Matteo Salvini a Pontida aveva fatto salire Greta e la madre Sara sul palco della kermesse leghista cercando di far credere che la loro storia c’entrasse qualcosa con Bibbiano e parlando di «bambina strappata alla famiglia e finalmente ritornata a casa». Quello che già sapevamo è che la prima allusione a Bibbiano era una fregnaccia. Quello che scopriamo stamattina grazie a un articolo di Giampaolo Visetti su Repubblica è che la bambina non doveva stare sul palco di Pontida perché in realtà non è stata mai restituita alla madre.
Non solo la lombarda Greta è totalmente estranea all’inchiesta emiliana «Angeli e Demoni». La procura presso il tribunale dei minori di Milano non l’ha affatto «restituita alla madre per sottrarla agli abusi dei servizi sociali». In realtà la bambina di Lomazzo, che ha 11 anni, il 3 settembre è fuggita al termine di un incontro protetto con la madre Sara, brindisina di 36 anni. Dal parco Lura, dove aveva fatto un pic-nic alla presenza dell’assistente sociale, si è rifugiata nell’abitazione della mamma e del suo nuovo compagno. Inutile il tentativo dei carabinieri di convincerla a rientrare nella comunità «Il Marsupio» di Varese, dove l’Azienda Sociale Comuni Insieme l’ha collocata in affido temporaneo. Per i giudici minorili però nulla è cambiato: Greta rimane temporaneamente affidata al presidente dell’Asci di Lomazzo, Gianpaolo Folcio, e domiciliata nella comunità in cui era stata trasferita dopo il suo rifiuto di restare nella Casa dei Tigli di Brunate, gestita dalle suore.
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