Giustizia, lo stop del Quirinale sulla responsabilità dei giudici
Il centrodestra accelera sul processo breve: la prossima settimana il voto finale. Il Colle chiede correttivi. Csm, scontro Vietti-Pdl di LIANA MILELLA
ROMA - Non piace al Quirinale l'emendamento Pini sulla responsabilità civile dei giudici. Sbagliato nel metodo, nel merito, nei tempi. Destinato solo ad alimentare un gratuito scontro con la magistratura. E sono giorni che, con un paziente lavorio nel segno della migliore moral suasion, il Colle cerca di far capire a Lega e Pdl che quel testo non solo non può passare così, ma forse sarebbe meglio addirittura metterlo da parte. Non è una ritirata, quella che viene garbatamente suggerita, ma un consiglio che tiene conto anche dello stato dei testi legislativi, visto che da un lato, in commissione Giustizia, c'è da tempo una pratica aperta proprio sulla responsabilità, e dall'altro sta per arrivare la riforma costituzionale Alfano che la contiene. Questo è il punto su cui il Quirinale insiste, non si può liquidare nella legge comunitaria, senza alcun dibattito, senza cercare, se non in extremis, la benché minima condivisione, una questione fondamentale, sentita non solo dai giudici ma anche dalla gente. Non solo, è in dubbio anche fino a che punto il nodo della responsabilità non sia "estraneo per materia", come sostiene il finiano Nino Lo Presti, al resto del provvedimento.
Questa volta non mi sento di condividere con il nostro Presidente, poichè devo così ritenere che anche nessun medico dovrebbe fare una diagnosi o operare. A mio mero vedere infatti, il Magistrato è una figura assimilabile al Medico. Entrambi devono decidere in piena autonomia o collegialmente. Tanto è vero che non è lo Stato che dice al medico di operare o non operare un paziente. E così è il magistrato quando fa le indagini (diagnosi nel caso del medico) o emette una sentenza (opera nel caso del medico). Non è invero lo Stato che dispone che il magistrato indaghi qua o lì, oppure assolva o condanni. Ora se un medico sbaglia la diagnosi o l’operazione, per imperizia, o altro, paga di persona sia penalmente che civilmente. Lo stesso deve essere per il magistrato che per indolenza, o altro rovina una o più persone. Il resto sono pretese prepotenti di una intimidatrice casta di innominabili ed intoccabili che sono diventati i magistrati, basta dire che si giudicano tra di loro. Qui non è una questione di essere, come qualcuno per deviare l’argomento tira in ballo, con o contro la mafia. Personalmente per i mafiosi avrei quasi difficoltà a sostenere una moratoria contro la pena di morte. Al contrario si tratta di ristabilire un equilibrio civile nella nostra società poiché, risaputamente, i Distretti Giudiziari sono divenuti dei centri di Potere ‘’invisibile’’ in quanto per Legge non devono dare conto ed hanno alcuna responsabilità. Ma poi, ‘’per liberarsi di un Giudice’’ bisogna presentare un’istanza sostanzialmente analoga oggi a quella di ricusazione. E come per quest’ultima, deve essere sempre un altro Giudice o Collegio Giudicante, a stabilire la fondatezza della richiesta di danni, che si può pure ritorcere civilmente, e anche penalmente, secondo le contestazioni formulate, nei confronti del medesimo richiedente.
RispondiEliminaConcordo, ci vuole comunque una giustizia giusta che, se possibile, riesca a non farsi influenzare dalla mafia e che non sia severa sono con coloro che sono più deboli economicamente.
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