Ci risiamo. O meglio, non ci siamo proprio. Il nuovo governo non fa in tempo a giurare ed ecco che una donna, questa volta la ministra del Pd Teresa Bellanova, finisce nel mirino degli odiatori seriali. E giù battutacce che rimbalzano sul web, insulti sessisti, considerazioni squallide e triviali. Il pretesto per scatenare l’odio e i pregiudizi è l’abito, ma poteva essere il tacco, il trucco, l’eloquio o anche l’impegno in favore dei migranti o dei diritti, come sa bene Laura Boldrini. Troppo bella, o troppo brutta. Troppo magra, o troppo grassa. Possibile che siamo ancora a questo punto? Che un politico come Daniele Capezzone, che è stato portavoce di Forza Italia e del Popolo delle Libertà, non trovi contro l’avversario un argomento più forte che non sia la critica per l’abito in stile «Halloween»? Se Maria Elena Boschi fu fatta a pezzi anche perché troppo avvenente, alla ex bracciante agricola che si battè da sindacalista contro il caporalato nelle campagne pugliesi tocca il massacro sui social perché non è una silfide e al giuramento del governo Conte si è vestita da «balena blu».
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Criticate pure il governo, gridate pure all”inciucio”, prendetevela pure con la sinistra, col Pd, col Padreterno. Ma giù le vostre mani e bocche miserabili da questa donna. Che avrà pure la terza media, ma ha fatto più lei nella sua vita per questo Paese di tutti gli esponenti della Lega messi insieme negli ultimi 30 anni. Ha visto più sofferenza lei di quanta qualunque ministro, deputato o senatore abbia dovuto toccare, subire, sfiorare o anche solo immaginare. Ed è un peccato.
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