È innegabile che la val Borbera sia una delle più belle valli
dell’Appennino ligure-piemontese ed è quindi logico che i suoi
estimatori non perdano occasione per immortalarne gli aspetti più
suggestivi. Tra i vari siti e profili facebook, che di questo territorio
si occupano, ce n’è uno su tutti, il gruppo Val Borbera che propone
pressoché quotidianamente splendide immagini, ma a volte anche accese
discussioni. Difficilmente esiste nei social, tema che non sfoci in
duelli rusticani all’ultima battuta, ma la scorsa settimana un
argomento sembra aver messo d’accordo tutti i partecipanti: uscire dal
Piemonte e chiedere l’annessione ad una delle regioni limitrofe. La Val
Borbera, com’è noto, sorge alla confluenza di quattro province;
Alessandria, Piacenza, Genova e Pavia, quindi Piemonte di cui la valle
appunto fa parte, Emilia, Liguria e Lombardia. Quest’ultima pare non
essere nei desideri dei valborberini, le più gettonate sono Emilia e
Liguria. Tra i commentatori del gruppo c’è Michele Negruzzo, presidente
della più longeva associazione valligiana; quella degli albergatori e
ristoratori e patron dell’Albergo Ponte di Cosola. Con lui abbiamo
approfondito l’argomento.
Avete postato un bell’articolo dal titolo “Abruzzo, la montagna ignorata e una regione governata dalla spiaggia”, del giornalista e scrittore Stefano Ardito, pubblicato
su Montagna.tv, ,che lamenta la scarsa considerazione che la politica
mostra, o ha mostrato per l’Appennino dell’ Italia centrale, con le
conseguenze che tutti sappiamo.
“Esatto. Anche noi riteniamo che la Regione Piemonte ci dedichi poca
attenzione. In Piemonte si parla solo di Alpi, Torino, Langhe, Alba e
poco altro… la Val Borbera? Un luogo marginale del Basso Piemonte,
talmente marginale che potremmo chiedere l’annessione a Liguria,
Lombardia o Emilia senza timore che si opponga qualcuno. In un post una
persona ha raccontato che don Luciano anni fa è andato in Regione a
Torino per alcune richieste, e gli fu detto: ‘avete sbagliato, dovete rivolgervi a Genova’.Così
da quell’articolo, sono iniziate una serie di riflessioni ironiche ma
anche provocatorie , e non c’è ironia che non abbia un fondo di verità.
Noi non abbiamo gli stessi problemi dell’Abbruzzo o del Molise, la
nostra in teoria non è zona sismica, ma è comunque una zona
idrogeologicamente fragile, che andrebbe curata con attenzione. Vivere
in queste valli non è semplice. Chi come me ci vive e ci lavora, lo sa
bene. Diventano difficili anche le piccole cose, come vedere un
programma televisivo, se non si ha un satellite, idem con i collegamenti
internet, infatti, se ho voluto restare in contatto con il mondo, ho
dovuto provvedere in proprio”.
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