Soldi pubblici, quelli dei fondi per l’editoria, a Radio Padania. Dal Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio sta per essere staccato un “assegno” di 70mila euro per Radio Padania.
Immediata la reazione delle opposizioni. In prima linea Laura Boldrini: “Non solo dopo aver gridato ‘onesta’, onestà!’ si sono alleati con chi ha illecitamente sottratto 49 milioni di euro ai cittadini. Ma ora Di Maio fa i tagli all’editoria tranne che alla radio leghista a cui il Mise regala 70000 euro di soldi pubblici. #DoppiaMorale. #RadioPadania”.
Dello stesso tono l’accusa di Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd: “Il bello è che dicevano di perseguire il modello Bbc. Tagliano progressivamente fondi editoria, dimezzano risorse per convenzione con Radio Radicale, però poi Di Maio stanzia 70 mila euro per Radio Padania”.
(...) Nella graduatoria che il Mise sta per pubblicare la radio di cui Salvini è stato direttore riceverà una somma non da poco, che potrebbe addirittura raddoppiare entro marzo in caso di redistribuzione della quota “extragettito” del Canone Rai 2017.
(...) Nella graduatoria che il Mise sta per pubblicare la radio di cui Salvini è stato direttore riceverà una somma non da poco, che potrebbe addirittura raddoppiare entro marzo in caso di redistribuzione della quota “extragettito” del Canone Rai 2017.
Da dove arrivano i soldi per Radio Padania
Il contributo per Radio Padania arriva dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, proprio quello che il Movimento 5 Stelle, in questo caso guidato dal sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi, punta ad abolire per la parte destinata alla carta stampata.
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