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lunedì 20 aprile 2020

Mortalità e coronavirus, quando dati veri diventano fake news

Come si può trattare un tema delicato e sensibile come quello della morte di migliaia di persone sulla base di analisi prive di scientificità ma spacciate per scientifiche?


Fonte Istat


Abbiamo un governo che fa fatica a comunicare. Questo è ormai chiaro a chiunque anche soltanto facendo il confronto con altri paesi dove i capi di stato spiegano quotidianamente con l’aiuto di slide e con un linguaggio chiaro quello che fanno e quali sono i tempi stimati per uscire dal lockdown e il modo in cui si pensa di farlo.
A questa incapacità di comunicare del nostro governo dobbiamo purtroppo aggiungere lo scandalo di quotidiani nazionali importanti che non si capisce se fanno apposta a pubblicare articoli e “notizie” del tutto errate (per non dire false).
Parlo del Sole 24 ore che il 17 aprile ha pubblicato sul suo sito un articolo a firma di Paolo Becchi (professore ordinario di Filosofia del Diritto presso l’Università di Genova) e Giovanni Zibordi (trader e consulente manageriale e finanziario) dove si sostiene, sulla base di dati Istat, che la mortalità in Italia nei primi 3 mesi e mezzo del 2020 sarebbe complessivamente minore di quella dell’anno scorso e degli anni precedenti, malgrado l’epidemia di Covid.
Da questo dato fanno una serie di considerazioni “politiche” tra cui quella per cui il lockdown italiano sarebbe eccessivo perché la mortalità relativa (cioè i morti per milione di abitanti) è più alta di quella di paesi in cui il lockdown è più leggero.
Gli autori sostengono quindi che il nostro lockdown in realtà non è servito a nulla, sia perché i morti sono di meno, sia perché la mortalità relativa è più alta.
Ora io capisco che Confindustria voglia uscire al più presto dal lockdown e che il suo giornale spinga in questo senso. Ma questo articolo è scandaloso perché si basa su numeri male interpretati e le considerazioni che fa sono completamente errate.

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