Ha giurato con la mano sul cuore come Sergio Costa, l’unico altro ministro lasciato al suo dicastero nel passaggio dal Conte 1 al Conte 2. Ma la conferma di Alfonso Bonafede in via Arenula ha un significato diverso rispetto a quella del titolare dell’Ambiente. I più distratti l’hanno semplicemente collegata alla sua nota duplice vicinanza: da una parte a Luigi Di Maio, il capo politico del quale è fidato alleato dentro al Movimento, sin dall’inizio dell’avventura in Parlamento. Dall’altra a Giuseppe Conte, il premier che in quattordici mesi di governo con la Lega ha rivelato tutta le sue – fino a poco tempo fa sconosciute – qualità politiche. Bonafede è amico di Conte da anni: gli ha fatto da assistente all’università e lo ha presentato a Di Maio, che poi lo ha poi incluso nella sua squadra di governo alla vigilia delle politiche del 2018. È da quella squadra che Conte viene pescato due mesi dopo per fare il “premier terzo” del governo gialloverde. Insomma: è stato l’attuale ministro della giustizia a fare da biglietto da visita all’avvocato pugliese, spalancandogli le porte di Palazzo Chigi.
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