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lunedì 14 gennaio 2019

In fuga come Battisti, le primule rosse del terrorismo

L'arresto in Bolivia dell'esponente di punta dei Pac, Cesare Battisti, riaccende all'improvviso i riflettori sul lungo elenco dei terroristi, rossi e neri, ancora ricercati e latitanti. E il capogruppo alla Camera del Carroccio Riccardo Molinari e il deputato Daniele Belotti fanno sapere che la Lega presenterà una mozione alla Camera "per sollecitare con determinazione l'estradizione degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia, Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola".
Nel frattempo con i tanti anni trascorsi dal momento del reato per alcuni latitanti è scattata la prescrizione. Come è accaduto per l'ex leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, condannato a 16 anni, rifugiato in Francia e tornato in libertà nel 2007. Proprio la Francia, tra il 1978 e il 1982, era diventata la meta di una vera e propria migrazione, con 400-500 esponenti della galassia eversiva italiana riversatisi Oltralpe. Tra i rifugiati a Parigi fino al 2004 figurava anche anche Cesare Battisti: dopo quella data, quando si stava avvicinando la sua estradizione per una condanna all'ergastolo, aveva però fatto perdere le sue tracce, per poi riapparire a Rio de Janeiro, in Brasile, dove nel 2007 è stato arrestato una prima volta e detenuto in carcere a Brasilia fino al giugno 2011.
Tra gli ex brigatisti rossi spiccano per importanza Alessio Casimirri, condannato con sentenza definitiva per il sequestro Moro, latitante secondo le ultime notizie in Nicaragua. Casimirri, indicato come componente del commando che sequestrò Aldo Moro e uccise i cinque uomini di scorta, è stato condannato all'ergastolo. Nella sua latitanza è diventato cittadino nicaraguense e gestisce un ristorante sulla costa.

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