Tra i banchi dell’aula 1, nel palazzo di giustizia di Torino, dove per
anni sono state esposte le bandiere tricolore Eternit Giustizia, da oggi si ricomincia a parlare di morti di amianto.
Riprende stamane (e si prosegue domani) l’udienza preliminare che il
gup Federica Bompieri aveva interrotto un anno fa rivolgendo alla Corte
Costituzionale chiarimenti in merito all’eccezione sollevata dai
difensori dell’imputato di omicidio volontario: eccepirono il principio
giuridico del «ne bis in idem», sostenendo che l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ultimo patron in vita di Eternit italiana, non può essere giudicato per fatti che lo hanno già visto sotto accusa.
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