Phillips: "E' una decisione italiana, ma Roma deve garantire di avere una stabilità di governo". Il premier alla Casa Bianca il 18 ottobre. Salvini: "Il diplomatico si faccia gli affari suoi". Forza Italia: "Più che un auspicio, è un'entrata a gamba tesa negli affari interni italiani. Intervenga Mattarella". Sinistra Italiana: "Dopo lo svizzero Marchionne, gli americani". Di Battista: "Siamo alleati, non siamo sudditi"
Una vittoria del No al referendum costituzionale sarebbe un “passo indietro” per attrarre gli investimenti stranieri in Italia. E’ il parere dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips, intervenuto questa mattina a un convegno a Roma. Resta una “decisione italiana”, precisa, ma “l’Italia deve garantire di avere una stabilità di governo” proprio per attrarre investimenti. Perché, prosegue Phillips, “63 governi in 63 anni non danno garanzie”. Una posizione che il dipartimento di Stato Usa non commenta, mentre poco dopo arriva il parere dell’agenzia Fitch che prevede”uno choc per l’economia” in caso di bocciatura del quesito con rischi sul rating italiano. Risponde il silenzio imbarazzato di Palazzo Chigi e dei vertici Pd, polemiche dei sostenitori del No al referendum contro “l’indebita ingerenza” di un Paese straniero. L’endorsement nel giro di poche ore scatena l’inferno: da una parte il governo incassa quasi infastidito perché la nuova tendenza generale è quella di ammorbidire i toni e cercare di personalizzare il meno possibile la campagna, dall’altra le opposizioni gridano all’invasione.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento