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martedì 15 gennaio 2019

Scorte di latte, pomodori e medicine: così il Regno Unito si prepara alla Brexit

Oggi il voto a Westminster sulla proposta di uscita dalla Ue. May avrebbe 197 voti sui 318 necessari e il sì all’accordo sembra molto difficile. Nel Paese parte il piano di emergenza per affrontare il dopo 29 marzo: maxi spesa di generi alimentari, negli ospedali provviste di farmaci

Manifestanti anti-Brexit con la bandiera britannica fuori dal Parlamento
INVIATO A LONDRA
Al Sainsbury’s di Wilson Road, cinque minuti da Victoria Station, una signora di mezza età spinge un carrello pieno di lattine di cereali, cornflakes, bibite, prugne secche e latte di cocco. Stampa un sorriso largo e si avvia alla cassa quando le chiediamo se anche lei stia facendo la scorta per affrontare la Brexit.
Magari avrà una famiglia numerosa e la risposta del carrello che trabocca è tutta lì, ma nel Regno Unito che fa il conto alla rovescia per l’addio alla Ue, l’alba del 30 marzo, l’idea della corsa alle provviste non è fantascienza. Lo fanno comuni cittadini, organizzati su Facebook - uno dei gruppi, il più agguerrito e foriero di informazioni per mamme è il 40% Preppers - e aziende, grandi e piccole. Le signore che dispensano consigli invece su mumsnet.com sono rigorose e metodiche.
Quando inizierà il processo dell’uscita dalla Ue, Londra teme l’assalto ai supermercati
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Brexit, cosa succederà secondo gli allibratori e la scommessa di Theresa di May


Costi e benefici...

Tutta l'analisi costi benefici sul Terzo Valico assume come base di calcolo una riduzione del tracciato di 21 km asserendo "la tratta di valico attuale presenta infatti una estesa di 75 km contro i 54 di quella di progetto".

Non hanno mai visto né un progetto dove sono ben chiari i punti di inizio e fine di quei 54Km, né un semplice orario ferroviario, dove è evidente che i treni partono da Brignole, stazione che neanche sanno dove si trovi.

Però si possono permettere di decidere delle nostre sorti spacciando dati surreali per verità di scienza


Fonte

Derubava i malati terminali, arrestata operatrice sanitaria

E' successo a Chiavari

CHIAVARI - Una operatrice socio-sanitaria in servizio al reparto cure palliative dell'ospedale di Chiavari è stata arrestata dalla polizia con l'accusa di avere derubato alcuni pazienti terminali. Gli episodi, ai danni anche dei parenti dei malati e di una stagista, sarebbero iniziati nel 2015.
Gli agenti hanno ricostruito almeno otto furti. In alcuni casi la donna ha sfilato gli anelli dalle mani dei malati, in altri ha invece frugato nei cassetti dei comodini o nelle borse, approfittando dello stato di semi incoscienza delle vittime. Alle indagini hanno collaborato anche la direzione sanitaria e i medici. 
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Calderoli condannato per gli insulti a Kyenge

Definì l'allora ministro "orango", riconosciuta l'aggravante razziale


È stato condannato primo grado a un anno e sei mesi dal tribunale di Bergamo, che ha riconosciuto l'aggravante razziale, il senatore della Lega Roberto Calderoli, a processo a Bergamo - dove vive - per aver dato dell'orango all'ex ministro del governo Enrico Letta, Cecile Kyenge, nel luglio 2013 alla festa della Lega Nord di Treviglio. L'ex ministro non si è costituita parte civile e non sono previsti risarcimenti di natura economica. "Abbiamo vinto un'altra volta - ha commentato Kyenge dal suo profilo Facebook -. Evviva evviva evviva. Il razzismo la paga cara. Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa, è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo. Perciò esprimo la mia soddisfazione per questa vicenda: non solo per questioni personali, ma anche perché la decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche".

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Terremoto di magnitudo 4.6 sulla costa della Romagna: lievi danni e scuole chiuse a Ravenna

Scossa poco dopo la mezzanotte, avvertita in tutto il Nordest. Replica di intensità minore mezzora dopo


Il Comune di Ravenna comunica che oggi in via precauzionale le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse, in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 4.6 avvenuta sul territorio poco dopo la mezzanotte. Il Comune rendo poi noto che al momento si segnalano danni solo di lieve entità e che non sono pervenute richieste di soccorso: verifiche strutturali sono in corso sulle situazioni segnalate. Nel corso della giornata verranno effettuati controlli su tutti i circa 90 plessi scolastici del territorio comunale.


Era passata da pochi minuti la mezzanotte quando la scossa ha svegliato la Romagna. L'epicentro è stato localizzato lungo il litorale ravennate, 11 km a est del capoluogo. Secondo le rilevazioni dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) la magnitudo è stata 4.6, con ipocentro a 25 km di profondità. Mezz'ora dopo una replica di minore intensità: 3.0, con epicentro stavolta a 9 km da Cervia. Molte persone, impaurite, hanno abbandonato le case e sono scese in strade. Immediatamente si sono attivati Vigili del fuoco e Protezione civile. Anche il Comune di Cervia ha disposto, in via cautelativa, sopralluoghi in tutte le scuole comunali. In tutta la zona la Protezione civile è mobilitata per seguire l'evolversi della situazione.

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lunedì 14 gennaio 2019

“Gli spacciatori vanno in bicicletta”: altro scivolone della Lega contro i ciclisti

Dopo la frase shock della segretaria della Lega di Prato che nello scorso mese di ottobre aveva detto che le ciclabili erano state costruite appositamente per i migranti, mentre i pratesi non vanno in bicicletta perché devono lavorare, adesso è il turno del segretario emilano della Lega, Gianluca Vinci, che se la prende con chi va in bicicletta.
A riferirlo è Reggio Sera che riporta la dichiarazione del numero uno regionale e deputato del carroccio.
Parlando della sicurezza nella zona della stazione di Reggio Emilia, Vinci ha proposto la riapertura totale al traffico del viale d’ingresso alla struttura, eliminando la corsia preferenziale per i bus oggi esistente. La motivazione sarebbe  che “lo spacciatore va a piedi o in bicicletta, la brava gente di solito usa l’automobile”.
In condizioni normali una simile banalizzazione della realtà avrebbe generalmente portato il politico di turno a fare marcia indietro dicendo di essere stato frainteso, ma siamo nel 2019, l’onorevole Vinci non ritratta e anzi si impegna a fondo per dimostrare di essere dalla parte della ragione ...
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Maxitamponamento in Valsugana, 16 feriti. Sono quasi 50 le auto coinvolte

La Croce Rossa ha allestito sul posto una piccola tendopoli per soccorrere le persone coinvolte

Una piccola tendopoli è stata allestita dalla Croce Rossa sul luogo dell'incidente avvenuto  lungo la Strada Statale 47 Valsugana, per soccorrere e medicare i feriti meno seri, mentre i più gravi si trovano ricoverati in vari ospedali trentini.  Le condizioni più serie riguardano cinque automobilisti, tutti in "codice rosso", trasportati in elicottero al "Santa Chiara" di Trento. Sono stati quasi 50 i mezzi coinvolti nella serie di tamponamenti, tra cui una decina di mezzi pesanti, incapaci a fermarsi a causa del ghiaccio, causato da una precipitazione, acqua mista a neve, iniziata dopo le 7.00 e proseguita per circa un'ora che, anche a causa delle temperature sotto zero, ha formato una patina insidiosissima sull'asfalto. 
Il tratto è stato riaperto poco dopo le 14 . I feriti sono un giovane di 21 anni, uno di 19, uno di 29 e una di 20, non in pericolo di vita, più una giovane di 25 anni e una donna di 41 anni, che i sanitari riferiscono a rischio. Altri sei feriti sono stati trasportati all'ospedale di Borgo, in Trentino. Si tratta di un uomo di 36 anni, uno di 57 anni, una donna di 57 anni, una giovane di 25 anni, un giovane di 26 anni e una sesta persona di cui non è nota l'età, nessuno segnalato a rischio. 
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Antartide, in 40 anni massa dei ghiacci ridotta di 6 volte

Più di 1 centimetro l'aumento livello mari

L'Antartide sta perdendo ogni anno una massa di ghiaccio sei volte superiore a quella che ha perso negli ultimi 40 anni. Con il conseguente innalzamento dei livelli delle acque dei mari di più di un centimetro nello stesso arco di tempo. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle Scienze (Pnas), condotto da un gruppo internazionale di glaciologi dell'Università della California, a Irvine, coordinato da Eric Rignot, insieme ai colleghi del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e dell'Università olandese di Utrecht.
    Lo studio è basato sull'analisi di 18 regioni antartiche, comprendente 176 banchine di ghiaccio, più le isole circostanti.
    Le indagini sono basate su carotaggi dei ghiacci, studio degli iceberg distaccati dal continente bianco e su osservazioni satellitari. Le analisi hanno permesso di stimare, tra il 1979 e 1990, la perdita di ghiacci annua in circa 40 miliardi di tonnellate. Una cifra schizzata a 252 miliardi di tonnellate annue tra il 2009 e il 2017. Le perdite riguardano soprattutto le regioni occidentali, considerate dagli studiosi tra le più sensibili ai cambiamenti climatici.

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Polonia: morto il sindaco di Danzica

Era stato accoltellato ieri sera

Non ce l'ha fatta sindaco di Danzica, Pawel Adamowicz, accoltellato ieri da un giovane mentre si trovava a una manifestazione di beneficenza. Il primo cittadino, 54 anni, è morto, secondo quanto affermano i medici che lo hanno operato stanotte, in un comunicato riportato dai media polacchi. "Nonostante in nostri sforzi non siamo riusciti a salvarlo", ha detto Thomasz Stefaniak, direttore del centro clinico universitario di Danzica, dove il primo cittadino era ricoverato da ieri sera. Adamowicz era stato accoltellato da un ventisettenne, che ieri dal palco della manifestazione aveva subito dopo preso il megafono per urlare di esser stato incarcerato ingiustamente, durante il governo di Piattaforma civica, partito di cui il primo cittadino faceva parte in passato. Le condizioni del sindaco era subito apparse disperate: ferito con una lama da 15 cm, Adamowicz era stato ricoverato e operato in un lungo intervento.

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In fuga come Battisti, le primule rosse del terrorismo

L'arresto in Bolivia dell'esponente di punta dei Pac, Cesare Battisti, riaccende all'improvviso i riflettori sul lungo elenco dei terroristi, rossi e neri, ancora ricercati e latitanti. E il capogruppo alla Camera del Carroccio Riccardo Molinari e il deputato Daniele Belotti fanno sapere che la Lega presenterà una mozione alla Camera "per sollecitare con determinazione l'estradizione degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia, Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola".
Nel frattempo con i tanti anni trascorsi dal momento del reato per alcuni latitanti è scattata la prescrizione. Come è accaduto per l'ex leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, condannato a 16 anni, rifugiato in Francia e tornato in libertà nel 2007. Proprio la Francia, tra il 1978 e il 1982, era diventata la meta di una vera e propria migrazione, con 400-500 esponenti della galassia eversiva italiana riversatisi Oltralpe. Tra i rifugiati a Parigi fino al 2004 figurava anche anche Cesare Battisti: dopo quella data, quando si stava avvicinando la sua estradizione per una condanna all'ergastolo, aveva però fatto perdere le sue tracce, per poi riapparire a Rio de Janeiro, in Brasile, dove nel 2007 è stato arrestato una prima volta e detenuto in carcere a Brasilia fino al giugno 2011.
Tra gli ex brigatisti rossi spiccano per importanza Alessio Casimirri, condannato con sentenza definitiva per il sequestro Moro, latitante secondo le ultime notizie in Nicaragua. Casimirri, indicato come componente del commando che sequestrò Aldo Moro e uccise i cinque uomini di scorta, è stato condannato all'ergastolo. Nella sua latitanza è diventato cittadino nicaraguense e gestisce un ristorante sulla costa.

Gettano liquido su volto di un senegalese a Pisa

Due giovani in sella a uno scooter avrebbero lanciato un liquido, forse candeggina, sul volto di un venditore abusivo. L'uomo è stato medicato e dimesso con 10 giorni di prognosi

Due giovani in sella a uno scooter avrebbero lanciato un liquido non meglio identificato, ma che potrebbe essere stata candeggina, sul volto di un venditore abusivo senegalese la notte scorsa nel centro storico di Pisa: lo straniero è stato soccorso da alcuni passanti prima di farsi medicare agli occhi al pronto soccorso dove è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni. Sull'episodio indagano le forze dell'ordine che stanno ricostruendo l'accaduto dopo alcuni messaggi postati su Facebook da coloro che hanno prestato aiuto e che hanno lamentato il clima di odio alimentato da certe prese di posizioni politiche.
    Secondo le prime ricostruzioni, la vittima dell'aggressione, identificata in ospedale ma non ancora rintracciata, sarebbe un senegalese destinatario di un provvedimento di espulsione perché clandestino.


Allarme gamberetti a Ischia, la Guardia costiere avverte: "Non mangiateli"

Ignote le cause del fenomeno: sono migliaia i crostacei rinvenuti sulla spiaggia di San Montano. Biologi al lavoro per scoprire da dove siano arrivati


E' scattato l'allarme gamberetti su una spiaggia di Ischia, dove sono comparsi all'improvviso migliaia di crostacei, di cui non è chiara la provenienza. La loro presenza è stata segnalata sul litorale di San Montano a Lacco Ameno, dove si indaga sulle cause di un fenomeno apparentemente inspiegabile. Nel frattempo, la Guardia costiera ha invitato la popolazione a non mangiare quei gamberetti.

Manca il lavoro o la voglia di lavorare? Servono 15 mila camionisti ma non si trovano

In Italia manca il lavoro?  No, il lavoro c’è ma mancano i lavoratori, giovani che abbiano voglia di rispondere  alle proposte d’assunzione. Accade nel settore dell’autotrasporto dove, come ha confermato Pasquale Russo, segretario nazionale di Conftrasporto, “le imprese sono alla ricerca di circa 15mila autisti da assumere, ma senza trovarli”. Col risultato che “altrettanti tir, sono fermi nei parcheggi delle imprese, con un gravissimo danno al settore”. A denunciare l’incredibile situazione è stato un servizio giornalistico realizzato dall’emittente La7 (Clicca qui per vedere il video):un servizio “partito” da Albino, in provincia di Bergamo dove il direttore generale della Nicoli Spa, una delle più importanti aziende del territorio, e non solo, ha confermato  l’incredibile realtà. “Abbiamo bisogno di almeno 40 o 50 conducenti che non troviamo e abbiamo i mezzi fermi nei piazzali”, ha confermato Matteo Magoni che ha “respinto” la possibilità di aggirare l’ostacolo ricorrendo a contratti di somministrazione perché, ha affermato, “non sono assolutamente una soluzione”. Una situazione paradossale, testimoniata anche da uno degli autisti dell’azienda, Angelo di 45 anni, quasi stupefatto di fronte al fatto che i giovani non vogliano accettare di svolgere un lavoro su “camion molto confortevoli” e con “stipendi buoni, che vanno dai 2 ai 3 mila euro al mese”. 

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domenica 13 gennaio 2019

Pernigotti, di corsa a Novi Ligure per raccogliere fondi per i dipendenti

Novi Ligure (AL) Di corsa per la Pernigotti, la storica azienda dolciaria di Novi Ligure a rischio chiusura: circa 200 persone hanno partecipato questa mattina all’iniziativa podistica organizzata per raccogliere risorse da destinare al fondo della Caritas per i 100 dipendenti, in sciopero e presidio permanente dallo scorso 6 novembre contro la richiesta della proprietà turca di cassa integrazione per cessazione dell’attività.
Sono stati raccolti circa 5mila euro, e tra i podisti c’era anche il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere: «Un’ulteriore dimostrazione di affetto dei novesi nei confronti dei novesi - hanno detto i dipendenti dell’azienda - Adesso ci aspettiamo che la vertenza Pernigotti prenda la strada di pensare al futuro, marchio compreso, continuando a farlo restare novese. Confidiamo nelle buone intenzioni di gruppi industriali forti che vogliano investire qua», perché «produrre altrove sarebbe la fine della Pernigotti. La proprietà si decida, una volta per tutte, ad ascoltare il territorio: sarebbe anche interesse loro».
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I migranti, l’insulto alle donne di Ormea e l’indignazione per la risata di Salvini

Genova- «A Ormea i rifugiati sono una risorsa (ha detto il signor sindaco) lo possono testimoniare alcune t... del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse»: un cartello che recita questa frase in mano a Matteo Salvini sta facendo discutere un intero paese e non solo.
Il video in questione risale a novembre 2016, quando il leader del Carroccio arrivò al mercato di Mondovì per un appuntamento elettorale: il filmato è sempre stato sulla pagina Facebook della Lega, ma è salito all’attenzione pubblica solo in questi giorni, quando un abitante di Ormea ha tirato fuori il selfie con il cartello incriminato, fino ad allora custodito gelosamente nel suo cellulare, per vantarsene in alcuni gruppi WhatsApp del territorio.
La foto ha fatto il giro della vallata, moltiplicando le condivisioni da una chat all’altra e facendo scattare l’indignazione delle donne dello splendido borgo della Val Tanaro. A consegnare il foglio a Salvini è stato un militante della Lega, anch’egli ormeese, in evidente polemica con le decisioni del sindaco Giorgio Ferraris in materia di immigrazione: nella clip si vede l’attuale vicepremier, allora senza incarichi istituzionali, leggere ad alta voce il messaggio e ridacchiare con i suoi sostenitori.

Azienda di Castelfranco (Tv): «giovani schizzinosi, prenderò operai in Africa»

Farà sicuramente discutere lo sfogo di un’imprenditrice di Castelfranco Veneto (Treviso)che al programma “Stasera Italia” di Rete4 ha raccontato di aver dovuto rinunciare a metà commesse a causa della mancanza di personale. Vanessa, questo il nome della titolare dell’azienda che produce meccanica di precisione per il settore alimentare, dà lavoro a 13 operai, ma vorrebbe assumerne altri, con stipendi che possono andare dai 1500 ai 3500 euro, a seconda dell’esperienza.  Le maggiori difficoltà in fase di valutazione dei curricula emergono con i giovani:«fanno gli schizzinosi – spiega l’imprenditrice – non si vogliono muovere, troppa strada da fare, l’orario di lavoro non va bene». Da qui l’idea di trasferirsi all’estero, dove «i giovani hanno voglia di lavorare» o quella, forse provocatoria, di assumere stranieri: «siamo arrivati al punto, io e il mio socio, di pensare di prendere operai in Africa e portarli qui per formarli. Pagandoli esattamente come faremmo con chiunque altro». L’imprenditrice invita poi a inviare il curriculum a info@tmcorporate.it. (t.d.b.)

Fonte

Cesar Battisti arrestato in Bolivia. Il figlio di Bolsonaro a Salvini: ora arriva il piccolo regalo

L'ambasciatore italiano Bernardini: la democrazia è più forte del terrorismo

Cesare Battisti è stato catturato in Bolivia. E il deputato federale e figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha voluto subito mandare un messaggio al ministro dell'Interno: "Matteo Salvini, il 'piccolo regalo' sta arrivando", ha scritto Eduardo Bolsonaro su Twitter.
La notizia della cattura è stata confermata da fonti italiane e dall'ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, che ha celebrato la cattura dell'ex terrorista latitante da dicembre affermando: "E' stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo".
Battisti è stato arrestato alle 17 di ieri (le 22 in Italia) da una squadra speciale dell'Interpol formata anche da investigatori italiani e brasiliani mentre camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra, popolosa città nell'entroterra boliviano. L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) non avrebbe opposto resistenza. Secondo alcuni media, indossava pantaloni e maglietta di colore blu, un paio di occhiali da sole e barba finta. Caricato in macchina e accompagnato in una caserma della polizia, Battisti non avrebbe proferito parola.
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sabato 12 gennaio 2019

LETTERA A SALVINI DI UN'IMMIGRATA AFRICANA: «LA FACCIA CATTIVA LA DEDICHI AI POTENTI CHE OCCUPANO CASA MIA»

È diretta e senza mediazioni la lettera aperta di una donna africana al ministro dell'Interno. "Se avessi potuto scegliere, avrei fatto volentieri a meno della sua ospitalità".


«Ho visto la sua faccia ieri al telegiornale. Dipinta dei colori della rabbia. La sua voce ,poi, aveva il sapore amarissimo del fiele. Ha detto che per noi che siamo qui nella vostra terra è finita la pacchia. Ci ha accusati di vivere nel lusso, rubando il pane alla gente del suo paese. Ancora una volta ho provato i morsi atroci della paura…
Chi sono? Non le dirò il mio nome. I nomi, per lei, contano poco. Niente. Sono una di quelli che lei chiama con disprezzo “clandestini”.
Vengo da un paese, la Nigeria, dove ben pochi fanno la pacchia e sono tutti amici vostri. Lo dico subito. Non sono una vittima del terrorismo di Boko Haram. Nella mia regione, il Delta del Niger non sono arrivati. Sono una profuga economica, come dite voi, una di quelle persone che non hanno alcun diritto di venire in Italia e in Europa.
Lo conosce il Delta del Niger? Non credo. Eppure ogni volta che lei sale in macchina può farlo grazie a noi. Una parte della benzina che usa viene da lì.
Io vivevo alla periferia di Port Harkourt, la capitale dello Stato del Delta del Niger. Una delle capitali petrolifere del mondo. Vivevo con mia madre e i miei fratelli in una baracca e alla sera per avere un po’ di luce usavamo le candele. Noi come la grande maggioranza di chi vive lì.

È dura vivere dalle mie parti. Molto dura. Un inferno se sei una ragazza. Ed io ero una ragazza. Tutto è a pagamento. Tutto. Se non hai soldi non vai a scuola e non puoi curarti. Gli ospedali e le scuole pubbliche non funzionano. E persino lì, comunque, se vuoi far finta di studiare o di curarti, devi pagare. E come fai a pagare se di lavoro non ce ne è? La fame, la miseria, la disperazione e l’assenza di futuro, sono nostre compagne quotidiane.

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Orrore in provincia di Bari: bambini autistici legati, imbavagliati e picchiati dalle insegnanti

Un nuovo episodio di violenza da parte di alcune insegnanti sui bambini, questa volta all’interno di un istituto di riabilitazione privato convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, l'”Istituto Sant’Agostino” di Noicattaro, in provincia di Bari.
Le principali vittime di violenze fisiche, insulti e minacce sono infatti nove bambini affetti da autismo di età compresa tra i 7 e i 15 anni, i quali da tempo subivano i maltrattamenti da parte di tre educatrici e un’insegnante tra i 28 e i 42 anni. Le donne sono state arrestate dai Carabinieri di Triggiano e si trovano adesso ai domiciliari. Ancora a piede libero invece altre due maestre, le quali sono state appunto coinvolte nell’inchiesta.
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Torino, manifestazione Sì Tav: in 30mila in piazza a sostegno dell’Alta velocità

In piazza anche esponenti della Lega per la seconda manifestazione in favore della Tav


Il 12 gennaio 2019 i Sì Tav sono tornati a manifestare a piazza Castello a Torino in favore della costruzione dell’Alta velocità che dovrebbe unire Tornino e Lione, in Francia (qui tutti gli aggiornamenti).
Secondo i manifestanti avrebbero preso parte al corteo 40mila persone, mentre per la Prefettura sono state 25mila. Numeri comunque importanti per una piazza che fin dal primo momento si è definita apartitica, anche se ha fatto discutere la presenza della Lega.
“Sapevamo dal primo giorno che era motivo di dissenso”, ha affermato il capogruppo alla Camera del Carroccio, Riccardo Molinari. “Non c’è contraddizione nella nostra presenza in piazza oggi. La Lega ha posizione confermata da posizioni storiche in parlamento. Sapevamo dal primo giorno che era un tema divisivo, un conto è ridiscutere il progetto, tagliare sprechi. Un altro  è cancellare il progetto. Abbiamo trovato la sintesi su tanti argomenti, lo troveremo anche su questo”.
Fredda la replica del vicepremier Luigi Di Maio: “Non mi scandalizzo per il fatto che si vada in piazza a dire che si era per il Sì alla Tav: diciamo che abbiamo fatto la campagna contro le trivelle insieme per il referendum sia noi che la Lega in tempi non sospetti, quando nel 2015 non avevamo nessuna intenzione di neanche di firmare un contratto di governo”.

Fondi editoria, da Di Maio 70mila euro (di soldi pubblici) a Radio Padania

Soldi pubblici, quelli dei fondi per l’editoria, a Radio Padania. Dal Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio sta per essere staccato un “assegno” di 70mila euro per Radio Padania.
Immediata la reazione delle opposizioni. In prima linea Laura Boldrini: “Non solo dopo aver gridato ‘onesta’, onestà!’ si sono alleati con chi ha illecitamente sottratto 49 milioni di euro ai cittadini. Ma ora Di Maio fa i tagli all’editoria tranne che alla radio leghista a cui il Mise regala 70000 euro di soldi pubblici. #DoppiaMorale. #RadioPadania”.
Dello stesso tono l’accusa di Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd: “Il bello è che dicevano di perseguire il modello Bbc. Tagliano progressivamente fondi editoria, dimezzano risorse per convenzione con Radio Radicale, però poi Di Maio stanzia 70 mila euro per Radio Padania”.

(...) Nella graduatoria che il Mise sta per pubblicare la radio di cui Salvini è stato direttore riceverà una somma non da poco, che potrebbe addirittura raddoppiare entro marzo in caso di redistribuzione della quota “extragettito” del Canone Rai 2017.

Da dove arrivano i soldi per Radio Padania

Il contributo per Radio Padania arriva dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, proprio quello che il Movimento 5 Stelle, in questo caso guidato dal sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi, punta ad abolire per la parte destinata alla carta stampata.

Parigi, esplosione per una fuga di gas nella zona dell'Opera: dodici feriti in condizioni gravi, tra cui un'italiana

In fiamme un intero palazzo. Un pompiere risulta disperso


Una fortissima esplosione, provocata da una fuga di gas avvenuta in una boulangerie di Parigi, ha scosso l'intero quartiere dell'Opera, provocando un incendio in un intero palazzo. Un pompiere risulta dispersoI feriti sono 36, tra questi un'italiana in gravi condizioni. C'è poi un altro italiano, un operatore di Cartabianca, il videomaker Valerio Orsolini, il quale ha riportato una ferita sopra un occhio: è stato giù medicato e le sue condizioni non sono gravi. L'operatore era a Parigi per seguire le manifestazioni dei gilet gialli con il giornalista Claudio Pappaianni, che è rimasto illeso.  La Farnesina è al lavoro. 
Dodici persone sono ricoverate in gravi condizioni: tra loro, 5 sono in pericolo di vita (3 civili e 2 vigili del fuoco). Ci sono anche di 24 persone ferite lievemente. L'italiana ferita sarebbe una ragazza che lavora in un hotel vicino al luogo dell'esplosione. La giovane si troverebbe attualmente all'ospedale parigino de Lariboisiere. 
   I vigili del fuoco si trovavano sul posto, nella rue de Trevise, già prima dell'esplosione, chiamati dagli abitanti del quartiere per il forte odore di gas.

Serravalle Scrivia, ad agosto riapre il Mercatone Uno: salvi 23 lavoratori

Serravalle Scrivia (AL) - Una crisi durata almeno 4 anni, quella del Mercatone Uno, la catena commerciale romagnola titolare del punto vendita di Serravalle. Ora, si comincia vedere la luce in fondo al tunnel e per l’estate è fissata la riapertura con quasi tutti i dipendenti riassunti dalla Shernon Holding, che nel 2015 aveva rilevato tutti i 79 punti vendita. Il superamento della crisi può essere l’ok del tribunale di Bologna all’ammissione al concordato preventivo presentata dalle famiglie Cenni e Valentini, titolari del Mercatone Uno, per evitare il fallimento.
Si era gennaio 2015 e da allora per Serravalle come per molti degli altri punti vendita è stata una lenta agonia, costellata persino dalla notizia delle indagini della Finanza sui titolari del gruppo, nel 2017. Tutti ricordano la svendita delle merci e gli scaffali tristemente vuoti del market, fino alla chiusura, con la speranza rappresentata, nel 2018, dall’acquisto da parte del gruppo turco-polacco, dopo due bandi di vendita andati a vuoto nel 2016 e nel 2017. La scorsa estate, per l’appunto, l’accordo con la Shernon Holding per la vendita di 55 punti vendita su 79. Ora si attende la riapertura con lo stesso genere merceologico, quindi soprattutto arredo.
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La strategia del M5s per recuperare voti sulla Lega: tornare ad essere di sinistra

Il caso Sea Watch ha segnato la prima sconfitta politica di Salvini: i grillini ora vogliono alzare la testa, mostrarsi diversi dall'alleato di governo e provare a frenarne l'ascesa, recuperando i voti della base delusa

La ribellione del M5s all’egemonia leghista, all’interno del governo e nel paese, parte dal caso Sea Watch.
La vicenda dei 29 migranti bloccati per 19 giorni nel Mediterraneo, e infine fatti sbarcare a Malta in vista di una redistribuzione in otto paesi europei, tra cui l’Italia, ha segnato la prima importante sconfitta politica di Salvini in questo esecutivo.

Leggi anche: Sea Watch, chi ha vinto e chi ha perso

Sconfitta, per giunta, maturata sul proprio terreno, quello dell’immigrazione. Il premier Conte, in maniera inaspettata, ha fatto la voce grossa, contrapponendosi al ministro dell’Interno e riuscendo a far passare la sua linea.
Conte è espressione dei rapporti di forza tra Lega e M5s post elezioni del 4 marzo, quando i grillini erano il primo partito nel paese (oggi non è più così, come testimoniano i sondaggi) e spettava quindi a loro indicare il presidente del Consiglio.
Dietro la mossa del premier c’è la probabile regia proprio dei pentastellati. Questi ultimi, dopo aver ingoiato rospi per mesi, aver visto la Lega schizzare in alto nel gradimento degli elettori, essersi fatti dettare la linea politica da Salvini, hanno preso atto che occorre un cambio di passo.
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