Partite dalla Nigeria e dall’Est vivono sotto ricatto. Maimuna salvata a Perugia dalla Giovanni XXIII
Maimuna la salvano in un modo che buca il cuore. Perché la sua è
una storia sbagliata che alla fine diventa giusta. O per lo meno
sopportabile, perché in effetti «giusta» non può diventarlo più. Non si
sa ancora quanti anni abbia. Ma presumibilmente, osservandola nella
notte di questo sabato bagnato, mentre tiene gli occhi bassi nel
gigantesco parcheggio di Perugia dove fino a pochi minuti fa si vendeva
per trenta euro a clienti bavosi , non arriva a diciotto. È sottile,
spaventata, piena di incubi e di freddo ed è evidente che oramai
considera la sua bellezza una complicazione sgradita.
Le avevano detto: sei carina, ti portiamo in Italia e ti troviamo un
lavoro. Con gli occhi grandi che hai ci sarà la gara per farti fare la
baby sitter. O magari l’assistente parrucchiera. Farai i soldi, aiuterai
i tuoi. Gran posto l’Europa.
È partita da Benin City quattro mesi fa. Da tre è costretta a battere
per ripagare un debito di 50mila euro che non sapeva neanche di avere
contratto. «O ci dai i soldi o massacriamo la tua famiglia». Intanto
hanno violentato lei, che in Italia è arrivata via mare, passando dalla
Libia e adesso vuole solo che tutto finisca prima che il dolore la
divori.
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