Degli ottanta consiglieri 14 sono sotto inchiesta. Nei guai anche il Governatore e cinque assessori
Marco Alfieri
Milano
Sui manifesti post elettorali di Domenico Zambetti, primavera 2010,
c’era scritto «In regione grazie a voi». «Praticamente, una
confessione…» ironizzano via Twitter. Farebbe ridere se non fosse uno tsunami, la fine dell’innocenza: l’accusa d’infiltrazione ‘ndranghetista (soldi in cambio di voti sporchi) ai piani più alti mai mossa ad un esponente politico lombardo, anche se dalla maxi inchiesta «Infinito» del luglio 2010, quella che svelò la cena lugubre al Centro Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano in cui le ‘ndrine elessero Pasquale Zappia al vertice dei clan calabresi in Lombardia, si era capito già tutto. Non si finisce di scrivere una notizia che bisogna aggiornare l’elenco in questa Lombardia deturpata, dove il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi sostiene che da queste parti «la mafia non esiste». «Altro che Baviera, ci stiamo meridionalizzando», ride amaro un consigliere di maggioranza al Pirellone.
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