che è permesso a chi oggi è sano, per esempio andare a fare la spesa. Vivono con persone che non hanno alcun obbligo di stare in casa, e che vanno anche a lavorare, se impiegate in uno dei settori considerati essenziali (e non sono pochi). Fanno parte di in un’enorme zona grigia, di incertezza e preoccupazione.
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Usa, già a inizio febbraio la prima vittima di coronavirus

Il primo decesso per coronavirus negli Stati Uniti è avvenuto in California all'inizio di febbraio, il secondo a metà dello stesso mese. Le autorità sanitarie locali hanno spiegato che dalle autopsie è emerso come due soggetti morti nella contea di Santa Clara il 6 e il 17 febbraio avessero contratto il Covid-19, segno che il virus potrebbe essersi diffuso diverse settimane prima rispetto all'inizio dell'emergenza.

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Coronavirus, negli USA prima vittima già a inizio febbraio

Coronavirus, in Brasile troppi morti per l'epidemia: la sepoltura è comune

Fosse comuni nell'Amazzonia brasiliana per far fronte all'aumento di decessi per l'epidemia di coronavirus. Il sindaco di Manaus, Arthur Virgilio Neto, lo ha annunciato tra le lacrime, affermando che Manaus "non sta vivendo un'emergenza ma una calamità naturale". La capitale amazzonica registra al momento 1.664 contagi ufficiali, dei quali 166 mortali.

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L’ADDIO DI UN NONNO MORTO IN UNA RSA: UCCIDE PIÙ L’INDIFFERENZA DEL CORONAVIRUS

DI CHIARA FARIGU
Impossibile restare indifferenti dinanzi che questa che più che una lettera sembra un atto di accusa. A scriverla un uomo di 85, ‘ospite’ in una delle tante Rsa, qualche giorno prima che il coronavirus avesse la meglio su di lui.
‘Prigione dorata’, così chiama la struttura nella quale ha vissuto gli ultimi anni sentendosi solo un numero. Prigione nella quale ha chiesto lui, ai suoi familiari, di essere portato per non essere di peso a nessuno. Scelta della quale si è poi pentito amaramente. Dopo essere diventato un numero, nient’altro che un numero, rimarca più volte, lui, che in passato è stato uno stimato avvocato.
Scrive ai suoi familiari, ai suoi cari figli e nipoti. Non ha bisogno di niente, sottolinea, se non di una loro carezza, di un abbraccio o di una voce che gli chieda ‘come stai oggi, nonno’? A mancargli è stato soprattutto l’odore di casa sua, il profumo della biancheria fresca di bucato, i discorsi attorno alla tavola imbandita, persino le discussioni che inevitabilmente si accendevano dinanzi a opinioni divergenti.
A mancargli, insomma, la sua famiglia, ‘non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere’.
Nella mia vita, scrive nella lettera, non ho voluto mai essere di peso a nessuno. Figurarsi ‘quando ho visto di non essere più autonomo, incapace di svolgere qualunque funzione. Ma ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. E se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all’ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito. Questo coronavirus ci porterà al patibolo, ma io già mi ci sentivo, l’altro giorno l’infermiera mi ha preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo è stata già uccisa’.
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martedì 21 aprile 2020

Arezzo, uccide la figlia di 3 anni e tenta suicidio lanciandosi in un pozzo

E' in un piccolo centro della provincia. In casa il fratellino più grande di 12 anni, ferito in modo lieve. L'uomo è un operaio originario del Bangladesh. E' stato recuperato e portato in ospedale insieme al figlio

Ha ucciso la figlia di 3 anni colpendola alla gola con un coltello. Poi ha tentato il suicidio gettandosi in un pozzo. E' accaduto in un piccolo centro della provincia di Arezzo. Sul posto i carabinieri insieme al 118. In casa dei vicini è stato trovato il fratellino più grande di 12 anni, a sua volta ferito ma in maniera lieve proprio perché era riuscito a fuggire e a ripararsi presso dei vicini. La madre non era in casa durante il raptus del marito, era andata a fare la spesa. L'uomo, un operaio originario del Bangladesh, è stato estratto vivo dal pozzo grazie all'intervento dei vigili del fuoco. 

Tutto è avvenuto in un'abitazione al terzo piano di una palazzina in un quartiere residenziale. A dare l'allarme sarebbe stato un vicino di casa della stessa nazionalità dell'uomo. Il padre della bambina, 39 anni, si è poi buttato in un pozzo vicino all'abitazione e lì è stato tirato fuori dai vigili del fuoco. Si trova ora all'ospedale della Gruccia, in Valdarno, in codice giallo. Portato nello stesso ospedale, sempre in codice giallo, anche il figlio, fratello della bambina uccisa che presenta piccole ferite alla testa e non è in pericolo di vita.


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Conte al Senato: "L'app di tracciamento sarà scaricabile su base volontaria"

Il presidente del Consiglio durante l'informativa: "Nella fase 2 continueremo a usare le mascherine". Poi sulle riaperture: "Saranno omogenee e su base nazionale"


"Sono consapevole della necessità di coinvolgere il Parlamento sul Coronavirus". Ha iniziato così, alle 15, la sua informativa al Senato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Il Governo è consapevole della necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione - ha proseguito Conte - e il tampone è l'unico strumento certo d identificazione del virus".


L'app "Immuni"

Il premier ha spiegato che il Governo punta al "rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l'utilizzo delle nuove tecnologie". In sostanza, per tracciare chi ha già avuto il Coronavirus si userà l'app "Immuni", di cui si è parlato in questi giorni. "Il tracciamento - ha spiegato Conte - è necessario per evitare la diffusione del virus. Ma il suo utilizzo sarà su base volontaria e non ci saranno limitazioni per chi non la scarica". Il presidente del Consiglio ha sciolto i dubbi nati dopo le dichiarazioni della mattinata del commissario straordinario Domenico Arcuri che poi aveva parlato di volontarietà nell'installazione di Immuni sugli smartphone.

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Coronavirus, il ministero fa un po' di chiarezza sulla App "Immuni": "Sarà open source e non conserverà i dati"



Coronavirus, le polemiche su Immuni lanciano la app concorrente: boom di download per Sm-Covid-19

Coronavirus a Bergamo: l’azienda compra i test, un dipendente su 5 ha il Covid

L’iniziativa del Gruppo Mazza di Castelli Calepio, che effettua i controlli a proprie spese

Il conto è presto fatto: il costo di ogni test sierologico, 50 euro, moltiplicato per 295 dipendenti, fa un totale di 14.500 euro. Non sarà elegante parlare di cifre, ma con una concretezza tutta industriale si definisce, anche in questo perimetro di spesa affrontato dal patron Giuseppe Mazza, l’intraprendenza e l’attenzione lungimirante che il Gruppo Mazza di Castelli di Calepio (proprietà della famiglia Mazza di Sarnico), nei 4 plant italiani, concentrati soprattutto in Bergamasca, ha messo in campo, fin dal primo giorno nell’emergenza coronavirus. Uno dei tanti investimenti fatti a salvaguardia della salute dei propri lavoratori. Nel pieno rispetto della privacy di ciascun dipendente, queste realtà aziendali attive nel distretto della gomma- plastica (teflon soprattutto) e che non hanno mai interrotto il ciclo produttivo, sanno adesso quanti dei loro lavoratori hanno contratto il virus malefico. Sono una cinquantina, pari ad una percentuale del 18% di casi positivi.
Lo hanno fatto semplicemente acquistando, su segnalazione del medico competente del lavoro Fortunato Custureri, uno stock di test sierologici.È bastata una piccola punzecchiatura al dito di una mano, una goccia di sangue a contatto con un apposito reagente ed ecco il risultato, in alcuni casi un’autentica sorpresa per il diretto interessato, perché nella casistica aziendale, non si era andati oltre alcuni casi di influenza di lavoratori, subito spediti a casa. Anzi, nemmeno fatti entrare dai cancelli. Per non parlare poi di chi non ha proprio manifestato alcun sintomo. L’analisi consente, infatti, di rilevare la presenza di anticorpi al virus e quindi di capire se un individuo ha avuto l’infezione pur non accusandone i sintomi e, dunque, se il suo organismo ha «reagito» all’aggressione esterna.

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Coronavirus, un bimbo nato positivo all'ospedale di Aosta

La madre, che risiede nella cintura del capoluogo, ha partorito con febbre a 38°

Il piccolo Leo
E' risultato positivo un bambino nato all'ospedale Beauregard di Aosta da una donna malata di coronavirus. La madre, che risiede nella cintura del capoluogo, ha partorito con febbre a 38°. Al piccolo è stato effettuato il tampone e il risultato è arrivato il giorno dopo la nascita. In ospedale è quindi stata riorganizzata la degenza nei reparti di Ostetricia e Pediatria. 



Investe Gdf a posto di blocco, arrestato

Per sfuggire ai controlli anti coronavirus, sarà processato per direttissima

Per sfuggire ai controlli anti coronavirus ha investito i militari della Guardia di Finanza trascinandoli sull'asfalto per alcuni metri. E' accaduto domenica a Lurate Caccivio (Como). Il conducente, rintracciato a casa, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, omissione di soccorso, lesioni, danneggiamento e sanzionato per aver violato le misure relative all'emergenza sanitaria. I militari feriti sono stati portati in ospedale. 
La pattuglia in servizio per verificare l'osservanza delle misure in materia di contenimento e gestione dell'emergenza da Covid-19, ha intimato l'alt a una vettura con a bordo due giovani italiani che percorreva la statale Varesina. Il conducente ha disatteso l'alt e ha cominciato a fuggire. Ne è nato un inseguimento lungo le vie di Lurate Caccivio, la pattuglia ha superato il veicolo e l'ha bloccato. Il conducente, quando i Finanzieri sono scesi, ha speronato la loro auto e ha ingranato la retromarcia trascinando i militari sull'asfalto per alcuni metri, poi è fuggito. I militari coinvolti sono stati assistiti da un'autoambulanza della SOS di Appiano Gentile e condotti all'ospedale Sant'Anna per essere curati. 

lunedì 20 aprile 2020

Una Montagnier di fuffa

Non basta vincere un premio Nobel per essere immuni alle fesserie sul coronavirus. Un debunking


Pochi giorni orsono, un’intervista rilasciata da un premio Nobel – Luc Montagnier – è andata in onda su un telegiornale nazionale. In questa intervista, si rilanciava l’idea già apparsa a febbraio della traccia nel genoma del nuovo coronavirus di sequenze genetiche derivate dal virus di Hiv. Questa idea rilanciava due delle teorie favorite dai complottisti: che il virus fosse in realtà prodotto di ingegnerizzazione dell’uomo, e che si stessero facendo esperimenti pericolosi e inutili con virus mortali, sfuggiti poi al controllo. Ora io non mi lancerò nel triste riepilogo delle numerose sciocchezze che un premio Nobel come Montagnier ha sostenuto da un po’ di tempo a questa parte, né delle motivazioni per cui lo fa; seguirò in questo il consiglio di chi ha espresso la sua pena per un anziano signore, che sempre più spesso presenta come fatti accertati ipotesi senza alcun fondamento. Mi interessa però rassicurare il lettore circa l’insussistenza delle cose adombrate da Montagnier e delle cosiddette “prove” che avrebbe prodotto in supporto all’idea che il virus sia un prodotto artificiale.

Cominciamo con il primo dei documenti che ha citato, vale a dire un manoscritto di alcuni ricercatori indiani, che ha avuto una brevissima apparizione in Internet prima di sparire, ritirato dagli stessi autori. Montagnier ha dato a intendere che ci fosse qualcosa di losco, ma in realtà il manoscritto è stato pubblicamente demolito, prima di essere ritirato, in maniera assolutamente trasparente. Fra le tante pecche che ne hanno causato l’eliminazione, qui basterà mettere in evidenza quella dimostrata dal prof. Burgio: le parti del genoma del virus che sarebbero state, secondo gli autori, identiche a quelle di Hiv (e dunque la prova della manipolazione, perché in natura l’ibrido non può prodursi), sono in realtà dei brevissimi tratti del genoma del coronavirus, che questo condivide non solo con Hiv, ma con centinaia di altre specie, da ognuno dei regni del vivente

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Coronavirus: Giù i malati: è la prima volta. Ma ci sono 454 vittime in più

Coronavirus, il petrolio sotto i 15 dollari al barile, il prezzo della benzina in Italia scende ma con il contagocce

Per il Wti americano è il livello più basso da oltre vent’anni. Altroconsumo: le riduzioni alla pompa non sono proporzionali e non superano mai il 10%

L’accordo raggiunto l’altra settimana dai principali paesi produttori di petrolio (Opec+) non è servito a rilanciare il prezzo del greggio.Il taglio di 9,7 milioni di barili al giorno, infatti, deciso per ridurre l’offerta non è sufficiente a compensare il calo della domanda globale a causa del blocco delle produzioni non essenziali deciso dalla maggior parte degli Stati. Questa mattina il prezzo del barile americano West Texas Intermediate (Wti) è crollato di oltre il 18,7% a 14,84 dollari per unità nei primi scambi asiatici, il livello più basso in oltre 20 anni. Il valore di scambiato del Brent del Mare del Nord è diminuito dell'1,5%, a 27,64 dollari al barile. Il calo del prezzo del greggio ha ricadute anche sul prezzo della benzina anche se in Italia, come mette in evidenza Altroconsumo, per i consumatori i risparmi alla pompa ci sono ma sono molto più contenuti anche se non sono mai «proporzionali a quelle del mercato del greggio» e «non arrivano mai al 10%». 

Ecco cosa fa gonfiare il prezzo della benzina: tutte le accise dal 1935

Il nuovo tracollo del prezzo del petrolio è arrivato un mese dopo il calo del 9 marzo dopo il fallimento dei negoziati tra i paesi produttori che portarono il prezzo del greggio Usa sotto la soglia dei trenta dollari al barile. da Allora la discesa è stata repentina fino ad arrivare sotto i 20 dollari. Il 19 marzo il prezzo del petrolio aveva perso il 50 per cento rispetto ad inizio dell’anno mentre nell’aprile 2019 la quotazione media del barile Wti era intorno ai 60 dollari. Poi l’accordo del 10 aprile ha permesso una lenta risalita ma è evidente che la frenata non è legata solo alla pandemia. Le raffinerie e i depositi sono strapieni. 

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Canada, killer vestito da poliziotto fa una strage. "Sedici morti"

Sparatoria in Nuova Scozia: morto anche l'omicida, un odontotecnico 51enne. Tra le vittime, una poliziotta

Montreal (Canada), 20 aprile 2020 - Canada sotto choc per una strage in Nuova Scozia. Un odontotecnico 51enne, vestito da poliziotto, ha ucciso almeno sedici persone nella piccola comunità di Portapique. L'inferno in questo tranquillo angolo del nord America è durata circa 12 ore: è iniziato nella serata canadese di ieri e si è concluso poco prima di mezzogiorno, ora locale, nei pressi di una stazione di servizio 35 chilometri a nord di Halifax.   
L'autore della strage - identificato secondo i media locali come  Gabriel Wortman - è stato ucciso al termine della caccia all'uomo seguita alla sparatoria.Tra le vittime anche una poliziotta.
Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno spinto il killer a compiere questa strage. 
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Coronavirus mondo, laboratorio di Wuhan: "Il Covid-19 non viene da noi"

Il direttore della virologia risponde alle accuse di Montagnier e Trump: "E' impossibile, nessuno di noi si è ammalato. E l'Oms fu informata"


Roma, 19 aprile 2020 - Il quotidiano bollettino sul Coronavirus nel mondo della Johns Hopkins University parla di 160.917 decessi complessivi per Covid-19, al momento. In testa alla poco ambita classifica ci sono gli Stati Uniti con 39.090 morti, che superano di gran lunga l'Italia, in seconda posizione con 23.227 decessi. Seguono Spagna (20.639) e Francia (19.323).

Laboratorio Wuhan: Il virus non viene da noi

Il direttore del laboratorio di virologia della città cinese di Wuhan ha smentito categoricamente che la struttura sia all'origine del contagio. "E' impossibile che il virus provenga da noi" ha detto Yuan Zhiming.  Secondo la grande maggioranza degli scienziati il nuovo virus è passato da un animale all'uomo, forse in un mercato di Wuhan che vendeva animali selvatici vivi. Ma la presenza a pochi chilometri di distanza dell'istituto di virologia alimenta da mesi l'ipotesi di una fuga dalla struttura di massima sicurezza.
Nessuno del suo staff è stato contagiato, ha dichiarato in tv Zhiming. "L'intero istituto sta conducendo ricerche in diverse aree correlate al coronavirus", ha aggiunto. L'istituto aveva già respinto la teoria a febbraio, affermando di aver condiviso le informazioni sull'agente patogeno con l'Organizzazione mondiale della sanità all'inizio di gennaio. "Sappiamo esattamente che tipo di ricerca viene svolta all'istituto e come gestisce virus e campioni", ha insistito Yuan. Dato che il laboratorio P4 è a Wuhan, "la gente non può fare a meno di fare associazioni", ha lamentato, accusando poi alcuni media di "cercare deliberatamente di fuorviare le persone" con informazioni "interamente basate sulla speculazione" senza "prove". 

Coronavirus Trivulzio, l'infermiera: «Continuano a trasferire i pazienti in altri reparti senza tamponi». Nuova ispezione dei Nas

«Stanno continuando a trasferire i pazienti da un reparto all'altro, senza aver fatto nemmeno i tamponi, lo fanno la sera di nascosto, gli anziani continuano a morire, la situazione non è migliorata». È il racconto di un'operatrice sociosanitaria che da «31 anni» lavora al Pio Albergo Trivulzio di Milano e adesso si trova alle prese con l'emergenza coronavirus. «La prima mascherina nel mio reparto si è vista il 22 marzo», ha aggiunto, spiegando che lei «il 12 marzo chiese di averne una, ma a me come ad altre colleghe che le avevano portate da casa venne intimato dalla caposala di non usarle».

Intanto è in corso da stamani un'ispezione dei carabinieri del Nas all'Istituto Frisia di Merate (Lecco), residenza per anziani che fa capo al Pio Albergo Trivulzio. Da quanto si è appreso, i militari si trovano nella sala riunioni della struttura insieme ai dirigenti e stanno acquisendo documentazione.
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L’emergenza coronavirus ad Alessandria: questa sera a Report su Rai Tre

ALESSANDRIA – Questa sera, lunedì 20 aprile, andrà in onda su Rai Tre una puntata di Report incentrata sull’emergenza coronavirus in provincia di Alessandria. Un approfondimento per capire e comprendere come mai il nostro territorio abbia avuto un boom così marcato di contagi da Covid-19. 


Il Piemonte è una delle regioni più colpite dal virus e la provincia di Alessandria in proporzione alla popolazione ha più contagiati di quella di Milano. Il focolaio lì parte da una serata in discoteca il giorno di San Valentino. Chi doveva gestire l’emergenza ha fatto il possibile per arginare il virus?“, si domandano gli autori del servizio.

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Coronavirus: ecco quando è previsto l’azzeramento di nuovi casi in Piemonte

Spiagge riaperte e affollate: a migliaia al mare nonostante il coronavirus

Spiagge riaperte e affollate: a migliaia al mare nonostante il coronavirus
Le autorità di Jacksonville, nel nord della Florida, hanno autorizzato i residenti a recarsi sulla spiaggia per fare surf o camminare


Spiagge riaperte e affollate: a migliaia al mare nonostante il coronavirus

Migliaia di persone oggi si sono riversate sulle spiagge di Jacksonville, nel nord della Florida, che sono state riaperte dalle autorità locali nonostante nello stato si siano registrati oggi 1413 casi di Covid19, il numero più alto di contagi in 24 ore avuto nello stato dall'inizio dell'emergenza. 
Le immagini riprese dalle tv americane Cbs e Cnbc, sono eloquenti. Le autorità della città della Florida, che ha quasi un milione di abitanti, hanno autorizzato i residenti a recarsi sulla spiaggia per fare surf o camminare, continuando però a vietare di rimanere sdraiati a prendere il sole o riunirsi in gruppo. "Se oggi pensate di andare in spiaggia, per favore mantenere una distanza di almeno 1,8 metri dalle altre persone", hanno scritto su Twitter. Le spiagge resteranno aperte dalle 6 alle 11 e dalle 17 alle 20 ogni giorno.

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Il contropiede di Trump: c'è il record dei morti ma lui annuncia la riapertura


Coronavirus Canada, scoperta casa di riposo con anziani abbandonati: ci sono vittime

Boeing 747 scarica 80 tonnellate di kerosene sul mar Ligure

Il volo cargo ha eseguito decine di "cerchi" nel mare davanti alla costa di Savona

Malpensa. Questa volta i satelliti di Elon Musk non c’entrano nulla ad attirare l’attenzione di alcuni lettori sono state le luci “insolite” di un 747 cargo della compagnia aerea Asiana Airlines.

Il volo OZ790 decollato da Malpensa, intorno alle 20 ha riscontrato una anomalia poco dopo essere decollato in direzione Seoul, l’allarme ha fatto scattare i protocolli di sicurezza che come da prassi hanno costretto il pilota a dover provvedere allo svuotamento dei serbatoi prima di fare ritorno sullo scalo lombardo dove è atterrato.
Come visibile su flightradar il velivolo si trovava sulla Toscana quando, a seguito dell’emergenza ha invertito la rotta e una volta raggiunto il mar Ligure ha iniziato le manovre di alleggerimento. Il tracciato mostra come abbia eseguito il “fuel dumping” proprio tra Savona e Finale Ligure, continuando a effettuare dei voli in cerchio.
I serbatoi di un “jumbo” carico contengono circa 80 tonnellate di kerosene e la manovra prevede che in queste situazioni il pilota porti il velivolo al peso massimo previsto per atterrare in sicurezza. Va specificato inoltre che la manovra viene effettuata a grande altitudine e velocità: il carburante non viene quindi “scaricato in mare” ma nebulizzato nell’aria, e la maggior parte del carburante evapora prima di raggiungere il mare.
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Mortalità e coronavirus, quando dati veri diventano fake news

Come si può trattare un tema delicato e sensibile come quello della morte di migliaia di persone sulla base di analisi prive di scientificità ma spacciate per scientifiche?


Fonte Istat


Abbiamo un governo che fa fatica a comunicare. Questo è ormai chiaro a chiunque anche soltanto facendo il confronto con altri paesi dove i capi di stato spiegano quotidianamente con l’aiuto di slide e con un linguaggio chiaro quello che fanno e quali sono i tempi stimati per uscire dal lockdown e il modo in cui si pensa di farlo.
A questa incapacità di comunicare del nostro governo dobbiamo purtroppo aggiungere lo scandalo di quotidiani nazionali importanti che non si capisce se fanno apposta a pubblicare articoli e “notizie” del tutto errate (per non dire false).
Parlo del Sole 24 ore che il 17 aprile ha pubblicato sul suo sito un articolo a firma di Paolo Becchi (professore ordinario di Filosofia del Diritto presso l’Università di Genova) e Giovanni Zibordi (trader e consulente manageriale e finanziario) dove si sostiene, sulla base di dati Istat, che la mortalità in Italia nei primi 3 mesi e mezzo del 2020 sarebbe complessivamente minore di quella dell’anno scorso e degli anni precedenti, malgrado l’epidemia di Covid.
Da questo dato fanno una serie di considerazioni “politiche” tra cui quella per cui il lockdown italiano sarebbe eccessivo perché la mortalità relativa (cioè i morti per milione di abitanti) è più alta di quella di paesi in cui il lockdown è più leggero.
Gli autori sostengono quindi che il nostro lockdown in realtà non è servito a nulla, sia perché i morti sono di meno, sia perché la mortalità relativa è più alta.
Ora io capisco che Confindustria voglia uscire al più presto dal lockdown e che il suo giornale spinga in questo senso. Ma questo articolo è scandaloso perché si basa su numeri male interpretati e le considerazioni che fa sono completamente errate.