L’Europa chiede all’Italia 57 milioni di euro per gli sperperi del precedente governo regionale calabrese di centrodestra sui quali ha indagato Luigi De Magistris. Radio Londra chiama e Bruxelles risponde. Secondo Giuliano Ferrara, “Luigi De Magistris non sarebbe diventato nessuno se avesse impostato delle inchieste che mettevano capo a qualcosa di vero e di concreto”. Secondo l’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, qualcosa di concreto quelle inchieste lo hanno prodotto. Grazie all’indagine Poseidone, per esempio, sono stati risparmiati 48,8 milioni di euro. Lo dice il rapporto 12127-I-2010 dell’Olaf, appena trasmesso agli uffici giudiziari italiani. Il Fatto Quotidiano è riuscito a visionarlo. Porta la data del 6 ottobre 2010 e si intitola “Depuratori-Procura di Catanzaro”. L’Olaf, una direzione generale composta di 500 uomini, fa proprie le ipotesi di accusa formulate nel lontano 2005. Sei anni dopo l’avvio dell’inchiesta sui depuratori calabresi a Catanzaro e quattro anni dopo l’apertura dell’indagine parallela a Bruxelles (essendo coinvolti i fondi europei) si può fare finalmente un bilancio. Nel febbraio scorso c’erano state le 35 richieste di rinvio a giudizio (su 40 indagati) del procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli (subentrato nell’accusa) ora l’Olaf presenta il suo conto: 114 milioni di euro di danno (“vero e concreto”, come dicono a Radio Londra) per il bilancio comunitario, il più grande mai accertato dall’Ufficio anti-frode comunitaria.
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